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SETTE MOSSE PER PENSARE COME UN ECONOMISTA DEL XXI SECOLO
1. PRIMO. CAMBIARE OBIETTIVO: l’economia è rimasta fissa per oltre 70 anni sul Pil come
principale misura del suo progresso, usata per giustificare estreme disuguaglianze nel
reddito e nella ricchezza.
Per il XXI secolo è necessario un obiettivo più grande: rispettare i diritti umani di ognuno nei
limiti del pianeta che ci dà la vita→come prosperare in equilibrio;
2. SECONDO. VEDERE L’IMMAGINE COMPLESSIVA: l’economia mainstream raffigura tutta
l’economia in un solo diagramma, il flusso circolare del reddito. Dobbiamo ridisegnare
l’economia da capo, integrandola nella società e nella natura;
3. TERZO. COLTIVARE LA NATURA UMANA: al centro dell’economia del XX secolo c’è il ritratto
dell’uomo economico razionale (egoista, isolato, calcolatore). Ma la natura umana è più
ricca di così;
4. QUARTO. ACQUISIRE COMPRENSIONE DEI SISTEMI: al posto di considerare il semplice
equilibrio meccanico con le curve di domanda e offerta, è più intelligente comprendere la
dinamicità dell’economia. E’ necessario smettere di cercare le inafferrabili leve di comando
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dell’economia e di cominciare a gestirla come un sistema complesso in continua
evoluzione.
5. QUINTO. PROGETTARE PER DISTRIBUIRE: nel XX secolo, la curva di Kuznets diffonde un
potente messaggio sulla disuguaglianza→deve andare peggio prima di poter andare meglio
e la crescita (alla fine) migliorerà la situazione. Ma la disuguaglianza non è una necessità
economica, è un errore di progettazione. Gli economisti del XXI secolo riconosceranno che
ci sono molti modi di progettare le economie per fare che siano molto più distributive
riguardo al valore che generano.
6. SESTO. CREARE PER RIGENERARE: la teoria economica ha per lungo tempo considerato un
ambiente “pulito” un bene di lusso, che solo i benestanti possono permettersi. In realtà il
degrado ecologico è semplicemente il risultato di una progettazione rigenerativa per creare
un’economia circolare.
7. SETTIMO. ESSERE AGNOSTICI RIGUARDO ALLA CRESCITA: l’economia mainstream vede la
crescita infinita dell’economia come un obbligo, ma niente in natura cresce sempre e il
tentativo di opporsi a questa tendenza sta sollevando questioni serie nei paesi ad alto
reddito ma bassa crescita. Oggi quello di cui abbiamo bisogno sono economie che ci
facciano prosperare, che crescano o meno. Questo ribaltamento del punto di vista ci spinge
a essere agnostici riguardo alla crescita.
1. CAMBIARE OBIETTIVO
Pil→valore di mercato dei beni e servizi prodotti all’interno di una nazione. Non bisogna
considerarlo l’unico indicatore da prendere come riferimento in un’epoca di crisi ecologica e
sociale.
Nel XX sec. è come se l’economia avesse perso di vista i suoi obiettivi.
James Stuart→creò il concetto di economia politica e non la definì come arte ma come “scienza
delle politiche domestiche nelle nazioni libere”.
L’oggetto principale è assicurare un certo fondo per la sussistenza di tutti gli abitanti, per ovviare a
qualsiasi circostanza che possa renderla precaria→mezzi di sussistenza e lavoro sicuro per tutti, in
una comunità che prospera mutualmente.
Adam Smith→economia: due distinti oggetti, fornire copiosi introiti o sussistenza per la gente e
secondariamente fornire allo Stato introiti sufficienti per i servizi pubblici.
John Stuart Mill→una scienza che delinea le leggi di quei fenomeni della società che sorgono dalle
operazioni combinate dell’umanità per la produzione di ricchezza. Con questa definizione si sposta
l’attenzione dagli obiettivi alle leggi che regolano l’economia.
Lionel Robbins→l’economia è la scienza che studia il comportamento umano come relazione tra
scopi e mezzi scarsi che hanno usi alternativi.
Gli obiettivi di maggiore crescita dovrebbero precisare maggiore crescita di cosa e per cosa.
Invece di dare priorità a un’unità di misura come il Pil, lo scopo dovrebbe essere quello di
aumentare le possibilità delle persone in modo che possano scegliere di essere e fare cose
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secondo i loro valori. E realizzare queste possibilità dipende dal fatto che le persone possano
soddisfare i bisogni elementari della vita. UNA BUSSOLA PER IL XXI SECOLO:
l’umanità prospera se ogni persona può
condurre una vita dignitosa e avere
opportunità, nei limiti di questo pianeta
che ci dà la vita. In altre parole, dobbiamo
entrare nella ciambella.
Ciambella: bussola radicalmente nuova
per orientare l’umanità in questo secolo.
Punta verso un futuro che può soddisfare i
bisogni di ogni persona salvaguardando
simultaneamente il mondo vivente da cui
dipendiamo.
All’interno del buco si trova una
situazione critica di deprivazione, vissuta
da coloro a cui mancano i mezzi per
soddisfare i propri bisogni essenziali (cibo,
istruzione ecc.).
Oltre il tetto ecologico si trova un eccesso di pressione, attraverso i cambiamenti climatici,
l’inquinamento ecc.
Ma tra questi due confini esiste un posto confortevole, indubbiamente a forma di ciambella, che è
sia ecologicamente sicuro, sia socialmente equo per tutta l’umanità→l’anello interno della
ciambella (le sue basi sociali) definisce i bisogni essenziali della vita, che tutti dovrebbero poter
soddisfare (sono 12 bisogni).
Dalla metà del XX sec., lo sviluppo economico globale ha contribuito a togliere dalla povertà molti
milioni di persone. Ma lo sviluppo economico globale ha alimentato un drastico aumento
nell’impiego delle risorse della Terra.
Gli impatti di questa drammatica intensificazione dell’attività umana sono chiaramente visibili in
un’ampia serie di indicatori che monitorano i sistemi viventi della Terra.
Antropocene: la prima era geologica modellata dall’attività umana.
Se ci si concentra sulle molteplici interconnessioni all’interno della Ciambella, è evidente che la
prosperità umana dipende dalla prosperità del pianeta. Di fatto abbiamo superato almeno 4
confini planetari: cambiamenti climatici, trasformazione del sistema-terreno, flussi di azoto e
fosforo e perdita della biodiversità.
Cosa determina se possiamo effettivamente muoverci all’interno della Ciambella? Sono 5 i fattori
chiave:
- Popolazione: più siamo, più risorse servono;
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- Distribuzione: gli estremi di diseguaglianza spingono l’umanità oltre entrambi i confini della
Ciambella;
- Aspirazione: tutto quello che le persone considerano necessario per una buona vita.
L’urbanizzazione può alimentare il consumismo ma offre anche un’opportunità per
soddisfare i bisogni materiali delle persone in maniere molto più efficienti;
- Tecnologia: strumenti fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo;
- Governance: pianificare la governance adeguata alle sfide che abbiamo di fronte solleva
profonde questioni politiche che contrastano gli interessi radicati da lungo tempo, le norme
e le aspettative dei paesi, aziende e comunità;
2. VEDERE L’IMMAGINE COMPLESSIVA
Gli attori dell’economia vengono tacitamente
nominati attraverso il più famoso diagramma della
macroeconomia→Diagramma di flusso circolare.
Al centro della scena c’è il mercato, che mette in
circolo risorse e pagamenti tra i nuclei famigliari e
le aziende. I nuclei famigliari forniscono il loro
lavoro e capitale in cambio di salari e profitti, che
poi usano per comprare beni e servizi dalle
aziende, che a loro volta usano quegli introiti per
pagare salari e profitti.
Questo flusso sarebbe ininterrotto se non fosse
per tre cicli esterni che possono dirottare i
guadagni altrove.
E’ sicuramente un modello utile ma il problema sta in quello che non si vede.
Economia: la storia neoliberista del XX secolo:
- Il mercato, che è efficiente – quindi lasciamolo a briglia sciolta: quando la mano invisibile
dei mercati è messa in condizione di liberare la sua efficienza nell’allocare le risorse, la sua
magia irreggimenta l’egoismo delle famiglie e del business fornendoci tutti i beni e i posti di
lavoro di cui abbiamo bisogno;
- Il business, che è innovativo – quindi lasciamo che sia lui a guidare: non c’è bisogno di
guardare cosa succede nelle fabbriche, almeno fino a quando operano all’interno delle
regole del gioco;
- La finanza, che è infallibile – quindi fidiamoci di quello che fa: i mercati finanziari si
adeguano di continuo ma sono sempre “giusti”;
- Il commercio che è vantaggioso per tutti – quindi aprite le frontiere: le barriere
commerciali dovrebbero essere smantellate perché servono solo a distorcere l’efficiente
lavoro del mercato internazionale; 6
- Lo stato, che è incompetente – quindi che non si immischi: al di là della difesa dei confini
della nazione e della proprietà privata dei cittadini, è semplicemente meglio che lo Stato
lasci fare al mercato;
Altri personaggi non necessari nel palcoscenico:
- Il nucleo domestico, che è domestico – quindi lasciamolo alle donne;
- I beni comuni, che sono una tragedia – quindi svendiamoli;
- La società, che non esiste – quindi ignoriamola;
- La natura, che è inesauribile – quindi prendete tutto quello che volete;
- L’energia, che è irrilevante – quindi non parliamone;
E’ ora che lo spettacolo neolibertista lasci il palcoscenico per fare spazio a una storia molto diversa.
Alla fine degli anni Quaranta (dopo la
Grande Depressione e la Seconda Guerra
Mondiale), Samuelson si domandava
come fare perché il reddito riprendesse a
circolare nell’economia americana: non
sorprende che il suo diagramma fosse
focalizzato sui flussi monetari.
La seguente figura è un tentativo di
rispondere alla domanda: di cosa
abbiamo bisogno per soddisfare i nostri
bisogni?
Economia: la storia del XXI secolo:
- La natura, che dà vita – quindi rispettiamo i suoi confini: l’economia assorbe
continuamente energia e materia dai materiali e dalle strutture viventi della Terra.
L’economia estrae risorse finite dalla Terra, come il petrolio o l’argilla.
L’economia è un sistema aperto del sistema-chiuso-Terra;
- La società, che è fondamentale – quindi coltiviamo le sue connessioni: espressione
coniata ma M. Thatcher.
Le connessioni tra persone contribuiscono alla coesione sociale. E’ chiaro che la vivacità di
un&rsquo