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IL DISAGIO DELLA CIVILTA' SIGMUND FREUD
In quest'opera Freud torna ad esprimere una posizione più tradizionale e realistica, ritornando "Psicologia delle masse e analisi dell'io" sul modello dell'equilibrio già proposto in "attraverso la metafora dei porcospini di Schopenhauer (evitare di allontanarci troppo per prendere troppo freddo e avvicinarci troppo per essere punti dalle altre spine). La soluzione di nuovo è vista nell'allentamento del contenimento super-egoico, più che nella "L'avvenire di un'illusione", conversione da religione a scienza come aveva proposto ne "opera nel complesso più radicale e positiva, in cui sembra predire un'avvenire luminoso in una civiltà irreligiosa. In quest'ottica viene riproposta anche l'antropologia hobbesiana. La psicanalisi ha il compito di allentare le pretese super-egoiche (torna l'idea che avevamo espresso nelle opere.
iniziali: le pulsioni sessuali devono avere maggiore libertà; restrizioni eccessive conducono all'isteria).CAPITOLO 3
Riprende l'analisi della civiltà: la tesi centrale è che la civiltà non ci porta ad essere felici. Tuttavia se il nostro desiderio venisse soddisfatto liberamente non vi sarebbe società. Freud sottolinea la ragione della costruzione della civiltà: la libertà individuale ci esponeva al pericolo della morte violenta rivelandosi contro producente e indifendibile. Rinunciando ad una parte di questa la si renderebbe quindi operante. Perché siamo ostili alla civiltà e in che modo si manifesta questa ostilità? Freudindividua due tipi di ostilità:
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Ostilità verso la civiltà in quanto tale, che parte dall'illusione che una vita primitiva e al di fuori della società possa garantire maggiori appagamenti di piacere grazie a una maggiore libertà individuale (che invece sarebbe drammaticamente a repentaglio).
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Ostilità verso una specifica configurazione della civiltà: critica dall'interno che può anche far evolvere la civiltà, portando a una riforma. Questo è un atteggiamento accettato perché costruttivamente critico, che democraticamente consentirebbe di fare una trasformazione della civiltà al fine di vivere più felicemente.
L'obiettivo della civiltà dovrebbe essere quello di garantire un equilibrio tra libertà individuale e bene comune, sapendo che la prima sarà sempre contenuta in vista della seconda.
Interpretazione del rapporto individuo-società come
CAPITOLO 5
In questo capitolo emerge in modo illuminante l'antropologia pessimista hobbesiana di homo homini Freud secondo cui l'uomo è naturalmente aggressivo (il riferimento è ad "lupus"). Partendo
da questo sfondo, il discorso si sviluppa su due piani: 1) L'antagonismo tra sessualità e civiltà: lo si può notare osservando il destino delle pulsioni perverse (ovvero parziali) che la maturazione civile impone di abbandonare in favore di un modello di sessualità genitale e a scopo riproduttivo. Tra l'altro l'amore sessuale è un rapporto esclusivo tra due persone che si bastano a vicenda, il che va contro il principio di aggregazione della civiltà che costringe a rapporti più ampi. "ama il tuo prossimo come te stesso". Freud analizza il precetto religioso Lo ritiene da un lato una forzatura (ennesima costrizione sociale) e ne dà, dall'altro lato, una spiegazione psicanalitica per la quale è un comandamento di cui la civiltà si serve per reprimere l'ostilità naturale tra gli individui. 2) Cosa può fare la civiltà di fronte all'aggressività? Laè criticato perché si fonda su premesse psicologiche errate e illusorie.
CAPITOLO 6
Riprende ad analizzare la teoria delle pulsioni. Con la convinzione che non tutte le pulsioni fossero della stessa specie, Freud nel 1920 compie un passo avanti in “piacere”, dove trae la conclusione che oltre la pulsione atta alla conservazione della sostanza vivente e all’aggregazione, ne esiste un’altra opposta che mira invece a dissolvere l’unità per ricondurla allo stato inorganico primordiale, la pulsione di morte. Questa pulsione spiegherebbe la natura aggressiva dell’uomo che ambisce alla distruzione.
Così viene concepita l’evoluzione civile, come la lotta per la vita della specie umana contro la pulsione di morte.
CAPITOLO 7- qual è il mezzo più importante che usa la civiltà per frenare la spinta aggressiva che le si oppone? INTERIORIZZAZIONE DELL’AGGRESSIVITA: viene rimandata
dove è venuta, cioè viene assunta da una parte de