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ELEMENTI FUNZIONI
EMITTENTE Si tratta di persone, EMOTIVA (ESPRESSIVA) Riguarda la
→ →
gruppi o istituzioni che si scambiano capacità dell’emittente di comunicare le
messaggi. Questi sono organizzati e emozioni. Questa funzione è massima
plasmati sulla base di un codice che, nella poesia e minima nei comunicati
linguistico, visuale o qualsiasi esso sia, giornalistici in cui si veicola meno, o in
deve essere almeno in parte condiviso tra minima parte, la dimensione emotiva
i soggetti comunicanti affinché ci sia una dell’emittente. Se prendiamo in
comunicazione efficace. Se la lingua non considerazione le strutture formali, gli
è conosciuta dal destinatario, questo non enunciati in cui prevale la funzione
può comprendere il messaggio inviato. emotiva si caratterizzano per la
frequenza di frasi esclamative,
interiezioni e narrazioni biografiche.
CONTATTO La comunicazione non FATICA Riguarda messaggi, privi di
→ →
può prescindere da un contatto ovvero da autentica carica informativa, che servono
un canale di comunicazione che può essenzialmente per verificare l’effettività
essere l’aria che separa due persone e che del canale di comunicazione e quindi per
veicola in qualche modo il suono, un cavo stabilire, prolungare e mantenere o anche
telefonico che unisce apparecchi, un riattivare la comunicazione. Tipici esempi
messaggio che attraversa l’etere… il ne sono i convenevoli e gli enunciati di
contatto in qualche modo trasferisce il cortesia che si producono nelle comuni
messaggio attraverso un canale di interazioni verbali, gli attacchi di
comunicazione. conversazione, in particolare quelli con
cui si dà inizio ad una telefonata o ad una
email, le formule rituali utilizzate come
strumento per la costruzione e il
mantenimento di rapporti interpersonali.
MESSAGGIO POETICA (ESTETICA) Questa funzione
→
si ha quando la comunicazione ha per
oggetto il messaggio, quindi quando il
messaggio comunica se stesso attraverso
la forma. Essa è predominante nella
poesia e nell’arte, ambiti in cui la
comunicazione si basa tutta sulla forma
del messaggio, è, in altre parole,
“autoriflessiva”.
CODICE METALINGUISTICA Si ha quando
→
l’oggetto della comunicazione è lo stesso
codice utilizzato. Questa funzione fa sì
che la comunicazione verta sullo stesso
codice, spieghi lo stesso codice. Essa
entra in campo quando i due interlocutori
vogliono verificare se stanno utilizzando
lo stesso codice.
CONTESTO Il messaggio parla di una REFERENZIALE (COGNITIVA) Questa
→ →
realtà specifica, definita contesto, che funzione è orientata verso il contesto ed
può essere fisica, sociale o culturale. è evidente quando il messaggio rimanda
all’universo delle cose di cui parla, ovvero
quando il messaggio si concentra sul
contesto.
DESTINATARIO vedi EMITTENTE CONATIVA Essa prevale quando il
→ →
messaggio ha l’obiettivo di produrre
effetti sui pensieri o sui comportamenti
del destinatario. Si manifesta a livello più
alto nella propaganda, negli ordini e
anche nelle richieste. Mira a far compiere
un’azione o a modificare lo stato mentale
del ricevente.
Il modello semiotico-informazionale. Se l’integrazione delle funzioni del linguaggio da
parte di Jakobson nel modello informazionale contribuiva a correggere alcuni
fondamentali difetti di quest’ultimo, rimanevano comunque non sottolineate alcune
imperfezioni che lo rendevano poco utile nel descrivere le situazioni di comunicazione
tra esseri umani. Elaborato dai semiologi italiani Umberto Eco e Paolo Fabbri (1965), il
modello semiotico-informazionale si basa sulla struttura del precedente modello
matematico‐informazionale, cui viene aggiunto il problema della significazione e della
decodificazione. Secondo i due studiosi, la comunicazione si configura, per sua natura,
come un continuo processo di riconoscimento e di attribuzione, ovvero come una
continua negoziazione tra protagonisti-utenti e codici (o sottocodici) diversi. Il nuovo
modello si concentra dunque sulla complessità del codice e, in particolare, sulla
decodifica del messaggio. Essa viene intesa in modo profondamente diverso dalla
semplice operazione complementare alla codifica: in effetti, i modi in cui i pubblici
attribuiscono il senso ai messaggi ricevuti può essere molto diverso da quello in cui
gli emittenti li hanno codificati. Un aspetto importante della teoria consiste
nell’evidenziazione dei difetti di decodifica:
Decodifica aberrante Legata tanto all’ignoranza del codice che porta
→ →
all’incomprensibilità del messaggio, quanto alla delegittimazione dell’emittente,
che conduce al suo rifiuto;
Guerriglia semiotica Legata alle tattiche di decodifica nelle quali il messaggio
→ →
si configura come “espressione non muta”, ma in cui il destinatario riscopre la sua
libertà di risposta.
Gli assiomi della comunicazione di Paul Watzlawick. Nel 1967, lo psicologo Paul
Watzlawick e altri importanti esponenti della Scuola di Palo Alto pubblicarono l’esito
delle loro importanti ricerche nel testo Pragmatica della comunicazione umana, volume
che tuttora rappresenta il principale punto di riferimento nel mondo della
comunicazione interpersonale. Secondo gli autori, gli esseri umani comunicano tutti i
giorni, attraverso parole o gesti, più o meno consapevolmente, per descrivere fatti ed
eventi e per intraprendere relazioni sociali. Paul Watzlawick, J. H.Beavin e D. D. Jackson
definiscono gli assiomi della comunicazione come “alcune proprietà semplici della
comunicazione che hanno fondamentali implicazioni interpersonali”. Gli assiomi, nel
linguaggio filosofico e matematico, sono delle verità evidenti e indiscutibili; i tre
studiosi, in questo ambito, ne hanno individuati cinque:
I Assioma: Non si può non comunicare La non‐comunicazione è impossibile,
→ →
perché qualsiasi comportamento comunica qualcosa di noi ed è impossibile avere
un non‐comportamento. Il comportamento ha dunque valore di messaggio:
anche una persona passiva e silenziosa trasmette la volontà di non comunicare e
sta comunque inviando un messaggio perché comunica di non voler comunicare.
“L’attività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli
altri, e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e
in tal modo comunicano anche loro”.
La comunicazione può essere dunque involontaria, non intenzionale, non conscia
e anche inefficace, ma avviene comunque;
II Assioma: All’interno di ogni comunicazione si possono individuare due livelli
→ “Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di
→
modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione”.
Watzlawick afferma che esistono due livelli di comunicazione: il primo è quello
del contenuto e indica cosa stai comunicando; il secondo è quello della relazione
e indica il tipo di relazione che vuoi instaurare con la persona a cui ti rivolgi.
I messaggi che gli esseri umani si scambiano tra loro non possono essere
considerati semplici trasmissioni di informazioni poichè, oltre al contenuto
oggettivo del linguaggio, cioè ai dati che esso trasmette in superficie, c’è anche
un aspetto di metacomunicazione che definisce la relazione stessa dei soggetti
interessati;
III Assioma: La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura della
→ sequenza degli eventi La comunicazione comprende diverse versioni della
→
realtà, versioni che si creano e si modificano durante l’interazione tra più
individui. Queste diverse interpretazioni dipendono dalla punteggiatura della
sequenza degli eventi, ossia dal modo in cui ognuno tende a credere che l’unica
versione possibile dei fatti sia la propria.. La punteggiatura di una sequenza di
eventi, in un certo senso, non è che una delle possibilità d’interpretazione degli
eventi stessi: essendo soggettiva, determina i comportamenti degli interlocutori
ed è quindi alla radice dei conflitti di relazione.
In linea di massima, possiamo dire che i punti di vista definiscono la percezione
della realtà influendo sulla relazione tra gli individui coinvolti nell’interazione e
definendone i rispettivi ruoli;
IV Assioma: La comunicazione avviene attraverso i canali verbali e non verbali
→ La comunicazione può avvenire in modalità digitale oppure secondo criteri
→
definiti analogici. La comunicazione che si avvale di elementi di natura digitale
riguarda l’uso delle parole, cioè dei segni convenzionali usati per designare
qualcosa. Ciò che caratterizza questo tipo di comunicazione è l’arbitrarietà tra le
parole e ciò che rappresentano: si tratta, cioè, della corrispondenza, nel
linguaggio, della cosa matita con il nome matita.
La comunicazione che si avvale invece di elementi di natura analogica (ad
esempio, un’immagine) si basa invece sulla somiglianza (detta appunto analogia)
tra la comunicazione in essere e l’oggetto stesso della comunicazione. Si tratta
perciò di ogni forma di comunicazione non verbale, che però va valutata
considerando il contesto in cui ha luogo l’interazione.
Possiamo quindi dire che la prima si riferisce alla dimensione contenutistica
mentre la seconda a quella relazionale;
V Assioma: gli scambi comunicativi sono simmetrici o complementari, a
→ seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza Si ha
→
un’interazione simmetrica quando gli interlocutori si considerano sullo stesso
piano e quindi di pari livello. In questo caso, i soggetti tendono a rispecchiare
l’uno il comportamento dell’altro, arrivando spesso ad accesi scontri.
L’interazione complementare, al contrario, si verifica quando gli interlocutori non
si considerano sullo stesso piano. Ciò emerge chiaramente dai loro scambi, che
pongono uno dei due in una posizione di superiorità e l’altro in una posizione
subordinata.
Il quinto assioma della comunicazione è apparentemente molto simile al
secondo, il quale spiega che, in ogni comunicazione, vi è un aspetto di contenuto
e uno di relazione. Con l’ultimo assioma, però, l’attenzione è posta
specificatamente sulla dinamica relazionale in atto tra i comunicanti.
Cattiva maestra - La televisione
Cattiva maestra: la televisione. All’interno della raccolta di saggi Cattiva Maestra
Televisione curata da Giancarlo Bosetti si trova un breve articolo de