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I principali fattori del clima
I principali fattori del clima sono latitudine, altitudine, vicinanza al mare e presenza di vegetazione. La latitudine è il fattore più incidente e lo condiziona poiché in base alla distanza dall'Equatore cambia la temperatura per la differenza di inclinazione dei raggi solari, l'altitudine poiché all'aumentare di esso diminuisce la temperatura, variando anche pressione e umidità, le grandi superfici d'acqua lo influenzano poiché immagazzinano il calore e lo rilasciano successivamente, le correnti oceaniche invece incidono poiché, mentre la presenza di vegetazione crea zone d'ombra con conseguente calo di temperature nelle aree ombreggiate.
Il tempo meteorologico è la successione di fenomeni atmosferici di breve durata. Il clima è lo stato medio annuo delle condizioni meteorologiche di una determinata località. Esso si basa sulla media delle condizioni di un trentennio. Le variabili
Considerate sono temperatura, umidità, regime pluviometrico (quantità di precipitazione) e vento.
I fattori astronomici del clima sono rivoluzione della Terra, eccentricità dell'orbita, incidenza dei raggi solari e forma della Terra.
I fattori geografici sono distribuzione di terre e mare, distanza dal mare, correnti marine (spostano grandi quantità d'acqua negli oceani portando variazioni climatiche), orientamento di masse continentali e montuose (barriere orografiche), rilievo, esposizione topografica, tipo di suolo, vegetazione e uomo.
Incidono poi radiazione solare e temperatura dell'aria, umidità e precipitazioni.
La latitudine è il fattore del clima più incidente. Questo per l'irraggiamento solare che variando inclinazione determina le stagioni. Le zone equatoriali ricevono maggiore energia solare rispetto alle zone polari, avremo quindi temperature molto più alte.
L'albedo è la parte di radiazione
solare incidente che viene riflessa. La neve fresca ha il tasso dialbedo maggiore poiché ha grandi capacità riflessive, al contrario del mare che ha qualità diriflessione pessime.
Abbiamo varie classificazioni climatiche, la più utilizzata è la classificazione di Koppen.
Suddivide i climi in 5 gruppi principali in base a temperatura, precipitazioni e associazionivegetali (ogni clima ne ha una, detto bioma). Distingue quindi:
- Clima tropicale (zona A)
- Clima arido (zona B)
- Clima temperato delle medie latitudini (zona C)
- Clima rigido delle medie latitudini (zona D)
- Clima polare (Zona E)
Il clima tropicale umido lo troviamo nella fascia intertropicale tra 15 e 20° di entrambi gli emisferi, ed è in stretta relazione con i moti della cella di Hadley. Non esiste il freddo e sono le uniche zone prive di inverno, difatti abbiamo una situazione di caldo perpetuo. In questi climi predominal’umidità e i sollevamenti d’aria.
Difatti le precipitazioni sono frequenti per via delle masse d'aria calda instabile. Sono suddivisi in tre tipi in base alle piogge durante l'anno: tropicale umido con andamento monotono con piogge abbondanti ogni mese, tropicale monsonico con una stagione secca e una stagione umida molto piovosa, e infine il tropicale della savana, il più esteso, con una stagione arida lunga e una stagione umida importante.
Il clima arido si estende per il 30% della Terra, più di qualsiasi altro clima, e ha andamento irregolare ma prevedibile. Le regioni aride hanno poche precipitazioni per la mancanza di sollevamento dell'aria dovuto ad una eccessiva stabilità. Le due categorie più importanti sono: deserti (aridi) e steppe (semiaride). Essi sono divisi in 4 tipi: subtropicale desertico, in alte pressioni tropicali, caratterizzato da piogge quasi assenti, ma improbabili ed intense, subtropicale della steppa, in cui le condizioni sono simili al precedente ma con
piogge più abbondanti e regolari, desertico delle medie latitudini, con precipitazioni scarse e irregolari, differiscono dai subtropicali per stagionalità e temperatura, soprattutto invernale, e steppa delle medie latitudini, con precipitazioni più abbondanti e temperature minori.
Il clima temperato delle medie latitudini è compreso tra i 30° e i 60° e ha grandissima variabilità meteorologica. Vi sono forti contrasti stagionali e sono una regione di contrasto tra masse d'aria. Hanno di media estati lunghe e calde alternate ad inverni brevi e temperati, anche se queste zone sono sottoposte a gelate invernali. Sono suddivisi in tre tipi, in base a stagionalità delle precipitazioni e temperature estive: mediterraneo, con zone poco estese caratterizzate da modeste precipitazioni in inverno, inverni temperati ed estati molto calde, cieli sereni e alto irraggiamento, subtropicale umido, sui margini orientali, con estati a temperature
e fresche e inverni lunghi e molto freddi. Le precipitazioni sono scarse e concentrate principalmente durante l'estate. I climi tropicali sono caratterizzati da temperature elevate tutto l'anno e da precipitazioni abbondanti. Si distinguono in due tipi: il clima tropicale umido, con elevate temperature e umidità costanti e precipitazioni abbondanti durante tutto l'anno, e il clima tropicale secco, con temperature elevate tutto l'anno ma con una stagione secca caratterizzata da precipitazioni scarse o assenti. Infine, i climi polari sono presenti nelle regioni più vicine ai poli. Si caratterizzano per temperature estremamente basse tutto l'anno, con inverni lunghi e freddi e estati brevi e fresche. Le precipitazioni sono scarse e si presentano principalmente sotto forma di neve. In conclusione, il nostro pianeta presenta una grande varietà di climi, ognuno con le sue caratteristiche uniche. Questa diversità è determinata da fattori come la latitudine, l'altitudine, la vicinanza agli oceani e la presenza di correnti marine.calde e inverni lunghie molto freddi, escursioni termiche annue elevatissime e precipitazioni scarse.
I climi polari sono i più lontani dall'Equatore, con quindi poca insolazione e freddo continuo. Le condizioni sono secche con evaporazione modesta che li rende umidi. Sono suddivisi in due tipi: clima della tundra, con tundra che definisce un ambiente a vegetazione bassa e rasente al suolo, con un mese all'anno di temperature maggiori di 0°, e clima delle calotte glaciali, con temperature medie sempre sotto lo 0.
La sesta zona è rappresentata dal clima di altitudine (zona H), con infinite differenze che dipendono da quota relativa e angolo di esposizione ai raggi solari e al vento. La temperatura qui varia con l'altitudine secondo gradiente 2,3°/300 m, e la pressione diminuisce all'aumentare della quota. Generalmente più freddi e più piovosi con l'aumentare dell'altitudine.
Il clima urbano è invece condizionato dai
materiali di costruzione per la presenza di materiali più o meno riflettenti.Il clima in Italia è un clima temperato umido, con però grandi variazioni altimetriche e di latitudine(dai 36 ai 47° N). Le temperature medie vanno dai -12 ai 20°.Il diagramma climatico rappresenta le tendenze di precipitazioni e temperature di una certa area.Il climogramma rappresenta precipitazioni e temperatura mensili in una determinata stazione meteorologica.La variabilità climatica è l'alternanza di situazioni climatiche variabili e contrastanti tra loro in una data area secondo vari fattori climatici. Fanno parte della variabilità climatica i periodi glaciali ed interglaciali (scala globale), il periodo caldo romano e medievale etc. La variazione del clima riguarda tutta la storia della Terra. Le più note interessano l'Olocene (periodo attuale). Un'era glaciale è un periodo estremamente freddo in cui le temperature si abbassano
e le acque oceaniche si ritirano andando a convogliarsi nelle regioni polari. In questo periodo il ciclo di Milankovitch dà insolazioni minime, il livello medio-mare si abbassa, diminuiscono le evaporazioni e aumenta salinità e upwelling/downwelling, diminuisce l'effetto serra e aumenta l'albedo. L'era interglaciale consiste nel processo opposto, i ghiacciai si sciolgono portando l'aumento dell'acqua negli oceani, aumenta l'effetto serra e diminuisce l'albedo. Le cause delle glaciazioni sono mutazioni della rotazione terrestre, variazioni della composizione atmosferica per la quantità di CO2 e i cambi della superficie terrestre. CAPITOLO 9: L'idrosfera rappresenta ogni parte della Terra composto da acqua, in qualsiasi stato essa sia. L'acqua è l'elemento più abbondante della Terra, di cui ne occupa il 70%. La sua quantità è costante nel tempo. Possiamo trovarla allo stato liquido, o allostato gassoso mediante evaporazione, o allo stato solido mediante congelamento, mentre il vapore acqueo può tornare allo stato liquido mediante condensazione e allo stato solido mediante sublimazione. Questi processi formano il ciclo idrologico. Ha elevata capacità termica e si muove verso il basso sotto richiamo della gravità. Aderisce a qualunque superficie e ha la capacità della tensione superficiale. L'acqua si sposta verso l'alto in casi di capillarità. Circa l'84% dell'acqua si origina per evaporazione, formando le particelle che compongono le nubi e, le precipitazioni che cadono sulla superficie terrestre sono circa bilanciate con l'evapotraspirazione. L'acqua non si prosciuga per via del deflusso superficiale, difatti nelle terre emerse abbiamo tanti modi di accumulo. L'acqua si raggruppa a formare gli oceani. La massa oceanica ricopre ¾ della Terra ed è divisa in 4 parti: Oceano Pacifico (il
più grande), Oceano Atlantico, Oceano Indiano e Oceano Artico (ilmeno profondo ed esteso). L’acqua oceaniche presenta varie caratteristiche: al suo interno ha unagrande quantità di elementi chimici, è contraddistinto dalla salinità (correlata col tasso dievaporazione), la temperatura diminuisce con l’aumentare della latitudine e la sua densitàaumenta con la profondità delle acque. Gli oceani hanno movimento continuo, determinato daonde, correnti e maree, generate anche da scosse sismiche, eruzioni vulcaniche e attrazionegravitazionale. Esistono rigonfiamenti localizzati o oscillazioni dette maree, lungo le coste, in cui illivello marino oscilla regolarmente e l’acqua si solleva per 6 ore ogni giorno per poi scendere nelleore successive. Esse rappresentano il principale movimento verticale dell’acqua. Un altro fattoredel moto oceanico è la corrente marina, generata da vento o da differenze di temperatura esalinità.
Un altro movimento frequente è il moto ondoso, che colpisce la superficie marina. Essa è in agitazione costante. Le onde provocano uno spostamento di forme più complesse, come le onde di maree, che sono causate principalmente dalla forza gravitazionale della Luna e del Sole. Le onde possono anche essere generate da venti forti o da terremoti sottomarini. Le onde possono essere alte e potenti, o piccole e tranquille, a seconda delle condizioni atmosferiche e oceaniche. Il moto ondoso è un fenomeno naturale che ha un impatto significativo sulla vita marina e sulle attività umane legate al mare, come la navigazione e la pesca.