Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il governo delle organizzazioni economiche
Obiettivi:
- Conoscere gli attori che partecipano al governo delle imprese
- Comprendere le relazioni che si instaurano tra tali soggetti
- Conoscere le specificità del contesto imprenditoriale italiano
Il modo con cui si possiedono e gestiscono le aziende è soggetto a due aspetti:
- Quello normativo → in Germania i rappresentanti sindacali partecipano ai consigli di amministrazione per evitare che vengano prese delle decisioni che possano ledere gli interessi dei lavoratori.
- La cultura → riguarda il modo in cui funziona il sistema capitalistico in un certo luogo. Ad esempio, in Inghilterra vi è una centralità dell'imprenditore molto più elevata rispetto a quanto non accada nei paesi latini. Nei paesi di civil law il diritto dei lavoratori è molto più importante rispetto ai paesi di common law.
Le relazioni tra gli attori principali:
Quando si parla di impresa, si parla di un ente che combina tra
loro diverse risorse, che sono risorse umane, materiali, immateriali e finanziarie, per produrre beni, per erogare servizi. Un fine ultimo dell'impresa è la creazione di profitto, che deve essere un profitto sostenibile, che non penalizzi le condizioni di sopravvivenza dell'organizzazione. Non tutte le imprese ottengono le stesse performance. Le performance insoddisfacenti sono il risultato di: - Effetto di scelte sbagliate - Circostanze avverse In un'ottica di sopravvivenza di lungo termine dell'impresa, quest'ultima deve creare ricchezza, che è condivisa. IL MODELLO DELLA SOCIETÀ PER AZIONI Una società per azioni è una società di capitali, in cui la partecipazione dei soci è espressa in azioni. Ha un capitale sociale e tendenzialmente la proprietà è suddivisa in azioni proprietari = investitori. Ha responsabilità limitata perché un eventuale fallimento dell'organizzazione.comporta l'intervento dei solicapitali a disposizione dell'impresa e quindi non si vanno ad intaccare i beni di proprietà dei soci. Il motivo per cui le società a responsabilità limitata prevedono la non aggredibilità del patrimonio dei soci è dovuta al fatto che i soci possono essere totalmente inconsapevoli o non conoscere a fondo tutte le azioni che vengono messe in atto da parte di chi gestisce (es: se io presto a qualcuno la mia macchina e quello investe qualcuno, la responsabilità non è mia). La presenza di suddivisioni in modi diversi dell'impresa ha un impatto dal punto di vista della direzione che la proprietà dà al management. Se la proprietà è concentrata nelle mani di un solo soggetto o di pochi soggetti, è ovvio che questi possono imporre la loro visione di business al management. Invece in imprese in cui la proprietà è nelle mani di tantissime persone, nessuno hail potere di imporre la propria visione al management. Dal grado di concentrazione della proprietà dipende il grado di libertà del management, più la proprietà è concentrata nelle mani di poche persone, minori sono i gradi di libertà lasciati al management. Non tutti i proprietari hanno lo stesso grado di influenza: - Azionisti di maggioranza: soci che possono dire la loro, esercitano un controllo, ossia sono membri del consiglio di amministrazione. - Azionisti di minoranza: non hanno influenza sull'azienda, possono solo ottenere il dividendo nel momento in cui l'azienda inizia a generare utili. Non esercitano nessun controllo, possono iniziare a esercitare controllo nel momento in cui si coalizzano e nel momento in cui la loro coalizione risulta in maggioranza. Alcuni azionisti possono essere attivi nella gestione, cioè ci sono alcuni azionisti proprietari dell'azienda che sono anche membri del consiglio di amministrazione.possono essere anche manager. Separare la proprietà dal controllo pone un duplice problema: Autonomia manageriale: ossia fino a che punto il manager è autonomo, fino a che punto il manager ha potere di discrezionalità. Scollamento di obiettivi: management e proprietà hanno gli stessi obiettivi? La proprietà vuole prendere meno rischi possibili, evita investimenti a lungo termine, però dall'altro lato incentiva il management, che ha a che fare con la crescita del numero di clienti e per far ciò bisogna investire, ma se la proprietà non vuole investire non si possono trovare nuovi clienti. BERLE E MEANS (1932) In questi anni le imprese erano di dimensioni enormi, imprese in cui vista la difficoltà gestionale, la proprietà stessa aveva bisogno di manager. Berle e Means (1932) esaminarono le 200 più grandi società americane, trovando che nel 44% di esse nessun azionista deteneva una quota maggiore del 5%. Berle e Meanssistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quelli degli azionisti. Berle e Means giungono alla conclusione che nel medio termine il sistema capitalistico sarebbe crollato. Secondo loro, in un sistema capitalistico in cui la proprietà è nelle mani di tanti individui, l'ultimo è incapace di imporre il proprio volere e quindi i manager sono autonomi perché non c'è nessuno che ha un potere legittimo sufficiente e tale da imporre il proprio volere a qualcuno. In un sistema capitalistico di questo tipo il manager ha interesse a massimizzare il proprio profitto individuale e c'è il rischio che metta in atto delle condotte che siano favorevoli a se stesso e non a qualcun altro. La separazione fra proprietà e gestione mise in crisi il concetto di impresa che massimizza i profitti: se i manager sfuggono alla sorveglianza della proprietà c'è ragione di pensare che questi perseguano i propri interessi e non quellicontesto economico in cui non vi sono incentivi per il manager di creare ricchezza per i propri principali, questo porta il manager ad approfittarsene e quindi porta, nel corso dellungo termine, al crollo delle imprese (es: ogni 5 birre che fai ti prendi l'incasso di una birra → questo farebbe arricchire me, ma nel medio lungo termine creerebbe un disoccupato, perché il proprietario del bar chiuderebbe l'attività, perché questo tipo di atteggiamento farebbe venire meno le condizioni di esistenza stessa dell'impresa. Se in ogni bar del mondo succedesse ciò, impedirebbe a chi si teneva l'incasso di una birra di ritrovare lavoro). L'errore che compiono Berle e Means è quello di non tenere in considerazione il fatto che se tutti i manager operassero in questo modo, è vero che verrebbe meno il sistema capitalistico, ma verrebbe meno anche la possibilità di ricollocamento dei manager. Quindi questo tipo diIl meccanismo non può portare al collasso. Non tengono in considerazione le condizioni di sopravvivenza stessa della figura del manager. Dall'altro lato non tengono in considerazione l'aspetto positivo della separazione fra proprietà e controllo, ossia l'aspetto positivo del non avere qualcuno che ti impone le linee guida, perché non necessariamente chi ha il capitale ha la competenza per poterlo impiegare bene. La separazione fra proprietà e controllo fa in modo che l'errore non si amplifichi, ossia io investo in una società e ho una certa visione di quella, se quella visione non trova il parere favorevole di chi deve gestire l'impresa quell'errore non viene messo in atto. (es: il fallimento della Silicon Valley probabilmente è dovuto a continui investimenti in idee, che non valgono nulla). Non separare la proprietà dal controllo può anche portare la proprietà ad approfittarsi del controllo.
RELAZIONI TRA GLI ATTORI PRINCIPALI (Ross, 1973)
Il RAPPORTO DI AGENZIA è un rapporto in cui vi è un principale che dà un mandato ad un agente di agire in nome per conto proprio. L'azionista da mandato al manager di prendere in atto delle decisioni che abbiamo come fine ultimo la massimizzazione della sua partecipazione azionaria.
Il problema dell'agenzia ha degli effetti negativi perché il management potrebbe pensare solo al proprio arricchimento, ma ha anche degli effetti positivi perché il management è portatore di certe competenze che probabilmente la proprietà non ha, il management arricchisce l'impresa con le proprie competenze.
In questo rapporto di agenzia ci sono due SOGGETTI PARTECIPANTI:
- PRINCIPALE: possiede determinate risorse, che molto spesso sono di natura finanziaria.
- AGENTE: possiede delle competenze, sa come far fruttare quel tipo di risorsa.
Questo rapporto ha tre CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
Discrezionalità dell'agente: l'agente ha facoltà di decidere come raggiungere il risultato. La proprietà molto spesso dà un obiettivo che si può raggiungere in diversi modi, ogni modo che utilizzo spreca risorse. Asimmetria informativa: asimmetria informativa = disparità di informazioni tra due soggetti in relazione. L'agente informa la proprietà, ma principale e agente hanno diverse informazioni. Il management molto spesso ha delle informazioni che non condivide con la proprietà per varie motivazioni, ma anche la proprietà non condivide col management tutte le informazioni che possono interessare il management stesso. Indipendenza della remunerazione dell'agente dal risultato: di solito il manager ha una quota di remunerazione variabile ma una parte del proprio stipendio è fissa. Se una parte dello stipendio è fissa e il manager si accontenta, a lui non interessa prendere delle azioni che potrebbero.essererischiose e far remunerare di più l'azionista. prendo una decisione rischiando di perdere tutto il giorno dopo, o ho un atteggiamento il più possibile di natura conservativa, quindi non prendo deirischi, andando di fatto a sacrificare un eventuale rendimento del capitale investito? Prendo una decisione per me, ma a vantaggio dell'azionista o non prendo nessuna decisione così io non rischio nulla e l'azionista non lo sa, perché c'è asimmetria informativa? Il problema dell'agenzia non ha una soluzione, può solo essere individuato, si può essere certi che qualcuno sta prendendo delle decisioni che potrebbero non essere allineate alla tua volontà. È insito nella delega il rapporto di agenzia. Un rapporto con queste caratteristiche spiega le preoccupazioni di Berle e Means riguardo a un possibile tentativo del management di perseguire interessi diversi da quelli degli azionisti. Le previsioni diazione tra proprietà e controllo delle imprese, proposta da Berle e Means nel loro libro "The Modern Corporation and Private Property" nel 1932, non ha portato alla distruzione del capitalismo come previsto. Secondo Berle e Means, l'agenzia si riferisce alla situazione in cui i proprietari delle imprese (azionisti) delegano il controllo delle stesse ai manager. Questo avrebbe portato a un conflitto di interessi tra i proprietari e i manager, in quanto i manager potrebbero agire nell'interesse proprio anziché nell'interesse degli azionisti. Tuttavia, nonostante le preoccupazioni di Berle e Means, il capitalismo non è stato distrutto. In realtà, molte imprese hanno adottato meccanismi di governance per mitigare il conflitto di interessi tra proprietà e controllo. Ad esempio, i consigli di amministrazione sono stati istituiti per supervisionare le decisioni dei manager e garantire che agiscano nell'interesse degli azionisti. Inoltre, il capitalismo si è evoluto nel corso degli anni, adattandosi alle sfide e alle nuove dinamiche del mercato. Le economie di mercato continuano a prosperare e le imprese private rimangono un pilastro fondamentale dell'economia globale. Quindi, nonostante le preoccupazioni di Berle e Means, l'agenzia non ha portato alla distruzione del capitalismo. Al contrario, il capitalismo si è adattato e ha continuato a prosperare nel corso del tempo.