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Grecia dove si trovava la città più Atene.

La storia della Grecia classica è segnata da due eventi principali:

Le Guerre persiane—> l’impero persiano tentò di conquistare e di

1.

assoggettare la Grecia, ma le città-stato si coalizzarono atto la guida di

Atene

Ci furono in particolare due battaglie più importanti:

⁃ Battaglia di Maratona

Battaglia navale di Salamina(dove la popolazione abbandonò la

città, che si trovava su un’isola, e si rifugiò sulle navi)

Guerra del Peloponneso—> Atene aveva costituito un’alleanza

2.

militare, la Lega di Delo, che si trasformò in un impero; poi si trovò a

scontarsi con Sparta per l’egemonia sulla Grecia e dopo 30 anni vinse

Sparta(anche se dopo poco Atene recupererà la sua autonomia)

polis

L’organizzazione sociale era quella della città-stato, la —> Atene

era una democrazia diretta, la prima democrazia al mondo, dove: il

potere esecutivo, legislativo e il piano della giurisdizione, spettavano a

un’assemblea e al Consiglio dei Cinquecento(i cui membri dovevano

essere 50 per ogni tribù), vi erano, poi, dei magistrati(per la maggior

parte selezionati a sorteggio) a cui erano affidati i compiti di governo

mutilata

Questa democrazia era ‘ ’, aveva delle limitazioni:

Era una democrazia di soli uomini, alle donne nemmeno spettava la

cittadinanza —> la sfera pubblica era appannaggio degli uomini, invece,

quella privata, era appannaggio delle donne(che non solo non potevano

occuparsi di altro che della casa, ma non potevano nemmeno

allontanarvisi fisicamente)

La cittadinanza, come abbiamo già accennato, era limitata ai soli

uomini: schiavi, donne e stranieri, non la possedevano —> solo il 15%

della popolazione partecipava alla vita politica

Le tragedia greche che ci sono rinvenute sono 32, di 3 autori ateniesi:

Eschilo, Sofocle e Euripide.

Le tragedie erano degli spettacoli: si svolgevano durante le Grandi

Dionisie, ovvero 5 giorni di festività religiose in onore del dio Dioniso.

Di questi 5 giorni, 3 erano dedicati alla rappresentazione di 3 tragedie e,

dramma satiresco’.

per concludere, vi era uno spettacolo più leggero: ‘

Al termine delle 3 giornate un a giuria doveva stabilire, con premio, quale

fosse stata la rappresentazione migliore.

Gli spettacoli erano organizzati sul versante dell’Acropoli, la città alta e

il teatro era composto da 3 elementi:

La scena e lo spazio antistante, dove stavano gli attori

⁃ L’orchestra(spazio circolare occupato dal coro), la cui funzione era

quella di commentare gli eventi che si svolgevano sulla scena cantando

e, talvolta, anche danzando

La file dei posti(la cavea)

—> questi spettacoli avevano una dimensione politica: a decidere quali

spettacoli erano i magistrati, le messe in scena erano realizzate a spese

dello stato

Vi partecipavano all’incirca 14 mila spettatori(nelle assemblee ve ne eran

solo 6 mila)

I temi potevano essere: fatti ed eventi storici, miti o leggende.

Eschilo a sua volta fu segnato da due esperienze fondamentali: le Guerre

persiane(combatte a Maratona) e la sua carriera come tragediografo.

Antefatto

Ci sono 3 elementi molto estranei alla nostra mentalità che si trovano

nell’opera e sono:

Il forte maschilismo nei confronti della donna che va tenuta sotto

controllo come fosse una bestia

Gli dei che condizionano continuamente le vicende

⁃ La forte autocelebrazione della città di Atene

l’Oreste è divisa in 3 tragedie e prende nome dal personaggio

principale, Oreste:

Agamennone

⁃ Le Coefore(= portatrici di libagioni, che erano delle offerte votive,

rituali)

—> queste prime due si volgono ad Argo

Le Eumeneidi

I personaggi principali sono 4:

Agamennone, figlio di Atreo

⁃ Clitennestra(moglie di Agamennone)

⁃ Oreste(figlio di Agamennone)

Elettra(sorella di Oreste)

⁃ nell’Agamennone l’azione si svolge interrante di fronte al palazzo

1.

reale di Argo, tranne per la parte finale dove si vede ciò che accade

all’interno della reggia

Coefore

Nelle l’azione si svolge prima davanti alla tomba di

2.

Agamennone e poi di nuovo l’interno della reggia

Eumeneidi,

Nelle la prima parte si svolge nella città di Delfi, dove si

3.

trovava il tempio dedicato ad Apollo e sede della Pizia, ovvero l’oracolo,

che emetteva profezie riguardo al futuro, ma, parlando in modo ambiguo.

sull’Acropoli(proprio dove

Poi l’azione si volge ad Atene, in particolare,

stavano gli spettatori in quel momento —> questo è l’elemento

autocelebrativo)

Il nodo dell’opera è proprio la relazione tra diritto positivo e la

moralità, tanto che, nella Grecia classica, si parlò di illuminismo Greco.

Il primo antefatto a cui fa riferimento è la guerra di Troia, esposta

nell’Iliade, la divinità Eris(della discordia) non viene invitata al

matrimonio di Piritoo(re dei Lapidi) e Ippodamia e quindi decide di

vendicarsi mettendo nel banchetto una mela con su scritto ‘alla più

bella’, che viene contesa tra Era(moglie di Zeus), Afrodite(dea

dell’amore) e Atena(dea della guerra e della saggezza).

Venne scelto Paride, più bello tra gli uomini, per decidere: alla fine scelse

Afrodite perché gli promise in sposa la più bella tra le donne, Elena,

moglie di Menelao(re di Sparta e fratello di Agamennone).

Allora Paride, dopo un banchetto tenuto da Menelao, rapisce Elena e ciò

porta allo scoppio della guerra di Troia.

La prima tragedia si apre con il ritorno di Agamennone ad Argo.

Una delle due colpe di Agamennone è stata rendersi colpevole di un

autentico massacro sproporzionato all’offesa subita.

L’altra colpa risale a poco dopo lo scoppio della guerra: la dea

Artemide(dea della caccia) si era arrabbiata con Agamennone e i greci,

quindi ne aveva impedito la partenza provocando una tempesta.

Per placare le ire della dea, fu costretto a sacrificare la figlia, Ifigenia: ha

dovuto scegliere tra responsabilità politica e l’affezione nei confronti

della figlia.

Un secondo antefatto riguarda il padre di Agamennone, Atreo.

Atreo e il fratello, Trieste, era in lotta per il comando della città e Atreo

spedì Trieste in esilio.

Al suo ritorno, Atreo preparò un banchetto nel quale diede da magiare al

fratello le carni dei propri figli.

Nel mondo antico le colpe di padri ricadevano sui figli, quindi tale colpa

era stata trasmessa anche ad Agamennone.

Agamennone Coefore

e le

Clitennestra accoglie apparentemente con grande gioia il ritorno del

marito dopo 10 anni, ma in realtà, con l’amante Egisto(nonché figlio di

Trieste), ha programmato la sua vendetta e infatti uccide il marito mentre

si prendeva un bagno.

Si difende dipingendosi come la ‘mano esecutrice delle leggi del sangue’.

Oreste in quel momento non si trovava lì, ma stava in Beozia.

(Fine prima tragedia)

Sono passati alcuni anni e Oreste torna e con il suo amico Pilade vanno

alla tomba del padre: mentre stanno là sentono delle donne arrivare(tra

cui Elettra, sorella di Oreste), che a loro volta erano state mandate da

Clitennestra a portare delle offerte votive, perché aveva avuto un sogno

terribile(nel sogno dava alla luce a un serpente che poi mentre lo

allattava si rivoltava contro di lei e le mordeva il seno).

Oreste di rivela ad Elettra e i due pianificano la vendetta: Oreste si finge

un viandante e annuncia la morte del figlio a Clitennestra, poi uccide

Egisto e prima di uccidere la madre rivela a lei la sua vera identità.

Lei risponde dicendo “tu non puoi uccidermi, io sono tua madre”, allora

Oreste si gira verso Pilade, il quale gli dice che lui doveva fare ciò che

Apollo gli aveva ordinato tramite l’oracolo di Delfi, ovvero di vendicare il

padre.

Uccisa la madre, compaiono le Furie: delle divinità che appartengono ad

una generazione precedente a quella degli dei dell’Olimpo, e sono

creature mostruose che si adirano contro coloro che si sono macchiati di

atti violenti.

Oreste perde il senno e comincia a fuggire.

Analisi

Fermiamoci un attimo ad analizzare la situazione.

Noi vediamo come la norma morale non porta ad altro che una catena

interminabile di vendette, sangue che chiama altro sangue —> è una

sequenza ‘ricorsiva’, cioè una norma che si applica ai risultati della sua

applicazione —> Oreste si trova in un dilemma morale

Cos’è un dilemma morale?

Un dilemma è quando abbiamo due possibilità, ma sono entrambe

impraticabili.

I conflitti morali, invece, sono più complessi: spesso si hanno casi in cui

non si possono avverare congiuntamente entrambe le scelte o,

addirittura, l’impossibilità è contingente(cioè determinata dalle

circostanze particolari del caso) —> si è soggetti sia a dover fare A che a

non dover fare A

Come facciamo?

Uno dei due obblighi, in un conflitto, prevale sull’altro in quanto sarà

modello del

maggiormente stringente: questo si chiama ‘il

bilanciamento ’(utilizzato tanto in giurisprudenza costituzionale) —>

esso si ha ogni volta che si ha un conflitto

Diverso è il caso in cui abbiamo un dilemma morale, che può sussistere,

o quando i due obblighi configgenti sono egualmente stringenti(e quindi

tale modello non fornisce soluzioni), o quando sono reciprocamente

incommensurabili(cioè non ce ne è uno di maggiore peso, né minore,

né eguale) —> in una situazione di questo tipo si sbaglia qualsiasi cosa si

faccia si può affermare che in una situazione del genere il diritto

E quindi,

positivo consenta di risolvere il problema?

Eumeneidi

Oreste si è rifugiato nel tempio di Apollo, a Delfi, a il dio gli permette di

salvarlo dalle Furie esortandolo a recarsi ad Atene, per mettersi sotto la

protezione della dea Atena, della della saggezza e del sapere.

Atena decise di organizzare un processo ad Oreste: selezionò dei

cittadini, i quali avrebbero dovuto ascoltare i discorsi di entrambe le

parti(Oreste e Apollo da una parte e le Furie dall’altra) e votare.

Il voto di Atena avrebbe contribuito ala formazione di un verdetto e nel

caso di parità, Oreste sarebbe stato comunque assolto.

Apollo pronuncia un discorso maschilista nel quale afferma che la madre

non fosse veramente consanguinea dei propri figli in quanto non li

costituisse, ma

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Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cami.sirianni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Pino Giorgio.
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