CAPITOLO 21, LA CRESCITA ECONOMICA
In questo capitolo viene analizzato il motivo per cui alcune nazioni hanno registrato una crescita
economica signi cativa negli ultimi 200 anni. Si parlerà sempre di PIL reale, cioè calcolato ai prezzi di
un anno base (in genere il 2011), per eliminare gli e etti dell’in azione e consentire confronti più accurati
tra periodi e Paesi diversi.
La crescita economica può essere osservata analizzando il PIL pro capite, che misura il valore della
produzione economica per abitante. La crescita di lungo periodo è caratterizzata da un aumento
continuo del PIL pro capite, sebbene ci possano essere uttuazioni dovute a crisi economiche.
In Italia, la crescita ha avuto un’accelerazione solo nel secondo dopoguerra. Il PIL pro capite italiano è
passato da 2.831 dollari nel 1945 a 34.364 dollari nel 2018, mostrando un forte sviluppo economico dal
dopoguerra in poi.
tasso di crescita economica
Il è la variazione percentuale annua del PIL pro capite.
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- Ad esempio, tra il 2005 e il 2006, il PIL pro capite degli Stati Uniti è passato da 49.665 a 50.490
dollari, con un tasso di crescita del 1,7%. crescita esponenziale,
Un concetto fondamentale nella crescita economica è la che avviene quando il
PIL cresce a un tasso costante nel tempo. In questo processo, ogni incremento si basa sugli incrementi
precedenti, generando un e etto cumulativo.
- Ad esempio, se una variabile cresce del 5% annuo dal 2000 in poi, nel 2015 il valore nale non sarà
semplicemente il valore iniziale più il 75% (ossia 15 × 5%), ma sarà molto più elevato perché ogni
anno la base di crescita aumenta.
L’e etto della crescita esponenziale è evidente nel confronto tra Paesi, partendo con un PIL di $1000:
- un Paese che cresce dell’1% annuo per 200 anni avrà nel 2010 un PIL pro capite di 7.316 dollari;
- un Paese che cresce del 2% annuo raggiungerà invece 52.485 dollari;
- se un Paese non cresce a atto (0% annuo), il PIL rimarrà fermo a 1.000 dollari.
Anche una piccola di erenza nel tasso di crescita può portare a enormi di erenze nel reddito pro capite
nel lungo periodo.
La crescita economica non è stata uguale per tutti i Paesi. Alcune nazioni hanno avuto tassi di crescita
molto alti, riducendo il divario con i Paesi più sviluppati, mentre altre sono rimaste stagnanti o
addirittura peggiorate.
Dati sul PIL pro capite (1960-2017) in dollari costanti (corretti per la Parità di Potere d’Acquisto, PPA):
- Stati Uniti, Regno Unito e Francia: crescita costante, con un tasso medio superiore al 2% annuo;
- Cina, Corea del Sud, Botswana, Spagna e Singapore: crescita molto rapida, con tassi superiori al
4-6% annuo;
- Messico, Brasile e India: crescita più lenta, con tassi vicini a quello degli USA;
- Kenya, Ghana, Ruanda, Nicaragua e Repubblica Democratica del Congo: crescita molto bassa o
negativa. Il Nicaragua ha registrato una contrazione del -3% annuo, mentre il Congo ha perso il
-2,03% annuo, diventando più povero rispetto al passato. Spesso, questi risultati negativi sono stati
in uenzati da guerre civili e instabilità politica.
Guardando più indietro nel tempo, possiamo osservare come i divari tra Paesi si siano ampliati nei
secoli.
Nel 1820, il PIL pro capite non era molto diverso tra i vari Paesi:
- gli Stati Uniti avevano un PIL pro capite di 2.100 dollari, circa il doppio del Messico (968 dollari);
- l’India aveva un PIL pro capite pari a metà di quello USA, ma nel 2010 era solo un decimo di quello
statunitense. diversi tassi di crescita
Le di erenze attuali sono dovute ai nel tempo:
- gli Stati Uniti hanno avuto una crescita media del 1,65% annuo;
- il Regno Unito è cresciuto dell’1,29% annuo, risultando più povero degli USA nel 2010, nonostante
fosse più ricco nel 1820;
- la Cina, la Corea del Sud e la Spagna, che nel 1970 erano relativamente più povere, sono cresciute
più velocemente degli Stati Uniti dagli anni ‘80, recuperando il divario.
recuperare il divario economico
Alcuni Paesi riescono a con le nazioni più avanzate attraverso un
processo chiamato "catching-up". Questo avviene quando un Paese povero adotta tecnologie e
strategie produttive dei Paesi più sviluppati, accelerando la sua crescita.
COME CRESCE L’ECONOMIA DI UNA NAZIONE?
Si può calcolare la crescita economica di un paese basandosi sulla funzione aggregata della produzione
Y= A x F (K,H).
Un paese può aumentare il proprio PIL in tre modi:
- incrementando il capitale sico (cioè macchinari, infrastrutture, edi ci e attrezzature);
- aumentando il numero di lavoratori o migliorando la loro produttività;
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- avanzando tecnologicamente per rendere più e ciente il processo produttivo.
Uno degli aspetti fondamentali per la crescita economica è l'accumulazione del capitale sico, che
investimenti.
avviene attraverso gli Gli investimenti permettono di ampliare e migliorare le infrastrutture
produttive, contribuendo così all'aumento del PIL nel tempo.
- risparmio.
Per nanziare gli investimenti, è essenziale il In un’economia in cui non ci sono scambi
con l’estero e senza intervento dello Stato, il reddito generato viene utilizzato o per il consumo o per
il risparmio. Il risparmio, a sua volta, viene destinato alle imprese, che lo impiegano per acquistare
nuovi beni strumentali e migliorare la capacità produttiva.
Di conseguenza, un paese con un alto tasso di risparmio accumula capitale sico più rapidamente,
favorendo una crescita economica più veloce.
Per comprendere come evolve lo stock di capitale sico di un'economia, è quindi fondamentale
analizzare le scelte di risparmio delle famiglie.
Fattori determinanti per la crescita del PIL pro capite
del capitale sico
L’accumulazione (K): l’accrescimento del capitale sico è possibile grazie
all’investimento, un processo noto come accumulazione del capitale sico. L’investimento è una delle
componenti del PIL, che, in un’economia chiusa senza spesa pubblica, è dato dalla somma di consumo
(C) e investimento (I).
In questo contesto, l’investimento deriva direttamente dal risparmio, ovvero il reddito che non viene
consumato viene utilizzato dalle imprese per e ettuare nuovi investimenti. Quindi, un aumento del
risparmio delle famiglie porta a una più rapida accumulazione di capitale sico, accelerando così la
crescita del PIL.
Tuttavia, l'accumulazione del capitale sico non è su ciente per garantire una crescita economica
sostenuta, a causa dei rendimenti decrescenti: con il tempo, ogni ulteriore unità di capitale sico
contribuisce sempre meno alla crescita del PIL. Questo fenomeno impedisce un’espansione economica
stabile e duratura basata solo sugli investimenti in capitale sico.
unità totali di lavoro e ciente
Le (H): un altro modo per aumentare il PIL è accrescere le unità totali di
lavoro e ciente (H), che dipendono da due fattori:
- numero di lavoratori attivi: aumentare la forza lavoro incrementa il PIL, ma la legge dei rendimenti
decrescenti si applica anche qui. Ogni nuovo lavoratore aggiunge meno produttività rispetto al
precedente;
- capitale umano: si può aumentare H migliorando il livello di istruzione e la formazione della forza
lavoro. Tuttavia, l’incremento dell’istruzione non può essere in nito, il numero di anni di scuola ha un
limite sico e gli e etti positivi sulla crescita si riducono nel tempo.
Anche un miglioramento dell’istruzione non basta, da solo, a sostenere la crescita economica
inde nitamente.
ruolo della tecnologia
Il (A): il vero motore della crescita sostenuta è la tecnologia. Il cambiamento
tecnologico è il processo di innovazione e miglioramento dell’e cienza produttiva.
Legge di Moore,
Un esempio concreto è la che dimostra come il numero di transistor nei microchip
raddoppi circa ogni due anni, con conseguente aumento della potenza di calcolo.
L’innovazione tecnologica è esponenziale perché le nuove tecnologie si basano su scoperte precedenti,
creando un e etto cumulativo. A di erenza del capitale sico e del lavoro, la tecnologia non so re di
rendimenti decrescenti, motivo per cui è considerata il principale fattore della crescita sostenuta.
LA STORIA DELLA CRESCITA E DELLA TECNOLOGIA
Prima del XIX secolo, nonostante i progressi scienti ci, artistici e tecnologici, l’economia non mostrava
una crescita sostenuta. Poteri come l’antica Grecia, Roma e Venezia conobbero periodi di prosperità,
ma la crescita non si mantenne stabile. livello di sussistenza
L’assenza di crescita sostenuta si spiega con il (reddito appena su ciente a
garantire a un individuo il minimo necessario ala sopravvivenza in termini di alimentazione, alloggio e
fi
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vestiario): il reddito medio non poteva scendere sotto un minimo necessario alla sopravvivenza (circa
500 dollari annui in termini moderni).
Fino al 1800, il PIL pro capite rimase pressoché invariato in tutto il mondo, e anche nei paesi più
sviluppati, come gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, non superava di molto i 500 dollari.
L’economista Thomas Malthus (1798) teorizzò che la popolazione tendeva a crescere con l’aumento del
reddito, portando a una riduzione del PIL pro capite no ai livelli di sussistenza.
ciclo malthusiano,
Questo fenomeno era noto come e rappresentava la tendenza, osservata nelle
economie pre-industriali, per cui un aumento del reddito aggregato conduce a un aumento della
popolazione, che a sua volta determina una riduzione del reddito pro capite, che a sua volta causa una
diminuzione della popolazione. Di conseguenza, la crescita economica era limitata, e il reddito pro
capite oscillava senza mai aumentare stabilmente.
transizione demogra ca
Nel XIX secolo, la ridusse la fertilità, permettendo un aumento stabile del
reddito pro capite. Il fenomeno fu favorito dall’urbanizzazione e dai cambiamenti socioeconomici: nelle
città, i bambini non erano più necessari come forza lavoro nei campi e il loro mantenimento divenne più
costoso. Questo mutamento demogra co contribuì a spezzare il ciclo malthusiano, creando le
condizioni per una crescita economica sostenuta. rivoluzione industriale,
Oltre alla transizione demogra ca, il vero motore della crescita fu la iniziata in
Gran Bretagna con l’innovazione nei processi produttivi e nell’uso della tecnologia. L’industrializzazione
permise un progresso tecnologico rapido e sistematico, garantendo un aumento continuo del
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