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DIRITTO E MORALE

DA ATTI DI VOLONTÀ). Se si lascia cadere un oggetto, questo necessariamente, per la legge di gravità, finirà per terra. Se nella realtà il rapporto causa-effetto non dipende dalla volontà umana per cui se si verifica un determinato evento atmosferico (la pioggia) il suolo è bagnato (questo è l'effetto della pioggia che è la causa di questo dato di fatto ed il nesso fra questi 2 fatti, il nesso causale non dipende dalla volontà di un soggetto che decide che il suolo deve essere bagnato perché ha piovuto.

Nell'essere y è causa di X (nella leggi di natura antecedente e conseguente sono legati dal nesso di causalità). Al prodursi di una causa deve necessariamente seguire un effetto.

Nel dover essere, la norma giuridica imputa y come conseguente giuridico di x.

Come devono essere considerati i parametri morali che influenzano il contenuto del diritto? Secondo Kelsen,

nel momento in cui degli standard morali diventano oggetto di norme giuridiche avviene una conversione della natura dei primi: quando la morale entra nella sfera del diritto, la morale diventa diritto. Es. di re Mida: "Proprio come tutto ciò che Re Mida toccava diventava oro, così tutto ciò cui il diritto si riferisce diventa diritto." Proprio come ogni cosa che il Re Mida toccava si trasformava in oro, così ogni cosa cui il diritto fa riferimento diventa diritto. COSA ACCOMUNA LA VISIONE DI KELSEN A QUELLA DI HART? Kelsen, sebbene adotti una prospettiva diversa rispetto a quella di Hart, condivide con lui l'idea che l'ordinamento sia un sistema di norme concatenate tra loro (in un certo modo / in termini genetici oltre che logici) che si basa in ultima analisi su una norma fondamentale non positivizzata, che Hart concepisce in termini diversi rispetto a Kelsen. Non è soltanto il presupposto da cui partiamo.si fa, che dà forma e sostanza a questa norma generale di riconoscimento. In altre parole, è l'azione degli operatori giuridici, come i tribunali e i pubblici ufficiali, che conferisce validità e significato a questa norma. Secondo Hart, la norma fondamentale non è presupposta, ma deve essere effettivamente praticata e riconosciuta dagli operatori giuridici. È attraverso le loro decisioni e attività che si definisce la pratica giuridica di un determinato sistema. Questa visione si differenzia da quella di Kelsen, il quale sosteneva che la validità del sistema giuridico derivasse da una norma fondamentale presupposta, che conferiva validità a tutte le altre norme, compresa la costituzione. In sintesi, secondo Hart, è l'azione degli operatori giuridici e la loro attitudine nel praticare il diritto che danno forma e sostanza alla norma generale di riconoscimento, conferendo validità e significato al sistema giuridico.

fanno.HARTL'ORDINAMENTO GIURIDICO PER HART

Per Hart gli ordinamenti giuridici istituzionalizzati sono composti da 2 tipi di norme: le regole primarie e le regole secondarie. (Le prime sono rivolte ai cittadini, le seconde sono principalmente indirizzate ai funzionari, cioè ai giudici).

Un ordinamento giuridico è costituito, dice Hart, dall'unione di norme primarie con norme secondarie

LE NORME PRIMARIE regolano il comportamento umano imponendo obblighi o divieti (o conferendo permessi) // sono quelle che regolano la condotta degli individui. Riguardano le azioni che gli individui devono fare o non fare

LE NORME SECONDARIE hanno la funzione di dare una ragione in più ai destinatari delle norme primarie per fare ciò che queste richiedono di fare, minacciando una conseguenza spiacevole in caso di violazione. (regolano la vita delle norme primarie e sono principalmente indirizzate ai funzionari) sono di tre tipi:

Sono quelle che, tra le altre cose, sanzionano il

Mancato rispetto delle norme primarie. Stabiliscono ad esempio cosa succede se le norme primarie vengono violate. Le meta-norme o regole secondarie governano l'esistenza delle norme primarie e ne determinano le condizioni di validità, cioè le norme primarie appartengono al sistema se rispettano i requisiti stabiliti dalle norme secondarie, dalle meta-norme che ne regolano la produzione. Quindi le norme che guidano la condotta dei membri di una corpo sociale e associano una certa conseguenza giuridica spiacevole di solito alla violazione della norma primaria. Quindi per esempio la norma secondo la quale chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni 21 è una norma che sanziona sostanzialmente la violazione della norma di condotta. Quindi si deve punire con la reclusione non inferiore ad anni 21 è la meta-norma sulla sanzione che sanziona la violazione della norma che dice che non bisogna cagionare la morte di altri individui.

La norma primaria è quella indirizzata al cittadino che gli dice che non deve cagionare la morte di altri; e poi c'è questa meta-norma secondaria - perché (la sanzione è) lo strumento principale che ha un sistema giuridico per modificare le preferenze degli individui e fare in modo che facciano ciò che serve per la sopravvivenza della gruppo sociale.

Le meta-norme sono quelle che specificano il modo in cui si possono accertare, introdurre, eliminare e variare la norme primarie e determinare il fatto della loro violazione.

Sono distinguibili in norme di mutamento, di giudizio e di riconoscimento.

  1. Di mutamento (per evitare staticità)

Le norme di mutamento specificano i modi in cui le regole primarie possono essere introdotte, modificate o eliminate (estinte) dall'ordinamento (giur.).

Tra queste, ad esempio, si possono annoverare:

  • Le meta-norme di competenza (attribuiscono competenze ad un determinato soggetto / organo istituzionale o privato)

= potere di creare norme giuridiche (Art. 70, 138, 121, 64, 1322). Portata costitutiva. Prof. Sono norme secondarie di mutamento che attribuiscono ad alcuni soggetti la competenza ad introdurre, modificare le norme primarie).

E le meta-norme thetiche (intervengono sull'esistenza delle norme primarie ad esempio, abrogandole / eliminandole dall'ordinamento, integrandole o modificandone l'ambito di applicazione). Perché queste introducono degli status o delle condizioni giuridiche che provocano un mutamento nel sistema delle norme primarie. Cioè intervengono sull'esistenza della norma primaria e direttamente modificano le condizioni di esistenza di quella norma in tutti i modi in cui è possibile farlo: abrogandola, integrandola e modificandone l'ambito di applicazione.

2. Di giudizio = hanno a che vedere con / disciplinano l'applicazione delle regole primarie da parte dei giudici (common law). (Per garantire efficacia) Governano i processi di

Applicazione delle regole primarie. Hanno la funzione di legittimare determinati soggetti ad accertare l'avvenuta violazione di una norma ed applicare la relativa sanzione. Possono essere per esempio:

  • Le meta - norme interpretative: attribuiscono un significato ad altre norme giuridiche.
  • O quelle attributive di significato.

Istituiscono i tribunali e stabiliscono le sanzioni per la violazione degli obblighi posti dalle norme primarie.

3. E di riconoscimento (per dare certezza)

Indica i criteri per individuare come valide le norme primarie. Per esempio in questa categoria potrebbero rientrare quelle:

  • Meta-norme di competenza che regolano la produzione delle norme primarie.

L'IMPORTANZA DI AVERE REGOLE SECONDARIE (FUNZIONE)

In astratto è possibile concepire il diritto come costituito (formato) di sole norme primarie, il problema è che un sistema fatto solo di regole primarie (in assenza di norme secondarie il sistema giuridico sarebbe statico, inefficace e in cui non

giudizio e di riconoscimento, le norme primarie sarebbero inefficaci e il sistema giuridico sarebbe caratterizzato da incertezza. Le regole di mutamento sono fondamentali per rendere il sistema giuridico dinamico e in grado di adattarsi alle esigenze della società. Queste regole consentono al diritto di evolversi e di soddisfare al meglio le necessità che emergono dalla realtà sociale. Le regole di giudizio sono necessarie per garantire l'efficacia delle norme primarie. Regolando e disciplinando l'uso di queste regole, si permette agli operatori giuridici, come i giudici, di utilizzarle in modo efficace. Infine, le regole di riconoscimento sono importanti per assicurare la certezza del diritto. Queste regole permettono di superare l'incertezza che potrebbe sorgere nel momento in cui si applicano le norme primarie. In conclusione, le regole di mutamento, di giudizio e di riconoscimento sono fondamentali per garantire l'efficacia e la certezza del diritto. Senza di esse, il sistema giuridico sarebbe incompleto e caratterizzato da incertezza.

Riconoscimento non ci sarebbe certezza del diritto, in quanto non ci sarebbero criteri tali da farci distinguere tra regole primarie valide e regole primarie non valide. Ci permettono di riconoscere le norme valide e quindi distinguerle da quelle che non sono valide, di capire/ di identificare quali sono le regole che devono guidare la nostra condotta e quali invece non devono essere tenute in considerazione come giuridicamente vincolanti. Quindi le regole secondarie dannocertezza del diritto.

SU COSA SI FONDA QUESTO INSIEME DI NORME?

La regola generale di riconoscimento (funzione) la cui funzione è quella di stabilire i criteri che permettono (principalmente ai funzionari ma anche ai cittadini) di stabilire se una norma è valida in quanto appartenente all'ordinamento giuridico. È quella che ci fornisce questi criteri per riconoscere le regole valide, cheNozione = (Prof) appartengono al sistema. Hart la definisce così: la definisce come una situazione

sociale.o Secondo Hart una regola non è diritto valido se non è accettata nella pratica giuridica.Il fondamento ultimo di validità del sistema è la regola generale di riconoscimento che deve trovare riscontro nella pratica, nell'insieme di attività, di decisioni che nel loro complesso definiscono la pratica giuridica di quel particolare sistema.

o Il fondamento (ultimo) di validità dell'ordinamento giuridico

o Punto di vista interno vs punto di vista esterno

o Cosa rende vincolante il diritto? L'accettazione delle regole.Per Hart la norma (generale) di riconoscimento non è semplicemente pensata o presupposta, come la norma fondamentale per Kelsen, ma è effettiva, usata e accettata dai funzionari e dai giudici per individuare le norme valide.* ma è praticata, nel senso che viene fuori dall'insieme delle attività che compiono gli operatori giuridici con una certa attitudine. (È la combinazione

di ciò che gli operatori giuridici fanno con la particolare attitudine con cui lo fanno - attitudine
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A.A. 2022-2023
13 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jack1993@jhgjg di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Valentini Chiara.