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Estratto del documento
Chi è causa del suo mal pianga se stesso
Emilio betti e “quel senso di autoresponsabilità, chi e i romani mostrano così vivo”
Capitoli 1-2-3-4-5
pag 1-33
Taluni meccanismi comportamentali diffusi nella società contemporanea, messi in atto
quando si svolgono attività da cui possono sorgere pericoli e danni, evidenziano un duplice
problema.
Da un lato vi è una sottovalutazione dei rischi e dei possibili danni, frutto di una “società del
rischio”, che li accetta e, addirittura, in molte occasioni li ricerca.
Il rischio è la possibilità che dalle nostre azioni/decisioni possano sopraggiungere
inconvenienti e danni, a differenza del pericolo, in cui gioca un ruolo fondamentale la
casualità dell' ambiente esterno.
Dall' altro lato vi è una sovrastimata percezione delle proprie capacità cognitive e abilità
operative, nota anche come overconfidence. Si tratta di una fiducia eccessiva e
ingiustificata, che porta a ritenersi in grado di controllare gli eventi futuri, come se si
possedesse uno status di invulnerabilità.
Questa situazione è dettata dall’ignoranza e dall’‘illusione di conoscenza’.
Essere ignoranti significa non possedere le abilità necessarie per affrontare certe situazioni
e, a monte, non sapere nemmeno quali esse siano.
L’‘illusione di conoscenza’ è un termine che indica una percezione distorta della realtà, che
ci porta a presumere di avere conoscenze e competenze superiori rispetto a quelle di cui
disponiamo realmente
Spesso, tale percezione distorta ha origine dal confronto con gli altri, il cui livello di
competenza e abilità viene giudicato inferiore rispetto al proprio.
Nell’analisi di questa visione della realtà, molti studi hanno dimostrato come si tenda a
sottovalutare i rischi più gravi e a sovrastimare quelli più trascurabili.
Questa illusione si intreccia con l’‘illusione della sicurezza’, secondo cui chi si assicura
tende a modificare i propri comportamenti, abbassando il livello di attenzione e accettando
più facilmente i rischi. È il cosiddetto moral hazard
Tutto questo riguarda le premesse con cui i consociati affrontano le situazioni di rischio,
cioè quello che sta a monte, mentre a valle regna il cosiddetto locus of control esterno. Il
locus of control indica le modalità con cui un soggetto valuta in che misura gli accadimenti
nella sua esperienza di vita sono frutto delle sue decisioni e azioni e quanto dipendano,
invece da cause indipendenti dalla sua volontà.
Il locus of control esterno è l' atteggiamento mentale di chi attribuisce sempre all esterno
l' origine dei propri fallimenti o errori, opposto al locus of control interno, che caratterizza
l' atteggiamento di chi ritiene che gli eventi esterni siano frutto delle proprie scelte.
Regna quindi un senso di deresponsabilizzazione, caratterizzato dal mancato
riconoscimento, da parte dei consociati, di una responsabilità personale per i danni causati
dalle proprie azioni. La paternità dell’evento dannoso vi
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Scienze giuridiche
IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicogaia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti romanistici del diritto europeo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gianni Santucci.