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Smith è attirato dall’evoluzione del mercato,che analizza in particolare nel libro III in cui analizza il
rapporto città-campagna che rappresenta come doppio flusso in direzione opposta di beni e capitali:
all’inizio è la campagna che invia i prodotti nella città, in un 2 tempo è la città che invia i capitali in
campagna ove i mercanti cittadini acquistano terre diventando imprenditori agricoli, dunque SONO LE
CITTà A SVILUPPARE LE CAMPAGNE E NON VICEVERSA. Smith osserva che una troppo rapida
conversione di capitali cittadini in capitali agricoli può forzare il corso naturale delle cose.
Teoria smithiana della rendita fondiaria dovuta a 2 fattori
• Sempre alla naturale fertilità della terra e ha carattere di sovrappiù
• Può essere dovuta alla scarsità dell’offerta rispetto alla domanda( Ricardo: rendita differenziale)
Smith si preoccupa che un sovraccarico di istituti legali soffochi lo sfruttamento di risorse libere aumentando
artificiosamente le rendite del 2 tipo che non sono di beneficio per la società.
Nel IV libro smith critica le premesse teoriche del sistema commerciale e mercantile che si è avvalso di una
legislazione tutta al servizio dei mercati. Ne è una prova il commercio dell’inghilterra con le Indie che
poteva essere vantaggioso per l’intera collettività ma le leggi restrittive che privilegiavano la East India
Company ne hanno soffocato le potenzialità.
Smith è contro il nazionalismo economico e la gelosia commerciale perché la ricchezza di una nazione
vicina per quanto pericolosa in guerra e in politica,nel commercio è certamente vantaggiosa.
Critica il rimborso dei dazi e i premi all’esportazione che sarebbe meglio convertire in premi per
l’importazione(i mercati preferiscono i premi all’esportazione così possono mantenere alti i prezzi interni)
Un’eccezione a quanto detto fin’ora è per smith l’atto di navigazione di Cromwell perché salvaguardia la
difesa nazionale ed è comunque una misura temporanea.
Le critiche di smith arrivano anche ai sistemi agricoli perché un paese che resta soltanto agricolo subisce
rapporti di scambio sfavorevoli quando commercia con una nazione manifatturiera.
Critica alle società per azioni (joint-stock compagnie):ai tempi di smith vivevano per effetto di un decreto
reale o atto parlamentare perciò la loro natura era di monopolio ove è massima la divergenza tra conoscenze
disponibili agli azionisti e disponibili ai managers.
I direttori di queste compagnie sono negligenti o prodighi perché non sentono l’azienda come propria e
fallimenti sono frequenti. Solo l’attività bancaria,quella assicurativa e quella di forniture di servizi pubblici
possono essere gestite senza pericoli.
Per smith le grandi aziende sono burocratiche e inefficienti perché modellate sull’esempio
dell’organizzazione statale,la sua preferenza va alle piccole e medie aziende in cui padroni e lavoratori sono
a stretto contatto.
Smith non idealizza il governo che ritiene fondato per difendere la proprietà dei ricchi dalla minaccia dei
poveri; ha un’idea di stato basata sul binomio autorità-utilità che produce il nesso di ubbidienza a cui ci si
sottomette spontaneamente. Il legislatore è un prudent man( assimilato al consumatore oculato) ,mentre il
politico è assimilato all’imprenditore(undertaker).
Elementi fondamentali del pensiero di smith si ritrovano anche nelle lezioni di glasgow in cui è forte
l’influenza della scuola storica scozzese per cui gli istituti giuridici hanno un fondamento economico,e il
progresso storico si svolge attraverso stadi (caccia,pastorizia,agricoltura e commercio).
Per smith la proprietà privata si evolve al passo con gli stadi e gli istituti eretti a sua tutela hanno effetti
diversificati sull’economia a seconda della loro ispirazione favorevole o contraria al libero mercato.
Quanto ai rapporti giuridici di diritto privato alla luce dell’economia ad es. è vero che la schiavitù oltre ad
essere iniqua è anche inefficiente perché lo schiavo non ha nessun interesse ad accrescere la produttività
della terra; tuttavia la schiavitù non è facile da abolirsi perché il capitale schiavi è una quota non indifferenze
del capitale delle società schiaviste.
Smith ha inoltre presente l’effetto perverso del “ciclo politico” per cui all’inizio di ogni legislatura i
parlamentari prendono le decisioni più impopolari e solo alla fine quelle più facili con l’occhio rivoto alla
rielezione.
La libertà politica non può disgiungersi dal progresso economico,ma il progresso economico può
disgiungersi dalla libertà politica.
Nell’ultimo libro della ricchezza smith si occupa di scienze delle finanze
• Spesa pubblica: amministrazione della giustizia coperta dai redditi del sovrano e in parte dai regali
che le parti facevano al giudice. Smith proprone che le spese giudiziarie siano pagate dalle parti
“tutte in una volta” alla fine del processo e il loro introito diviso tra i giudici.
• Scuole pubbliche e istruzione primaria obbligatoria
La seconda parte del libro V parla di come è avvenuto il passaggio dallo stato patrimoniale al moderno:
prima i redditi delle terre e dei capitali del sovrano erano tutt’uno con l’erario,ora questi redditi non
basterebbero a coprire le spese pubbliche,lo stato non è in grado di coprire i progetti mercantili,l’unica
eccezione è il servizio postale che presenta redditi certi e costi di trasporto contenuti.
QUATTRO MASSIME sulle imposte
Proporzionalità dell’imposta rispetto al reddito con l’unica eccezione dell’imposta sulla rendita delle
1. case che deve colpire maggiormente i proprietari delle case di lusso
Certezza e non arbitrarietà dell’imposta
2. Comodità del pagamento
3. Economicità ed efficienza(il sistema dei tributi non deve incentivare il contribuente all’evasione)
4.
Alfred Marshall (1842-1924)
Nutrito di rigorosi studio in matematica e fisica si era esercitato in gioventù a scrivere in termini di
equazioni i principi di Mill evidenziandone alcune contraddizioni . voleva di fatto innovare l’oggetto e il
metodo dell’economia politioca fino ad allora mescolata con la filosofia e la storia chiamandoli economics
per sottolinearne il contenuto rigoroso ed esatto.
Dominava a quel tempo la dottrina maltusiana per cui alti salari e aumento della popolazione non potevano
convivere. Marshall nota come sia piuttosto l’azione sindacale a rendere impossibile l’aumento dei salari e
avanza l’ipotesi che più alti salari consentono il risparmio che ha un effetto benefico su tutta l’economia.
Fondamentale fu il viaggio negli Usa per riflettere sull’impresa e l’industria lasciate scoperte dall’economia
classica incentrata sull’homo oeconomicus; trasse la convinzione che il progresso economico non portasse
ad un deterioramento dei valori etici e morali ma che portasse addirittura ad un loro potenziamento.
Secondo Marshall che segue Mill l’economia deve basarsi anche sull’etologia ovvero sullo studio del
carattere dell’uomo (purtroppo lo studio dei caratteri degenera talvolta in considerazioni di carattere
nazionalistico e razzistico come quando attribuisce agli inglesi capacità di dominio e governo che altre stirpi
non possiedono.
Un suo primo interesse è per la fisiologia della mente umana(che chiama la macchina) in cui ravvisa una
somiglianza con la suddivisione delle mansioni nel sistema economico. Un’eco del darwinismo è presente
nel suo pensiero,non c’è dubbio che una società progressiva sia quella che consente ai migliori di avanzare e
che il mercato sia lo strumento migliore per effettuare questa selezione.
Il ricorso all’analogia biologia è spesso un artificio retorico quando il tema affrontato è troppo complesso;
nell’ambito del sistema economo come continuamente evolventesi, grande importanza riveste il principio
del ceteris paribus.
I principi di economica è un’opera in 6 libri che si richiama a smith più che a mill poiché entrambi sognano
una società retta da forze e idee ispirate a tolleranza,equilibrio,spirito di collaborazione e aliena da
estremismi. Marshall insiste sul fatto che l’economia politica non è solo lo studio della ricchezza ma
dell’uomo il quale è influenzato non soltanto da fattori economi cima soprattutto da fattori spirituali e
religiosi.
Nei primi 3 libri si fonda la microeconomia
• Utilità marginale
• Scheda di domanda
• Rendita del consumatore
• Elasticità della domanda nel punto
Nel libro IV accanto ai fattori di produzione tradizionali troviamo l’ORGANIZZAZIONE che è il
coordinamento di attività diverse che consente di convertire i lavori ripetitivi e noiosi in altri creativi e
intelligenti (vs smith),sottrae i lavori faticosi all’uomo e li affida alla macchina. L’organizzazione di
manifesta attraverso la differenziazione delle funzioni e integrazione e connessione fra le varie parti di un
processo. Qui si presenta la fondamentale distinzione marshalliana fra impresa e industria che è il complesso
di imprese omogenee.
Marshall però sa che esistono imprese che appartegono alla stessa industria e però sono diverse per
dimensione e durata.
Le imprese omogenee specializzate nella produzione di particolari merci e localizzate nella medesima areal
geografica danno luogo ad un distretto industriale.
Il matematico charles babbage aveva approfondito il concetto di divisione del lavoro dal punto di vista
dell’esatto calcolo dello sforzo necessario per assolvere le varie mansioni e per assegnare i lavori più
qualificati ai più adatti, la funzione dell’imprenditore è proprio quella du distribuire i compiti. Secondo i
coniugi Marshall la divisione del lavoro si ha anche tra imprese diverse per cui le piccole imprese possono
essere raggruppate in una medesima località(industrie ausiliarie)
• Diffusione delle conoscenze tecniche
• Educazione reciproca all’abilità e al gusto
• Abitudine a lavorare insieme
Resta comunque il fatto che l’impresa grande mantiene vantaggi sulla piccola grazie alle economie di
scala,alla maggiore facilità di spedire i prodotti lontano e l’accesso alle informazioni sulle condizioni del
mercato. Ma in complesso la coesistenza di piccole e grandi imprese in una medesima industria ostacola i
rendimenti decrescenti.
Marshall suggerisce una compresenza di distretti diversificati nelle varie regioni perché se la domanda di un
bene dovesse