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Come calcolare l'indice dei prezzi al consumo

Gli uffici di statistica utilizzano una tecnica per calcolare l'IPC che comprende 5 step:

  1. Determinazione del paniere di beni. Il primo passo da compiere per calcolare un indice dei prezzi al consumo è stabilire quali siano i prezzi importanti per il consumatore. L'Istat determina questi pesi analizzando il comportamento dei consumatori e definendo il paniere di beni e servizi acquistati dal consumatore medio.
  2. Rilevazione del prezzo. La seconda fase richiede di rilevare il prezzo di vendita di ogni bene o servizio del paniere nei diversi momenti in cui viene venduto.
  3. Calcolo del costo del paniere. Nella terza fase si utilizzano i dati rilevati per calcolare il prezzo del paniere di beni in momenti diversi.
  4. Individuazione dell'anno base e calcolo dell'indice. Nella quarta fase si individua un anno base di calcolo, rispetto al quale eseguire i confronti con gli altri anni. Per calcolare l'indice, il...
  1. Calcolo del tasso di inflazione. Il quinto e ultimo passo è il calcolo del tasso di inflazione, cioè la variazione percentuale dell'indice dei prezzi da un periodo all'altro. Il tasso di inflazione tra due anni consecutivi è calcolato con la seguente formula:
  2. TASSO DI INFLAZIONE = IPC anno 2 - IPC anno 1 x 100
                         ------------------------------
                                 IPC anno 1
  3. Ogni mese le agenzie pubbliche rilevano e analizzano i prezzi di migliaia di beni e di servizi e, attraverso il processo in cinque fasi, calcolano il tasso al quale aumenta il costo della vita per il consumatore medio. Oltre all'indice dei prezzi
seconda delle loro preferenze e delle loro possibilità economiche). Questo comporta una distorsione nell'indice dei prezzi al consumo, poiché non tiene conto di queste sostituzioni. ● L'effetto qualità. Nel tempo, i produttori migliorano la qualità dei loro beni e servizi, ma questo non viene sempre riflettuto nei prezzi. Di conseguenza, l'indice dei prezzi al consumo può sovrastimare l'inflazione, poiché non tiene conto di questi miglioramenti nella qualità. ● La distorsione da nuovi prodotti. Quando vengono introdotti nuovi prodotti sul mercato, l'indice dei prezzi al consumo potrebbe non tenerne conto immediatamente. Questo può portare a una sottostima dell'inflazione, poiché non riflette l'aumento dei prezzi dei nuovi prodotti. Nonostante queste limitazioni, l'indice dei prezzi al consumo rimane uno strumento importante per monitorare l'inflazione e il costo della vita. Viene utilizzato per calcolare l'adeguamento degli stipendi, delle pensioni e degli aiuti sociali, nonché per prendere decisioni di politica economica.seconda dell'elasticità della loro domanda al prezzo). Il consumatore tende a sostituire i beni relativamente più costosi con quelli relativamente più a buon mercato. L'indice del costo della vita, però, viene calcolato ipotizzando che il paniere sia costante e quindi non tiene conto dei cambiamenti delle abitudini di acquisto indotti dalle variazioni dei prezzi. Di conseguenza, l'indice tende a sovrastimare l'aumento del costo della vita da un anno all'altro.

L'introduzione di nuovi beni: quando viene introdotto sul mercato un nuovo bene, il consumatore si trova di fronte a una gamma di scelte più ampia. L'aumento delle opportunità di acquisto, a sua volta, accresce il valore di ogni unità monetaria. Per questa ragione, il consumatore ha bisogno di meno moneta per mantenere inalterato il proprio tenore di vita. Ma, essendo fondato su un paniere di beni fisso, l'indice dei prezzi al consumo non

riflette questo cambiamento del potere d'acquisto della moneta. ● L'impossibilità di misurare le variazioni qualitative. Se la qualità di una categoria di beni si deteriora da un anno all'altro, il valore della moneta diminuisce anche se i prezzi rimangono inalterati. Analogamente, se la qualità di un bene aumenta da un anno all'altro, il valore della moneta aumenta. Gli uffici di statistica fanno del proprio meglio per rilevare anche le variazioni della qualità dei beni: se la qualità di un bene compreso nel paniere aumenta, il prezzo del bene viene aggiustato in funzione della differenza qualitativa. In sostanza, cercano di calcolare il costo di un paniere di beni in condizioni di qualità costante. L'Istat cerca di ovviare a questo problema applicando il cosiddetto metodo edonico di aggiustamento della qualità, che consiste nell'individuare le caratteristiche per poi aggiustare il prezzo quando una di queste cambia.

Caratteristiche medie migliora. Nonostante questi sforzi, però, le variazioni qualitative continuano a costituire un problema, dal momento che sono difficili da misurare.

La rilevanza dell'IPC, gli individui potrebbero non considerare l'IPC una misura esatta dell'inflazione a causa delle loro abitudini di acquisto.

IPC, FOI, NIC, IPCA

Oggi con il passaggio all'euro le statistiche ufficiali relative all'inflazione e ai prezzi hanno adottato l'IPC come sistema di riferimento principale per la misurazione dell'inflazione. Prima dell'ingresso dell'euro, invece, in Italia si usava misurare il livello dei prezzi utilizzando due diversi indici: l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI). Entrambi gli indicatori sono tuttora utilizzati come misura dell'inflazione e differiscono tra loro solo per i beni e

Inclusi nei servizi paniere e nella copertura delle famiglie: il NIC misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico italiano a livello dell'intera popolazione, mentre il FOI si riferisce ai consumi delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente e viene generalmente usato per adeguare periodicamente i valori monetari. L'indice armonizzato europeo (IPCA) ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici poiché si riferisce alla spesa monetaria per consumi finali sostenuta esclusivamente dalle famiglie ed esclude alcuni prodotti come, per esempio, le lotterie e il lotto. Un ulteriore differenza tra gli indici è il concetto di prezzo considerato: il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita, mentre l'IPCA si riferisce al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Inoltre, l'IPCA tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi, sconti e promozioni).

Perché è stato introdotto l'IPC? Una delle ragioni è che alcuni economisti ritengono che questo indicatore sia una misura più precisa del concetto di livello generale dei prezzi utilizzato nell'analisi macroeconomica. Ma la ragione principale per l'adozione in Italia dell'IPC è la necessità di uniformare il proprio indice del livello dei prezzi a quelli calcolati in altri paesi membri dell'Unione europea (UE). Dal momento che questi indici dei prezzi sono calcolati in maniera uniforme in tutti i paesi europei, vengono chiamati indici dei prezzi al consumo armonizzati per i paesi dell'Unione europea (IPCA). Il vantaggio di questi indici è consentire un confronto diretto tra i tassi di inflazione dei paesi membri dell'UE. Non è possibile effettuare tali confronti utilizzando gli indici dei prezzi al consumo nazionali, a causa di differenze nella copertura e nella costruzione dei panieri sottostanti.

L'IPC pubblicato dall'Istat è quindi il corrispettivo italiano dell'IPCA. Dato che il PIL nominale è la produzione corrente valutata a prezzi correnti e il PIL reale è la produzione corrente valutata a prezzi costanti riferite all'anno base, il deflatore del Pil descrive il livello corrente dei prezzi rispetto a quello rilevato nell'anno base. Per valutare il tasso di crescita dei prezzi, economisti e responsabili delle politiche economiche prendono in considerazione sia il deflatore del PIL sia l'indice dei prezzi al consumo. Di solito le due statistiche hanno valori analoghi, ma due importanti differenze possono portarli a divergere, anche sensibilmente. La prima differenza è dovuta al fatto che il deflatore del PIL riflette i prezzi di tutti i beni e i servizi prodotti internamente, mentre l'indice dei prezzi al consumo riflette i prezzi di tutti i beni e i servizi acquistati dai consumatori. Quindi, l'aumento del prezzo.di calcolo dei due indicatori possono portare a risultati diversi. L'indice dei prezzi al consumo misura le variazioni dei prezzi di un paniere di beni e servizi che vengono acquistati dagli individui. Questo indice tiene conto dei cambiamenti nella composizione del paniere solo occasionalmente, ad esempio quando nuovi beni o servizi diventano disponibili sul mercato o quando alcuni beni vengono meno. L'indice dei prezzi al consumo è utilizzato per monitorare l'inflazione e per calcolare l'adeguamento degli stipendi e delle pensioni. Il deflatore del PIL, invece, misura le variazioni dei prezzi dei beni e servizi prodotti all'interno di un paese. Questo indice confronta i prezzi correnti con i prezzi di un anno base e tiene conto automaticamente dei cambiamenti nella composizione del paniere nel tempo. Il deflatore del PIL è utilizzato per calcolare il PIL reale, che tiene conto dell'inflazione e permette di confrontare il valore della produzione di un paese in diversi anni. La differenza principale tra i due indicatori riguarda il paniere di beni e servizi presi in considerazione e la frequenza con cui viene aggiornato. Mentre l'indice dei prezzi al consumo si basa su un paniere costante, il deflatore del PIL tiene conto dei cambiamenti nel paniere nel tempo. Questo può portare a differenze nei risultati se i prezzi dei beni e servizi variano in modo diverso. In conclusione, l'indice dei prezzi al consumo e il deflatore del PIL sono due indicatori utilizzati per misurare l'inflazione e calcolare il PIL reale. Sebbene entrambi siano basati sui prezzi, differiscono per il paniere di beni e servizi considerato e per la frequenza di aggiornamento del paniere.

di «pesatura» dei vari prezzi acquisiscono grande importanza. I valori del tasso di inflazione misurati dal deflatore del PIL ed dall’IPC tendono a muoversi unitariamente.

SOMME DIVERSE PER PERIODI DIVERSI

Per confrontare valori monetari rilevati in tempi diversi è necessario innanzitutto conoscere il livello dei prezzi corrente e quelli degli anni precedenti. Dobbiamo poi depurare i valori monetari attuali dall'effetto dell'inflazione nel tempo: l'indice dei prezzi determina il valore corretto per l'inflazione. La formula che si utilizza per trasformare i valori monetari (euro, sterline, e così via) di un dato anno T in valori monetari attuali è:

VALORE MONETARIO = VALORE MONETARIO x LIVELLO DEI PREZZI CORRENTE NELL’ANNO “T” CORRENTE .LIVELLO DEI PREZZI NELL’ANNO “T”

Per misurare il livello generale dei prezzi e, quindi, determinare la correzione necessaria per tenere conto degli effetti dell'inflazione,

possiamo ricorrere a tag html per formattare il testo.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
96 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Harvey2020_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Grassi Iacopo.