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CONCEZIONI DELL’INTERPRETAZIONE
Le concezioni dell’interpretazione hanno una natura teorica, dicono o pretendo di dire che cosa sia
l’interpretazione. l’interpretazione è un’attività intellettuale che mira a risolvere un dubbio, a rispondere ad
una domanda sul significato di un testo normativo. Possiamo chiamare problema interpretativo una domanda
sul significato di un testo normativo. La questione fondamentale è se ogni problema interpretativo abbia una
sola risposta giusta o di più.
1. Oggettivismi, scetticismi.
Circa la questione sulla natura dell’interpretazione possiamo distinguere due strategie di risposta:
- L’oggettivismo interpretativo che ammette la possibilità di risposte giuste a problemi interpretativi
- Lo scetticismo interpretativo che nega la possibilità di risposte giuste a problemi interpretativi.
A sua volta queste si distinguono in versioni moderate e versioni radicali. Questo schema si distingue alle
meta teorie dell’interpretazione contemporanea che distinguono fra:
- oggettivismo interpretativo (o formalismo o cognitivismo)
- Teorie intermedie (o eclettiche).
1.1. Oggettivismo radicale.
L’oggettivismo interpretativo radicale, o integrale sostiene che è sempre possibile, di fatto o almeno in linea
di principio, individuare l’unica risposta giusta (vera, corretta…) ad un problema interpretativo. È una
posizione che è definita talvolta come ‘formalismo interpretativo’ e altre volte come ‘cognitivismo
interpretativo’. Si ha l’idea che la risposta giusta si constati attraverso un ragionamento logico-deduttivo e
perciò puramente formale, a partire da un insieme di postulati (norme, principi, istituti, concetti)
oggettivamente approntati dal sistema giuridico. L’etichettati ‘formalismo’ non appare molto appropriata
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poiché spesso i criteri che sono proposti dai formalisti in realtà hanno poco di formale.
L’etichetta dii ‘cognitivismo’ evoca l’idea che l’attività interpretativa abbia natura conoscitiva puramente
scientifica, tecnica, avalutativa.
Ciò che accomuna tutti i sostenitori di qualche versione dell’oggettivismo interpretativo è l’idea che vi possa
essere una sola risposta oggettivamente giusta ai problemi interpretativi. Il termine oggettivismo include:
- ➜
sia concezioni più semplici in base alle quali la risposta esiste oggettivamente e viene semplicemente
scoperta dall’interprete.
- ➜
Sia concezioni più ‘sofisticate’ dove invece l’oggettività dell’interpretazione non dipende dal fatto che
l’interprete riesca a scoprire qualcosa di preesistente, ma dal fatto che utilizzi in maniera corretta i
caratteri interpretativi considerati giusti (ad es. perché unanimamente condivisi)
Ciò che contraddistingue l’oggettivismo giuridico è il fatto che anche quando un problema interpretativo
sembri ammettere più risposte comunque se ne potrà sempre individuare una ‘superiore’ alle altre.
All’interno della macro categoria dell’oggettivismo interpretativo susino diverse posizioni differenziate
dall’estensione del dominio delle risposte univocamente giuste all’interno del diritto: per le versioni radicali
dell’oggettivismo ogni problema interpretativo ha o può avere una sola risposta giusta, mentre per le versioni
moderate solo alcuni problemi interpretativi hanno una risposta giusta. ➜
Nelle versioni radicali il diritto è perfettamente determinato o come ideale regolativo ogni problema
interpretativo trova solo una risposta corretta nel diritto. Si tratta di una tesi che può avere a sua volta più
sfaccettature. Innanzitutto potrebbe innestarsi sia a livello giuspositivistico che giusnaturalistico.
L’oggettività dell’interpretazione potrà dipendere volta volta dall’idea che dietro la disposizione vi sia una
univoca volontà del legislatore, o dal significato univoco delle parole, o dal fatto che una certa soluzione
interpretativa discenda logicamente da un sistema di concetti giuridici a sua volta ‘oggetto’, o dal fatto che la
soluzione al problema interpretativo sia conforme a certi valori morali, o dall’univocità del modo in cui il
legislatore ha composto un certo conflitto di interessi, o dal fatto che la soluzione interpretativa in questione
sia ragionale o ragionevole o efficiente o assunta in base ad un metodo corretto.
1.2 Oggettivismo moderato.
Detto anche ‘teoria eclettica’ o ‘teoria intermedia’ o ‘teoria mista’ e sostiene che esistano problemi
interpretativi che ammettono una sola risposta corretta e altri problemi che invece ne ammettano differenti
(tutte egualmente plausibili, senza un criterio univoco a favore dell’una o dell’altra). Il diritto è solo
parzialmente determinato. Per i problemi interpretativi relativamente ai quali non è disponibile un’unica
risposta corretta infatti il diritto sarà indeterminato qualunque risposta al problema andrà bene, oppure
sottodeterminato più risposte saranno ammissibili ma alcune saranno sbagliate.
Diventa essenziale distinguere:
- Casi facili (o chiari) dove è disponibile una risposta univoca al problema interpretativo. Un caso è
chiaro o facile quando corrisponde esattamente al significato centrale della norma.
- Casi difficili (o oscuri) non è disponibile una risposta univoca e rispetto ai quali il diritto è
sottodeterminato o indeterminato. Un caso sarà diffide quando non si può affermare né escludere che
ricada nell’ambito di applicazione della norma. Altre volte ancora si sostiene la possibilità che in alcuni
casi sia possibile una risposta corretta individuabile all’esito di un corretto procedimento interpretativo.
1.3 Scetticismo moderato.
Per ogni problema interpretativo si hanno sempre una pluralità di risposte possibili, anche se in nutro finito.
Il dritto è sempre sottodeterminato. Questo perché per un verso il linguaggio in cui sono formulate le risposte
giuridiche è vago e per altro verso perché sono disponibili ai giuristi molteplici strumenti di
attribuzione (o manipolazione) del significato, ciascuno dei quali potenzialmente produttivo di un significato
differente. Allo stesso tempo queste risorse non sono illimitate. Di conseguenza potranno portare si a
differenti risultati interpretativi ma non infiniti.
➜
Metafora della cornice ogni disposizione ammette una cornice di interpretazioni possibili. Fino a che
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l’interprete è dentro la cornice vista facendo un lavoro di interpretazione corretto e la norma così individuata
è esplicita o espressa, se invece l’interprete esce dalla cornice non sta più facendo un lavoro di
interpretazione ma di integrazione del diritto o creazione di diritto nuovo e la norma così inespressa o
implicita.
1.4 Scetticismo radicale.
Si parla anche di scetticismo estremo o creazionismo interpretativo che sostiene che ogni problema
➜
interpretativo ammetta giuridicamente qualunque risposta il diritto è sempre indeterminato. Non c’è mai
una risposta giuridicamente giusta e nemmeno una risposta giuridicamente sbagliata. Ad un problema
➜
interpretativo esistono solo interpretazioni possibili senza particolari limiti di ammissibilità ogni
interpretazione potrebbe andare bene.
Secondo i sostenitori di tale tesi il fatto che anche una interpretazione all’apparenza sbagliata possa diventare
giuridicamente definitiva dimostra che l’unico criterio di verità per una interpretazione giuridica sia ledere
stata adottata da un organo dell’applicazione.
Le tecniche di interpretazione giuridica per i sostenitori di tale tesi sono solo delle strategie retoriche per
rendere più accettabile all’uditorio rilevante (parti in causa, giudici di istanza successiva, opinione pubblica
etc) le decisioni interpretative che sono adottate sulla base di considerazioni svariate. Le tecniche di
interpretazione giuridica non hanno alcun valore normativo o direttivo verso l’interprete.
Sono possibili interpretazioni ricorrenti o consolidate. È possibile che certe interpretazioni invece
irragionevoli non vengano mai adottate da alcun organo dell’applicazione. Quando vengono evitate
interpretazioni irragionevoli ciò accade per ragioni contingenti, sociologiche o comunque extra giuridiche
(es. la presenza di un altro organo politico che potrebbe reagire in un certo modo ad una decisione
interpretativa aberrante innovativa).
1.5 Alcune implicazioni.
Le lacune nel diritto sono:
- Per l’oggettivismo moderato casi difficili non regolati da alcuna norma
- Per lo scetticismo moderato casi che non rientrano in nessuna cornice di significato individuabile
dall’interprete
- Per l’oggettivismo radicale non sussistono le lacune in quanto ogni caso è comunque suscettibile di
avere una risposta giusta e dunque alcune lacune sono solo alcune apparenti.
- Per lo scetticismo radicale le lacune non esistono, ma sono una storica creata dagli interpreti per porre in
essere attività manipolative del diritto positivo (es. decidere tramite analogie o applicando principi).
Interpretazione propriamente intesa e integrazione o creazione del diritto:
- Per l’oggettivismo radicale l’individuazione dell’unica risposta giusta è sempre interpretazione. Se
l’interprete fa bene il proprio lavoro allora ciò che fa è interpretazione.
- Per lo scetticismo radicale ogni atto di interpretazione è sempre anche creativo e l’interprete non può
mai fare a meno di innovare il diritto preesistente.
- Per lo scetticismo moderato la distinzione interpretazione e creazione è fondamentale e dove
l’interpretazione è ciò che si svolge dentro la cornice mentre la creazione al di fuori di questa.
- Oggettivismo moderato anche qui tale distinzione ha senso. Infatti nei casi facili da luogo ad
interpretazione mentre in quelli difficili da luogo all’integrazione del diritto.
Distinzione casi facili e difficili:
- Per l’oggettivismo radicale è una distinzione che non ha senso, infatti si ammette comunque un’unica
risposta giusta
- per lo scetticismo (sia radicale che moderato) è una distinzione che non ha senso poiché si ammette
qualsiasi risposta
- Nell’oggettivismo moderato è una distinzione che è rilevante poiché nei casi facili si può parlare di
un’unica risposta giusta mentre in quelli difficili si può parlare di più risposte
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