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FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO LORDO (COMPLESSIVO) meno COPERTURA NATURALE DEGLI
INVESTIMENTI = FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO NETTO (RESIDUALE)
Il circuito dei finanziamenti e quello degli investimenti devono essere opportunamente correlati sia
nell’entità dei mezzi monetari da utilizzare nei programmi di investimento sia per i tempi e le durate
di utilizzo.
L’aspetto immunitario della gestione può essere riferito a tale flusso di denaro in entrata e in uscita
cosiddetto flusso di cassa o cash flow che aumenta o riduce l’entità dei mezzi monetari disponibili. il
flusso di cassa può essere osservato con riferimento all’intera attività d’impresa (cash flow
complessivo) o alla gestione caratteristica (cash flow operativo).
LEZIONE 10
Il capitale d’impresa può essere definito come un insieme finalizzato di condizioni (positive e
negative) di produzione.
Esso è dato dato, in un definito istante (competenza), dal complesso delle utilità economiche A (beni
materiali e immateriali, potenzialità) e dal complesso delle obbligazioni P che l’impresa ha assunto
verso terzi (componenti negative, passività).
Questi due aspetti sono legati da un rapporto di strumentalità e acquistano significato i valori proprio
in virtù alla loro destinazione nell’attività produttiva.
L’attività aziendale produce una serie di trasformazioni e ad ogni operazione il capitale si modifica
nella sua composizione qualitativa e quantitativa (valore).
Il valore del capitale di un’impresa in funzionamento non può essere determinato da un valore
unitario, ma deve essere definito in funzione del cosiddetto flusso atteso, ossia l’utilità economica
della nuova ricchezza che l’organizzazione è capace di generare.
Costituiscono quindi elementi dei processi produttivi che sono ancora in corso di svolgimento sia gli
investimenti (Attività) sia le obbligazioni (Passività).
I componenti attivi sono costituiti dal complesso dei beni materiali immateriali disponibili per lo
svolgimento dell’attività dell’impresa e costituiscono il capitale lordo. Sono investimenti che
l’impresa posti in essere e che sono in attesa di recupero.
I componenti negativi (passivo) sono costituiti dalle obbligazioni assunte verso terzi (debiti di
funzionamento e di finanziamento non ancora estinti).
Sottraendo le obbligazioni dal capitale lordo si determina l’entità del capitale netto, che rappresenta
quella parte del valore delle attività che resta alla proprietà dell’impresa dopo aver estinto i debiti.
A-P= CN (capitale netto).
Il capitale cosiddette Thao viene anche detto capitale di funzionamento.
il riferimento
Ris. Ec. = Ricavi di competenza - Costi di competenza.
PN = Attivo - Passivo (in senso stretto – non comprende tutti i componenti).
Il capitale è il complesso della ricchezza dell’azienda per lo svolgimento dell’attività aziendale.
Il capitale d’impresa Ci=A+P può essere inteso come la somma degli impieghi e delle fonti, delle
attività e delle passività a disposizione dell’azienda, gli impieghi/ investimenti (attività) sono il
complesso di beni materiali ed immateriali disponibili, potenzialità e altre componenti positivi, le
fonti/ obbligazioni (passività) invece sono il complesso delle obbligazioni assunte verso terzi.
Impieghi e fonti di finanziamento si trovano in un documento chiamato stato patrimoniale che
compone il bilancio di esercizio dell’azienda.
Il capitale d’impresa può assumere diverse configurazioni, che sono relativi a momenti diversi della
vita aziendale:
Il capitale economico è il valore economico del capitale, è la configurazione che l’azienda attribuisce
al capitale quando è oggetto di negoziazione, significa che un’azienda potrebbe essere oggetto di
vendita.
Dunque, il capitale d’impresa può assumere diverse configurazioni, infatti, è caratterizzato dalla
dinamicità. Tutti gli elementi che costituiscono il patrimonio hanno un valore in quanto elementi di
un sistema di ampio, sono legati da relazioni di complementarità poiché tenuti insieme dal fatto che
servono allo svolgimento dell’attività aziendale.
Il capitale economico un'impresa in funzionamento è espressione della complementare utilità
economica che tutte le condizioni positive e negative di produzione, unitariamente considerate,
riescono ad esprimere in prospettiva. Tale utilità economica prospettica assume la sostanza di un
flusso di redditi futuri, la consistenza e l'entità dei quali determinano l'altezza del capitale
economico. Tale flusso di redditi prospettici deve essere attualizzato al tempo di valutazione
utilizzando un tasso adeguato soggettivismo.
Il reddito medio presunto è legato ovviamente alla possibilità di sopravvivenza dell'impresa nel
tempo futuro; alla capacità del governo d'impresa di attuare scelte strategiche vincenti, individuando
produzioni e strutture idonee alle esigenze che si manifesteranno nell'ambiente economico.
Il tempo da assumere come valido ai fini del calcolo può essere definito o indefinito: ciò dipende
dalle prospettive di vita utile dell'impresa o dall'esistenza di vincoli giuridici che possono limitare nel
tempo l'attività della stessa
Il tasso di capitalizzazione deve essere definito tenendo conto del grado di rischio al quale è
sottoposta l'attività della specifica impresa. Si tratta di determinare il valore capitale di un flusso di
reddito che si ritiene di poter conseguire come risultato di un'attività soggetta a rischi di variabile
entità. Il valore economico del capitale rimane un fortissimo strumento concettuale in economia
d'impresa. Esso, infatti:
a) rappresenta il valore assegnabile ad una impresa in funzionamento, definito in base al flusso
prospettico di reddito, secondo le attese del soggetto valutatore.
b) è espressione di tutte le condizioni e le potenzialità di produzione, anche di quelle più astratte, più
soft, che tuttavia sono determinanti ai fini dell'esistenza e dell'altezza dei flussi di reddito;
c) costituisce un fondamentale punto di riferimento per orientare la formazione del prezzo di
cessione di un'impresa in funzionamento. Quando un'impresa in funzionamento diventa oggetto di
negoziazione e deve essere ceduta, le valutazioni di capitale economico sono fatte non solamente dal
soggetto venditore, ma anche dai potenziali soggetti acquirenti. Esprime valutazioni circa il flusso
futuro di redditi da prendere a riferimento per il calcolo del capitale economico che costituisce il
valore attuale.
Il capitale economico calcolato dal venditore, in relazione al flusso di redditi che ritiene di realizzare
con le potenzialità di cui potrà disporre, costituisce il valore minimo al quale è disposto a cedere
l’impresa (anzi rappresenta il suo punto di indifferenza). Sotto un profilo strettamente economico, la
cessione non dovrebbe avvenire per valori inferiori; la convenienza per il venditore aumenta a mano
a mano che il prezzo di cessione sale al disopra del valore economico del capitale, così come dal
venditore stesso calcolato.
Il capitale economico analogamente calcolato dai potenziali compratori rappresenta il valore
massimo al quale questi ultimi sono disposti ad acquistare l'impresa funzionante. Prezzi superiori,
infatti, non potrebbero razionalmente essere pagati, perché la parte di investimento eccedente il
capitale economico non appare, in prospettiva, recuperabile dal flusso previsto dei redditi futuri.
Quando tra il minimo del venditore ed il massimo del/dei compratori si apre uno spazio di valori
intermedi, il negozio diventa possibile ed il prezzo di cessione si posizionerà a favore dell'uno o
dell'altro contraente a seconda della capacità contrattuale. La cessione di tali aziende in perdita può
avvenire a prezzi di grande rilievo, sempre che il compratore intraveda la possibilità di generare dalla
loro gestione flussi di reddito positivo o superare il dimensionamento critico o abbandonare i
condizionamenti (ed i relativi oneri) indotti da obiettivi sociali;
d) costituisce il limite superiore per qualsiasi valutazione del capitale di un'impresa in
funzionamento.
Nella dottrina e nella prassi il valore economico del capitale viene detto terminato anche facendo
riferimento a metodi differenti da quello reddituale.
Possono essere utilizzati «metodi finanziari» che attualizzano flussi di cassa prospettici, metodi
patrimoniali ecc. Ogni metodo presenta pregi e limiti e può essere di volta in volta ritenuto più
idoneo ad esprimere il valore di un complesso economico in funzionamento. L'idoneità dipende da
numerose circostanze tra le quali segnaliamo, ad esempio, le caratteristiche e l'entità degli
investimenti, la prevalenza di risorse materiali, l'arco di tempo considerato.
Ogni impresa, infatti, si presenta sui mercati a competere con le sue peculiarità, le doti di potenzialità
ed i limiti che ne caratterizzano l'essere e l'operare e che si possono riassumere negli elementi che
costituiscono la sua «formula imprenditoriale».
Il capitale di funzionamento CN= A-P (capitale netto) si riferisce alla configurazione del capitale di
un’azienda nel corso della sua esistenza, quindi, durante lo svolgimento della sua attività. Il capitale
assume un valore che è funzione del flusso di ricchezza che l'impresa è in grado di realizzare in
prospettiva.
Ma più frequentemente, in un'ottica completamente differente, il capitale viene determinato per
assegnare ad un periodo ennesimo il reddito relativo ai processi produttivi che in esso hanno avuto
compimento.
Se tale valutazione, fosse definita secondo i principi di ragionevolezza e di prudenza, condurrebbe ad
assegnare al capitale determinato per esprimere il reddito di periodo (il c.d. «capitale di
funzionamento») valori inferiori a quelli del capitale economico che, invece, attualizza tutti i redditi
futuri.
Se, invece, il capitale di funzionamento, fosse determinato assegnando ai suoi componenti valori
orientati al fair value (normalmente superiori a quelli di costo):
a) vertebbe anticipata a vantaggio del periodo considerato parte degli utili potenzialmente
realizzabili sui processi in corso;
b) il valore del capitale netto tenderebbe ad avvicinarsi al valore economico del capitale;
c) i valori assegnati al capitale e al reddito del periodo dovrebbero comunque essere caratterizzati da
un elevato «grado di attendibilità»
Infatti, il capitale di funzionamento è determinato per assegnare a ciascun periodo una porzion