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Etica e morale
Distinzione del concetto di etica da quello di morale
Filosofia morale: Condotte, stili di vita, comportamenti, modi di pensare e di
vivere
Etica: elaborazione teorica, riflessione sulla filosofia morale
Rappresentazioni filosofiche dell’etica
Donatelli prende d’esempio le rappresentazioni filosofiche sulla morale fatte da Kant
e Hare (morale unica)
Kant: morale che deve essere ben distinta da altre sfere della vita tramite
ragione
Hare: morale distinta in base a tre caratteristiche (prescrittività,
universalizzabilità e soverchianza)
Passa in rassegna anche le posizioni critiche rispetto a questa concezione unificata
della morale
Williams e Tomasello: i due sostengono, similmente, che le considerazioni
etiche abbiano natura varia e complessa, e non possano essere separate
nettamente nella loro origine e nel loro sviluppo
Diamond: sostiene che l’etica sia una complessa riflessione teorica su
materie varie, ma questo non significa che non possa essere semplificata e
ordinata, seppur in maniera eterogenea
Donatelli espone una suddivisione convenzionale dell’indagine etica
Metaetica, che indaga i concetti e le forme di ragionamento assunte dalla
morale
Teoria normativa, che elabora una struttura filosofica e difende un criterio di
giustificazione morale
Etica applicata, che impiega metaetica e teorie normative in relazione
all’esperienza di vita reale
Secondo Donatelli, metaetica e teoria normativa possono essere ulteriormente
precisati in modelli e metodi
Modello = aspetto complessivo assunto dall’etica, e di conseguenza dalla
vita, sotto forma di questioni e condotte adottate. Alcuni esempi sono l’etica
come critica e l’arte della vita
Metodo = (definizione di Sidgwick) linee direttive del pensiero morale che
giustificano le condotte, corrispondono alle teorie normative (anche se non
tutte le teorie normative offrono metodi)
Descrittivo e normativo
Donatelli distingue modi di pensare all’etica sulla base di due caratteri
Descrittivo: analizza i modi di vivere e le condotte senza alcun fine prescrittivo
Normativo: configura le condotte in base ad un criterio di preferibilità,
raccomanda modi di pensare e di vivere
Beneficenza e giustizia
Alla base della morale c’è l’interesse per l’altro (umano o non) in due forme
Beneficenza (= utilitarismo)
Giustizia (= kantismo)
Dalla tradizione stoica a Kant, si è pensato alla giustizia come principio che difende
le libertà fondamentali dell’individuo, nella sua integrità fisico-materiale (in quanto la
sua integrità morale non dipende da condizioni esterne)
Concezione problematica, poiché non tutela la dimensione etica dell’uomo
(che ha in realtà bisogno di essere coltivata) e non tiene conto di alcune
funzioni fondamentali dell’uomo oltre ai bisogni materiali (es. ruolo politico-
sociale dell’uomo e rapporto con l’ambiente circostante)
L’utilitarismo classico (Bentham, Mill e Sidgwick) sostiene che la beneficenza sia il
principio fondamentale della morale, mentre la giustizia diventa un mezzo per
implementare le istanze della beneficenza
Emozioni morali
Donatelli analizza poi il rapporto che sussiste tra il giudizio morale e le emozioni;
espone le due posizioni
Cognitivista: le emozioni sono giudizi di valore che, epurati dalla loro
componente istintiva, possono essere considerate nella loro valenza etica
(es. Nussbaum). Similmente altri sostengono che in qualche modo il carattere
possa essere educato alle virtù, e dunque a provare emozioni che siano
giudizi morali (es. Mc Dowell)
Non-cognitivista: le emozioni sono indipendenti dal giudizio di valore morale
Emozioni morali corrispondenti ai principi morali di interesse per l’altro
GIUSTIZIA: simpatia/empatia (Hume); risentimento per l’ingiustizia (Smith);
desiderio di vendetta (Mill); rispetto per l’autorità della legge positiva (Locke)
o morale (Kant)
BENEFICENZA: emozione generale della benevolenza. Hume la spiega
come desiderio della felicità o compassione generale. Rousseau invece,
riprendendo Aristotele, sostiene che chi prova compassione debba essere in
condizioni migliori rispetto all’individuo-oggetto della compassione, e che
debba sentirsi vulnerabile alla disgrazia altrui. Quest’ultima massima non
viene condivisa da Nussbaum, che ha a sua volta ripreso Aristotele. Entrambi
però, Nussbaum e Rousseau, sostengono che la compassione del soggetto
sia proporzionale alla sensibilità dell’oggetto
Donatelli sostiene che altra causa della crisi odierna sia la perdita del senso
dell’interesse morale, in quanto forma d’amore
Imparzialità e particolarità
Rilevanza data a questi concetti secondo le diverse linee di condotta
Tradizione stoica: giustizia/imparziale e beneficenza e virtù/particolare
Cultura cristiana: l’interesse morale riservato alle amicizie personali viene
allargato anche a Dio e al nemico
Modernità (‘600 e contrattualisti): i rapporti personali vengono messi in
secondo piano rispetto alla necessità di una sistemazione sociale e politica
equa
Kant: la morale deve prescindere qualunque legame particolare e personale
Hume: c’è l’esigenza di un assetto sociale stabile e imparziale, ma questo
deve passare prima attraverso il legame interpersonale nella comunità
Utilitarismo: il motivo pratico, che sia particolare o imparziale, è giustificato
purché conduca alla massimizzazione della felicità
Capitolo III – La morale senza normatività
Donatelli analizza alcuni modelli dell’etica senza normatività
Arte della vita: riflette sulla relazione dell’uomo con sé stesso
Etica come critica: riflette sulla relazione dell’individuo con la società (= critica
della società)
Arte della vita
Impostazione tipica delle filosofie antiche
Ha come scopo l’educazione e la coltivazione dell’individuo
Educazione individuale che porta beneficio anche alla collettività
Concezioni differenti nell’antichità
Socrate: esorta i giovani a prendersi cura della propria interiorità e alla virtù,
prima ancora che del proprio corpo e della propria integrità fisica
Aristotele: educazione ad una virtù finalizzata al rapporto con gli altri
Stoicismo romano: enfatizza la tradizione greca, affina l’educazione alla virtù
cosicché questa possa essere d’aiuto nella vita pratica in ogni occasione
Arte della vita nella modernità (ruolo marginale data la perdita delle sicurezze
metafisiche e religiose)
Cavell: sul modello socratico, sviluppa una teoria di perfezionismo morale,
ovvero una morale che educhi alla riscoperta di sé e delle possibilità ancora
inespresse
Si avvicina ad una riflessione che prenda la forma di arte della vita anche Mill
(utilitarismo), proponendo una concezione morale che miri al miglioramento
sociale attraverso la coltivazione individuale
La morale contemporanea, negli ultimi decenni, sta riaffermando anch’essa
l’importanza del modo di vivere dell’uomo con sé stesso
Normatività e storia naturale
Donatelli mette a confronto il modello normativo (= prescrittivo) con quello dell’etica
come critica (= non prescrittivo)
Modello normativo: ha lo scopo di definire criteri e condotte che giustifichino
un determinato ordine (es. filosofi moderni del ‘600 e del ‘700 come Hobbes,
Locke e Rousseau)
Etica come critica: ha come scopo quello di esporre una critica della società e
delle sue convenzioni etico-morali; questo tipo di elaborazione teoretica non
ha alcun fine prescrittivo, non indica una condotta preferibile ad altre
L’idea di critica
Donatelli analizza il modello di etica come critica secondo Kant; si tratta di una critica
composta da due nozioni principali:
Critica come attività che la ragione rivolge a sé stessa sul piano
trascendentale
Critica come attività che la ragione rivolge alle circostanze empiriche
dell’umanità
È quest’ultima che mira alla conoscenza della natura umana
A partire dalle condizioni fisiologiche dell’uomo e le sue capacità, cerca ciò
che è più opportuno fare al livello pratico per portarle a piena realizzazione
Svolta del modello kantiano introdotta da Hegel e Marx
I filosofi della prima modernità hanno come problema principale quello di
giustificare le istituzioni politiche e l’assetto sociale a partire dallo stato di
natura
Hegel e Marx invece riflettono su una società e una politica già realizzate; si
tratta dunque di un’etica di critica dall’interno
Hegel rompe la tradizione del modello normativo; la filosofia deve comprendere tutto
ciò che è nell’ordine del reale
Ordine preesistente che è il dispiegamento naturale della ragione nella storia;
dunque l’ordine socio-politico e culturale deve essere accettato in quanto tale
La filosofia ha come unico ruolo quello di aiutare a comprendere la realtà
razionale e di renderci all’altezza dell’Assoluto
Marx, a differenza di Hegel ritiene che sia inutile tentare di capire la realtà
convenzionale
La razionalità delle società che l’individuo ha creato è in contraddizione con
sé stessa e con lo stesso individuo
L’individuo deve, pertanto, decostruire la società e ricostruirla da capo
Horkheimer e Adorno
Donatelli riassume i tre concetti di trasparenza della ragione di Kant, Hegel e Marx
Kant: l’attività cosciente per cui gli individui comprendono di essere umani, e
pertanto di essere divisi tra empirico e noumenico
Hegel: la condizione in cui la ragione ha compreso sé stessa e il suo
dispiegamento storico
Marx: la ragione della società non è trasparente ma contraddittoria; i concetti
contraddittori in cui si articola la società nascondono la realtà effettiva
Teoria critica della società e della morale secondo Horkheimer
Come Marx, Horkheimer legge l’assetto socio-politico come inadatto e
opprimente per l’individuo
Coscienza della realtà che si intuisce dalle contraddizioni del reale
La morale non è autonoma rispetto al contesto dell’individuo: deve, anzi,
essere ripensata cosicché l’uomo possa costruire un ordine che gli sia
conforme
Teoria