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LE OPERAZIONI DI RILEVAZIONE
Sono più complesse a quelle delle imprese in quanto negli enti pubblici l’interesse non
è tanto il bilancio economico quanto l’impatto “sociale “dell’attività.
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L’ASSETTO ISTITUZIONALE
Ogni istituto può essere analizzato come un insieme di soggetti (detti “portatori di
interesse”), che offrono contributi e che per tale motivo ricevono ricompense o
traggono benefici. Questi tre elementi, soggetti-contributi e ricompense, sono tenuti
insieme dalle strutture di governo dell’istituto.
Per analizzare e configurare l’assetto istituzionale, è fondamentale rispondere a due
domande:
• A chi (a quali insiemi di soggetti) spetta il diritto/dovere di governare l’istituto,
direttamente o tramite propri rappresentanti? I cd. soggetto d’istituto
• Quali organi e meccanismi di governo occorre prevedere (e con quali caratteristiche)
per favorire un’efficace azione dei soggetti che hanno il compito di governare? La cd.
struttura di governo. 23 52
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I SISTEMI DI INTERESSI LEGATI ALL’ATTIVITA’ DEGLI ISTITUTI
Attorno a ciascun istituto si configura sempre una vasta gamma di interessi di varia
natura (economici, sociali, morali). I vari insiemi di interessi sono parzialmente in
competizione tra di loro.
I contributi provenienti dai vari soggetti sono complementari, ma si possono
manifestare anche parziali fungibilità (sostituibilità)
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IL SOGGETTO D’ISTITUTO ED IL DIRITTO DI GOVERNO
In linea di principio, tutti i portatori di interessi dovrebbero partecipare al governo
dell’istituto. Tale soluzione non è, però, praticabile, perché?
• Una o poche categorie di portatori di interessi partecipano direttamente al governo
dell’istituto (il “soggetto d’istituto”)
• Al soggetto d’istituto fanno capo due insiemi fondamentali di diritti doveri (diritti di
proprietà)
diritto-dovere di governare,
il ossia di guidare l’istituto e di prendere le decisioni
- più importanti;
diritto di godere dei risultati residuali positivi
il , e di farsi carico degli eventuali
- risultati residuali negativi (i risultati “residuali” si definiscono tali perché sono gli
utili o le perdite che “residuano” dopo aver remunerato i diversi portatori di
interesse) SOGGETTO D’ISTITUTO E SOGGETTO ECONOMICO
Nell’ambito della pluralità di interessi legati all’attività di un istituto, possiamo
distinguere interessi istituzionali (‘propri dell’istituto’) e non istituzionali.
Gli interessi istituzionali rappresentano i fini fondamentali dell’istituto ossia il “bene
comune” alla base dell’esistenza dell’istituto.
Un’altra possibile classificazione degli interessi è tra interessi economici e interessi
non economici.
Si configurano, pertanto, quattro classi di interessi:
Interessi istituzionali economici
- Interessi istituzionali non economici
- Interessi non istituzionali economici
- Interessi non istituzionali non economici
-
L’insieme dei portatori di interessi istituzionali (economici e non) forma il soggetto
d’istituto e l’insieme dei portatori di interessi istituzionali economici forma il soggetto
economico.
INTERESSI ISTITUZIONALI (E NON) ED ECONOMICI (E NON) NELLE
IMPRESE 25 52
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IL SOGGETTO ECONOMICO NELLE IMPRESE
Nell’impresa gli interessi istituzionali sono di natura economica; pertanto, soggetto
d’istituto (portatore degli interessi istituzionali) e soggetto economico (portatore degli
interessi istituzionali economici) coincidono.
Elementi chiave che accomunano tutte le tipologie di impresa sono:
Il fine immediato delle imprese (bene comune) è rappresentato dalla produzione
di remunerazioni per i membri del soggetto economico (interesse economico
istituzionale)
Al soggetto economico spetta il compito di governare l’impresa (governo
economico) Il GOVERNO ECONOMICO NELLE IMPRESE
Governare l’impresa significa:
• prendere decisioni fondamentali, riguardanti:
costituzione dell’istituto
- articolazione delle combinazioni economiche (attività svolta e settori in cui
- operare, dimensione, sedi, etc.)
investimenti rilevanti
- assetto organizzativo
- alleanze con altre imprese
- cessazione dell’attività
-
• Definire obiettivi e strategie dell’impresa e approvare piani e programmi per il futuro
• Approvare i bilanci e decidere sulla destinazione degli utili
• Nominare i vertici aziendali, definirne compiti e remunerazioni.
Come si fa?
Il governo economico deve ispirarsi ad alcuni principi generali (valevoli per tutte le
aziende):
1. Principio di economicità: l’istituto deve svolgere la propria attività in
autonomia economica, senza il ricorso sistematico a coperture di perdite da
parte di altre economie
2. Principio del contemperamento degli interessi: ossia garantire la
soddisfazione di tutti (o dei principali) portatori di interesse
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SOGGETTO ECONOMICO NELLE IMPRESE
L’impresa nella quale i diritti di proprietà fanno capo ai conferenti di capitale di rischio
viene qualificata come “impresa capitalistica”.
Nel mondo occidentale la grande maggioranza delle imprese è configurata secondo il
modello capitalistico. Tuttavia,
I lavoratori esercitano una forte influenza sul governo delle imprese, anche se
non nominano i membri dell’organo decisionale di governo (Consiglio
d’amministrazione – CDA)
Le retribuzioni dei lavoratori sono talvolta parzialmente legate agli utili
Alcuni ordinamenti (es. Germania) prevedono esplicitamente la partecipazione
dei prestatori di lavoro al governo dell’impresa. Il soggetto d’istituto ed il
soggetto economico sono formati dall’insieme dei conferenti di capitale di
rischio e dei prestatori di lavoro
IMPRESA “CAPITALISTICA” ED ALTRI ASSETTI PROPRIETARI
Sebbene l’impresa capitalistica sia il modello dominante d’impresa nelle economie
moderne (di solito nella forma di società per azioni), non mancano istituti di
produzione con assetti proprietari differenti. Ad esempio:
nelle cooperative di produttori i proprietari sono i conferenti dei prodotti agricoli
- (ad es. in una cooperativa che produce formaggio i diritti di proprietà fanno
capo ai contadini che apportano il latte fresco destinato alla produzione del
formaggio)
nelle partnership professionali (ad es. studi di consulenza) e nelle cooperative di
- lavoratori i “proprietari” sono i prestatori di lavoro
ORGANI DI GOVERNO CHE UNA IMPRESA DOVREBBE
AVERE
Ci sono poi delle varianti, ma questo risulta essere lo schema generale.
L’ assemblea nomina gli altri due organi.
Quelli che siano gli organi migliori per la massima efficacia dell’azienda è un tema
molto discusso.
1. ASSEMBLEA DEI MEMBRI DEL SOGGETTO ECONOMICO
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L’assemblea straordinaria di riunisce in casi particolari.
2. ORGANO DI GOVERNO
IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE- art. 2380-2409 del Codice civile
Il CdA è l’organo collegiale esecutivo al quale è affidata la gestione della società ed
ha il compito di realizzare le decisioni prese dall’assemblea. È consentita anche la
nomina di un solo amministratore, si parla a tal proposito di amministratore unico, il
quale è un organo monocratico poiché manca il Consiglio di amministrazione.
I membri del CDA sono eletti dall’assemblea dei soci e non esiste un numero
predefinito per legge. La durata del mandato è fissata generalmente dallo statuto di
ciascuna società. Tuttavia, gli amministratori non possono essere nominati per un
periodo superiore a tre esercizi. Salvo diversa disposizione dello statuto della società,
essi possono essere rieletti.
Funzioni:
deliberare sulla gestione della società e dare esecuzione alla volontà
- dell’assemblea dei soci;
convocare l’assemblea e fissarne l’ordine del giorno;
- curare le scritture contabili, redigere il bilancio di esercizio da presentare
- all’assemblea per l’approvazione;
rappresentare la società di fronte a terzi e in giudizio
-
Composizione: amministratori esecutivi (ossia manager della società) e
amministratori non esecutivi (non hanno funzioni direttive, ma prevalentemente
compiti di vigilanza); inoltre il Consiglio di amministrazione può istituire al proprio
interno uno o più Comitati, competenti su specifiche materie
PRESIDENTE DEL CDA
Il presidente viene nominato dal CDA fra i suoi componenti, a meno che questo non sia
nominato direttamente dall’assemblea dei soci.
Il presidente ha il compito di:
convocare il CDA,
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stabilire l’ordine del giorno,
- coordinare i lavori,
- fare in modo che le informazioni relative agli argomenti posti all’ordine del
- giorno giungano tempestivamente a tutti gli amministratori (art.2383 c.c.)
AMMINISTRATORE DELEGATO
Il consiglio delega all’amministratore delegato il potere di prendere decisioni in nome e
per conto della società. Il CDA può, comunque, stabilire dei limiti ai suoi poteri. Le due
funzioni possono essere svolte da una stessa persona ("CEO duality")
ORGANO DI CONTROLLO.
3.
Funge da vigile di chi governa. Questo organo ha una funzione essenziale, tant’è che
spesso tra i motivi di fallimento di una attività c’è un cattivo funzionamento
dell’organo di controllo.
IL COLLEGIO SINDACALE- art. 2403 c.c.
Il collegio dei sindaci rappresenta l’organo di controllo: esso ha il compito di vigilare
sull’attività degli amministratori e controllare che la gestione e l’amministrazione della
società si svolgano nel rispetto della legge e dell’atto costitutivo. Esercita in alcuni casi
anche il controllo contabile.
Composizione: tre o cinque membri effettivi e due supplenti, chiamati sindaci; almeno
un componente effettivo ed uno supplente devono essere obbligatoriamente scelti tra
gli iscritti al registro dei revisori contabili.
I sindaci devono essere indipendenti: non possono avere rapporti di parentela con gli
amministratori della società, né essere lavoratori o consulenti presso la stessa
azienda. Restano in carica per tre anni e possono essere rieletti.
Riunioni: almeno una volta ogni 90 giorni
Funzioni:
eseguire atti di ispezione e controllo;
- richiedere notizie e informazioni agli amministratori della società;
- convocare l’assemblea