Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 34
Riassunto esame Estetica della comunicazione , Prof. Dalla Vigna Pierre, libro consigliato Sulla fotografia. Realtà e immagine della nostra società, Susan Sontag Pag. 1 Riassunto esame Estetica della comunicazione , Prof. Dalla Vigna Pierre, libro consigliato Sulla fotografia. Realtà e immagine della nostra società, Susan Sontag Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Estetica della comunicazione , Prof. Dalla Vigna Pierre, libro consigliato Sulla fotografia. Realtà e immagine della nostra società, Susan Sontag Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Estetica della comunicazione , Prof. Dalla Vigna Pierre, libro consigliato Sulla fotografia. Realtà e immagine della nostra società, Susan Sontag Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Estetica della comunicazione , Prof. Dalla Vigna Pierre, libro consigliato Sulla fotografia. Realtà e immagine della nostra società, Susan Sontag Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Estetica della comunicazione , Prof. Dalla Vigna Pierre, libro consigliato Sulla fotografia. Realtà e immagine della nostra società, Susan Sontag Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Estetica della comunicazione , Prof. Dalla Vigna Pierre, libro consigliato Sulla fotografia. Realtà e immagine della nostra società, Susan Sontag Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Estetica della comunicazione , Prof. Dalla Vigna Pierre, libro consigliato Sulla fotografia. Realtà e immagine della nostra società, Susan Sontag Pag. 31
1 su 34
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L'EROISMO DELLA VISIONE

Nessuno ha mai scoperto la bruttezza tramite le fotografie, ma molti hanno scoperto la bellezza. Ciò che induce la gente a fare fotografie è l'aver trovato qualcosa di bello. È abituale che coloro che hanno visto qualcosa di bello si dicano dispiaciuti di non aver potuto fotografarlo e il successo della macchina fotografica nell'abbellire il mondo è stato tale che ora sono le fotografie il modello della bellezza. Impariamo anche a vedere fotograficamente noi stessi: considerarsi attraenti significa, infatti, ritenere che riuscirebbe bene in fotografia. Le fotografie creano il bello e – dopo alcune generazioni di fotografi – lo consumano.

Molte persone, quando stanno per essere fotografate, sono in ansia, ma non perché temano di essere violate, ma perché hanno paura della disapprovazione della macchina. Vogliono un'immagine idealizzata: una fotografia nella quale appaiano al meglio di sé stessi.

Pochi, però, hanno la fortuna di essere “fotogenici”, cioè di far miglior figura nelle fotografie che nella vita. Che si elogino spesso le fotografie per la loro veritiera obiettività significa che di solito non sono affatto obiettive; intorno al 1845, dopo che il processo negativo-positivo di Fox Talbot aveva cominciato a sostituire il dagherrotipo – il primo procedimento fotografico pratico –, un fotografo tedesco inventò la prima tecnica per ritoccare il negativo. Le sue due versioni di uno stresso ritratto sbalordirono le folle all’Exposition Universelle di Parigi del 1855. L’annuncio che la macchina poteva mentire rese assai più popolare il farsi fotografare. Le conseguenze della menzogna sono necessariamente più importanti per la fotografia di quanto potrebbero essere per la pittura, perché quelle piatte immagini avanzano pretese di veridicità che non potrebbe mai avanzare un quadro. Un quadrofalso falsifica la storia dell'arte, mentre una fotografia falsa falsifica la realtà. La storia della fotografia potrebbe essere letta come la storia della lotta tra due differenti imperativi: Quello di abbellire, che proviene dalle belle arti; Quello di dire la verità, misurabile secondo un ideale moralistico, tratto dai letterari ottocenteschi e della professione del giornalismo indipendente. Il fotografo era tenuto a smascherare l'ipocrisia e a combattere l'ignoranza. Per svolgere questo compito, la pittura era un procedimento troppo lento e scomodo; acuti osservatori notarono che c'era qualcosa di nudo nella verità trasmessa da una fotografia. Nella Casa dei sette frontoni (1851), Hawthorne fa dire al giovane fotografo Holgrave, a proposito di un ritratto a dagherrotipo che "[...] mette in evidenza la personalità segreta con una veridicità che nessun pittore mai oserebbe". Liberati dallanecessità di dover fare scelte limitate sulle immagini degne di contemplazione, grazie alla rapidità con la quale le macchine registravano qualsiasi cosa, i fotografi fecero del vedere un'arma di tipo nuovo: come se il vedere in sé potesse effettivamente conciliare le esigenze di verità e il bisogno di trovare bello il mondo. La macchina fotografica ha finito per far aumentare in misura straordinaria il valore delle apparenze, cioè, quali le registra la macchina. È la realtà che viene esaminata e valutata secondo la sua fedeltà alle fotografie. Invece di accontentarsi di registrare la realtà, le fotografie sono diventate il modello di come ci appaiono le cose, modificando così il concetto stesso di realtà, e di realismo. I primi fotografi parlavano come se la macchina fotografica fosse stata soltanto una copiatrice. L'invenzione della fotografia fu accolta con favore come mezzo per alleviare il pesodovesse essere un osservatore neutrale, che catturava l'immagine "naturale" senza influenze personali. La fotografia, quindi, rappresentava una forma di documentazione oggettiva del mondo. Nel corso degli anni, la fotografia ha subito numerosi cambiamenti e sviluppi tecnologici. Dalle prime macchine fotografiche a pellicola, si è passati alle fotocamere digitali e agli smartphone. Oggi, tutti possono scattare foto e condividerle istantaneamente sui social media. La fotografia ha anche influenzato l'arte e la cultura. I fotografi hanno catturato momenti storici, emozioni intense e bellezze naturali. Le foto sono diventate un mezzo di comunicazione potente, in grado di trasmettere messaggi e suscitare emozioni. Nonostante i progressi tecnologici, la fotografia conserva ancora il suo fascino e la sua importanza. Le immagini possono ancora raccontare storie, catturare la bellezza del mondo e documentare la realtà. La fotografia continua ad essere uno strumento potente per esprimere idee e emozioni.fosse un osservatore acuto, ma imparziale; quando, però, la gente scoprì che nessuno fotografa nello stesso modo una stessa cosa, venne favorita l'ipotesi che le fotografie non attestino soltanto ciò che è, ma ciò che un individuo ci veda, quindi che non siano soltanto un documento, ma una valutazione del mondo - il limitare la fotografia a una visione impersonale ha ancora i suoi sostenitori: Per i surrealisti, la fotografia era liberatoria, nella misura in cui si spingeva oltre la mera espressione personale; i teorici della Bauhaus sostennero opinioni non dissimili, considerando la fotografia un settore del design, come l'architettura: creativa ma impersonale e libera da vanità quali la superficie pittorica e il tocco personale. Non si trattava di un'attività semplice e unitaria chiamata "vedere", ma di una "visione fotografica" che era insieme un nuovo modo di vedere e una

nuova attività da svolgere. Gli anni '50 dell'Ottocento fu un'epoca d'oro dell'orientalismo fotografico: Maxime Du Camp, effettuando con Flaubert il Grand Tour del Vicino Oriente tra il 1849 e il 1851, concentrò il suo lavoro di fotografo su attrazioni come i Colossi di Abu Simbel o il tempio di Baalbek, non sulla vita quotidiana dei fellahin. Per visione fotografica si cominciò a intendere la capacità di scoprire la bellezza in ciò che ognuno vede ma trascura, ritenendolo troppo banale. Il compito dei fotografi era di suscitare interesse con nuove decisioni visive. Da quando sono state inventate le macchine fotografiche, esiste nel mondo un particolare eroismo: quello della visione. La fotografia ha aperto una nuova forma di libera attività, dando modo a ciascuno di manifestare la propria avida sensibilità personale. I fotografi partivano per i loro safari culturali, classisti e scienziati in cerca di immagini.

Sensazionali e prendevano in trappola il mondo, a qualsiasi costo, con questa attiva, avida, lucida e gratuita modalità di visione. Il momento adatto è quello in cui si possono vedere le cose in maniera nuova. Questa ricerca divenne il segno distintivo del fotografo nell'immaginazione popolare. Negli anni Venti egli era ormai diventato un eroe moderno. L'apoteosi della vita quotidiana e il tipo di bellezza che solo la macchina può rivelare sono i principali obiettivi dei fotografi. Per un certo tempo parve che il primo piano fosse il metodo di visione più originale della fotografia: i fotografi avevano scoperto che, quando riuscivano a rifilare maggiormente la realtà, comparivano forme splendide. Subito dopo il 1840, Fox Talbot non soltanto componeva fotografie nei generi propri della pittura, ma puntava la macchina anche su una conchiglia marina, sulle ali di una farfalla, su una porzione di due file di libri nel suo studio. Quando venne

  • ulteriormente violata la visibilità consueta – e si isolòl’oggetto dal suo contesto – entrarono in vigore nuove convenzioni su ciò che si considera bello.
  • Bello divenneciò che l’occhio non può vedere: quella visione frantumata e dislocata che solo la macchina può dare.
  • Nel 1915, Paul Strand fece una fotografia che intitolò Disegni astratti fatti da bocce.
  • Nel 1917, Strand passò afare primi piani di forme di macchine e negli anni Venti di studi della natura.
  • La nuova procedura – che ebbeil suo periodo di massimo fulgore tra il 1920 e il 1935 – pareva promettere illimitate delizie visive.
  • Funzionava suoggetti familiari, sul nudo, sulle minuscole cosmologie della natura.
  • La fotografia sembrava aver trovato unasua grandiosa funzione, come ponte tra arte e scienza; e i pittori venivano invitati a trarre insegnamenti dallebellezze delle microfotografie e dalle aereofotografie del libro Von Material.
zur Architektur, pubblicato dal Bauhaus nel 1928. In questo stesso anno uscì un volume di Albert Renger-Patzsch dal titolo Die Welt ist schön, che comprendeva 100 fotografie, in massima parte primi piani, su soggetti che andavano da una foglia di colocasia alle mani di un vasaio. La pittura non aveva mai permesso così spudoratamente di rivelare la bellezza del mondo. Questa visione divenne probabilmente possibile solo dopo le scoperte di pittori e scultori modernisti. Strand e Weston subirono forse l'influenza della spigolosità dello stile cubista nel reagire alla morbidezza delle immagini di Stieglitz, ma è altrettanto vero che ci furono influenze anche nella direzione opposta. Nel 1909, Stieglitz, nella sua rivista "Camera Work", constata l'impatto della fotografia sulla pittura, ma cita soltanto gli impressionisti, il cui stile di "definizione sfocata" aveva chiaramente ispirato il suo - non è poi esagerato.dire,come Stieglitz, che "i pittori impressionisti si appropriarono uno stile compositivo strettamente fotografico". La trasformazione, da parte della macchina, della realtà in aree fortemente polarizzate di luce e di ombra, il libero e arbitrario taglio delle immagini nelle fotografie, l'indifferenza dei fotografi per l'intelligibilità dello spazio, e in particolare dello sfondo: furono queste le maggiori fonti di ispirazione per gli impressionisti, quando affermavano un interesse scientifico per le proprietà della luce o quando facevano esperimenti di appiattimento della prospettiva. Le procedure di pittori e fotografi restano sostanzialmente opposte: il pittore costruisce, il fotografo rivela. In altri termini, l'identificazione del suo soggetto è sempre alla base della nostra percezione della fotografia, cosa che non avviene necessariamente per un quadro. Di conseguenza, le qualità formali dello stile, fondamentali in pittura,In fotografia hanno al massimo un'importanza secondaria, mentre ha sempre importanza primaria il soggetto. Il presupposto che sta alla base di tutti gli usi della fotografia comporta la nostra impossibilità di reagire a una fotografia quando l'immagine è visivamente ambigua, cioè quando non siamo in grado di identificare chiaramente il soggetto.
Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
34 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher micolprencipe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Dalla Vigna Pierre.