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T
- in F lo fa diminuire fino a P * = P - t
T T
- il volume degli scambi internazionali di grano si riduce > da Q (situazione di libero
W
scambio) a Q (con dazio)
T
- in corrispondenza di Q la domanda di impo di H uguaglia l’offerta di espo di F se:
T
- P - P* = t
T T
- l’aumento del prezzo in H da P a P è inferiore al dazio
W T
- nel caso in cui a imporre un dazio sia un Paese piccolo, la sua quota sul mercato
mondiale del bene importato è poco rilevante nella situazione iniziale > la riduzione
delle sue importazioni ha un effetto molto limitato sul prezzo mondiale (ovvero sul
prezzo dell’esportatore F)
figura > considerati gli effetti di un dazio nel caso di un “Paese piccolo” che non può
influenzare il prezzo estero all’esportazione
- dazio > fa aumentare il prezzo del bene importato di un ammontare pari al dazio
- da P a P + t
W W 1 2
- produzione > aumenta da S a S
1 2
- consumo > diminuisce da D a D
- di conseguenza, nel Paese che impone il dazio le importazioni diminuiscono
9.1.3 La misurazione del grado di protezione
dazio > fa aumentare il prezzo ottenuto dai produttori nazionali di quel bene
- spesso obiettivo principale > proteggere i produttori interni dal prezzo inferiore che
verrebbe imposto dalla concorrenza internazionale
- analisi delle politiche commerciali > bisogna domandarsi quale sia il grado di
protezione assicurata dal dazio o da altre misure di protezione
misura di protezione > generalmente espressa in rapporto al prezzo che prevarrebbe in una
situazione di libero scambio
- es. > dazio sulle impo di zucchero > potrebbe portare a un aumento del prezzo
percepito dai produttori americani in misura pari al 35%
- problematiche della misura:
1. parte dell’effetto del dazio consisterà nella riduzione dei prezzi esteri
all’esportazione > il dazio non si risolverà integralmente nell’aumento del
prezzo interno
2. il dazio può avere effetti molto diversi in relazione allo stadio di produzione del
bene che esso colpisce
esempio > esemplifica il pt 2
- supponiamo che il prezzo di un’automobile fissato dal mercato mondiale sia pari a
8.000 dollari e che i componenti dell’automobile abbiano un prezzo di 6.000 dollari
- consideriamo due Paesi:
- primo Paese > vuole favorire lo sviluppo nazionale della produzione di
automobili tramite l’assemblaggio di componenti
- secondo > vuole incentivare la produzione di componenti
- il primo Paese impone un dazio del 25% sull’importazione di auto > le imprese di
assemblaggio del Paese possono vendere le auto a 10.000 dollari (invece che 8.000)
- è errato sostenere che la protezione garantita è pari solamente al 25% >
prima del dazio, l’assemblaggio interno sarebbe stato possibile solo se esso
fosse avvenuto entro i 2.000 dollari
- dopo il dazio > assemblaggio conveniente anche se il suo costo è pari a
4.000 dollari
- dazio del 25% > offre agli assemblatori un tasso effettivo di protezione del
100%
- secondo Paese > fissa un dazio del 10% > il costo dei componenti sale da 6.000 a
6.600 dollari
- la produzione interna diventa più costosa:
- prima del dazio > assemblaggio interno conveniente se i costi fossero
stati al di sotto dei 2.000 dollari (8.000 - 6.000)
- dopo il dazio > il limite si abbassa a 1.400 dollari (8.000 - 6.600)
- il dazio, pur fornendo un grado di protezione, comporta un livello effettivo di
protezione negativo per il settore dell’assemblaggio
- tasso effettivo di protezione > -30% (-600 / 2.000)
9.2 Costi e benefici di un dazio
dazio > aumenta il prezzo nel Paese che importa il bene, lo diminuisce in quello che esporta
- queste variazioni di prezzo generano uno svantaggio per i consumatori del Paese
che importa e un vantaggio per quelli di quello che esporta
- simmetricamente i produttori risultano favoriti nel primo e sfavoriti nel secondo
- oltre a ciò, il governo ottiene un gettito fiscale
paragone di costi e benefici del dazio > occorre uno strumento che possa quantificarli
- esso si basa su due concetti dell’analisi microeconomica:
1. surplus dei consumatori
2. surplus del produttore
9.2.1 Il surplus del consumatore e il surplus del produttore
surplus del consumatore > misura il beneficio che un consumatore ottiene dall’acquisto di
un bene calcolando la differenza tra il prezzo effettivamente pagato e quello che il
consumatore sarebbe stato disposto a pagare
- es. > disposto a pagare 8 per un quintale di grano prezzo effettivo di 3 dollari
- surplus > 5 dollari
- può essere derivato dalla curva di domanda di mercato (figura)
esempio > prezzo massimo per i consumatori per
10 unità di un certo bene pari a 10 dollari
- questo deve essere il valore che i consumatori
attribuiscono alla decima unità del bene
- valore inferiore > non la acquisterebbero
- valore superiore > acquisterebbero
anche a un prezzo maggiore
- assumiamo che per acquistare 11 unità i
consumatori accettino un prezzo di 9 dollari
- valore dell’undicesima unità > pari a 9 dollari
- assumiamo che il prezzo sia effettivamente pari a 9 dollari
- i consumatori sono disposti ad acquistare fino all’undicesima unità > non
ottengono surplus
- ma sarebbero disposti a pagare 10 dollari per la decima unità > surplus di 1$
generalizziamo l’esempio > figura
- P > prezzo di un bene Q > quantità domandata a quel prezzo
- surplus > sottraiamo il prodotto di P per Q dall’area sotto la curva di domanda fino al
punto Q 1 1
- in corrispondenza al prezzo P la quantità domandata è pari a D e il surplus del
consumatore è uguale alle aree denominate a e b
2 2
- se il prezzo aumenta al livello P , la quantità domandata si riduce a D e il surplus del
consumatore diminuisce di un ammontare pari a b diventando uguale all’area a
surplus del produttore > concetto analogo
- se il produttore, disposto a vendere un bene per 2$, si trova a percepire un prezzo di
5$, la vendita gli procura un surplus di 3$
- se il prezzo è pari a P, la quantità offerta è Q > surplus > sottraendo dal prodotto di P
per Q l’area sotto la curva di offerta fino al punto Q (figura)
1 1
- in corrispondenza al prezzo P la quantità offerta è pari a S e il surplus del
produttore è misurato dall’area c
2 2
- se il prezzo aumenta a P e la quantità a S , il surplus aumenta diventando uguale
alla somma dell’area c e dell’area aggiuntiva d
9.2.2 La misurazione di costi e benefici
figura > illustra i costi e i benefici di un dazio per il Paese importatore
- dazio > fa aumentare il prezzo interno da P a P e diminuire quello estero
W T
all’esportazione da P a P*
W T 1 2
- nel Paese importatore > produzione aumenta da S a S , mentre il consumo
1 2
diminuisce da D a D
- costi e benefici relativi ai diversi gruppi di operatori possono essere espressi come
somma delle aree di cinque regioni nel grafico > a, b, c, d, e
vantaggi:
produttori interni > percepiscono un prezzo maggiore quindi vedono aumentato il surplus
- surplus del produttore > misurato dalla regione al di sotto del prezzo e al di sopra
della curva di offerta > guadagno in seguito all’introduzione del dazio
consumatori interni > aumento del prezzo > situazione peggiore
- surplus del consumatore > area sopra il prezzo e sotto la curva di domanda > i
consumatori sono danneggiati dall’introduzione del dazio
governo > vantaggio > al dazio è associato un gettito fiscale
- gettito > pari al dazio stesso (t) moltiplicato per il volume delle importazioni
2 2
Q = D - S
T
- t = P - P* > introito percepito dal governo risulta pari alla somma delle aree c ed e
T T
valutazione complessiva di costi e benefici > dipende dal peso attribuito a ciascun dollaro di
beneficio relativo a ciascun gruppo
- se il guadagno dei produttori riguarda soprattutto ricchi possessori di risorse, il
giudizio sul dazio sarà diverso rispetto al caso in cui l’imposizione colpisca un bene
di lusso, oggetto di consumo da parte dei ceti abbienti ma prodotto da lavoratori a
basso salario
effetto netto di un dazio sul benessere complessivo > costo netto:
perdita dei consumatori - benefici dei produttori - introito del governo
sostituiamo le nozioni con le aree
(a + b + c + d) - a - (c + e) = b + d - e
- abbiamo due “triangoli” che misurano le perdite per il Paese
- perdite di efficienza > dovute al fatto che un dazio genera una distorsione
negli incentivi al consumo e alla produzione
- un “rettangolo” che misura il guadagno
- benefici in termini di ragioni di scambio > associati alla diminuzione dei
prezzi esteri all’esportazione indotta dal dazio stesso
vantaggio del dazio > dipende quindi dalla capacità del Paese che lo impone di far diminuire
i prezzi esteri all’esportazione
- se il Paese non può modificare i prezzi mondiali (Paese piccolo), l’area e scompare e
il dazio provoca una riduzione del benessere nazionale
figura > sintetizza gli effetti netti sul benessere associati a un dazio
- effetto negativo > misurato dai triangoli b e d
- b > rappresenta una perdita dovuta alla distorsione nella produzione,
derivante dal fatto che il dazio induce i produttori interni a produrre una
quantità troppo elevata del bene
- d > rappresenta una perdita interna dovuta alla distorsione nel consumo > il
dazio induce i consumatori a consumare una quantità troppo limitata del bene
- queste perdite devono essere comparate con il vantaggio in termini di ragioni di
scambio, misurata dall’area del rettangolo e > risulta dalla diminuzione del prezzo
estero all’esportazione indotta dal dazio
- nel caso di un Paese piccolo > i costi del dazio superano i relativi benefici
9.3 Altri strumenti di politica commerciale
9.3.1 I sussidi all’esportazione: la teoria
sussidio di esportazione > pagamento effettuato all’impresa o all’individuo che esporta beni
all’estero
- come il dazio, può essere specifico o ad valorem
- quando il governo concede un sussidio all’esportazione, gli esportatori trasferiscono
beni all’estero fino al punto in cui il prezzo interno eccede il prezzo estero di un
ammontare pari al sussidio esteso
effetti > opposti a quelli di un dazio (figura)
- il prezzo nel Paese esportatore aumenta da P a P ma, dato che il prezzo nel
W S
Paese importatore diminuisce da P a P* , l’aumento del prezzo risulta inferiore al
W S
sussidio
- nel