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Il Sublime

1) Il saggio in forma epistolare, Longino lo indirizza a Terenziano (un giovane e dottodiscepolo romano di Longino), esso si mostra immediatamente come una sistemazionescritta di precedenti e accurate conversazioni fra i due esperti.

A Longino non interessa ripercorrere la fenomenologia del stilistico e fornirneassiologicauna definizione (poiché che il sublime sia il vertice eccelso dello stile èpragmatica.cosa risaputa agli esperti di retorica) ma piuttosto darne una In questoparagrafo egli contesta Cecilio (retore siciliano, visse a Roma sotto Augusto) , poichéegli ha descritto il sublime ma non lo ha insegnato. Il saggio di Longino è mirato adinsegnare come si acquisisce competenza pratica, oltreché teorica, della grandezzaespressiva. Egli dichiara che il sublime non porta gli ascoltatori alla persuasione maall’esaltazione, quando è introdotto tempestivamente, travolge qualsiasi cosa, faapparire, tutta insieme, la

1) Il sublime è una qualità che si manifesta attraverso l'uso del linguaggio artistico. Secondo Longino, l'oratore che possiede questa qualità è in grado di suscitare emozioni intense e di comunicare in modo efficace con il pubblico.

2) Molti sostengono che il genio non può essere acquisito perché è un dono innato. Longino ritiene che il genio sia innato, ma non è ineffabile. Secondo lui, la natura segue un metodo e il genio, se non è controllato dall'arte, finirà per cadere nella spontaneità e nell'improvvisazione.

3) Vero o falso? La prima preoccupazione di Longino è quella di separare il sublime dal non sublime e di elaborare un criterio. Nei capitoli 7-8 scopriremo che il sublime autentico coinvolge immediatamente il lettore e arricchisce la sua vita intellettuale ed emotiva. Longino, come un critico letterario moderno, non fa distinzione tra poesia e prosa, poiché la categoria che indaga è il "linguaggio d'arte" formale.

Innanzitutto, dobbiamo dire che il sublime, prima di essere una categoria, è una qualità morale.

Esso

Presuppone una tensione creativa sempre vigile (impresa ardua anche per gli scrittori più grandi, i quali, a volte, non riescono a mantenersi al di sopra del sublime. All'altezza del loro genio). Bisogna dunque guardarsi bene dai rischi del

Questi rischi sono 3: la falsa magniloquenza, la falsa erudizione e la falsa ispirazione. Comune ai tre difetti è rispetto alla forma (magniloquenza), rispetto al contenuto (erudizione) e rispetto alla passione (ispirazione). La grandezza ostentata si riconosce dalla sua incapacità di entrare in sintonia con l'ascoltatore: nel primo caso vorrebbe sgomentarlo e invece lo fa quasi ridere, nel secondo caso vorrebbe interessarlo e invece lo annoia, e infine nel terzo vorrebbe commuoverlo ma in realtà lo lascia impassibile.

La prima parte del paragrafo è dedicata all'illustrazione di uno dei tre difetti citati in quello precedente: ovvero l'erudizione puerile, che ora Longino,

con riferimento al “freddezza”. Suo effetto più grave, chiamaUn esempio di scrittore freddo è rappresentato dallo storico Timeo, che subì altrettantecritiche anche da parte di Cecilio. Longino denuncia l’erudizione scolastica di chiquella diricerca il paragone inusuale tra la durata di una spedizione militare (Alessandro Magno in Asia) il Panegirico die la durata della redazione di uno scritto (Isocrate). Longino sottolinea l’atteggiamento puerile di Timeo, che nell’impazienza didimostrare la propria preparazione, sfoggia i soliti pezzi di bravura scolastica.Nella seconda parte ritroviamo il motivo degli errori dei grandi. Ora è il turno diPlatone, Senofonte e Erodoto, i cui errori non vengono indicati solo a conferma delladifficoltà del vero sublime, ma anche a riprova della goffaggine di scrittori mediocri.5) Cosa spinge gli scrittori ai sacrilegi formali del parasublime? L’ossessione diriuscire

Originali porta gli autori ad una ricerca spasmodica di concetti stravaganti. Vero falso.

Ritorna in questo paragrafo la distinzione tra il bello e il sublime. Di per sé l'ansia del nuovo non è condannabile, anzi sappiamo bene come lo straordinario e l'astraniante, sorpresa, o meglio l'effetto sia il fine dell'estetica del sublime. Ciò che qui Longino discute sono le modalità e insieme le motivazioni per conseguire tale effetto.

6) Qui l'esperienza letteraria viene indicata quale criterio distintivo del sublime autentico. Egli fonda il suo metodo critico sull'esperienza di lettore avvertito, dotato di una memoria letteraria così ricca da consentirgli di corroborare (dare forza) continuamente il giudizio. Difatti Longino ha esordito presentando sé stesso e il suo interlocutore come "lettori di professione".

7) Parasublime. Per Longino come in letteratura esiste un che della grandezza possiede solo la parvenza.

così nella vita di tutti i giorni si assiste spesso all'amessinscena di una grandezza esteriore che l'uomo avveduto sa mascherare. Nei due casi a determinare la scelta è un moto interiore verso i valori autentici che determina il disprezzo per le false attrattive del mondo, e che nella pratica letteraria, davanti al vero sublime, solleva l'anima del lettore in uno stato naturale di esaltazione, facendolo aderire completamente all'opera. Ricordiamo, inoltre, come il falso non si manifesta con tratti immediatamente negativi da consentire il suo pronto riconoscimento. Il confine formale che divide il falso dal suo contrario è sottile e a volte anche uomini d'ingegno ne vengono sorpresi. Se il confine formale esteriore, tra la falsa e la vera grandezza, è così illusorio, bisognerà tracciare un discrimine interiore, morale. Il sublime autentico permette una completa immedesimazione da parte del lettore con l'autore.

ne esalta la passione e l'intelligenza, lo invoglia a grandi pensieri e gli si imprime indelebile nella memoria. Vi è un'assimilazione del lettore all'attività creativa dell'autore.

In questa parte Longino presenta la sua famosa classificazione delle cinque fonti: intellettuale, sentimentale, retorica, del linguaggio sublime. Esse sono: grandezza stilistica strutturale.

Non dimentichiamo che gli scopi di Longino sono insieme polemici e pratici. A una casistica rigorosa del sublime ha già provveduto Cecilio, il quale, però, ne ha completamente trascurato gli aspetti pragmatici che stanno a cuore al nostro autore.

Russell in una 'rivisitazione' di Longino, sottolinea a più riprese l'intento pratico-educativo dell'autore, egli propone una analogia tra il progetto longiniano e opere appartenenti a Platone e Demostene, che presentano la stessa struttura, in quanto la loro struttura implica: una difesa.

un attacco, un'esortazione ed una prescrizione. In Longino questa struttura implica: La difesa della concezione platonica della natura irrazionale ed emotiva dell'arte, l'attacco a Cecilio e la tradizione normativa, l'esortazione del suo pubblico al vero sublime, la prescrizione dei mezzi per conseguire la grandezza espressiva. Tornando alle fonti, innanzitutto, evidenziamo il fatto che la seconda (la grandezza emotiva) è tratto consustanziale al manifestarsi delle altre, e per quanto riguarda la quinta (la grandezza compositiva), è necessario dire che costituisce, per esplicita amissione di Longino, un compendio delle fonti precedenti. Dunque, vediamo come le fonti da cinque si riducono a tre, riprendendo il modello triadico, che corrisponde, almeno numericamente, alle tre fonti del parasublime discusse precedentemente, quello schema, infatti, definiva tre tipi di falsa grandezza: rispetto alla forma (la puerilità), rispetto al contenuto (la gonfiezza), rispetto alcontenuto e rispetto all'emozione il "parentirso" (l'espressione eccessiva delle passioni estreme). Il nostro schema triadico può essere sintetizzato come segue: 1) grandezza contenutistica = 1° intellettuale 2) grandezza formale = 3° retorica 4° stilistica 3) grandezza espressiva = 2° sentimentale e 5° strutturale. Questo schema tripartito non contraddice il binomio che Longino eredita dalla tradizione retorica e che ripropone distinguendo fonti innate (intellettuale e sentimentale) e fonti acquisite (retorica stilistica e strutturale). Longino integra e nel momento sintetico della grandezza espressiva, che costituisce la realizzazione del sublime autentico. Tutte e cinque le categorie hanno come presupposto fondamentale: il "talento linguistico" e non "talento oratorio", difatti, il secondo si adatta meglio ad un attività propriamente letteraria e a

Quella convergenza tra genio ed educazione. Sublime, Longino comincia ad esaminare la prima fonte della grandezza intellettuale, che trattandosi più di un dono naturale che un'abilità acquisita, occorre elevare le nostre anime alla grandezza con la conservazione ed il mantenimento dell'eco di una grande anima, impulsi geniali. Ma in che modo? Il sublime è l'eco del sublime non è sempre percepibile necessariamente nel linguaggio ma nella vita stessa con le sue scelte morali. Qui seguono alcuni passi omerici. In uno studio Renato Laurenti pone a confronto "l'omerologia" di Longino con quella di Aristotele, mostrando come la categoria che verisimile presiede all'esame longiniano dei passi omerici, diversamente da quella di Aristotele, è quella del Ad esso il sublime deve tenersi fedele anche quando deriva da eventi straordinari. L'esigenza di una più

L'appropriata rappresentazione della divinità ci conferma che la categoria del vero longiniano dipende dall'aderenza a quelle caratteristiche dell'estetica stoica (l'arte per gli stoici ha solo un fine etico). Infatti, notiamo in questo paragrafo una costante premura Longiniana per l'integrazione del piano estetico nella verità del piano etico e cioè nella sostanza morale del testo della vita. L'Iliade, l'Odissea, il noto confronto tra e ci permette di comprendere la concezione longiniana del "pathos" (capacità di suscitare una forte emozione o una partecipazione sul piano estetico), come sostanza morale dell'azione. Longino assegna all'Iliade il primato poiché in questo poema l'azione primeggia sulla narrazione. Qui il pathos, il della tensione eroica nobilita le pagine dell'Iliade e ne garantisce la virtualità: l

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Publisher
A.A. 2022-2023
17 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gianmarco1996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof D'Angelo Paolo.