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Nel terzo stadio NADH e FADH si scaricano, cedendo elettroni all’O che, riducendosi ad H O,
2 2
costituisce l’accettore finale di elettroni. Il trasferimento di elettroni avviene attraverso una
serie di molecole intermedie (citocromi), grazie alla catena di trasporto degli elettroni, nota
come catena respiratoria. In questo modo l’energia contenuta nelle ossidoreduttasi viene
liberata in piccole quantità ad ogni passaggio e può essere utilizzata per caricare ATP.
Ogni NADH che si scarica nella catena respiratoria carica 3 ATP, ogni FADH 2 ATP. I
2
10 NADH caricheranno quindi 30 ATP, i 2 FADH caricheranno altri 4 ATP, per un totale di 34
2
ATP che, sommati ai 4 ATP già ottenuti evidenziano un guadagno totale della respirazione
aerobica di 38 ATP.
La catena respiratoria è composta da 4 complessi proteici che contengono gruppi
prostetici redox ben legati. Gli elettroni vengono trasferiti da un gruppo redox al successivo.
I complessi 1, 3 e 4, in occasione del passaggio di elettroni, sono in grado di generare un
+
flusso di ioni H dalla matrice verso lo spazio inter-membrana, per tale ragione sono definiti
pompe protoniche. Mediante il processo sopra descritto, ai due lati della membrana delle
+ +
creste si crea una nella concentrazione di ioni H . Sotto la spinta di questo gradiente, gli H
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rientrano nella matrice utilizzando l’ATP-sintetasi, un enzima trans-membrana in grado di
+
convertire il flusso di ioni H in energia chimica per la sintesi di ATP.
Vie metaboliche anaerobiche: fermentazione lattica e alcolica
Nella respirazione cellulare aerobica l’accettore finale di elettroni è l’O . Sono dette
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anaerobiche le vie metaboliche di demolizione dei substrati energetici in cui l’accettore
finale di elettroni non è l’O . Se comparati alla respirazione aerobica, tali processi sono meno
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efficienti dal punto di vista energetico, ma sufficienti a garantire la sopravvivenza di
numerosi microrganismi.
Tra le varie vie metaboliche note, la fermentazione lattica e la fermentazione alcolica
sono molto importanti per i processi biologici, entrambe utilizzano la glicolisi come fase
iniziale. Nella prima, i due NADH che si formano dal processo glicolitico si scaricano sul
piruvato, riducendolo ad acido lattico (CH -CHOH-COOH). Alla fine del processo il guadagno
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energetico si riduce quindi ai 2 ATP formati durante la glicolisi. La fermentazione lattica
avviene nei nostri muscoli, quando il lavoro muscolare è particolarmente intenso e l’apporto
di ossigeno non è sufficiente a soddisfare le richieste energetiche. E’ altresì tipica di processi
fermentativi volti alla produzione di alimenti come lo yogurt.
Nella fermentazione alcolica i due NADH che si formano dal processo glicolitico si
scaricano sul piruvato, in analogia con quanto avviene nel corso della fermentazione lattica.
Qui però il piruvato viene anche decarbossilato, con liberazione di CO e formazione di
2
etanolo o alcol etilico (CH -CH OH). Alla fine del processo il guadagno energetico è sempre di
3 2
2 ATP. Questo tipo di fermentazione anaerobica è alla base della produzione di bevande
alcoliche fermentate (es. vino, birra) ad opera di lieviti.
Trasporto
La membrana plasmatica è una barriera selettivamente permeabile. Il doppio strato
fosfolipidico permette infatti il libero passaggio dell'acqua, di gas quali ossigeno e anidride
carbonica e di piccole molecole liposolubili, mentre risulta impermeabile per ioni e molecole
idrosolubili. Il trasporto dei materiali per i quali la membrana non è permeabile viene
effettuato dalla cellula utilizzando particolari proteine trasportatrici transmembraniche
(carriers) e/o attraverso fenomeni di motilità della membrana (esocitosi ed endocitosi). 22
Il processo di esportazione, noto anche come esocitosi, avviene grazie alla capacità
della cellula di avvolgere il materiale da espellere con una piccola porzione di membrana
(vescicola di esocitosi) che si stacca dai sistemi interni di membrana (apparato del Golgi) e si
va a fondere con la membrana plasmatica. Il contenuto delle vescicole di esocitosi viene così
riversato all’esterno. La cellula utilizza l’esocitosi per eliminare le sostanze di rifiuto, per
secernere sostanze utili, quali segnali chimici o sostanze aggressive per attaccare altre
cellule. Il processo di importazione, noto come endocitosi, avviene mediante la capacità della
cellula di avvolgere il materiale da introdurre con una piccola porzione di membrana che si
stacca come una goccia (endosoma) all’interno del citosol. Si parla di endocitosi mediata da
recettori quando la sostanza che deve essere inglobate nella cellula, viene riconosciuta e
legata da specifici recettori situati sulla superficie della membrana. Si viene a formare in
questo modo un complesso recettore-ligando che funge da attivatore del processo di
endocitosi. Se il materiale da introdurre è solido si parla di fagocitosi, se è liquido di
pinocitosi.
Le proteine di trasporto (carriers) possono agganciare e trasportare specifiche
sostanze chimiche. Alcune di queste proteine sono disciolte nel sangue e trasportano
sostanze per via ematica. Altre sono immerse nella membrana cellulare (proteine
transmembraniche o integrali) e permettono alla cellula di scambiare sostanze con
l’ambiente esterno. Queste ultime si dividono in pompe e canali: le pompe consumano
energia per effettuare il trasporto (trasporto attivo), mentre i canali sono in grado di
trasportare sostanze attraverso la membrana senza consumare energia (trasporto passivo).
Fotosintesi
La fotosintesi è praticamente il solo meccanismo che consente l’immissione di energia nel
mondo vivente. L’energia luminosa viene utilizzata dalla fotosintesi per produrre sostanze
organiche a partire da CO ed H O. Questo lavoro è svolto dagli organismi fotoautotrofici
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(piante, alghe e certi batteri) mentre gli organismi eterotrofici (per esempio gli animali)
utilizzano le sostanze organiche prodotte dagli organismi autotrofi. Il bilancio chimico della
fotosintesi è semplice: da 6 molecole di CO viene formata una molecola di esoso. Gli atomi
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di idrogeno necessari per questo processo derivano dall’acqua; l’ossigeno molecolare è solo
un prodotto di scarto, anche se in realtà è essenziale per la vita sulla Terra.
nCO + nH O + luce C H O + nO
2 2 n 2n n 2
6CO + 6H O + luce C H O + 6O
2 2 6 12 6 2
La fotosintesi è un processo fisico-chimico attraverso il quale le piante, le alghe ed i
batteri fotosintetici utilizzano l’energia luminosa per la sintesi di composti organici. Nelle
piante, nelle alghe ed in certi tipi di batteri, il processo fotosintetico consiste nel rilascio di
ossigeno molecolare e nella assimilazione della CO atmosferica utilizzata per la sintesi dei
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carboidrati (fotosintesi ossigenica). Alcuni tipi di batteri utilizzano invece l’energia luminosa
per formare composti organici senza però produrre ossigeno (fotosintesi anossigenica).
La serie di reazioni costituenti il processo fotosintetico, mediante il quale l'energia
elettromagnetica è convertita in energia chimica (fase luminosa), e successivamente
immagazzinata sotto forma di legami in una gran varietà di composti organici (fase
biochimica o fotoassimilazione della CO ), nelle piante verdi avviene nei cloroplasti, organuli
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citoplasmatici dotati di particolare morfologia.
Le reazioni luminose del processo fotosintetico dovute alla cattura dei fotoni ed alle
reazioni associate di trasporto degli elettroni sono localizzate nelle lamelle e nei grana dei
cloroplasti. In particolare le lamelle contengono i componenti del PS I e della fosforilazione
ciclica, mentre i grana contengono ambedue i fotosistemi PS I e PS II e i componenti della
fosforilazione ciclica e della fosforilazione non ciclica. Invece la serie delle reazioni
responsabili della fissazione del anidride carbonica è localizzata nella parte stromatica del
cloroplasto.
L’energia utilizzata nel processo fotosintetico deriva dal centro del sole, dove la
massa è convertita in calore dalla fusione dell’idrogeno. Nel tempo, l’energia raggiunge la
superficie del sole, dove una parte di essa è convertita in energia luminosa, le cui radiazioni
raggiungono la Terra. Una piccola frazione dell’energia luminosa visibile che raggiunge la
Terra viene assorbita dalle piante. Attraverso una serie di reazione di trasduzione
dell’energia, gli organismi fotosintetici sono capaci di trasformare l’energia luminosa in
energia chimica libera in una forma stabile anche per milioni di anni (es. fossili).
Il processo fotosintetico nelle piante e nelle alghe avviene in piccoli organelli noti con
il nome di cloroplasti che sono localizzati all’interno delle cellule del mesofillo fogliare. Le
reazioni luminose consistono nella cattura della luce (energia radiativa) e nella sua
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conversione in energia chimica che da luogo al trasferimento di elettroni mediante una
catena di carriers. Questi ultimi sono complessi metallo ionici e gruppi aromatici, legati alle
proteine. La maggior parte delle proteine presenti nelle membrane fotosintetiche sono
composte da numerosi polipeptidi e fanno da ponte per gli ioni metallici ed i gruppi
aromatici. Un elettrone entra in un complesso proteico in uno specifico sito e quindi viene
trasferito nella proteina da un trasportatore di elettroni (carrier) ad un altro. Il trasferimento
di elettroni tra le proteine, è controllato dalla distanza, dalla energia libera e dalla
probabilità che le due proteine siano in stretto contatto. Non sempre comunque i carriers si
legano alle proteine. La forma ridotta del plastochinone e la plastocianina agiscono come
carriers mobili che operano il trasferimento di elettroni tra i diversi complessi proteici.
Le reazioni luminose della fotosintesi convertono l’energia solare in diverse forme ed
il primo step è la conversione dell’energia luminosa in energia di eccitazione delle molecole
dei pigmenti localizzati nei sistemi antenna, che catturano la luce. Questo sistema di de-
eccitazione delle molecole è molto importante ai fini del processo fotosintetico. Infatti, il
trasferimento di energia di risonanza tra pigmenti diversi è necessario al fine che l’energia
raggiunga un pigmento che faccia da centro di raccolta dell’energia detto centro di reazione.
Nei tilacoidi esistono due tipi di centri di reazione, entrambi costituiti da molecole di
clorofilla a rese speciali dalla loro associazione con particolari proteine o altri componenti
della membrana e definiti P680 (annesso al fotosistema II) e P700 (annesso al fotosistema I).
Questi due fotosistemi lavorano in coordinazione, più precisamente in serie. Il PSII fornisce
gli elettroni al PSI attraverso una serie di carr