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La scelta ottimale di produzione per massimizzare il profitto

Si può affermare che un'impresa sceglierà di produrre quella quantità ottimale Q che le permetterà di massimizzare il profitto, ovvero di rendere massimo lo scarto tra i ricavi totali e i costi totali. Questo avverrà nel punto in cui RM=CM, ovvero il ricavo marginale ottenuto dall'ultima unità di prodotto venduta dovrà essere uguale al costo sostenuto per produrla.

All'impresa conviene espandere la produzione ogni volta che RM>CM e ridurla quando RM<CM. I concetti di costo e produzione possono essere utili per capire il modo in cui un'impresa sceglie la migliore combinazione di fattori di produzione. Le imprese che desiderano massimizzare i profitti cercano di minimizzare il costo sostenuto per produrre un dato livello di output. In questo caso, l'impresa segue la regola del costo minimo: vengono scelti i fattori di produzione diversi affinché il prodotto marginale per euro di input sia uguale per tutti gli.

La contabilità aziendale non si occupa soltanto dei profitti e delle perdite ma comprende anche il bilancio, ovvero un resoconto della situazione finanziaria dell'impresa in una certa data. Da una parte del bilancio c'è una riportate le attività, dall'altra parte invece compaiono due elementi: la passività (debiti o obbligazioni dell'impresa) e il patrimonio netto.

Nel conto economico compaiono i flussi monetari in entrata e in uscita, mentre nello stato patrimoniale compaiono le quantità (fondi) di attività e passività alla fine dell'esercizio.

L'identità fondamentale del bilancio aziendale è che le attività totali equivalgono alle passività totali più il patrimonio netto dell'impresa.

totale dell'attività = totale delle passività + patrimonio netto

patrimonio netto = attività - passività

Capitolo 7

Per massimizzare i profitti è necessario

che l'impresa gestisca le proprie attività interne in modo efficiente e prenda decisioni giuste sul mercato. Un'impresa perfettamente concorrenziale vende un prodotto omogeneo, cioè un prodotto identico a quello venduto dai suoi concorrenti, e non è sufficientemente grande per poter influenzare il prezzo, per cui lo considera come un elemento dato. Per l'impresa concorrenziale la curva di domanda è perfettamente orizzontale. Il ricavo aggiuntivo derivante dalla vendita di ciascuna unità supplementare è pertanto pari al prezzo di mercato. Dati i costi, la domanda e la volontà di massimizzare i profitti, un'impresa concorrenziale stabilisce la quantità da offrire sul mercato. Grazie alla regola dell'offerta di un'impresa in concorrenza perfetta, un'impresa che mira a massimizzare i profitti stabilisce un livello di produzione al quale il costo marginale è uguale al prezzo (CM=PP) costo medio unitario.d’b dc d’’costo marginale Q In generale, la curva del costo marginale di un'impresa può essere utilizzata per determinare il piano di produzione ottimale: l'output che consente di massimizzare i profitti è indicato dal punto in cui il prezzo interseca la curva del costo marginale. Il punto B è il punto di profitto economico zero, ovvero il livello di produzione al quale i profitti economici dell'impresa sono pari a zero. Nel punto di profitto economico zero, il prezzo eguaglia il costo medio unitario, per cui i ricavi coprono appena i costi. Il livello critico del prezzo di mercato al quale i ricavi corrispondono esattamente al costo variabile viene definito punto di chiusura. Se i prezzi sono superiori al punto di chiusura, il livello di produzione verrà mantenuto sulla curva del costo marginale, mentre se i prezzi sono inferiori al punto di chiusura, l'impresa cesserà di produrre poiché in tal modo perderebbe soltanto.

I costi fissi. La regola di chiusura afferma che: quando il prezzo diminuisce a tal punto che i ricavi totali sono inferiori al costo variabile e il prezzo è inferiore al costo variabile unitario, l'impresa minimizza le perdite cessando l'attività.

P CM CUCVUpunto di pareggio Qpunto di chiusura

Capitolo 8

Un mercato perfettamente concorrenziale è caratterizzato da imprese troppo piccole per poter influire sul prezzo di mercato. Se invece un'impresa è in grado di influire in modo significativo sul prezzo del mercato del proprio output, si dice che opera in condizioni di concorrenza imperfetta.

La concorrenza imperfetta prevale in un'industria quando i singoli venditori hanno un certo controllo sul prezzo del loro prodotto; ciò non implica che il controllo esercitato da un'impresa sul prezzo sia assoluto ma soltanto che l'impresa lo può fissare entro certi limiti.

P P d'd d QQ Domanda dell'impresa in concorrenza

La differenza tra concorrenza perfetta e imperfetta può essere analizzata anche in termini di elasticità rispetto al prezzo. Per un'impresa in concorrenza perfetta la domanda è perfettamente elastica, mentre per un'impresa in concorrenza imperfetta essa presenta un'elasticità limitata.

Il termine monopolista deriva dal greco "monos" che significa "solo" e "polistes" che significa "venditore". Con monopolio si intende un unico venditore che ha il totale controllo di un'industria. È l'unico produttore nella sua industria e non esiste altra industria capace di produrre un bene sostitutivo.

Quasi tutti i casi di concorrenza imperfetta possono essere fatti risalire a due ragioni principali: in primo luogo, le industrie tendono a essere caratterizzate da pochi venditori in presenza di importanti economie in produzione su vasta scala e di costi decrescenti; in queste condizioni si hanno economie di

scala talché le grandi imprese possono produrre a costi inferiori e quindi applicare prezzi più bassi di quelli delle piccole imprese impedendone la sopravvivenza. In secondo luogo, i mercati tendono alla concorrenza imperfetta quando l'ingresso di nuovi concorrenti nell'industria è ostacolato. Le cosiddette barriere all'ingresso possono derivare da leggi o regolamentazioni che limitano il numero di concorrenti. Il punto chiave consiste nel verificare se in un'industria esistono o meno economie di scala: se sono presenti l'industria può diminuire i propri costi medi unitari incrementando la produzione, perlomeno fino a un certo livello. Questo significa che per quanto riguarda i costi le imprese più grandi sono avvantaggiate rispetto a quelle di dimensioni più modeste. Anche le barriere all'ingresso sono fattori che ostacolano l'ingresso di nuove imprese nell'industria: quando sono elevate, è probabile che

Un'industria è caratterizzata da poche imprese e da un livello di concorrenza limitato. Le economie di scala sono un tipo comune di barriere all'ingresso ma ne esistono anche altre, come le restrizioni legali, gli elevati costi di ingresso, la pubblicità, e la differenziazione dei prodotti.

Per comprendere il prezzo e il livello di output che consentono al monopolista di massimizzare i profitti è necessario definire un nuovo concetto, quello di ricavo marginale, e confrontarlo con il costo marginale.

Per ottenere il ricavo totale corrispondente a ciascun livello di vendita è sufficiente moltiplicare il prezzo per la quantità. In questo caso, inizialmente il ricavo totale aumenta all'aumentare dell'output, quando però si raggiunge il punto intermedio della curva di domanda, RT è al livello massimo. Spingendo q oltre tale punto, l'impresa si sposta nella zona di domanda anelastica, per cui il ricavo totale diminuisce.

in seguito a una riduzione del prezzo. Il ricavo totale è dato da RT = Q * P, dove Q è la quantità venduta e P è il prezzo di vendita. Il ricavo marginale è l'incremento del ricavo totale derivante dalla vendita di un'unità aggiuntiva. Il ricavo marginale può essere sia positivo sia negativo. Il ricavo marginale è positivo quando la domanda è elastica, zero quando la domanda è a elasticità unitaria e negativo quando la domanda è anelastica. Il prezzo e la quantità di massimo profitto di un monopolista si hanno quando il ricavo marginale è uguale al costo marginale. Graficamente, il punto di massimo profitto si ha al livello di output in cui il costo marginale è uguale al ricavo marginale.

è uguale aRM, che corrisponde al punto di intersezione (E). Per individuare il prezzo chemassimizza i profitti occorre salire in senso verticale verso la curva dd fino al punto diintersezione (G). P d CMconcorrenza imperfetta GE d QRMLa regola del costo marginale e del ricavo marginale è stata applicata ai monopolistiche desiderano massimizzare i profitti, ma rimane valida anche in casi di concorrenzaperfetta.in concorrenza perfetta il prezzo è uguale al ricavo unitario e quest'ultimo è uguale alricavo marginale (P=RM=RU). La curva dd e la curva RM di un'impresa in concorrenzaperfetta sono linee orizzontali coincidenti. Dato che un'impresa in concorrenza perfettapuò vendere la quantità desiderata al prezzo di mercato, ne consegue che P=RM=CMnel punto di massimo profitto.il punto di intersezione RM=CM corrispondente al massimo profitto si avrebbe doveP=CM. CMP RMconcorrenza perfetta QLe imprese che detengono il potere di mercato

randimento e la differenziazione del prodotto. Le economie di scala si verificano quando una società può produrre un bene o un servizio a un costo inferiore rispetto ai suoi concorrenti grazie alla produzione su larga scala. Le barriere all'ingresso sono ostacoli che impediscono ad altre società di entrare nel mercato e competere con successo. La differenziazione del prodotto si riferisce alla capacità di una società di creare un prodotto unico o distintivo che soddisfi le esigenze dei consumatori in modo diverso rispetto ai prodotti dei concorrenti. La discriminazione del prezzo è una strategia utilizzata dalle società per massimizzare i loro profitti. Consiste nel vendere lo stesso prodotto a prezzi diversi a diversi gruppi di clienti. Ad esempio, una società potrebbe aumentare il prezzo del prodotto per i clienti esistenti che non possono abbandonare il programma sottoscritto, mentre offre lo stesso prodotto a un prezzo scontato ai nuovi clienti. Questo approccio si basa sull'elasticità della domanda, che misura la sensibilità dei consumatori ai cambiamenti di prezzo. In conclusione, la discriminazione del prezzo è una strategia che le società utilizzano per aumentare i loro profitti. Sfruttando le economie di scala, le barriere all'ingresso e la differenziazione del prodotto, le società possono vendere lo stesso prodotto a prezzi diversi a diversi gruppi di clienti.
Dettagli
A.A. 2022-2023
44 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher antonio.panico740 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Grimaldi Gerardo.