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PFR
o EGA
o Rx torace
o
Premedicazione:
Beta2agonisti, ipatropio, steroidi per aerosol
o Anticolinergici
o Ossigeno supplementare
o
A cosa sto attento:
Adeguata posizione nel letto
o Fisiochinesi (FKT)
o Mobilizzazione rapida
o Ventiloterapia
o
INSUFFICIENZA RENALE:
Difficoltà a regolare la volemia
o Alterazioni dell’equilibrio acido-base
o Alterazioni elettroliti
o Ipertensione arteriosa,
o ipertrofia ventricolare,
cardiopatia ischemica,
scompenso cardiaco
Nel postoperatorio hanno un
maggior rischio di mortalità e
morbilità.
Metabolismo dei farmaci:
aumenta l’emivita dei farmaci ad escrezione renale
INSUFFICIENZA EPATICA:
Ridotta sintesi proteica
o Alterazioni emocoagulative
o Rischio di ipovolemia (ascite)
o Rischio di ipotensione
o Rischio di sviluppare insufficienza renale (sindrome epatorenale)
o Metabolismo dei farmaci: aumento dell’emivita dei farmaci con metabolismo
o epatico; ridurre i farmaci con elevato legame con l’albumina
Metabolismo glucidico
o
DIABETE MELLITO condizione di carenza assoluta o relativa di insulina
Diabete di tipo 1 carenza assoluta; insulinodipendente; distruzione delle
o cellule b-pancreatiche
Diabete di tipo 2 carenza relativa, insulinodipendente, distruzione di cellule B-
o pancreatiche
Problema del periodo preoperatorio:
Valutazione della malattia diabetica
o valutazione delle complicanze
o Il riequilibrio metabolico ed idro-elettrico
o La ridefinizione di eventuali terapie mediche accessorie
o La terapia insulinica
o La premedicazione anestetica
o La profilassi della trombosi venosa profonda
o La prevenzione della sindrome di inalazione
o
(neuropatia diabetica)
Problemi intraoperatori:
La scelta della tecnica anestesiologica
o La somministrazione di insulina
o Il monitoraggio in generale e quello metabolico
o
Problemi del periodo postoperatorio immediato:
Monitoraggio postoperatorio in generale
o Il trattamento insulinico postoperatorio
o
La terapia con ipoglicemizzanti orali va sospesa (tranne che per interventi in anestesia
locale) e sostituita con soluzione glucosata + insulina
Controlli glicemici frequenti nel pre e post operatorio
Rischio elevato di alterazione di volemia ed elettoliti
Il pz di diabetico è a rischio elevato di complicanze cardiovascolari
CHIRURGIA ENDOCRINA:
Tiroide
o appropriata terapia sostitutia o soppressiva preoperatoria
Se tireotossicosi proseguire terapia alfa e betabloccante
Rischio di ipocalcemia postoperatoria (segno di chvostek e
trousseau, contratture muscolari, trisma)
Surreni
o alterazioni elettrolitiche, ipertensione
Rischio di ipotensione postoperatoria
Alterazione Na e K, aritmie
SIADH
Pianificazione dell’anestesia
Necessità di premedicazione: ansiolitici, broncodilatatori, profilassi
endocardite batterica, controllo glicemico in pz diabetici
Necessità di monitoraggio invasivo (intra e postoperatorio)
Tecnica anestesiologica: generale, locoregionale, locale
Terapia farmacologica il rischio di non riuscire a controllare una malattia cronica
dopo la sospensione di terapie a lugno termine prima di interventi chirurgici spesso è
maggiore di quello legato al loro mantenimento durante la chirurgia. Vanno mantenuti:
Steroidi
Antiepilettici
Broncodilatatori
Betabloccanti e antiipertensivi (stop ACE
inibitori e sartani)
Ormoni tiroidei
cosa fare?
- Verificare la prescrizione della terapia preoperatoria
- Premedicazione (benzodiazepine)
- Idratazione
- Profilassi antibiotica
- Profilassi antitrombotica
- Terapia insulinica, tiroidea, steroidea, antiparkinsoniana, broncodilatatori
DIGIUNO PREOPERATORIO:
questa raccomandazione vale per tutti quei pazienti nona rischio di svuotamento
gastrico ritardato
ultimi controlli:
- Verificare l’identità del pz (braccialetto identificativo) e l’intervento chirurgico
programmato
- Rimuovere le protesi (dentarie, acustiche, visive, …)
- Posizionare i presidi qualora richiesto (SNG, cat. vescicale, accessi venosi, …)
- Rimuovere lo smalto e gioielli
- Per gli interventi di chirurgia maggiore (e secondo i protocolli locali) verificare
l’esecuzione del gruppo e compatibilità, richiesta di emoderivati
ANESTESIA GENERALE:
Coma farmacologicamente indotto e reversibile (≠ irreversibile significa accade
un danno al cervello tale per cui la persona non si risveglia più); caratterizzata
SEMPRE da 3 componenti:
- Ipnosi deve dormire; non si deve accorgere di quello succede
- Analgesia non deve sentire dolore
- Miorisoluzione rilassamento totale dei muscoli (serve all’anestesista per
intubare la persona e al chirurgo per operare); riguarda i muscoli volontari,
striati;
coma assenza di vigilanza (occhi chiusi) e assenza di consapevolezza di sé e
dell’ambiente;
Glascow Coma Scale
inferiore o uguale a 8
Per ottenere il coma si utilizzano i farmaci per via endovenosa o attraverso gas;
ottengo una concentrazione plasmatica che darà l’effetto che si vuole; la
farmacocinetica studia cosa il corpo fa al farmaco (ha un picco e
successivamente lo diminuisce). La farmacodinamica studia quello che il
farmaco fa al nostro corpo, ovvero l’effetto finale del farmaco ( a seconda della
concentrazione che sale, avrò un effetto, che può essere o raggiungere la
soglia, o arrivare ad uno stato di tossicità);
Farmacocinetica: ciò che l’organismo fa al farmaco
Farmacodinamica: ciò che il farmaco fa all’organismo
Il discorso di farmacocinetica e
farmacodinamica va applicato ad ogni farmaco, i quali
poi possono interagire fra di loro.
Per ogni farmaco c’è una concentrazione plasmatica e
un tempo: non esiste una staticità del corpo, perché
lavora sempre e il farmaco continua a fare il suo
effetto, viene trasformato e successivamente
eliminato; concetto a 3 compartimenti: iniezione
diretta, per endovena (ci sono altre vie di
somministrazione, ad esempio, per via orale,
intramuscolo, endorettale, ma sono delle vie che
hanno un assorbimento non sempre certo, e deve
passare dal sito dove io lo inoculo alla circolazione
plasmatica. Se viene assunto un farmaco per via orale,
questo dovrà passare attraverso il fegato, prima di arrivare al
circolo plasmatico e ciò significa che l’effetto del farmaco sarà già diminuito). Perciò
queste vie non sono corrette perché l’obiettivo è di avere un effetto rapido.
MODELLO A 3 COMPARTIMENTI
Iniettando la dose del farmaco, avremo un
certo valore di volume ematico iniziale
(v1); (v2 e v3 sono altri volumi, altri
tessuti in cui il farmaco si distribuisce; ce
ne possono essere anche molti di più). Il
farmaco in generale arriverà
principalmente negli organi più irrorati
(reni, cervello). La direzione del farmaco e
il tempo che ci impiega ad arrivarci
dipende dai coefficienti di ripartizione e
dal tipo di farmaco che si assume.
Solitamente dopo l’iniezione di un farmaco si arriva poi ad una condizione di equilibrio,
in cui un certo quantitativo di farmaco che entra è lo stesso che esce.
Successivamente dopo aver terminato la somministrazione del farmaco, l’effetto inizia
a diminuire e il paziente si risveglia. Ma, solitamente, nel mentre, nel sangue viene
riversato la quantità del tessuto adiposo che si era accumulato durante tutto questo
tempo, e quindi ritornerà a scambiarsi nel corpo a seconda dei coefficienti di
ripartizione delle varie concentrazioni nel cervello (dopo tante ore).
Un altro compartimento può essere considerato il rene; se ad esempio il farmaco
assunto ha un’escrezione renale, nella vena renale poi non ci sarà più farmaco e quindi
la concentrazione si abbasserà. Un altro esempio può essere il fegato, che metabolizza
il farmaco e lo immette in forma inattiva che verrà espulsa grazie al rene.
SOMMINISTRAZIONI RIPETUTE
Se devo mantenere l’effetto che
ho iniettato non basta solo un
bolo di iniezione, perché dopo un
certo tot di tempo, il paziente si
sveglierà; quindi si somministrano
altre dosi (la quantità che si
inietta varia in base al farmaco,
ad esempio per i cicli di boli, la
quantità è sempre minore)
Emivita quantità di tempo che
permette al corpo di dimezzare la
quantità di farmaco.
Alla fine, si arriverà ad una concentrazione che si chiama “steady state”,
concentrazione fissa, perché tutti i compartimenti saranno in equilibrio; la quantità che
si inietta, dipende dall’escrezione finale (o renale o epatica) e quindi anche
diminuendo la dose, l’effetto sarà sempre lo stesso. Il range terapeutico che si vuole
ottenere durante il coma, che può essere più o meno profondo, a seconda dell’effetto
che voglio, deve essere compreso tra due livelli: la concentrazione minima efficace, al
di sotto del quale l’effetto non c’è; e la concentrazione tossica o letale, perché avrebbe
l’effetto opposto, provocando effetti collaterali (es. il pz smette di respirare).
Questo schema vale anche per i farmaci che si effettuano in infusione continua;
quando l’emivita di un farmaco è troppo breve, è necessario mantenere la stessa
concentrazione attraverso un’infusione continua, perché appena lo sospendo, l’effetto
decade.
DURANTE L’INTERVENTO
L’intervento chirurgico non è mai uguale a se
stesso, ovvero lo stimolo doloroso che il pz
subisce, è diverso in ogni istante dell’intervento,
quindi se io tengo lo stesso livello di analgesia,
ovvero quello che toglie lo stimolo doloroso, ci
saranno momenti in cui andrà bene e momenti
in cui sarà troppa, provocando quegli effetti detti
“tossici”.
(immagine): il paziente arriva in sala operatoria,
avendo ansia; ( in realtà con una buona
premedicazione, si dovrebbe calmare “anxiety
mound”);
successivamente c’è lo “sleep river”, quindi si addormenta il paziente, dopo ¾ minuti,
viene intubato successivamente si ha il posizionamento, in base all’intervento, poi
si prepara il campo chirurgico, il campo sterile e subito dopo avviene l’”incisione”:
questo è un momento molto importante perché bisogna portare il paziente ad uno
stato di