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RIDUZIONE DEL NUMERO DI CONCORRENTI - INTENSA LOTTA CONCORRENZIALE

Per capire quale strategia mettere in atto dobbiamo guardare la seguente matrice:

Un settore è favorevole se:

  • IL TASSO DELLA CADUTA DELLA DOMANDA È BASSO
  • LE BARRIERE ALL'USCITA SONO BASSE
  • LA REAZIONE DEI CONCORRENTI RIMASTI È DEBOLE

Viceversa per un settore sfavorevole.

A questo punto possiamo mettere in atto 3 strategie:

  1. STRATEGIA DI QUOTA (tutto il mercato) O DI NICCHIA (un segmento): puntiamo a rimanere dei leader, puntando o sul costo o sulla differenziazione, cercando di agevolare l'uscita dei concorrenti più deboli e aumentando la nostra quota di mercato
  2. STRATEGIA DI MIETITURA: massimizzo il ritorno finanziario, tagliando gli investimenti e riducendo i costi non essenziali
  3. STRATEGIA DI DISINVESTIMENTO RAPIDO: liquido l'azienda finché sono in tempo

Le cause della crisi di un'impresa dipendono dagli errori commessi dal manager di un'impresa in una fase.

Le cause si dividono in due gruppi: - CAUSE PRIMARIE: - Strategiche - Finanziarie: debiti - Organizzative: errori di produzione - Straordinarie - CAUSE SECONDARIE: ostacolano la risoluzione della crisi - Sostegno degli stakeholder - Crescenti inefficienze - Deterioramento del clima aziendale 133) STRATEGIE DI CRESCITA La crescita può essere: - INTERNA: richiede molte risorse ed è lenta; i costi e i rischi sono bassi - CONTRATTUALE: basata su accordi tra imprese cd JOINT VENTURE o altre forme di STRATEGIE COLLABORATIVE. È un po' più veloce dell'interna, i costi sono medio/bassi a seconda della natura dell'accordo e i rischi sono medi - ESTERNA: sviluppo o fusione tra imprese già esistenti. È molto veloce, ma i rischi e i costi sono elevati. Le strategie di crescita sono: - ESPANSIONE DEL CORE BUSINESS: - Sviluppo orizzontale: espansione interna dell'impresa o acquisizione di imprese similari operanti nello stesso mercato - Sviluppo

VERTICALE- DIVERSIFICAZIONE:

  • Correlata
  • Non correlata (conglomerale)

INTERNAZIONALIZZAZIONE

SVILUPPO ORIZZONTALE

Si basa sul rafforzamento della posizione d'impresa (quota di mercato)

Può avvenire secondo 3 modalità:

  • COMPLETAMENTO DELLA GAMMA DEI PRODOTTI OFFERTI
  • AMPLIAMENTO DEL NUMERO DI SEGMENTI DEL MERCATO
  • ESPANSIONE GEOGRAFICA

SVILUPPO VERTICALE

L'integrazione verticale è una strategia di espansione del core business che implica che l'azienda inizi a svolgere da sé (internamente) più fasi della filiera produttiva

Lo sviluppo verticale è attuabile scegliendo di aumentare il GRADO DI INTEGRAZIONE VERTICALE, cioè l'intensità del controllo esercitato sulla propria filiera produttiva, attraverso processi interni o l'acquisizione di altre imprese legate o meno da relazioni di filiera.

Per valutare se sia meglio svolgere delle fasi internamente o esternamente dobbiamo guardare:

  • EFFICIENZA ED

ECONOMICITÀ - COSTI DI TRANSIZIONE - CRITICITÀ STRATEGICAL

L'entità dei costi di transazione è connessa a:

  • COMPORTAMENTI OPPORTUNISTICI
  • RAZIONALITÀ LIMITATA
  • INVESTIMENTI IN RISORSE SPECIFICHE
  • FREQUENZA E INCERTEZZA nelle negoziazioni

La transazione è il passaggio tra fasi produttive tecnologicamente separate tra loro; se la transazione è esterna vengono chiamati costi di transazione, mentre se è interna si chiamano costi di coordinamento.

Vantaggi dello sviluppo verticale:

  • VANTAGGI TECNICI
  • VANTAGGI ECONOMICI
  • RISPARMIO SUI COSTI DI TRANSAZIONE E SUI RISCHI DI COMPORTAMENTO OPPORTUNISTICO DI TERZI
  • VANTAGGI CONCORRENZIALI, COME L'AUMENTO DEL POTERE DI MERCATO

Svantaggi dello sviluppo verticale:

  • PUÒ GENERARE PROBLEMI DI COORDINAMENTO E DI ORGANIZZAZIONE
  • ELIMINA LA POSSIBILITÀ DI PASSARE A NUOVI FORNITORI / CLIENTI
  • RALLENTANDO L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA ALZIAMO LE BARRIERE ALL'USCITA

INVESTIMENTI NECESSARI: talvolta ingenti per la fase internalizzata

L'insieme delle attività svolte internamente costituisce i confini aziendali. La dinamica dei costi di transazione definisce i confini dell'attività dell'impresa.

Per valutare se conviene internalizzare o esternalizzare una determinata fase, dobbiamo fare affidamento sulle ECONOMIE DI TRANSAZIONE. Si hanno delle economie di transazione quando il costo dell'alternativa make è più basso del costo dell'alternativa buy.

DIVERSIFICAZIONE

Le strategie di diversificazione si riferiscono alla DEFINIZIONE DEL PORTAFOGLIO IN AREE D'AFFARI in cui l'azienda opera.

Con la diversificazione l'impresa allarga l'ambito delle sue attività (prodotti venduti o mercati serviti). Essa può essere:

  • CORRELATA: nuovi prodotti allo stesso gruppo di clienti o un tipo di clientela simile a quella dei prodotti esistenti
  • CONGLOMERATA: si cambiano sia le

Tecnologie di produzione che i clienti serviti 15

Motivazioni per la quale prediligere una strategia di diversificazione rispetto a una di espansione del core business:

  • Il core business è in una fase di declino
  • Diversificare i rischi
  • Ricerca di sinergie
  • Eccedenza di risorse finanziarie

La strategia di diversificazione può portare a 4 tipi di economie:

  • SINERGIE: risultato superiore rispetto alla somma dei risultati delle due attività distinte
  • ECONOMIE DI CAMPO: risparmi di costo derivanti dalla presenza di più settori. In genere scaturiscono dall'utilizzo condiviso di risorse immateriali
  • ECONOMIE FINANZIARIE: ci si rende più indipendenti rispetto ai finanziatori esterni
  • RIDUZIONE DEL RISCHIO: la presenza di più aree strategiche d'affari porta alla differenziazione del rischio e quindi alla sua diminuzione

Strategie di portafoglio

Per valutare e decidere quanto e in quali aree strategiche investire, bisogna considerare:

ATTRATTIVITÀ DEL SETTORE- ATTITUDINE A GENERARE O ASSORBIRE MEZZI MONETARI- FASE DEL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO / SETTORE- POSIZIONE COMPETITIVA DELL'IMPRESA- SINERGIE NON FINANZIARIE (mettiamo insieme due business che permettono di realizzare una riduzione dei costi)- ATTITUDINE A GENERARE KNOW-HOW STRATEGICO: andiamo in un nuovo business per apprendere

Economie di raggio d'azione

Sono sinergie che si realizzano soprattutto nel mondo della diversificazione correlata e implicano la presenza della stessa azienda in più settori

Si hanno economie di raggio d'azione quando, nella produzione di due o più output diversi, si realizzano VANTAGGI USANDO RISORSE IN COMUNE-> il costo della produzione congiunta è minore del costo della produzione disgiunta

Le risorse condivisibili si dividono in:

- MATERIALI (es. Amazon)- Condivisione di elementi materiali della struttura produttiva- Condivisione di strumenti materiali della struttura di vendita-

IMMATERIALI- Condivisione di risorse immateriali

INTERNAZIONALIZZAZIONE

La spinta all'internazionalizzazione può essere:

  • INTERNA: fatta dal management
  • ESTERNA: fattori favorevoli nei paesi esteri

Abbiamo 3 diversi orientamenti d'impresa:

  1. INTERNAZIONALE: si va alla ricerca di paesi molti simili a quelli d'origine e si esporta la cultura del paese originario
  2. MULTINAZIONALE: le imprese si stanziano in tantissimi paesi in giro per il mondo e adattano il loro prodotto al paese ospitante
  3. GLOBALE: l'impresa, presente in tutto il mondo, non apporta grandissime differenze ai propri prodotti perché considera un unico mercato globale

Il meccanismo dell'impresa internazionale di definizione degli obiettivi è TOP DOWN, nel head quarter la casa madre definisce il modello imprenditoriale in modo verticale, imponendolo anche agli altri paesi in cui opera.

In un modello multinazionale l'approccio è invece BOTTOM UP, nel senso che le

filiali nei singoli paesi hanno molta autonomia e trasmettono le informazioni alla casa madre. Per l'approccio globale, invece, ci affidiamo alle 3 A dell'internazionalizzazione, le quali ci dicono le 3 modalità con le quali si può approcciare il mercato globale. Nella strategia globale occorre bilanciare le economie di scala (che spingono a standardizzare le attività internazionali) con l'esigenza di adattamento locale (che spinge a variare le attività internazionali)

Le 3 A dell'internazionalizzazione:

  • ADATTAMENTO: serviamo il mercato globale, ma ogni mercato inteso come macro area geografica ha il proprio stabilimento produttivo -> NO ECONOMIE DI SCALA
  • AGGREGAZIONE: cerchiamo di centralizzare la parte produttiva in uno o pochi territori da cui poi serviamo il mondo intero (es. Coca Cola) -> Sì ECONOMIE DI SCALA
  • ARBITRAGGIO: delocalizzo le attività della catena del valore (attività primarie e di supporto)
cerchiamo di contrattare dei player nazionali in altri paesi Molto più costoso è invece fare investimenti diretti all'estero, il primo passaggio è aprire filiali commerciali cioè avere un ufficio di rappresentanza L'ultimo passaggio, ovvero il grado più elevato in termini di internazionalizzazione è quello di aprire un stabilimento produttivo all'estero che si

Occuparsi sia dell'assemblaggio che della fabbricazione. In questo caso si parla di DELOCALIZZAZIONE PRODUTTIVA.

Configurazione delle imprese internazionali 17

La STRATEGIA DI ESPORTAZIONE CON MARKETING DECENTRALIZZATO implica che tutto, dalla produzione al design, avviene nel paese di origine ma cambiano le strategie di marketing a seconda del paese in cui operiamo.

STRATEGIE COLLABORATIVE

Le strategie collaborative sono le STRATEGIE DI CRESCITA CONTRATTUALE

I vantaggi possono essere:

  • L'acquisizione di economie di scala, apprendimento e altri vantaggi di costo in tempi più rapidi e con maggiore flessibilità
  • L'accesso ad asset esclusivi (messi a disposizione da partner)
  • La riduzione dei rischi e la condivisione di investimenti finanziari
  • L'unione delle forze per provare a cambiare la struttura
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
29 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 555titti82 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Quarato Fabio.