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EDUCAZIONE CITTADINANZA E BENI CULTURALI

La Dichiarazione dei Diritti umani sancisce una svolta emblematica nella storia poiché l'uomo era fonte di diritto ma non veniva espresso se uomo e cittadino fossero la stessa cosa o due entità distinte. Quanto tale a membro di una comunità. Il popolo e non l'individuo rappresentava l'immagine dell'uomo che vedeva i propri diritti garantiti solo all'interno della comunità politica. L'uomo non è altro che un essere naturale: perché se i diritti naturali sono innati perdono la loro validità al di fuori dei confini nazionali o nel determinare una probabile natura umana originaria e di conseguenza il Bobbio definisce pura illusione il voler ricercare comunità che difenda i suoi diritti, è un uomo in quanto tale, privo di.

E proprio quest'uomo che non è "altro che uomo" è diventato definisce come "il gruppo umano più.

caratteristico della storia contemporanea" poiché sono privi di quei diritti considerati inalienabili la struttura statale fosse disposta a perdere cittadini piuttosto che accettare dei "delinquenti senza delitto" (infatti l'apolide, compiendo un reale crimine, migliorava la sua situazione godendo di una tutela in L'apolide, oltre ad aver perso ogni status politico-giuridico, ha di possibilità di espressione e azione. La Arendt parla dunque di paria, l'unica persona reale poiché è ancora radicata alla propria singolarità tema dell'identità è centrale nei suoi scritti. La tragedia dell'ebreo assimilato è la tragedia di chi è pronto a pagare l'avere un rapporto solo privato con la propria origine. La certezza del parvenu di poter tenere sotto controllo il gioco si dimostra un'illusione, ma semmai dei modelli nascosti nell'anonimato. La Arendt descrive le varianti

Dell'eccentricità che lega gli ebrei fra di loro e che rappresenta alla tradizione ebraica del suo popolo. La chiave di lettura di tutta la sua teoria politica parte proprio dal concetto di apolidia, dalla perdita di diventi un individuo generico.

Un'azione politica effettiva ed efficace è possibile solo all'interno della della polis che li rendesse tali e nella quale gli uomini potessero incontrarsi da cittadini e non da privati.

Quindi se la creazione dell'uomo coincide con la creazione di un inizio nell'universo, allora la nascita dei singoli uomini riaffermerà il carattere originale dell'uomo e la continuità di questi inizi nella successione delle generazioni garantisce il proseguimento della storia. In questo senso, la Arendt vuole mettere in luce il legame tra azione e inizio: l'azione si oppone alla ripetitività e l'inizio è la rottura di ogni ordine che.

Di conseguenza, l'essere, l'uomo,

è l’iniziodell’inizio e quindi iniziatore di sé stesso, irripetibile e imprevedibile eDunque, il concetto di natalità muove dal presupposto che il significatodell’esistenza sia racchiuso nell’atto gratuito del comparire nel mondo,poiché l’agire politico è prerogativa di colui che viene al mondo perportarvi la propria alterità, la novità imprevedibile di cui la nascita lo fa

L’importanza del concetto di inizio riveste tutti i problemi strettamentepolitici, poiché l’azione politica è sempre inizio di qualcosa e costituiscecui agiscono. Identificando la libertà con la capacità di agire equest’ultima con la possibilità di un nuovo inizio la Arendt definisce ladella rivoluzione, poiché solo dove è presente la novità connessa allalibertà si può parlare di rivoluzione.senso, libertà ed azione danno vita a una serie di

ricadute tra cuiAgire, ossia dare inizio, corrisponde alla natalità che libertà è la vera ragione per cui gli uomini vivono insieme in un'organizzazione politica e l'azione è l'attività politica per eccellenza, fondamentale della polis da un lato la pluralità, data da elementi diversi e dall'altro l'uguaglianza di questi elementi, che permette agli secondo la Arendt, di capirsi, comprendere i loro predecessori e fare La politica si fonda dunque sulla pluralità, grazie azioni, eventi, idee devono essere visti, sentiti, ricordati e poi trasformati in cose: la realtà, così come l'esistenza dell'intero mondo carattere costitutivamente fenomenico, mentre l'apparire deve intendersi come pura rappresentazione nel senso di manifestazione rivelazione.gli uomini come attori giocano a vedere e a farsi vedere, trovando conferma del proprio "chi" e vedendo riconosciuta la propria

identità. singoli hanno deciso di rinunciare per evitare la guerra: dove la leggePer la Arendt l'artificialità della sfera pubblicapluralità tipica della sfera pubblica che protegge la realtà di essereInfatti, la privazione dei rapporti con gli altri ha finitosignificato che la filosofa attribuisce al concetto di privacy, in cui ilrimando alla privazione da sinonimo negativo assume il connotato nonprivativoun rifugio sicuro poiché è una vita spesa interamente in pubblico correil rischio di divenire superficiale.attribuisce alla sfera domestica un carattere di protezione e ridefinisceil ruolo di proprietà: Prima dell'età moderna ogni civiltà si era fondatae della protezione della legge. Pertanto, secondo la Arendt, la sacralitàdi questa zona privata era legata alla sacralità dell'invisibile, cioè allaindividuo, ne metabolizza il meccanismo acquisitivo.Essere proprietari significa esseresignori delle proprie necessità di vita
entrare nel mondo comune a tutti.
L'isonomia che rende liberi.
Il rilievo dato all'artificialità della sfera
che gli individui assimilano nel momento in cui accadono alla sfera
La definizione di uguaglianza si rifà alla possibilità di ognuno
uguaglianza e la concezione moderna che gli uomini sono nati o creati
uguali e di vengono disuguali in virtù delle istituzioni sociali e politiche:
disuguaglianze tra gli uomini sono un prodotto della società.
L'uguaglianza, per la Arendt, è una prerogativa dell'ambito politico, in comune.
L'apoliticità della sfera sociale. L'avvento della società è stata una
pubblico le attività connesse con la mera sopravvivenza. L'avvento
della società è segnato dall'irrompere della sfera delle necessità della
vita all'interno della sfera politica, nel quale la società viene

La politica nasce tra gli uomini e dunque al di fuori dell'uomo. Il rifiuto della filosofia di una naturale e politicità dell'uomo trova riscontro nella pubblica, rispetto alla natura, al sociale, al privato, garantendo inoltre. È la natura stessa del patto a costituire il limite possono essere legati da valori e culture perché ciò impedirebbe l'affermazione dell'universalismo dei diritti umani: Una comunità delle singolarità in cui sono i singoli individui nella loro pluralità a costituirla. statuale. Considera i doveri come l'obbligo di fedeltà, mentre per i diritti fa una distinzione tra quelli politici e civili, stabilendo che i primi dai soprusi e dal potere di uno Stato e rappresenta quello status giuridico che viene riconosciuto dal diritto e dalle leggi dello stato a cui si appartiene. Il carattere fondamentale della cittadinanza diviene la sottomissione all'autorità, che ha il potere di.

qualificare degli individui essere membro di uno stato è un rapporto di dipendenza. Un individuo è titolare di diritti e doveri e non gli si chiede di rinunciare alla propria sovrano, un obbligo reciproco che prevedeva che il sovrano fornisse aiuto e protezione e l'individuo (suddito libero) fedeltà e obbedienza. Obbedienza, ne dovrebbe conseguire che ogni suddito è cittadino, ma non è così: infatti, l'elemento costitutivo del cittadino è la libertà.
Dettagli
A.A. 2021-2022
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliapizzuti9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Educazione, cittadinanza e patrimonio culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Ferrari Marco.