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Il decentramento e la distribuzione delle competenze

GC;Ermini, Santolini (2007) hanno trovato un'interdipendenza positiva nelle decisioni di spesa tra i 246 Comuni della Regione Marche nel 2006. Quando studiamo il decentramento ci poniamo di fronte a due domande:

  1. Che cosa deve fare chi?
  2. Qual è il numero ottimale di livelli di governo?
  3. Qual è il numero ottimale di GL presenti in ciascun livello?

Bisogna quindi andare ad analizzare, con approccio normativo, la corrispondenza con l'effettiva distribuzione delle competenze. L'offerta di BSP è efficiente se l'area in cui BSP produce benefici coincide con l'area (confini) della giurisdizione, ossia il "principio dell'ottima corrispondenza" (pag 35). Il tutto si complica in presenza di mobilità, in quanto non possiamo conoscere l'estensione territoriale dei benefici di certi BSP.

Tiebout ci dice che:

  • Se l'area di beneficio è minore del territorio, l'offerta è insufficiente. Potremmo usare gli input per espandere la nostra produzione. Chi non beneficia nel

territorio non vorrà finanziare il BSP. Inizia quindi una contrattazione tra beneficiari e no, il logrolling. Si usa per dire che la contrattazione tra individui porta alla realizzazione di qualcosa. Se area beneficio > territorio: produco uno spillover (esternalità). Se l'esternalità è positiva, l'offerta all'interno del territorio è insufficiente, perché parte del beneficio pensato per il territorio ha traboccato fuori. Emerge la contrattazione alla Coase. Si tiene conto che il problema dei grandi numeri può essere attenuato attraverso l'utilizzo di istituti rappresentativi. Principio di equivalenza prevede che:

  • Politiche con elevati effetti di traboccamento (stabilizzazione, redistribuzione): GC, non possono essere decentrate perché il GC incorpora le esternalità.
  • Politiche con limitati traboccamenti (allocazione, BSP i cui beneficiari sono poco mobili): possono essere decentrate.

Tuttavia,

Secondo la teoria positiva (public choice): (Alesina e Tabellini, 2006) gli organismi elettorali (politici) si tengono funzioni con elevate rendite politiche e a basso rischio, mentre cedono le altre ad altri livelli di governo:

  • Redistribuzione (discriminazione tra elettori) e stabilizzazione (PBC) a GC;
  • Politica monetaria (poche rendite) a UE e offerta di BSP (rischi di non corrispondere alle preferenze locali da GC) che corrispondono alle preferenze locali vengono affidate a GL.

Non è detto che la funzione redistributiva debba essere svolta a livello di GC. Argomento a favore:

  • Supponiamo che GL introduca imposta negativa (come sussidio) sul reddito finanziata mediante incremento della progressività: ricchi (egoisti) fuoriescono da GL e poveri entrano.
  • Mancheranno poi le basi imponibili per effettuare redistribuzione.
  • Se costi di mobilità sono proporzionali alla distanza di spostamento si ha un fallimento della redistribuzione. Ma è meno probabile se
La giurisdizione è di dimensione più ampia (regioni, GC), in una giurisdizione più piccola succede più probabilmente. Non è detto che la funzione redistributiva debba essere svolta a livello di GC. Argomenti contrari: Ricchi favorevoli a un certo livello di redistribuzione (Hochman and Rodgers 1969); Altruismo (funzioni di utilità interdipendenti); Attenuazione delle tensioni sociali nel loro ambiente di vita; Assicurazione contro rischio di diventare povero; Possibilità di ottenere BSP a frazione del costo (es. welfare state universalistico); Pauly (1973): se la redistribuzione viene considerata come un bene pubblico, si ha una soddisfazione non rivale/non escludibile = offerta insufficiente; Perché l'offerta volontaria di redistribuzione aumenti, questa deve diventare bene pubblico impuro o locale i ricchi devono poter vedere gli effetti di soldi a loro prelevati (soddisfazione rivale nel consumo) Marginal

Benefit della redistribuzione trasla verso l'alto MB=Marginal Cost a un livello di redistribuzione + elevato

Offerta di BSP ha un profilo ridistributivo, redistribuzione + efficace dal lato della spesa che non del prelievo (legge di Director)

Alcuni BSP locali hanno costi decrescenti (trasporti)

Finanziamento in deficit è sussidio agli utenti

Costi di informazione per individuare i veri beneficiari della redistribuzione inferiori per GL perché conosce meglio la situazione. Ci possono essere però dei problemi

Problema di dishonest posing (Blackorby e Donaldson, 1981) inferiore: minore necessità di ricorrere a strumenti inefficienti per avere autoselezione del campione (redistribuzione in kind). Si può ricorrere a strumenti più efficienti (money transfers, vouchers)

Problema: bisogna vedere se costi informativi sono davvero inferiori o se il GL non viene catturato da individui disonesti

Teoria dei club di Buchanan

Teoria dei club: J.Buchanan,1965

cerca di spiegarci la teoria paragonando le giurisdizioni a dei club. Club = insieme di persone con preferenze omogenee riguardo alle attività del club Giurisdizione locale = endogena giurisdizione non necessariamente territoriale Perfetta mobilità o elevato numero di club La teoria è stata sviluppata per illustrare un meccanismo efficiente di offerta di beni pubblici impuri Due domande cui si vuole rispondere: Dimensione del club (quanti membri) Livello di attività Q (produzione del BSP) Paragonando alle giurisdizioni quindi: quanto deve essere grande l'ente locale? Quanti beni e servizi devo offrire? Quadrante 1 Livello di attività ottimale, data la dimensione del club All'aumentare dell'attività: i costi aumentano (fattori scarsi); i benefici marginali diminuiscono (sazietà) Inoltre, i club con più membri hanno: curve di costo posizionate più in basso perché hanno costi pro-capite più bassi (ripartizione)

imposte)curve di beneficio posizionate + in basso

perché hanno benefici minori(congestione raggiunta prima)

Data la dimensione del club il livello ottimo di attività si ha dove: MB(riduzione imposta pro-capite) = MC(incremento congestione)

I punti di ottimo sono trasferiti nel IV quadrante e danno origine alla retta Xopt.

Quadrante 2

Popolazione ottimale, dato Q la curva dei Benefici (dato Q) aumenta con il crescere delle dimensioni del Club fino a quando non interviene "effetto di congestione" la curva dei Costi ha effetto decrescente a iperbole equilatera

Inoltre:

Club con + BSP offerti hanno curve + alte MB (unità addizionale di servizio) = MC

La dimensione ottima, per ogni livello di attività del club: MB = MC

I punti di ottimo sono trasferiti nel IV quadrante e danno origine alla retta Sopt

Teoria dei club: l'equilibrio del IV quadrante

La soluzione del sistema è data dal punto di incrocio tra le due curve (Xopt e Sopt)

che determina contemporaneamente:

Il livello di attività ottimale, data la dimensione del club

La popolazione ottimale, dato Q

Teoria dei club: limiti

La presenza di un numero elevato di club può portare ad un eccessivo frazionamento, tale che la dimensione ottima del club non verrà raggiunta, allora gli equilibri che si ottengono possono essere instabili.

L'instabilità può anche derivare dall'ingresso di soggetti a basso reddito.

Il federalismo ottimale

Svantaggi di un sistema decentralizzato:

Varie ragioni per cui la decentralizzazione potrebbe non portare a un'allocazione efficiente delle risorse:

Esternalità: alcune collettività potrebbero produrre esternalità negative o positive per altre collettività.

Economie di scala: la presenza di rendimenti crescenti suggerisce che una collettività più grande è in grado di fornire un bene a un costo medio inferiore. Le

collettività potrebbero svolgere congiuntamente alcune attività. Sistemi fiscali inefficienti: il capitale potrebbe essere immobile da un paese a un altro, ma molto mobile all'interno di uno stesso paese. Porta ad aliquote fiscali "troppo basse".

Economie di scala nella riscossione dei tributi: è probabile che le agenzie di maggiori dimensioni siano più efficienti nella riscossione delle imposte.

Questioni di equità: la migrazione dei poveri mette sotto ulteriori pressioni la base imponibile della collettività, ostacolando la ridistribuzione.

Vantaggi di un sistema decentralizzato

Adattare beni e servizi alle preferenze locali: in un sistema decentralizzato, gli individui con gusti simili per i beni pubblici tendono a raggrupparsi in una stessa collettività.

Principio sussidiarietà: Strettamente correlata a questa è l'idea che, essendo più prossimo ai cittadini, il governo locale possa

Rispondere meglio alle loro preferenze. Favorire la concorrenza tra amministrazioni: se i cittadini possono scegliere la collettività di appartenenza, una cattiva gestione delle risorse pubbliche può spingere i cittadini a trasferirsi altrove. Questa minaccia dà ai dirigenti pubblici un incentivo a produrre in maniera più efficiente.

Alla base del decentramento fiscale esiste un fondamentale trade-off: costi benefici.

PRO - il decentramento delle decisioni produce vantaggi derivanti da: - realizzazione di politiche 'vicine' alle preferenze dei cittadini - responsabilizzazione delle Amministrazioni locali (attraverso la concorrenza fiscale e la mobilità di residenti ed investimenti)

CONTRO: - indebolisce i sistemi redistributivi di ricchezza - può introdurre condizioni di ineguaglianza nell'offerta di servizi pubblici.

Alcune teorie successive: - Analisi di Seabright: contratto tiene in considerazione il rapporto tra

elettori ed eletti, in qualche modo vede unincompleto teoria deiovvero quando c'è asimmetria informativa. Ci parla dellacontratti incompleti: rapporto elettorale amministratori/amministrati come contratto "incompleto" perché il voto determina probabilità di rielezione dei politici negli organi digoverno degli enti territoriali di livello inferiore.Interesse da parte dei politici locali verso i politici nazionali ad ottemperare le condizioni del "contratto elettorale";Riduzione dei comportamenti di politici e burocrati miranti a sfruttare la loro posizione per raggiungere fini diversi dalla massimizzazione del benesse
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
32 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher a.l.99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanza degli enti locali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Auteri Monica.