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M)
L’allocazione del monopolio (il punto è un tipico
esempio di fallimento del mercato (non dal
punto di vista dell’impresa, che ottiene il massimo
profitto, ma da quello della “società”). Misuriamo il
benessere sociale come la somma del surplus dei
aMp
consumatori (l’area del triangolo ) e del
m
MYp p
profitto dell’impresa (il rettangolo ).
c m
Cp
Rispetto all’allocazione (quella Pareto ottimale)
si registra una perdita sociale, misurata dal
triangolo CpMY. L’impresa potrebbe accettare di
y
produrre in cambio di un indennizzo versato dai consumatori pari al
c
mancato profitto. I consumatori ci guadagnerebbero (una cifra pari alla perdita
sociale), ma un accordo del genere è vanificato dal fenomeno del free-riding.
Due rimedi (e i loro inconvenienti) C),
Per contrastare il fallimento del mercato (ovvero per ottenere l’allocazione
ci sono due soluzioni principali:
(1) monopolio pubblico, cui viene imposto l’obiettivo di massimizzare il
benessere sociale (e quindi il surplus dei consumatori) invece di massimizzare il
profitto.
(2) regolamentazione. Per esempio, in cambio della licenza a produrre il bene
pc
si impone all’impresa il prezzo (prezzo amministrato).
Entrambe le soluzioni presentano numerosi inconvenienti. Ne segnaliamo due:
costi medi decrescenti
– se vi sono sia il monopolio pubblico che l’impresa
regolamentata lavorerebbero in perdita e andrebbero sussidiate
– nelle imprese sussidiate (pubbliche o private) si indeboliscono fortemente
gli incentivi a tenere comportamenti efficienti.
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POWER POINT 13: OLIGOPOLIO
DEFINIZIONE: forma di mercato in cui le imprese presenti sono poche e
grandi. Il prodotto può essere sia omogeneo che differenziato. Le barriere
all’entrata possono esserci o non esserci. Cosa vuol dire “poche” e “grandi”?
singola rilevante
Che la scelta della impresa è per il risultato complessivo del
mercato. Di conseguenza, quando un’impresa definisce la propria scelta deve
mettere nel conto le possibili scelte delle altre (perché quello che fanno le
altre imprese influenza il proprio profitto).
ESEMPIO: due sole imprese (duopolio) e prodotto omogeneo. La relazione tra
y y
p a y a
prezzo e quantità prodotta (curva di domanda) è = - = - ( + ).
1 2
Il profitto della prima impresa è ¿
INCLUDEPICTURE /Users/elisabettacensi/Library/Group Containers/UBF8T346G9.ms/WebArchiveCopyPast
C(
py y
= - ) ossia
1 1 ¿
INCLUDEPICTURE /Users/elisabettacensi/Library/Group Containers/UBF8T346G9.ms/WebArchiveCopyPast
y y y y y
[a C(
= - ( + )] - ) e dipende dalla propria scelta ( ) e
1 2 1 1 1
y
dalla scelta dell’altra ( ).
2
Interazione strategica
L’impresa oligopolistica sa che i risultati della sua scelta dipendono dalle scelte
delle altre imprese e che le altre imprese si trovano nella stessa situazione.
Questo fenomeno viene chiamato “interazione strategica” ed è ciò che
distingue l’oligopolio da tutte le altre forme di mercato (sia in monopolio che in
concorrenza il profitto dell’impresa dipende solo dalla sua scelta). L’interazione
strategica rende il processo decisionale dell’impresa molto più complicato.
Sono possibili tre strategie generali:
cercare di mettersi d’accordo con le altre imprese;
rinunciare all’accordo e cercare di prevedere le mosse delle altre imprese;
rinunciare all’accordo e cercare di escludere le altre dal mercato (o di non
farcele entrare).
Tipi di accordo
In che modo può essere realizzato l’accordo tra le imprese? Esistono diverse
possibilità:
(1) fusione. Le due imprese si uniscono dando vita a un’unica società.
L’impresa risultante (con due stabilimenti) ha il monopolio nel mercato
(2) intesa. Le due imprese sottoscrivono un contratto vincolante per entrambe
che le impegna a rispettare l’accordo. Queste due soluzioni spesso non sono
proibite
praticabili perché
dalla legislazione e sanzionate dall’Antitrust. Esiste però una terza soluzione.
(3) collusione. Le due imprese si coordinano con un accordo non formalizzato
e non vincolante. sull’interesse
Mancando un contratto vincolante, la collusione si regge delle
imprese a rispettare l’accordo.
9
Un’alternativa all’accordo
La principale alternativa alla collusione è, per la singola impresa (del duopolio),
quella di fare da sola, cercando di prevedere al meglio le mosse dell’altra
impresa. Supponiamo che ciascuna impresa debba decidere la propria quantità
prodotta senza accordarsi con l’altra. Come sceglierà?
quantità che rende massimo il suo profitto
La solita risposta - la - è incompleta
perché il suo profitto dipende, come sappiamo, anche dalla quantità prodotta
dall’altra impresa. Per ogni dato livello della quantità prodotta dall’altra,
l’impresa può calcolare quale sia la quantità da produrre che rende massimo il
suo profitto. Otteniamo, per ciascuna impresa, una funzione che
lega la sua quantità prodotta a quella dell’altra (e viceversa):
{ 1
=R ( )
y y
1 2
2
=R ( )
y y
2 1
R = curve di reazione ma sono delle linee rette
Le curve di reazione
Le due formule appena scritte danno, per ciascuna
impresa, la quantità che deve produrre se vuole
ottenere il massimo profitto, in funzione della
quantità prodotta dall’altra. Vengono chiamate
“funzioni di risposta ottima” oppure curve di
reazione. È possibile rappresentare le curve di
reazione come rette decrescenti:
se l’altra impresa non produce nulla conviene produrre la quantità del
o y y y
monopolio: = quando = 0;
2 m 1
se l’altra impresa produce da sola la quantità della concorrenza non
o y y p = Cm).
conviene produrre nulla: = 0 quando è tale che
2 1
La teoria dei giochi e l’equilibrio di Nash
La “teoria dei giochi” è quel ramo dell’economia che studia i problemi
caratterizzati da interazione strategica. Distinzione importante:
giochi cooperativi = sono possibili accordi vincolanti per i giocatori
o giochi non cooperativi = accordi vincolanti non sono possibili
o
Le soluzioni dei giochi non cooperativi si chiamano “equilibri di Nash”. Una
coppia di scelte (una per giocatore) è un equilibrio di Nash quando, data la
scelta dell’altro, a nessuno dei due giocatori conviene cambiare la propria
risposta ottima
scelta. Nell’equilibrio di Nash la scelta di ciascun giocatore è la
alla scelta dell’altro giocatore.
Il duopolio di Cournot
Le due imprese del duopolio sono coinvolte in un gioco. Esso si chiama
“duopolio di Cournot”. Le due imprese cercano ciascuna di massimizzare il
proprio profitto scegliendo (senza coordinarsi) la quantità da produrre. Per
avere un equilibrio (di Nash) le due quantità devono essere ciascuna la
risposta ottima alla quantità scelta dall’altra impresa. Perciò le due quantità
prodotte sono identificate dal punto di incontro delle due curve di
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reazione. Se le due imprese hanno l’alternativa tra la collusione e l’equilibrio
di Cournot-Nash, cosa conviene fare? Per rispondere dobbiamo calcolare i
profitti nelle due situazioni. Il risultato è che il profitto dell’intesa è sempre
convenga
maggiore del profitto di Cournot. Sembra dunque che alle imprese
sempre stabilire un accordo e realizzare un monopolio di fatto.
Difficoltà della collusione
L’accordo garantisce un maggior profitto (ciò non sorprende, visto che
equivale alla decisione di un monopolista). Se è possibile un accordo
vincolante (una fusione o un’intesa) esso verrà preferito all’equilibrio di
Cournot. Se però un accordo vincolante (un gioco cooperativo) non è
possibile (per esempio, perché proibito dalla legge), non è detto che la
collusione (la terza strada) venga realizzata. La collusione è un accordo non
vincolante (un gioco non cooperativo); non ci sono sanzioni per chi non la
rispetta. Può convenire non rispettarla? Il punto è che
la collusione non è un equilibrio di Nash. Se una delle due imprese si impegna
alla scelta collusiva, all’altra conviene tradire il patto, scegliendo la risposta
ottima a quella scelta, che non è la scelta collusiva.
Defezione
Vediamo perché la collusione non è un equilibrio di
Nash. Sappiamo che l’equilibrio di Cournot-Nash è il
punto di incontro delle due curve di reazione (il
N). a
punto Nel grafico l’accordo è il punto A (dove y
m
= /2). Se però un’impresa si impegna a produrre
y
a d
, all’altra conviene produrre (che è la quantità
y y
corrispondente sulla curva di reazione). Questa scelta
defezione:
viene chiamata è la risposta ottima quando
l’altra impresa rispetta l’accordo. Chi defeziona ottiene
profitto maggiore,
un mentre chi rispetta l’accordo quando l’altra impresa
defeziona ottiene un profitto minore.
Duopolio di Bertrand
Consideriamo due imprese uguali in equilibrio di Nash-Cournot. Che succede
abbassare
se una delle due imprese decide di (appena) il prezzo mentre l’altra
prodotto omogeneo
lo lascia fermo? Dato che il è chi abbassa il prezzo toglie
tutti i clienti all’altra impresa e serve l’intero mercato (purché abbia capacità
produttiva disponibile). Questa strategia si chiama “taglio del prezzo”
(undercutting). Anche l’altra impresa dovrà fare la stessa cosa (e “rilanciare”).
p =
La rincorsa dei tagli si fermerà quando i profitti si annullano, ossia quando
Cme = Cmg. Un risultato uguale a quello della concorrenza perfetta. Questo
equilibrio (di Nash), cui si arriva quando le imprese si fanno concorrenza nei
prezzi, è detto equilibrio di Bertrand.
POWER POINT 14: LA TEORIA DEI GIOCHI
La teoria dei giochi analizza in modo formale l’interazione strategica di
soggetti razionali. Gioco = insieme astratto di regole che vincolano il
comportamento dei giocatori e definiscono i risultati sulla base delle azioni che
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essi intraprendono. Il gioco è identificabile con le regole. In un gioco vi sono tre
elementi caratteristici.
1) i giocatori (A, B, C..)
2) le strategie a loro disposizione per ogni giocatore le regole stabiliscono
un insieme di str