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Estratto del documento

DOG CASH

COW

In ogni quadrante c'è una specifica tipologia di mercati che esprime una specifica strategia.

- Question mark:Le aree strategiche collocate qui necessitano di investimenti cospicui.

- Star: anche le aree strategiche collocate in star necessitano di investimenti cospicui, ma sono a un

livello di attrattività diverso da question mark. L'azienda può stabilire di investire occasionalmente in

modo cospicuo ritenendo che devi investimenti occasionali ma sempre cospicui possano generare

profitto. L'azienda in questo caso adotta una strategia vocata alla crescita.

- Cash cow: A.S.A. in cui l'azienda ha già investito, ha già posizione di leadership, perciò non ha

necessità di investire particolarmente.

- Dog: le aree strategiche in dog devono essere abbandonate perchè non sviluppano più attrattività.

- Tutto ciò ci consente di capire quali possono essere le strategie globali di un'azienda:

- Se un'azienda investe in più aree strategiche in question mark è costretta a investire parecchio -->

quindi è una strategia vocata alla crescita

- L'azienda decide di investire in più A.S.A. collocate in star --> anche questa strategia è vocata alla

crescita.

- Se l'azienda decide di collocarsi in mercati cash cow la strategia scelta sarà orientata al profitto.

Strategia globale equilibrata: sintesi tra strategia globale vocata alla crescita e quella vocata al profitto.

L'impresa in questo caso rimane in parte su mercati in cui ha già posizione leader (quindi non deve investire

ma deve solo trarne profitto) e in parte col profitto che ricava da questi mercati si colloca su mercati nuovi

che richiedono forte investimenti.

Impresa monobusiness --> Quando un azienda decide di competere in una sola A.S.A. In questo caso si attua

una concentrazione nell’impiego delle risorse aziendali.

// multibusiness --> Quando un azienda decide di collocarsi su più A.S.A che sono completamente diverse. In

questo caso si attua una diversificazione. Si parlerà di Strategia di portafoglio: improntata alla

diversificazione nella scelta delle A.S.A. Quando si parlare di strategia di portafoglio si fa riferimento a un

opzione strategica precisa --> cioè alla scelta di essere presente in A.S.A che non sono omogenee (ad es in

question mark e cash cow).

Strategia settoriale

Consente all'imprenditore di stabilire che tipo di strategia all'interno di ogni A.S.A intende adottare per

affrontare la competizione, cioè per ottenere una posizione di vantaggio competitivo rispetto alle altre forze

del mercato. Cioè cosa deve fare per avere una posizione leader in un certo mercato. Ciò ci fa capire che le

decisioni strategiche settoriali costituiscono un'espressione di dettaglio rispetto alle decisioni strategiche

globali, in quanto si fa riferimento alla capacità delle prime di riempire di contenuto operativo quello che è

stato fissato a livello di strategia globale. Mentre con la decisione strategica globale si stabilisce dove

posizionarsi, con quella settoriale si stabilisce come fare per emergere e avere una posizione di leader.

Le strategie settoriali sono:

- Leadership di costo: l’impresa punta a ridurre i propri costi rispetto alla concorrenza.

- Differenziazione: un azienda decide di primeggiare nel mercato differenziando il prodotto dal punto di vista

qualitativo

- Focalizzazione: scelta di un'azienda di collocarsi su mercati di nicchia, che sono ristretti e rispetto ai quali i

competitor sono limitati.

Queste 3 ipotesi di strategie settoriali non sono alternative (cioè l'una non esclude l'altra), ma possono

diventare concorrenti cioè un'azienda può scegliere una strategie settoriale improntata alla focalizzazione

ma che presupponga un abbattimento dei costi e una differenziazione della qualità del prodotto.

Altre forme di strategie settoriali:

- Innovativa: sono strategie che attraverso nuovi prodotti e nuovi modi di organizzare la produzione mirano a

determinare un cambiamento nell’arena competitiva, che sia a proprio vantaggio e che spiazzi la

concorrenza. È diversa dalla diversificazione. Segna un punto di rottura rispetto a ciò che il mercato ha

richiesto fino a quel momento. E' l'imprenditore che condiziona il mercato, imponendogli le proprie

intuizioni.

- Imitativa: si preferisce copiare gli innovatori e fare tesoro dei loro errori, quindi seguono piuttosto che

anticipare il cambiamento.

Strategia per aree funzionali

All’interno di ogni A.S.A si affermano le strategie funzionali, che riguardano le attività funzionali che

caratterizzano ogni A.S.A:

- Produzione

- Marketing

- R&S

Ogni strategia settoriale comporta una relazione con l'area funzionale di riferimento, sollecitandola.

Le decisioni strategiche per aree funzionali seguono dal punto di vista logico le scelte che vengono fatte a

livello settoriale: una soluzione strategica settoriale innovativa presuppone la sollecitazione dell'area

funzionale R&S, cioè vuol dire che in questa area funzionale di R&S si saldano le decisioni strategiche

globale e quelle settoriali.

Quindi quando si parla di decisioni strategiche per aree funzionali si fa riferimento alla conclusione che

discende dalla scelta di una specifica decisione strategica e settoriale. È a livello di area funzionale che le

decisioni strategiche si legano a quelle tattiche.

Al di sopra dei 3 livelli gerarchici di strategia c'è l'Orientamento strategico di fondo (OSF): matrice ideale

di tutte e tre le tipologie di decisioni strategiche. E' una sintesi dei valori di fondo che ispirano le decisioni

strategiche in tutte le loro declinazioni.

All'interno dei valori di fondo vanno ricondotti i valori che consentono all'impresa di durare nel tempo:

Economicità, competitività e socialità.

Pianificazione e programmazione

Pianificazione: in cui si collocano decisioni strategiche. Sintesi di una serie di passaggi che portano

all'assunzione di decisioni strategiche.

Programmazione: in cui si collocano decisioni tattiche e operative. Momento terminale che porta all'adozione

delle decisioni tattiche e operative.

Sono due momenti terminali in cui si sostanzia il processo decisionale: la declinazione delle decisioni

(strategiche, tattiche e operative) trova sintesi documentale in questi due documenti.

Tra programmazione e pianificazione esiste un rapporto di sovraordinazione e sottordinazione: ad essere

sovraordinata è la pianificazione.

- // per area funzionale

Entrambi i documenti sono il frutto di una procedura, che prevede degli step.

Pianificazione

Quando si inizia un processo di pianificazione occorre seguire questi step:

1. Analisi esterna: dell’ambiente generale (macro fattori che l’imprenditore deve conoscere per

scegliere dove andare a investire) e di quello specifico (composto da tutte le forze competitive che

operano nel settore scelto, cioè i concorrenti reali, quelli potenziali, ecc..) per individuare minacce e

opportunità.

2. Analisi interna: delle risorse disponibili

3. Definizione degli obiettivi di fondo: essi si ottengono dall’incrocio dei dati emersi dall’analisi

interna e dall’analisi esterna. Sono di due tipi:

- Obiettivi globali: riguardano l’impresa nella sua interezza.

- Obiettivi parziali: riguardano le singole aree funzionali dell’impresa.

4. Studio dei percorsi da seguire per realizzare obiettivi di fondo globali e parziali

5. Scelta dei percorsi più idonei

Tutto ciò va calato nel documento di pianificazione, che è una sintesi di risorse, soluzioni organizzative

necessarie per dar corpo al disegno strategico prescelto. Esso sintetizza ciò che è stato fatto a monte.

Il documento di pianificazione è strutturabile in due parti:

- Qualitativo descrittiva (comprende gli step elencati): contiene tutto ciò che è successo prima e che

poi è stato tradotto nel documento di pianificazione.

- Quantitativo monetaria: esprime i valori economico finanziari che occorrono per realizzare nel lungo

periodo gli obiettivi globali e parziali.

Una volta approvato il piano verrà portato a conoscenza degli organi chiamati ad attuarlo.

Poiché la pianificazione esprime le decisioni strategiche è chiaro che gli organi che adottano processi di

pianificazione sono quelli volitivi o di alta amministrazione.

Programmazione

Derivato della pianificazione, infatti nella programmazione vengono calate le decisioni tattiche (trovano le

risorse per dare attuazione alle decisioni strategiche) e operative.

Se la pianificazione è espressione delle decisioni strategiche, e la programmazione è espressione di decisioni

tattiche e operative, il compito di quest'ultima è attuativo, e di controllo della pianificazione.

Il compito della programmazione è quello di verificare anno dopo anno la realizzabilità degli obiettivi globali

e parziali definiti in sede di pianificazione dell'anno corrispondente.

Di anno in anno con la programmazione si vanno a definire le azioni correttive se ce n'è bisogno e servono

anche a coinvolgere i vari organi che sono chiamati a intervenire in via correttiva affinché ciò che è fissato a

livello di pianificazione possa trovare piena attuazione.

La programmazione sorge quando si rileva che le risorse presenti nel sistema nell'anno di riferimento sono

insufficienti a realizzare obiettivi globali e parziali posti in sede di pianificazione.

Step della programmazione:

1) Rilevazione di un problema di risorse

2) Diagnosi del problema: capire perché le risorse appaiono insufficienti per realizzare gli obiettivi globali e

parziali.

3) Elaborazione di soluzioni alternative

4) Scelta delle soluzioni idonee

5) Adozione decisioni finali

Come per la pianificazione anche la programmazione comprende una parte qualitativo descrittiva (sviluppa

gli step) e una quantitativo monetaria (indica le risorse che occorrono per realizzare nel breve periodo, cioè

nell'anno, gli obiettivi parziali, cioè quelli specifici delle varie aree funzionali).

Differenza: gli organi che svolgono il processo di programmazione sono diversi da quelli incaricati nel

processo di pianificazione. Mentre gli organi che sviluppano il processo di pianificazione sono gli organi

volitivi, gli organi ai quali viene affidata la programmazione sono gli organi direttivi (hanno compito di

reperire le risorse per dare compiutezza alle decisioni strategiche che sono nel documento di pianificazione)

La programmazione per essere efficace nel sistema deve essere validata dagli organi gerarchicamente

sovraordinati (organi strategici). Il controllo

Controllo: è un meccanismo operativo, cioè è una delle componenti interne del sistema che lo re

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
39 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Stefaniab. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Organizzazione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Guzzo Gerardo.