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2. L’IMPORTANZA DELLA PSICOLOGIA DELLA CREATIVITA’:
1950: Guilford con il discorso all’American Psichological Association richiama
l’attenzione verso la creatività, con molte opere, riviste e 3 libri sulla psicologia della
creatività
Henri Poincaré ha descritto la creatività come: sciami di idee che nascono e si
combinano casualmente nell’inconscio selezionando poi quelli più promettenti secondo
criteri estetici (detta creazione matematica)
Graham Wallas teoria del processo creativo costituito da 4 fasi: preparazione,
incubazione, illuminazione e verifica o elaborazione
Teoria geneplore processo creativo costituito da 2 fasi: generare ed esplorare
Aspetto centrale del processo creativo: idea
La creatività è una virtù? Si per Linda Zagzebski
Gregory Feist afferma che le persone creative tendono ad essere più aperte a nuove
esperienze
Virtù intellettuali e morali
Platone: associazione tra creatività, irrazionalità e follia
Per Jon Elster invece la creatività è razionale: contestata
La creatività non è l’opposto della tradizione: la creatività è sociale
Teoria darwiniana creatività processo di selezione naturale in 2 fasi: fase cieca di
generazione di idee e selezione tra le idee più promettenti per un’ulteriore
considerazione
Scoprire: si può scoprire solo cose nuove ciò che non si sa prima di averlo scoperto
Questo brano analizza la sorprendente mancanza di attenzione filosofica al
concetto di creatività, in contrasto con la ricchezza di studi psicologici sul tema. Di
seguito, ti spiego il significato dei passaggi principali, suddividendoli in sezioni
tematiche:
� Trascuratezza filosofica vs. sviluppo psicologico
I filosofi hanno trascurato la creatività per decenni, mentre la psicologia
ha prodotto una vasta letteratura su di essa, a partire dal discorso influente
di J.P. Guilford nel 1950.
Sono emerse molte teorie psicologiche (psicoanalitiche, cognitive,
darwiniane, socioculturali...) e dati empirici significativi.
Nonostante ciò, i filosofi non hanno sfruttato pienamente questo
materiale, limitandosi a pochi approcci, come quello computazionale o
cognitivo.
� Influenza dei miti e concezioni popolari
Molte concezioni popolari della creatività sono miti, alcuni dei quali derivano da
filosofi (es. Platone e l’ispirazione divina).
Per costruire una teoria filosofica solida, è necessario mettere in
discussione queste idee e considerare le scoperte empiriche.
� Modelli psicologici della creatività
Il famoso modello di Poincaré e Wallas (preparazione, incubazione,
illuminazione, verifica) ha avuto grande influenza, ma è stato contestato: la
"fase inconscia" potrebbe non essere necessaria.
Il modello “geneplore” (generare + esplorare) propone una visione alternativa
più semplice.
Questi modelli pongono questioni filosofiche rilevanti, ad esempio su
quanto sia razionale o irrazionale il processo creativo.
� Quattro temi filosofici collegati alla psicologia della creatività
1. Creatività come virtù
Linda Zagzebski sostiene che la creatività sia una virtù intellettuale.
Tuttavia, alcuni tratti associati alla creatività (ostilità, impulsività...) mettono in
dubbio che essa sia davvero una virtù.
Il lavoro di Teresa Amabile sulla motivazione intrinseca sembra invece
supportare questa idea.
2. Creatività e razionalità
Alcuni (come Platone) vedono la creatività come irrazionale, legata alla follia.
Altri (es. Jon Elster) la vedono come razionale, un’ottimizzazione entro vincoli.
Ma dati psicologici (es. collegamento tra creatività e disturbi mentali)
mettono in crisi questa visione razionalista.
3. Creatività e tradizione
C’è un’idea diffusa che la creatività rompa con la tradizione, ma alcuni filosofi
sostengono il contrario: la tradizione fornisce le basi per essere creativi.
Questo è simile alla teoria socioculturale della creatività (es.
Csikszentmihalyi), che dice che un’idea è creativa solo se riconosciuta dal
“campo” di esperti. Ma anche questa teoria è poco discussa dai filosofi,
nonostante la sua pertinenza.
4. Creatività come processo darwiniano
Alcuni psicologi propongono una teoria darwiniana della creatività: prima si
generano molte idee (ciecamente), poi si selezionano le migliori.
Ma c’è ambiguità sul significato di “cieco”: non deve significare casuale,
altrimenti non si può attribuire merito all'autore creativo.
Campbell afferma che “cieco” significa andare oltre ciò che si può
prevedere, ma questa definizione rischia di essere una tautologia (“scoprire
qualcosa significa non saperlo prima”), quindi la teoria può diventare banale.
Serve un chiarimento concettuale sul significato di “cecità” per valutare
davvero la validità della teoria.
� Conclusione: perché è importante per la filosofia
Il brano invita a:
Colmare il divario tra psicologia e filosofia sulla creatività.
Sfruttare i dati empirici per costruire teorie filosofiche più robuste.
Esaminare criticamente le teorie psicologiche per trarne implicazioni
filosofiche più profonde.
In sintesi, la creatività è un tema complesso, multidisciplinare e trascurato dalla
filosofia, che invece dovrebbe occuparsene più seriamente, con l'aiuto della
psicologia.
3. ALCUNE QUESTIONI FILOSOFICHE:
La creatività può essere spiegata? Non c’è una spiegazione naturalistica, il genio non
sa da dove trae le idee, non può essere prevista, ma si può spiegare come sia
possibile la creatività
Dibattiti sulla creatività
Secondo Margaret Boden tre tipi di creatività:
- Combinatoria: combinazione non familiare di idee familiari
- Esplorativa: esplorazione di uno spazio concettuale
- Trasformativa: trasformazione dello spazio concettuale consentendo di pensare
a ciò che non avrebbe potuto pensare prima
Novitz mette in dubbio queste distinzioni
La creatività opera allo stesso modo sia nelle arti che nella scienza? Per Kant no per gli
altri si. La creatività artistica e quella scientifica riguarda la risoluzione di problemi.
La creatività nell’arte è un valore artistico?
Questo testo discute alcune delle principali questioni filosofiche sulla creatività,
mettendo in rilievo il dialogo (a volte poco sfruttato) tra filosofia e psicologia. Ecco
una spiegazione sintetica dei punti principali, suddivisi per temi:
1. Collaborazione tra filosofia e psicologia della creatività
Il testo sostiene che la filosofia della creatività potrebbe svilupparsi
meglio se tenesse conto dei risultati della psicologia.
Questo perché:
I temi affrontati dalla psicologia sono spesso gli stessi che interessano i
o filosofi (es. la razionalità della creatività, il suo legame con la tradizione,
la creatività come virtù).
La psicologia solleva problemi nuovi che la filosofia da sola non avrebbe
o considerato (es. le teorie darwiniane della creatività).
Allo stesso tempo, le teorie psicologiche potrebbero essere rafforzate da
un'analisi filosofica più rigorosa.
2. La possibilità di spiegare la creatività
Alcuni filosofi sostengono che la creatività non può essere spiegata in
termini naturalistici (cioè come un fenomeno spiegabile con le leggi della
natura):
Platone la vedeva come ispirazione divina.
o Kant affermava che la genialità creativa non può essere ridotta a regole.
o Jarvie e Hausman sottolineano che la creatività è imprevedibile e unica.
o
Altri, come Briskman e Kronfeldner, credono invece che la creatività possa
essere spiegata in modo razionale e scientifico.
3. Teorie computazionali della creatività
Margaret Boden propone una classificazione della creatività:
Combinatoria: combinare idee familiari in modo nuovo.
o Esplorativa: esplorare nuovi ambiti all’interno di un sistema esistente.
o Trasformativa: modificare il sistema stesso, permettendo pensieri prima
o impensabili.
Critiche:
Novitz dubita che queste distinzioni tengano sempre.
o Clark solleva dubbi sulla capacità dei modelli di intelligenza artificiale
o (IA), in particolare connessionisti, di essere realmente creativi.
Searle e Dreyfus sottolineano che, se la comprensione è necessaria per
o la creatività, i computer (che non comprendono davvero) non possono
essere creativi.
4. La creatività è la stessa in arte e scienza?
Kant distingueva nettamente: il genio appartiene solo all’arte, non alla scienza.
Molti psicologi e filosofi moderni, invece, pensano che creatività sia
simile in entrambi i campi (è risoluzione di problemi).
Estetisti come Dutton e Levinson obiettano:
L’artista non risolve problemi come uno scienziato.
o L’arte implica creazione vera; la scienza, scoperta.
o Le opere d’arte non sono “scoperte” da più persone
o contemporaneamente, a differenza delle scoperte scientifiche (es. Darwin
e Wallace).
5. La creatività è un valore artistico?
Formalisti (es. Beardsley): no, la creatività dell’autore non influisce sul valore
dell’opera.
Non formalisti: forse sì, ma solo in termini storici.
Levinson sostiene che l’originalità (e quindi la creatività) contribuisce al
valore artistico, perché l’opera è un “risultato”.
Critici come Davies mettono in dubbio che questa spiegazione sia sufficiente.
Conclusione del brano
Questa sezione introduce quattro grandi questioni filosofiche sulla creatività e
annuncia che altre tre questioni saranno discusse più avanti in modo
approfondito, alla luce della psicologia.
L’autore propone un “paradigma dell’agenzia della creatività”: un modo
per pensare la creatività come legata all’agire dell’individuo, tema che sarà
sviluppato in seguito.
3.1 LA DEFINIZIONE DI CREATIVITA’:
Creatività: capacità di produrre cose originali e di valore (condizione necessaria)
La creatività deve avere valore per essere considerata originale
Condizioni necessarie per la creatività ma non sufficienti: valore e originalità
Boden: creatività &