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CONSUMATORI E INCENTIVI
Il consumatore:
Il consumatore decide cosa acquistare in base ai gusti (cerca di massimizzare il beneficio del consumo), ai prezzi di beni/servizi (permettono di definire il costo relativo di beni e servizi; il prezzo relativo di un bene determina a cosa rinuncia un consumatore quando acquista qualcosa) e al suo budget.
Insieme di bilancio: l'insieme di tutti i possibili panieri di beni e servizi che possono essere acquistati col reddito di un consumatore. È rappresentato graficamente dall'area triangolare al di sotto della retta del vincolo di bilancio.
Vincolo di bilancio: rappresenta, tra i beni e i servizi che un consumatore può scegliere, quelli che esauriscono interamente il suo budget. Si assume che i consumatori non risparmino né si indebitino.
- Le intercette indicano la quantità massima di un bene che un consumatore può acquistare se sceglie di acquistare solo quel bene: il loro valore è dato dalla somma
totale di denaro disponibile divisa per il prezzo del bene. Calcolo del costo opportunità dell'acquisto di un bene X: 1. perdita nel bene y (numero di beni y a cui si deve rinunciare per l'acquisto di un bene x) / guadagno nel bene x 2. intercetta sull'asse del bene y / intercetta sull'asse del bene x (12/6=2) Per spendere il proprio budget in maniera ottimale, è necessario utilizzare un ragionamento al margine, per acquistare il bene che produce il maggior beneficio marginale per dollaro speso (BMx/$= BMx/Px). Regola dell'uguale soddisfazione per ogni dollaro: quando si ottimizza, il beneficio marginale che si ha ottenuto dall'ultimo dollaro speso per ogni bene è uguale. Se così non fosse, significa che si sarebbe potuto acquistare un bene con un più alto beneficio marginale per dollaro speso. Cambiamento del prezzo o del reddito: - Se il vincolo di bilancio si sposta verso destra, il potere di acquisto si espande, per lariduzione dei prezzi o l'aumento del reddito- Se il vincolo di bilancio si sposta verso sinistra, il potere di acquisto diminuisce, per l'aumento dei prezzi o la riduzione del budget. Il surplus del consumatore: Surplus del consumatore: differenza tra la disponibilità a pagare e il prezzo pagato per il bene. Quando i prezzi aumentano, il surplus del consumatore diminuisce. Elasticità della domanda: Elasticità: il rapporto tra variazioni percentuali delle variabili in questione, misura la sensibilità di una variabile a una variazione di un'altra variabile. 1. Elasticità della domanda rispetto al prezzo: la variazione percentuale della quantità domandata di un bene dovuta a una variazione percentuale del suo prezzo. Per la legge della domanda, essa sarà negativa. Elasticità di prezzo più alte significano che i consumatori sono più sensibili a un cambiamento di prezzo. -L'elasticità tende a variareper livelli della curva di domanda: anche se la pendenza è la stessa, l'elasticità è varia, perché il rapporto prezzo-quantità lungo la curva di domanda è differente. Quando questo rapporto cresce, la domanda diventa più elastica. Elasticità ad arco: metodo per calcolare l'elasticità nel punto intermedio dell'intervallo considerato, che realizza un'elasticità stabile indipendente dal punto di partenza, in quanto si considerano prezzo e quantità media. Misure dell'elasticità: - E>1: domanda elastica → un incremento di prezzo causa un decremento relativamente grande della quantità domandata e porta a ricavi inferiori Domanda perfettamente elastica: caratterizza i beni per i quali anche un piccolo incremento di prezzo azzera la quantità domandata dai consumatori (vedi f1) - E=1: ogni aumento di prezzo lascerebbe i ricavi immutati → domanda con elasticità unitaria - E<1: domanda inelastica → un incremento di prezzo causa un decremento relativamente piccolo della quantità domandata e porta a ricavi superiori.elasticità unitaria (vedi f2)(un aumento del prezzo del 20% comporta una diminuzione della domanda del 20%)- E<1: domanda anelastica → un incremento di prezzo causa una diminuzione relativamente piccola della quantità domandata e quindi porta a ricavi superiori → domanda anelastica
Domanda perfettamente anelastica: caratterizza i beni per i quali la quantità domandata non è influenzata dai prezzi (vedif3)
Le differenze di elasticità si spiegano tramite:
- l'esistenza di beni sostituti: quando il numero di beni sostituti cresce, l'elasticità della domanda rispetto al prezzo cresce
- la quota del budget spesa per il bene, ossia l'importanza che il bene assume nel paniere dei consumi: quando un consumatore spende una parte maggiore del suo budget per un bene, l'elasticità della domanda sale
- il tempo a disposizione per gli aggiustamenti: i consumatori, nel breve periodo, reagiscono molto meno che
1. Elasticità della domanda rispetto al prezzo: è la variazione percentuale della quantità domandata di un bene dovuta a una variazione percentuale del suo prezzo. Indica quanto sensibile è la domanda alle variazioni di prezzo. 2. Elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo: è la variazione percentuale della quantità domandata di un bene dovuta a una variazione percentuale del prezzo di un altro bene. Se è negativa, i due beni sono complementari; se è positiva, i due beni sono sostituti. 3. Elasticità della domanda rispetto al reddito: è la variazione percentuale della quantità domandata di un bene dovuta a una variazione percentuale del reddito. Questo indicatore permette di valutare come le proposte di riforma fiscale potrebbero influenzare il consumo dei vari beni e servizi. - Beni normali: sono beni per i quali un aumento del reddito comporta un aumento della quantità domandata. - Beni inferiori: sono beni per i quali un aumento del reddito comporta una diminuzione della quantità domandata. Ad esempio, McDonald's. - Beni di lusso: l'elasticità della domanda rispetto al reddito è elevata, il che significa che la domanda di questi beni è molto sensibile alle variazioni del reddito.
Il reddito è maggiore di 1
Appendice:
Utilità: misura della soddisfazione o della felicità che deriva dal consumo di un bene o di un servizio.
Curva di indifferenza: l'insieme dei panieri di beni che forniscono un uguale livello di utilità al consumatore (ovunque ci si trovi sulla curva, si ha lo stesso livello di soddisfazione). Quando è tracciata assieme al vincolo di bilancio, la combinazione tra le due mostra il punto che bisognerebbe scegliere per massimizzare l'utilità dato il vincolo di bilancio.
Le curve di indifferenza servono a capire come cambiano le scelte in risposta ai cambiamenti di prezzi e di reddito.
Effetto reddito: variazione del consumo che avviene quando una variazione di prezzo muove il consumatore verso una curva di indifferenza più alta o più bassa.
Effetto sostituzione: variazione nel consumo che ha luogo quando una variazione di prezzo muove il consumatore lungo una data curva di indifferenza.
IMPRESE E
produzione: un input che può essere cambiato nel breve periodo. Incentivi all'impresa:L'impresa è un'entità economica che produce e vende beni e/o servizi. Il suo principale obiettivo è massimizzare il beneficio netto o profitto. Deve quindi capire come produrre il bene e quali sono il costo e la remunerazione dell'attività economica svolta.
Produzione:La produzione è il processo di trasformazione degli input in output. La funzione di produzione è la relazione tra la quantità di input e la quantità di output prodotto.
Capitale fisico:Il capitale fisico è qualsiasi bene, compresi macchinari ed edifici, usato per la produzione.
Breve periodo:Il breve periodo è un intervallo di tempo, generalmente riferito a periodi inferiori a un anno, in cui solo alcuni input dell'impresa possono variare. Il capitale viene assunto come dato.
Lungo periodo:Il lungo periodo è un intervallo di tempo in cui può essere cambiata la totalità degli input di un'impresa.
Fattore fisso di produzione:Un fattore fisso di produzione è un input che non può essere cambiato nel breve periodo.
Fattore variabile di produzione:Un fattore variabile di produzione è un input che può essere cambiato nel breve periodo.
produzione: un input che può essere cambiato nel breve periodo.
Prodotto marginale: variazione del prodotto totale associata all'uso di un'unità addizionale di input.
Specializzazione: risultato dello sviluppo da parte dei lavoratori di un insieme di competenze finalizzate all'incremento dellaproduttività totale.
Legge dei rendimenti decrescenti: afferma che successivi incrementi degli input alla fine portano a un minore prodotto addizionale (aggiungere troppi operai può ridurre la produzione totale).
Costo di produzione: ciò che l'impresa deve pagare per i suoi input.
Costo totale: somma di costi variabili e costi fissi. Costo totale medio (CTMe): costo totale diviso per il prodotto totale.
Costo variabile: costo dei fattori variabili di produzione, che cambiano insieme con la produzione dell'impresa.
Costo variabile medio (CVMe): costo variabile totale diviso per il prodotto totale.
Costo fisso: costo di fattori di produzione
risorse che l'impresa ottiene dalla vendita dei suoi prodotti o servizi. Il ricavo è dato dal prezzo di vendita per la quantità di prodotto venduta. Profitto: differenza tra il ricavo e il costo totale. Il profitto rappresenta il guadagno netto dell'impresa. Break-even point: punto di pareggio in cui il ricavo è uguale al costo totale. In questo punto l'impresa non genera né profitto né perdita. Elasticità: misura la sensibilità della domanda rispetto alle variazioni di prezzo. Un'elasticità maggiore di 1 indica una domanda elastica, cioè sensibile alle variazioni di prezzo. Un'elasticità minore di 1 indica una domanda inelastica, cioè poco sensibile alle variazioni di prezzo. Margine di contribuzione: differenza tra il ricavo e i costi variabili. Il margine di contribuzione rappresenta la parte del ricavo che contribuisce a coprire i costi fissi e a generare profitto. Questi concetti sono fondamentali per comprendere la gestione finanziaria di un'impresa e valutare la sua redditività.Suoi prodotti. E' dato dalla moltiplicazione tra prezzo e quantità venduta. Un'impresa perfettamente concorrenziale ha di fronte una curva di domanda orizzontale, ossia perfettamente elastica (vedrà sempre il proprio prodotto pagato al prezzo di mercato, qualunque sia la quantità di bene prodotta).
Ricavo marginale: variazione del ricavo totale associata alla vendita di un'unità addizionale di output. In un mercato perfettamente concorrenziale, esso è uguale al prezzo di mercato, perciò la curva del ricavo marginale è equivalente alla curva di domanda. L'impresa produce dove il costo marginale eguaglia il ricavo marginale, per massimizzare i profitti.
Profitto: si ottiene sottraendo al ricavo totale dell'impresa il suo costo totale. Se un'impresa può produrre un'altra unità di prodotto a un costo marginale che è inferiore al prezzo di mercato, dovrebbe farlo, perché
producendo quell'unità, ricava un profitto. Essa dovrebbe espandere la propria produzione finché il ricavo marginale (prezzo) non eguagli il costo marginale.
Possiamo calcolare il profitto totale prendendo la differenza