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La moneta come intermediario degli scambi

del baratto, solo se i soggetti accettano in pagamento una merce che a loro non serve direttamente, ma che pensano di poter utilizzare in seguito per comprare da altri soggetti ciò che desiderano. Questa moneta-merce viene dunque accettata non per essere consumata, ma per essere scambiata con altri beni, e viene accettata perché si ritiene che altri la accetteranno come pagamento. La moneta-merce deve avere determinate caratteristiche: essere preziosa, non facilmente deperibile, divisibile in unità di conto più piccole, facilmente trasportabile. La nascita della moneta viene fatta risalire al VI sec a.C., quando in alcune zone dell'odierna Turchia l'oro venne fuso e coniato in pezzi di peso uniforme per essere utilizzato come intermediario degli scambi. La moneta dunque diventa intermediario degli scambi in quanto viene considerata tale. Un elemento cruciale quindi è la fiducia, ossia la fiducia

che la moneta si riconosce come moneta e viene accettata come mezzo di pagamento. Svolge anche il ruolo di unità di conto, ossia di unità in base alla quale sono definiti i prezzi di ogni bene, consentendo di determinare la ragione di scambio fra due beni. Il terzo ruolo è quello di riserva di valore, rappresenta infatti anche un modo per trasferire potere d'acquisto dal presente al futuro. Domandare moneta per questo fine sconta due limiti però, anzitutto l'inflazione, ossia un aumento costante del prezzo dei beni, a causa della quale con la stessa quantità di moneta si acquisteranno meno beni, e poi detenere moneta ha un costo ossia costo-opportunità, detenendo moneta non possiamo acquistare ad esempio titoli i quali restituiscono alla loro scadenza il loro valore nominale più l'interesse, se deteniamo moneta sosteniamo un

Il costo dato dal mancato guadagno corrispondente al tasso di interesse. Nei sistemi economici contemporanei la moneta è suddivisibile in due grandi categorie: la moneta legale e la moneta fiduciaria e consuetudinaria (moneta bancaria).

La moneta legale è tale perché deve essere accettata, per legge, al fine di estinguere una obbligazione; è lo Stato a definire con la propria normativa quale sia la moneta legale. La moneta legale è creata dalla Banca Centrale (in Europa, la Banca Centrale Europea) che ha la facoltà di stampare la moneta. Ma la moneta legale non esaurisce l'offerta di moneta, ossia la moneta in circolazione. Per capire come possa nascere una seconda tipologia di moneta si può analizzare cosa accade quando varia la base monetaria. Anzitutto la Banca Centrale emette moneta, una volta stampata però deve essere messa in circolazione per diventare effettivamente parte della moneta in circolazione.

dell'offerta di moneta, e la Banca Centrale dispone di alcuni strumenti per metterla in circolazione, sebbene esistano anche altri operatori in grado di farlo. Tali operatori emettono base monetaria in maniera parzialmente indipendente dalla volontà della Banca Centrale e sono tre: il Tesoro, se il Ministero del Tesoro vende titoli di Stato alla Banca Centrale, quest'ultima paga il Tesoro con moneta di nuova emissione; il settore estero dell'economia, gli stranieri che desiderano acquistare beni prodotti dal nostro Paese devono procurarsi la nostra moneta, per farlo si rivolgono alla propria azienda di credito la quale a sua volta si rivolge alla loro Banca Centrale che preleverà dalle proprie riserve valutarie quel quantitativo della nostra valuta e lo cederà a chi lo aveva richiesto, chi lo aveva richiesto utilizzerà quell'ammontare e in questo modo un ammontare di valuta nazionale che prima era fermo nelle casse della Banca Centrale di un

Paese estero è tornato in circolazione; le aziende di credito, ossia le banche ordinarie possono chiedere una finanziamento alla Banca Centrale che fornisce loro base monetaria. Questi operatori così come possono creare base monetaria, possono anche distruggerla: il Tesoro ricomprando titoli dalla Banca Centrale, il settore estero con passivi di bilancia dei pagamenti, le aziende di credito rimborsando un prestito ottenuto dalla Banca Centrale. La Banca Centrale ha due strumenti per controllare la base monetaria: la variazione dei tassi ufficiali, le banche ordinarie quando ottengono un finanziamento dalla Banca Centrale, le pagano un tasso d'interesse deciso dalla stessa Banca Centrale, se questo tasso aumenta saranno meno incentivate a prendere a prestito; le operazioni sul mercato aperto, la Banca Centrale può comprare e vendere titoli sul mercato dei titoli vecchi, quando compra titoli cede moneta aumentando la base monetaria.è la moneta bancaria si ricorre ad un esempio e si ipotizza che viLA MONETA BANCARIA –sia un aumento della base monetaria, immaginiamo che la Banca Centrale compri titoli sul mercatosecondario dalle famiglie (senza tenere in considerazione l’intermediario banca ordinaria). Nella ‘faseuno’ le famiglie incassano moneta vendendo alla Banca Centrale i loro titoli. Immaginiamo ora che lefamiglie decidano di tenere una parte di ciò che depositano sui proprio conti correnti (depositi) comecircolante e che le banche ordinarie decidano di tenere come riserva una parte di quanto le famigliehanno depositato sui loro conto. Le banche ordinarie tengono riserve per far fronte al caso in cui icorrentisti si presentino a ritirare in forma liquida il denaro che giace sui loro conti. Si passa ora alla‘fase due’, chi riceve i prestiti dalle banche a sua volta ne tiene una parte come circolante e ne versauna parte sul proprio conto corrente. NellaBanca Centrale può infatti influenzare la quantità di moneta in circolazione attraverso la gestione dei tassi di interesse.

Manovra del coefficiente di riserva obbligatoria. La domanda di moneta identifica la quantità di attività monetarie che i soggetti desiderano tenere in forma liquida, quindi domandare moneta significa tenerla presso di sé in forma liquida. Nella tradizione keynesiana tre sono i motivi che spingono i soggetti a tenere moneta in forma liquida: il motivo transattivo, ossia per effettuare transazioni e dipende dall'assenza di coincidenza temporale tra il momento in cui percepiamo il nostro reddito e il momento in cui lo spendiamo. Il lavoratore deve tenere una scorta per far fronte alle spese e l'imprenditore per far fronte ai dipendenti e i fornitori da pagare. Il primo caso dipenderà dal reddito, il secondo dal livello della produzione. Inoltre la domanda di moneta per transazioni dipende anche dalla velocità di circolazione della moneta che misura il numero di volte in cui la medesima banconota passa di mano in mano.

Asoggetti diversi in un determinato arco temporale. Il secondo motivo per detenere monta è quello precauzionale, ossia si detiene moneta per poter fronteggiare eventi imprevisti, siano essi favorevoli o avversi. Esiste poi un terzo motivo che spinge a domandare moneta, ossia la domanda speculativa di moneta, ossia certi soggetti detengono moneta in forma liquida, in alternativa ai titoli, per lucrare su variazioni future attese del tasso d’interesse. Per chiarire questo punto è necessario occuparci della relazione esistente tra prezzo di mercato di un titolo di credito e il tasso d’interesse. Un titolo di credito rappresenta la ‘ricevuta’ di un prestito effettuato ad un’impresa o allora Stato, chi acquista un titolo acquista il diritto di riavere, dopo un certo periodo di tempo, la somma che ha pagato maggiorata degli interessi, mentre chi vende un titolo riceve una somma e dovrà restituirla dopo un certo periodo di tempo maggiorata dagli interessi.

Esiste un mercato, il mercato primario, in cui vengono scambiati titoli di nuova emissione ed uno secondario in cui vengono scambiati i titoli di vecchia emissione. Fra il tasso d'interesse di mercato (i) e il prezzo del titolo di vecchia emissione esiste una relazione inversa, quando aumenta il tasso d'interesse, il prezzo del titolo di vecchia emissione si riduce, viceversa quando si riduce il tasso d'interesse. In vista quindi di aumento o riduzione del tasso d'interesse in futuro lo speculatore decide quindi di vendere subito o detenere i titoli. Quindi quando il tasso di interesse è basso gli speculatori preferiscono detenere moneta liquida e non titoli, poiché ritengono più probabile un aumento piuttosto che una riduzione del tasso d'interesse, viceversa quando il tasso di interesse è alto, gli speculatori preferiscono detenere titoli e non moneta.

Quindi la domanda di moneta nel suo complesso si può esprimere come somma

dove gli investitori acquistano quote di un fondo comune di investimento che investe in strumenti monetari a breve termine (M3 = M2 + pronti contro termine + quote e partecipazioni in fondi comuni monetari). La componente M1 rappresenta la forma più liquida di moneta, in quanto comprende il denaro fisico e i depositi a vista che possono essere immediatamente convertiti in contante. La componente M2 include anche i depositi a breve termine che possono essere facilmente convertiti in contante, mentre la componente M3 comprende anche gli strumenti finanziari a breve termine. La definizione degli aggregati monetari è importante per la Banca Centrale Europea in quanto fornisce un quadro completo della quantità di moneta in circolazione nell'economia. Questa informazione è fondamentale per la politica monetaria, in quanto la Banca Centrale può influenzare l'offerta di moneta per controllare l'inflazione e promuovere la stabilità economica. In conclusione, la definizione degli aggregati monetari fornisce una panoramica dettagliata della quantità di moneta presente nell'economia, suddivisa in diverse componenti in base alla loro liquidità e convertibilità. Questa informazione è fondamentale per la Banca Centrale Europea nel prendere decisioni di politica monetaria.di investimento del risparmio in titoli di Stato e obbligazioni la cui scadenza sia inferiore ad un 1 anno e i titoli di debito con scadenza fino a due anni (M3 = M2 + pronti controtermine + quote e partecipazioni).
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Publisher
A.A. 2023-2024
24 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 7mrtn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Boccella Nicola Maria.