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Q=LK
L e K sono le incognite del problema.
Q è il vincolo, il numero di beni da produrre.
Noi dobbiamo minimizzare i costi TC= rK + wL (r e w sono I costi dei beni)
Dobbiamo trovare la combinazione migliore di K e L per spendere il meno
possibile.
A isocosti più bassi corrisponde una spesa più bassa.
La pendenza dall’isocosto è il rapporto del prezzo dei 2 fattori w/r
Il costo del capitale può essere il costo di un prestito o il costo-beneficio.
Pag. 212
Un aumento del prezzo di un bene sposta il consumo su un altro bene, vedere
un aumento del prezzo di un bene significa vedere ridotto il proprio potere
d’acquisto.
Nella teoria del consumatore si parla di effetto sostituzione ed effetto reddito.
Nel caso della produzione non c’è un effetto di reddito perché si è vincolati alla
produzione di una certa quantità del bene, che è quella richiesta dal mercato.
L’impresa deve rivedere solo la combinazione delle quantità di K(capitale) e di
L(lavoro).
Un aumento del costo del lavoro comporta una diminuzione della quantità di
lavoro consumato e necessariamente un aumento della quantità di capitale,
per produrre sempre la stessa quantità del bene.
La domanda di lavoro mostra quanto lavoro richiede l’impresa al variare dei
costi.
Minimizzazione dei costi nel breve e nel lungo periodo di tempo.
Non ha un confine definito, è una suddivisione di carattere economico.
Nel breve periodo vincolati dal capitale fisso.
Per acquistare nuovi macchinari o contrarre o disdire contratti d’affitto ci vuole
tempo.
È invece molto più rapido e flessibile il meccanismo di assunzione e
licenziamento.
Il breve periodo è una situazione in cui si possono assumere e licenziare
lavoratori mentre il capitale è un vincolo fisso.
Nel breve periodo è concesso alle imprese di produrre anche se sono diverse.
L è un input flessibile, K è un input fisso.
Nel lungo periodo sia il capitale che il lavoro sono input flessibili.
Le imprese meno efficienti hanno il tempo di revisionare il capitale fisico e
hanno tempo di imitare le imprese più efficienti.
Per cui nel lungo periodo tutte le imprese sono identiche e sono la migliore
versione possibile.
Es.
Q=KL (Cobb-Douglas)
K nel breve periodo è fisso a 20
L è una variabile di scelta
Quante unità di lavoro utilizza l’impresa per minimizzare i costi nel breve
periodo? Q
L=
Sostituisco il vincolo K=20 nella funzione di produzione. K
Q lo conosco, è la quantità che io sono obbligato a produrre.
100 =5
L=
Se ad esempio devo produrre 100 unità. 20
Capitolo 9
Potere di mercato potere di decidere il prezzo.
Monopolista unico produttore di un bene, con il massimo potere di mercato.
Il vero monopolio è una situazione quasi utopica.
La struttura più realistica è l’oligopolio, ovvero poche imprese che producono lo
stesso bene.
Il potere di mercato è alto ma non come il monopolista.
Concorrenza perfetta forma utopica di mercato con il minimo potere
d’acquisto.
Concorrenza monopolistica non la studiamo, è la forma più difficile, richiede
strumenti matematici complessi, risolvibili a computer.
Polverizzazione del mercato le imprese sono tantissime, assimilabili
all’infinito.
Le imprese in concorrenza perfetta non possono in alcun modo decidere il
prezzo di mercato.
(Price-taker)
Ipotesi:
Le imprese producono beni indifferenziati, ovvero della stessa qualità,
non c’è varietà di prodotto.
I consumatori dispongono di perfetta informazione dei prezzi che
vengono collocati sul mercato.
Il mercato dell’usato ad esempio non ha un’informazione perfetta, non
arriva al consumatore in maniera trasparente, si hanno sempre dei dubbi
sulla qualità del bene.
Tutte le imprese hanno uguale accesso alle risorse.
Non esistono barriere regolatorie all’entrata, ipotizziamo che chiunque
voglia intraprendere una soluzione possa farlo.
In concorrenza perfetta non c’è la possibilità di fare extra profitti.
Se provano ad alzare il prezzo anche solo di un minimo perdono tutto il loro
mercato perché ci sono talmente tante imprese che producono lo stesso bene
allo stesso prezzo che non è possibile farlo.
L’extra profitto un margine di guadagno superiore alla differenza costi/ricavi
considerando anche il costo/opportunità.
Profitto che va oltre tutte le spese per il capitale fisso e per il lavoro.
Es.
Ricavi:1kk
Spese:850k
L’imprenditore ricava 150k dopo tutte le spese
Conviene all’imprenditore stare sul mercato?
qual è lo stipendio più alto che prenderebbe andando a lavorare per un altro
imprenditore?
Prenderebbe 200k.
1kk-850k-200k=-50k (profitto)
Il profitto economico è negativo.
All’imprenditore non conviene tenere aperto la sua impresa perché
guadagnerebbe di più lavorando per un altro imprenditore.
Nel breve periodo è ammesso che le imprese abbiamo costi fissi diversi e che
quindi possano produrre quantità di beni diverse.
Nel lungo periodo tutte fanno il prezzo e tutte le imprese sono uguali perché chi
ha costi fissi più elevati riesce ad uniformarsi e se qualche impresa produce di
più le altre riescono ad imitarla, sono identiche in tutto.
Ricavo marginale ricavo che l’imprenditore ha vendendo un’unità in più.
In concorrenza perfetta il ricavo marginale è il prezzo, che è uguale per tutti gli
imprenditori.
Costo marginale costo per produrre un’unità in più.
Nel breve periodo non tutti gli imprenditori sono uguali, non hanno a
disposizione gli stessi macchinari o gli stessi lavoratori (diverse strutture
produttive).
L’imprenditore si spinge avanti nella produzione fino a quando i costi marginali
eguagliano i ricavi marginali. MC=MR=P.
Pag.256
Costi fissi (FC) non dipendono dalle quantità prodotte e vendute.
Un negozio deve tenere accesa la luce, pagare l’affitto a prescindere dal fatto
che venda 100 prodotti o 50.
I costi fissi nel breve periodo variano, dipende da produttore a produttore.
Costi variabili (VC) dipende dalle quantità prodotte, ad esempio il fattore
lavoro, a seconda di quanto produco ho bisogno di più personale, oppure i
sacchetti che uso in un negozio o la carta degli scontrini, più produco più ne
utilizzo, quindi più salgono i costi.
La curva di offerta del breve periodo della singola impresa coincide con la
funzione di costo marginale.
L’impresa concorrenziale vende al prezzo di costo, non c’è nessun extra
profitto, il prezzo di produzione è uguale al costo marginale.
Pag. 266
Offerta di mercato somma delle quantità offerte da ciascuna impresa per
ogni livello del prezzo.
Equilibro di concorrenza perfetta nel breve periodo la quantità domandata dai
consumatori coincide (interseca) con la quantità offerta dai produttori presenti
sul mercato.
La domanda di mercato non è il prezzo.
La domanda di mercato ha un’inclinazione negativa, più il prezzo è basso più
persone vorranno acquistare il bene.
Anche se il prezzo è fisso in concorrenza perfetta, ma deciso dai produttori.
Come si decide il prezzo nel breve periodo.
Es.
Tutte le imprese sono uguali, con lo stesso costo marginale di 300Q.
Ci sono 100 imprese produttrici.
Domanda di mercato Qd=D(P)=60-P
MC=300Q che coincide con la curva di offerta.
P= 60-Q (domanda di mercato)
P=300 (offerta)
Q=P/300 offerta della singola impresa
Q tot= 100Q (devo moltiplicare la quantità prodotta da un’impresa per il
numero delle imprese)
Q tot= 1/3 P offerta di mercato. P=3Q(curva)
Per capire il prezzo a cui andrà venduto il bene la domanda di mercato deve
essere uguale all’offerta di mercato.
60-P=1/3P
P=45 prezzo del bene.
45=60-Q
Q=15 quantità prodotta da una singola impresa.
Equilibrio di lungo periodo le imprese possono modificare il capitale fisico o
se non riescono ad essere efficienti escono dal mercato, e nuove imprese più
efficienti entrano nel mercato.
Curva di offerta del mercato nel lungo periodo mostra la quantità totale di
output offerta nel mercato a diversi livelli di prezzo.
Ciascuna impresa massimizza il profitto di lungo periodo potendo aggiustare la
spesa per il capitale K. (P=MC=MR condizione di ottimo)
I costi marginali dipendono dalla quantità prodotta.
Il profitto economico è pari a zero.
La domanda di mercato è uguale all’offerta del mercato.
Capitolo 10
Surplus differenza tra quello che i consumatori sarebbero disposti a pagare e
quello che effettivamente pagano e tra il costo di produzione e il prezzo di
vendita.
Il surplus è calcolabile tramite l’area dei triangoli.
Accisa tassa sul consumo. Es. imposte sugli alcolici, sul tabacco, sulla
benzina.
Non è basata sul reddito degli individui.
Generano una perdita secca del surplus.
Sussidio causa una perdita di benessere.
Nell’assorbimento del surplus lo stato ha un esborso, non ci sono abbastanza
entrate fiscali che bilanciano la perdita di surplus.
Pag. 303
Capitolo 11
Monopolio un unico venditore e molteplici acquirenti.
Cartello monopolio composto da un accordo tacito di mercato tra più
produttori.
Il monopolista deve anche decidere il prezzo.
In monopolio l’extra profitto è positivo, in virtù del ricarico che il produttore fa
sul prezzo.
Il monopolio non permette il libero ingresso nel mercato, ad esempio i prodotti
potrebbero essere coperti da brevetti che non possono essere violati.
Pag. 341
A differenza della concorrenza perfetta il prezzo di monopolio è determinato
endogenamente nel processo di massimizzazione del profitto fatto dal singolo
produttore.
Il monopolista deve determinare le quantità da produrre e il prezzo a cui
venderle.
L’equilibrio di monopolio è diverso dall’equilibrio di mercato della concorrenza
perfetta.
In concorrenza perfetta i produttori producono di più e lo vendo ad un prezzo
più basso.
I monopolisti producono meno quantità e le vendono ad un prezzo maggiore.
Capitolo 2
Elasticità della domanda al prezzo è la variazione percentuale della quantità
domandata determinata dalla variazione del prezzo di un punto percentuale.
Se il prezzo varia dell’1% di quanto varia la domanda?
Se ad una