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La coesistenza umana e le sue forme
Ad esempio, coloro che si trovano accomunati dall'attesa dell'autobus, che hanno in comune la paura di non trovare posti sufficienti. Dunque, secondo il suo pensiero, quel che porta alla costituzione delle diverse forme di coesistenza non è la dimensione positiva della ricerca e del desiderio dell'altro, del superamento di quella condizione dove si è costretti e confinati nel non relazionarsi dell'io con il tu e dove si è privati del dialogo, ma è la ragione negativa, non desiderata e non voluta, ovvero una ragione costituita da bisogni e pericoli che minacciano la continuazione stessa della vita, così non si ricerca il tu, in quanto venga considerato come l'inferno.
I fenomeni del diritto e del gioco segnano il passaggio dalla natura alla cultura affermando che sono assenti dove non vi è il dare senso che costantemente mostra il continuo tentativo degli umani di emanciparsi dalle leggi trovate e il continuo inesauribile.
Il diritto come violenza-terrore
Il diritto ha la sua genesi e la sua finalità nel garantire che le relazioni umane non siano abbandonate alla casualità della forza del più forte.
Il gioco nasce nella sua gratuità, non è solo il piacere nel gioco, ma è un piacere per il gioco.
Le relazioni giuridiche e le relazioni ludiche non sono qualificate da un io che vede nel tu il suo inferno. Nel diritto e nel gioco gli esseri umano si presentano come essenziali l'uno all'altro nell'istituire e nel rispettare le regole; così si può notare la differenza degli umani rispetto agli enti non umani, che non hanno nulla né del diritto, né del gioco, poiché non compiono mai un passaggio dalla natura alla cultura.
In Sartre persiste costante la visione dell'altro come il mio inferno, così che quando la minaccia, la causa esterna che genera l'unione dei molti, si
attenua,permane la possibilità che il pericolo costituito degli altri infernali riprenda adaccendersi. Il giuramento
Si attenua il pericolo della minaccia con il giurarsi l’unione.
Il giuramento è la produzione comune e per reciprocità mediata dello statuto diviolenza. Una volta prestato il giuramento, il gruppo deve assicurare la libertà diciascuno contro la necessità.
Sartre afferma che l’essere insieme nasce per una paura o una minacciaproveniente dall’esterno e che si struttura, si organizza e si concretizza comeimposizione di una “sentenza” nei confronti di ciascun componente del gruppo,qualora dovesse esternare una volontà di dissenso, anche nella forma di unadiversa interpretazione del senso della minaccia esterna.
Ognuno, giurando, esige dal gruppo di venir difeso contro la sua libera scelta didissentire ed uscire dal gruppo.
Principio della divisione dei poteri
Nel diritto la sentenza è tale in quanto
è motivata, ovvero concepita con argomentazioni che appartengono al diritto e non ad esempio alla morale o all'empatia, la sentenza è radicata nell'attività giurisdizionale; distinta dall'attività legislativa, in quanto ad esempio le pene che vengono inflitte con il 18 giudizio del magistrato devono riferirsi ad una attività legislativa che precede quella giurisdizionale.
Il principio della divisione dei poteri viene discusso da Montesquieu nel “Lo Spirito delle leggi”, dove vi è una distinzione tra potere giurisdizionale e quello legislativo affermando che ha come sua ragione il limite al potere in quanto tale, così che il potere di chi emana la sentenza è limitato da quello di chi ha istituito le norme costitutive dei contenuti della sentenza emanata.
In Sartre invece ogni modalità dell'essere insieme ha la sua genesi all'esterno, in una minaccia, in un pericolo che pone a rischio la vita:
l'altro è il mio inferno.
Il gruppo
In Sartre, inoltre, il singolo viene concepito come un prodotto-risultato del gruppo. Ognuno è un elemento del gruppo e i rapporti tra i singoli componenti del gruppo sono tali da essere vigenti unicamente al suo interno, secondo un principio di uguaglianza che permane confinato in quanti hanno compiuto l'atto del giuramento contro o con gli altri: un atto contro il loro inferno.
Non sono pertanto norme riconducibili ai diritti universali degli esseri umani in quanto tali; sono invece norme di quella umanità nuova, generata dal giuramento di un determinato gruppo e di conseguenza estranea alle cosiddette umanità.
Vi è un concetto di isonomia da intendere come uguaglianza davanti alla prassi di un gruppo; analogamente il concetto di isegoria si svuota, poiché non viene riconosciuto il diritto di ogni essere umano di prendere la parola anche nel dissentire.
Essendo divenuti tutti con il giuramento una nuova entità,
tutti sono gli stessi, è come se fossero fratelli, in quanto, in seguito al giuramento, siano la loro convinzione comune, "siamo i nostri propri figli". Chi tradisce il giuramento costitutivo dell'unità del gruppo, Sartre sostiene che resta membro del gruppo, in quanto quest'ultimo minacciato dal tradimento si ricostituisce colpevole, scaricando su di lui tutta la sua violenza. Inferno e gioco In Sartre il gioco non trova più alcuno spazio esistenziale, poiché i giocatori non si possono incontrare nell'essere ludicamente il reciproco inferno, la minaccia, ma si ritrovano nella gioia del giocare che viene considerato piacere per il gioco, e certo non vi può essere alcun piacere nell'incontrare l'altro giocatore, se lo considero il mio inferno. In Sartre il gruppo è proprietario del gruppo, ed ogni elemento che lo compone è prodotto da una minaccia esterna, che causa l'unione dei membri. Non puòaverealcun rilievo il desiderio dell'io di relazionarsi dialogicamente con un altro, il tu. Il Terrore Non vi è alcuno spazio per norme giuridiche universali ed incondizionate. Nella "Critica della ragione dialettica", ogni componente del gruppo nasce mediante il gruppo, generato da una minaccia esterna, e costituisce un elemento di nuova umanità. Le norme dei rapporti tra questi nuovi esseri umani costituiscono una specifica giurisdizione: il Terrore. Se l'io viene descritto come un prodotto del gruppo, per questo io che significa ha interiorizzare la prassi di coloro che compongono il gruppo? Se non c'è alcuna interiorità personale, l'interiorizzazione perde qualsiasi comprensibilità. Nella prospettiva di Sartre, un gruppo di pochi è capace ad opporsi in modo debole alla minaccia che viene dall'esterno, mentre un gruppo composto da un'ampia molteplicità di membri ha una forza maggiore nel.resistere al nemico, agli altri, che sono il suo inferno. Hegel e Marx e Sartre a confronto
In una interpretazione critica delle tesi di Hegel e di Marx, si osserva che, rispettivamente, il pensiero di Hegel e il lavoro di Marx possono essere itineraririferibili all'interezza dell'umanità, mentre la violenza descritte sostenuta da Sartre può concernere una parte dell'umanità contro un'altra, un gruppo contro un altro, ma non tutti gli esseri umani in quanto tali.
In Hegel e Marx il fenomeno del diritto e la selezione dei contenuti delle norme giuridiche possono riguardare, positivamente oppure negativamente, tutti gli esseri umani; mentre in Sartre si possono riferire soltanto alla formazione e alladurata di un determinato gruppo, di un giuramento che lo disciplina, nella sua differenza o violenza verso gli altri gruppi.
Monismo della materia
Il gruppo, concepito da Sartre, non è un corpo. Consiste nell'aggregazione di
una pluralità differenziata di corpi umani, che sono tali in quanto ognuno di essi non è fungibile con quello di un altro, ad esempio il corpo di Caio non è interscambiabile con quello di Sempronio. Con questa osservazione si prende atto che l'individuo comune del gruppo descritto nella "Critica della ragione dialettica", ha un suo corpo e non è un corpo comune: ha organi propri ma anche le sue dimensioni affettive, i ricordi, i traumi.
Sartre afferma che l'inferno sono gli altri perché il rapporto di un io con gli elementi che lo circondano è marcato dal monismo della materia; ossia i miei rapporti sono strutturati dalla materialità che, a differenza di quel che viene inteso come spirito, può avere di volta in volta una sola forma.
In Sartre i rapporti con le cose e le relazioni tra gli esseri umani sono situazioni che possono avere solo una forma materiale, che non consente una pluralità di forme, come
Proprio invece dello spirito, dell'anima, che per Aristotele e in certo qual modo tutti gli esseri. All'interno del monismo della materialità tutto ciò che può avere un'unica forma di volta in volta, deve trovare all'interno di essa il suo darsi, poiché un'altra forma lo priverebbe della sua determinata condizione, collocandolo in una forma diversa, rendendo l'oggetto di una nientificazione.
Invece lo spirito non si presenta con una visione negativa dell'altro, in quanto abbia desiderio di conoscere di dialogare con l'altro sul conosciuto, lo spirito si orienta alla ricerca della verità intesa nella sua universalità, incontrando gli esseri umani secondo il principio di uguaglianza, non alimentando la violenza nei suoi confronti.
Serialità e collettività. Nella critica della ragione dialettica, Sartre afferma che le relazioni tra gli esseri umani hanno il loro centro di mediazione nella materia.
e posizioni diverse all'interno di una sequenza. La serialità implica una relazione di vicinato tra gli individui, ma non necessariamente una connessione o interazione significativa. Collettività: si riferisce alla condizione in cui gli individui condividono uno spazio o una situazione comune, ma senza una vera e propria interazione o cooperazione. Ad esempio, persone che si trovano nello stesso luogo di lavoro o nello stesso quartiere, ma non hanno un legame sociale o un obiettivo comune. Gruppo: rappresenta il livello più avanzato di interazione sociale, in cui gli individui si uniscono per un obiettivo comune e si influenzano reciprocamente. In un gruppo, le relazioni sono basate sulla cooperazione, sulla condivisione di valori e obiettivi, e sulla creazione di un senso di appartenenza. È importante notare che Sartre sottolinea come la serialità e la collettività siano condizioni preliminari per la formazione di un gruppo, ma non garantiscono automaticamente una vera e propria interazione sociale. La formazione di un gruppo richiede un impegno attivo da parte degli individui nel superare le barriere della serialità e della collettività, e nel creare legami significativi e solidali.