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L'elasticità dell'offerta e la sua rigidità
L'elasticità viene calcolata su ciascun punto della funzione di offerta. L'offerta si dice rigida quando è inferiore a 1. Ciò significa che l'offerta "fa fatica" ad adattarsi a una variazione del prezzo e soprattutto si riduce poco a fronte di diminuzioni del prezzo. Questo ha effetti negativi, in quanto la mancata riduzione dell'offerta fa sì che il mercato non riesca a ristabilirsi in tempi rapidi di fronte a crisi da eccesso di offerta (che determinano flessioni dei prezzi), generando nel medio-lungo periodo situazioni di sottoremunerazione persistente delle risorse impiegate nel settore.
Alcuni motivi della rigidità sono:
- Inelasticità dell'offerta dei fattori di produzione utilizzati dalle imprese agricole: i fattori fanno fatica a trasferirsi dall'agricoltura ad impieghi alternativi, o ad uscire definitivamente dal settore. In particolare, il capitale fondiario, a causa della sua fecondità.
ripetuta,permane per lunghissimo periodo nell'azienda senza necessità di essere sostituito.
Struttura concorrenziale del settore agricolo: nessuna impresa quando i prezzi cadono avrà incentivo a ridurre la propria produzione, in quando sa che il proprio comportamento individuale non può influenzare i prezzi.
Mantenimento dei livelli di produzione e di reddito: qualora l'obiettivo dell'imprenditore sia il mantenimento dei livelli di produzione e reddito (invece della massimizzazione del profitto, reddito lordo, o altre variabili), alla riduzione del prezzo del prodotto l'agricoltore, non potendo dismettere o ridurre molto l'attività, può razionalmente decidere di aumentare il volume produttivo (invece di ridurlo) nel tentativo di stabilizzare i ricavi (P*Q), e garantire così il sostentamento.
Questo porta al caso limite di una curva di offerta inclinata negativamente (figura).
Lunghezza e rigidità dei cicli
produttivi: incapacità tecnica di effettuare aggiustamenti dopo l'avvio del ciclo produttivo. Questo è vero in particolare per le produzioni poliennali. Infatti, la natura biologica dei processi produttivi in agricoltura fa sì che non è possibile interrompere "momentaneamente" il processo di produzione. Una volta attivato, il processo produttivo deve continuare, a meno che gravi ragioni non portino alla sua fine anticipata. Anche se i prezzi di mercato cambiano, l'agricoltore non può intervenire in maniera sostanziale, salvo piccoli adattamenti nell'utilizzo di fattori variabili. Struttura dei costi: In agricoltura i costi fissi sono molto importanti per vari motivi, in particolare: - Capitale fondiario in proprietà - Lavoro nelle aziende familiari Da qui alta importanza percentuale dei costi fissi sul costo totale. Ne consegue un abbassamento del punto di fuga, che corrisponde a prezzi molto bassi (P2): fino aQuesto livello di prezzo l'agricoltore ha convenienza a restare in produzione, in quanto pur in perdita riesce almeno a coprire una parte dei costi fissi (che in caso di uscita perderebbe).
La determinazione del prezzo di fuga: esempio
Azienda (monoprodotto) con la seguente struttura dei costi:
- Costi fissi totali 30.000 euro
- Costi variabili totali 20.000 euro
- Produzione ottenuta: 10.000 q.li
Dunque:
- Costo fisso medio: 3 €/q
- Costo variabile medio: 2 €/q
- Costo totale medio: 5 €/q
Esaminiamo la situazione economica a diversi livelli di prezzo di mercato del prodotto:
a) Prezzo 6 €/q profitto 1 €/q
b) Prezzo 4 €/q perdita -1 €/q
I CVM sono comunque coperti
Il flusso di cassa è positivo P - CVM = 4 - 2 = 2 €/q
L'imprenditore resta sul mercato se non ha a disposizione impieghi alternativi più redditizi per i fattori da esso apportati
c) Prezzo 2 €/q perdita -3 €/q
Il prezzo è appena sufficiente
per coprire i CVMIl flusso di cassa è nullo P – CVM = 2 – 2 = 0 €/qL’imprenditore non ha più convenienza a restare sul mercato 2 €/q è il prezzo di uscita(esercizio slide 23 mod 2)Le cause del “problema agricolo”:Dal lato dell’offerta:- rigidità dell’offerta rispetto al prezzo- esposizione della produzione agricola a forti fluttuazioni erratiche- difficoltà del settore, data la sua struttura concorrenziale, a programmare e controllarel’offertaDal lato della domanda:- rigidità della domanda dei beni alimentari rispetto al reddito- rigidità della domanda dei beni alimentari rispetto ai prezziAll’interno del sistema agroalimentare e delle filiere- margini distributivi- squilibrio di forza contrattuale degli agricoltori rispetto agli altri operatori del mercatoRigidità dell’offerta rispetto al prezzo:Il modello di Glenn Johnson: differenziale tra prezzi diacquisizione e prezzi di recupero dei fattori produttivi. Le spiegazioni finora viste sono valide soprattutto nel breve periodo, assumendo cioè che la struttura delle aziende sia fissa; il modello di Johnson arricchisce l'analisi. Obiettivi del modello:- Perché l'offerta di prodotti agricoli è rigida al prezzo nel Breve Periodo? Cioè, perché la quantità prodotta e offerta si adegua con difficoltà alle variazioni del prezzo del prodotto sul mercato?
- Perché i fattori produttivi in agricoltura sono sottoremunerati, ovvero ottengono una remunerazione inferiore rispetto ad usi alternativi in altri settori e attività?
c'è una scarsa mobilità di questi fattori. In particolare, è difficile vendere/ridurre l'uso di questi fattori anche quando le condizioni di mercato lo richiederebbero. Di conseguenza questi fattori sono "bloccati" in agricoltura in condizioni di sottoremunerazione.
Basso valore di recupero dei fattori fondo:
Il lavoro in agricoltura normalmente mostra bassi valori di recupero sul mercato, sia per l'alta specificità delle competenze (si pensi alle competenze di potatura, o in generale alle competenze agronomiche e specifiche del contesto territoriale possedute dai lavoratori in agricoltura). Inoltre, l'alta età media degli agricoltori rende più difficile trovare impieghi alternativi in altri settori al di fuori del settore agricolo. Molto dipende naturalmente anche dalle condizioni del mercato del lavoro locale e globale.
Il valore di recupero del capitale fondiario è solitamente abbastanza basso, principalmente
acausa della sua specificità ubicativa che fa sì che il terreno sia interessante solo per aziende già ubicate nella stessa area, o per nuovi imprenditori. Fanno eccezione i terreni idonei a trasformazione fondiarie, ad es. nelle aree di espansione urbana. Se ci troviamo nell'intervallo AB, riduzioni del prezzo dell'output NON portano a riduzioni della quantità di fattore X utilizzato (e quindi per l'ipotesi sopra nemmeno della quantità di output prodotta). Conseguenze: - l'offerta è rigida rispetto al prezzo - il fattore X non è pienamente remunerato. La sottoremunerazione delle risorse persiste e il mercato non si ristabilisce, e ciò deriva da un comportamento degli agricoltori che è comunque economicamente razionale. In sintesi, il modello di Johnson analizza il modo con cui l'imprenditore agricolo varia l'utilizzo di fattori produttivi a logorio totale (in particolare capitale fondiario, lavoro).Il testo fornito descrive come varia il prezzo del prodotto sul mercato e come ciò influisce sull'utilizzo dei fattori produttivi da parte dell'imprenditore.
Ad esempio, se il prezzo dell'output diminuisce, la curva della produttività marginale monetaria del fattore si sposta dal livello PM1 al livello PM2. In questo caso, l'utilizzo dei fattori da parte dell'imprenditore rimane invariato al livello X1, poiché cedendo una parte del fattore otterrebbe solo il prezzo di recupero del fattore, che è inferiore al valore che il fattore apporta alla produzione aziendale (produttività marginale monetaria del fattore).
Quindi, nonostante la riduzione del prezzo dell'output, l'utilizzo del fattore e la produzione totale aziendale non cambiano. Se le riduzioni del prezzo del prodotto sono più forti, potremmo trovarci nella situazione di PM4.
caso allora l'imprenditore agricolo decide di ridurre l'utilizzo del fattore e dunque anche la produzione totale aziendale (almeno fino a restare con una quantità di fattore produttivo inferiore o uguale a X4. Agire sulla differenza tra Pa e Pr: ad esempio la rottamazione Tempo e modello di Nerlove: Con il passare del tempo, alcuni fattori di rigidità dell'offerta tendono ad "ammorbidirsi": si osserva dunque un aumento dell'inclinazione della curva di offerta nel tempo. Nerlove ha analizzato e formalizzato questo fenomeno. Il settore agricolo non compie immediatamente un aggiustamento di fronte ad es. a variazioni della domanda; anzi si può pensare che in un primo momento l'offerta sia completamente rigida (S1), determinando la posizione di equilibrio transitorio nel punto 1. Successivamente