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Estratto del documento

Capitoli di riferimento

(non tutto andrà studiato. Da rivedere)

  • Parte prima, secondo capitolo, l'Europa del PNRR. P. da 25 a 42
  • Parte quinta, il diritto della rigenerazione urbana. P 273-293
  • Parte sesta, capitolo terzo, i principi del diritto dell'ambiente, paragrafi 2, 2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 3 (principio fondamentale dello sviluppo sostenibile...)
  • Parte sesta, capitolo quarto, la transizione ecologica, paragrafi 1,2,3,4. Non i sottoparagrafi
  • Parte settima, capitolo uno
  • Parte settima, capitolo due

TOGLIERE PARAGRAFO SUL PNRR E SUGLI APPALTI

RIMANE

  • Parte quinta del libro
  • Parte sesta paragrafi 2 (con sottoparagrafi) e 3 (con sottoparagrafi)
  • Parte sesta capitolo quattro capitoli 1,2,3,4 SENZA SOTTOPARAGRAFI

Materiali aggiuntivi:

  1. NO PIANIFICAZIONE (1?)
  2. 2. Pianificazione partecipata
  3. NO 3 CONVENZIONI URBANISTICHE
  4. 4.
  5. 5. Società di trasformazione urbana
  6. NO 6 DIBATTITO PUBBLICO

Oltre al materiale dal libro, si aggiungono sei documenti utili

allo studio (non tutto formerà oggetto della prova finale)

Obbiettivi progetto pratico

  1. Percorsi di vita diffusi
  2. Orti urbani diffusi
  3. Rete di piste ciclopedonali
  4. Percorsi sicuri per le scuole
  5. Comunità energetiche rinnovabili

PARTE PRIMA, SECONDO CAPITOLO, "L'EUROPA DEL PNRR"

PNRR=piano nazionale di ripresa e resilienza. Nasce in virtù di uno sforzo collettivo che l'europa sida dopo la fase più acuta della pandemia. Strumento di solidarietà collettiva europea perché è la prima volta che l'europa decide "di fare debito comune" che significa che sostanzialmente tutta l'europa, attraverso canali finanziari, ha messo a disposizione delle 27 nazioni che compongono l'UE dei fondi per favorire la ripresa dopo il covid. Questi fondi sono in parte a fondo perso ed in parte a vantaggiosi tassi. Il debito se lo accolla l'UE. È la prima volta che l'europa lo fa. È questo

un grande segnale di solidarietà. L'Italia è l'unica tra le 27 che decide di provare a prendere tutto quello che si può (sia i soldi a fondo perduto che quelli in prestito). Questi progetti POTREBBERO arrivare perché servono progetti che l'Italia non ha ancora sviluppato e presentato (viene discussa già da tre governi). I fondi sono disponibili fino al 2027. L'Italia... NEXT GENERATION... sviluppatosei missioni, obiettivi, forse un po' troppi, sebbene si tratti di 203 miliardi di euro a disposizione. Questi interventi si pongono obiettivi come la sostenibilità, l'innovazione tecnologica, etc. Questi focus così diversi rischiano di non essere raggiunti proprio a causa della loro molteplicità e della differente idea dei vari governi, anche a causa di una mancanza di coordinamento. Tuttavia i soldi bisogna spenderli subito e bene (entro il 2027). Non sappiamo quindi se l'Italia possaattuare i suoi piani ora e subito. Il motivo vero per cui in Italia non siamo stati bravi in passato a spendere il denaro che i fondi strutturali (fonti di finanziamento classiche che l'UE mette a disposizione, in Italia specialmente indirizzate al Mezzogiorno) mettono a disposizione, deriva dal fatto che l'UE dà questi soldi (anche con il PNRR) a condizione che i progetti presentati siano fondati sul PARTENARIATO PUBBLICO PRIVATO. (L'Europa dice: "Io ci metto il mio, ma tu Stato metti a disposizione altre risorse, altri soggetti che possono concorrere alla realizzazione del progetto e che io cofinanzio con te, trova il partenariato tra soggetti pubblici e privati"). Su questo partenariato l'Italia è debolissima. PICCOLA PREMESSA DI SISTEMA: per spiegare perché il partenariato è importante. A prescindere dall'usarlo come strumento operativo che mi permette di acquisire i fondi strutturali europei, ci sono altri motivi che ci portano a dire che

Il partenariato pubblico privato è importantissimo. Storicamente abbiamo avuto modelli economici in cui (smith per primo) intervenivano solo i privati. Dopo smith arriva marx che per paradosso dice l'esatto contrario, cancella la fonte privata e dichiara che c'è solo la proprietà pubblica ed agisce solo lo stato. NOME CERCA invece afferma che ci vogliono sia i soggetti pubblici che privati. Nel modello keynesiano abbiamo sì tutti e due i soggetti ma operano in ambienti diversi: i privati nell'area del mercato ed i pubblici nelle aree in cui il mercato non interviene (sanità, scuola, etc). Questo modello chiama allora interventi pubblici O privati, dove il pubblico è in sostituzione di dove il privato non arriva. Il partenariato invece va oltre questa divisione esclusiva, i cui gli interventi sono in alternativa. La complessità della società crea delle opportunità diverse dove abbiamo interventi pubblici E privati.

Pubblico e privati non sono compartimenti stagni ma in comunicazione, con la comunicazione tra i due e la creazione di SINERGIE. Tramite queste sinergie 2+2 non è per forza 4 ma può essere di più. Siamo arrivati ad un modello collaborativo dove pubblico e privato agiscono in maniera sinergica, il partenariato pubblico privato. Dalla O alternativa alla E sinergica. Questa transizione è necessaria perché in questa nuova società complessa il lavoro congiunto porta a maggiori risultati. Tra soggetti pubblici, privati profit, privati no profit, abbiamo un tavolo a tre gambe. Tutte e tre possono collaborare e alla fine il risultato è utile per tutti. Il tavolo non può quindi essere a due gambe, come quello di Keines. Questo dinamismo a tre gambe riguarda tutto il mondo occidentale, tante realtà tra di loro diverse. In Italia abbiamo qualche problema che ci rende più complicato operare con il partenariato: la forte presenza della

criminalità organizzata (mafia, camorra, ndrangheta, sacra corona unita). Alcune imprese quindi possono essere solo di facciate per il riciclo dei soldi, dove il partenariato pubblico privato (PPP) rappresenta un terreno fertilissimo per realtà che di mercato vero non sono. Questo non deve portare all'esclusione del PPP ma solo allo sviluppo di "spie di controllo" per evitare queste situazioni. FINE PREMESSA SISTEMICA Abbiamo due grandi modelli di partenariato: partenariato NEGOZIALE e partenariato ISTITUZIONALIZZATO. PARTENARIATO NEGOZIALE è quel partenariato in cui i soggetti in partenariato (pubblici e privati) mantengono la loro autonomia giuridica e danno vita ad un contratto, una convenzione, un accordo in base al quale ciascuno di questi soggetti nella loro autonomia assume dei ruoli e i conseguenti limiti. Entrambi cooperano e realizzano il progetto alla base dell'accordo o contratto. Anche nel project financing ognuno ci mette qualcosa ma

Ognuno rimane autonomamente un soggetto distinto che coopera nella realizzazione dell'opera finale. È importante che ognuno resti sé stesso, autonomamente distinto nel partenariato negoziale. In Italia abbiamo una norma che è la base di tutto il partenariato negoziale: articolo 11 della legge 241, gli accordi sostitutivi.

Partenariato istituzionalizzato è qualcosa in più, un partenariato più strutturato e complicato da realizzare. La base è sempre la presenza di soggetti pubblici e privati che però danno vita a un nuovo soggetto ad hoc per questo partenariato, assumendo tutti gli obblighi. I soggetti creano assieme una nuova società di scopo, un nuovo soggetto essenzialmente, con il fine di realizzare il partenariato. La complessità in più sta proprio nel creare un nuovo soggetto. Ad esempio:

Società di servizi pubblici: società di scopo mista (pubblica e privata) che erogano servizi pubblici locali.

o nazionaliSTU: società di trasformazione urbana. L'operazione di partenariato è volta ad una trasformazione urbana. In particolare la STU è il più importante strumento pubblico privato di modificazione urbanistica. Vuole anche questo dare atto all'art. 11 della legge 241 del 90. Però la legge Bassanini istituisce la STU come strumento operativo per la prima volta nel '97. La stessa norma sarà poi riprodotta nel testo unico degli enti locali. L'articolo 120 prevede che le città metropolitane o il comune, con la partecipazione di altri soggetti pubblici interessati alla realizzazione del progetto. Dopodiché questi soggetti pubblici devono identificare l'area sulla quale intervenire, immaginare un progetto che sia di rigenerazione urbana. Essendo uno strumento che coinvolge pubblici e privati, i secondi vengono coinvolti tramite un bando o concorso e non tramite conoscenze, in rispetto del criterio di

imparzialità e trasparenza. Così facendo il tecnico incaricato mette i soggetti privati in concorrenza e sullo stesso piano. C'è una sola eccezione alla scelta del soggetto privato tramite concorso pubblico per partecipare alla STU: un privato può entrare nella STU non perché scelto per evidenza pubblica ma perché è il proprietario. Il comune per realizzare la STU dovrà fornire una motivazione. La legge prevede appunto che questo procedimento deve essere motivato ma per motivarlo deve dimostrare che la STU è la strada più conveniente per realizzare il progetto tramite uno studio di fattibilità (prevede lo studio della fattibilità architettonica, finanziaria, etc). Nel momento in cui si realizza la STU bisogna trovare tanti equilibri, come ad esempio la partizione delle azioni. La STU può quindi essere prevalentemente pubblica, minoritariamente pubblica o al 50. Alla fine della slide si trova la

Il testo fornito riguarda il circolare 622 dell'11 dicembre del 2000, che è importante perché delineale regole per dare attuazione all'articolo 120.

Tre fasi di costituzione di una STU:

  1. Avvio dell'iniziativa: il comune deve avviare il progetto di costituzione della STU. Delimitaed identifica l'area, contatta i proprietari (privati, provincia, regione). Una volta fatto lostudio di prefattibilità che costituisce anche il cronoprogramma si passa alla seconda fase.
  2. Attivazione dell'iniziativa: chiusura del cerchio sui soggetti pubblici e decisione del tipo di STU (maggioranza pubblica, 50 50, etc). A questo punto si stabilisce il bando per i privati (operazione politica, non a carico del comune) mentre l'amministrazione ha i compiti gestionali. Il bando seleziona il soggetto privato.
  3. Costituzione ufficiale della STU.

Si inizia poi l'attività. Una volta completata va identificato un ente che gestisca la nuova attività creata.

Documento programmatico RIUSO

oramento della qualità della vita delle persone. Per quanto riguarda il risparmio energetico, è fondamentale adottare soluzioni che permettano di ridurre il consumo di energia elettrica e di combustibili fossili. Questo può essere ottenuto attraverso l'installazione di impianti fotovoltaici, l'utilizzo di lampade a basso consumo energetico e l'isolamento termico degli edifici. La sicurezza degli edifici e dei territori è un altro aspetto cruciale da considerare. È necessario garantire che gli edifici siano costruiti secondo norme di sicurezza e che siano dotati di sistemi di allarme e di protezione contro incendi e calamità naturali. Inoltre, è importante adottare misure di prevenzione e di gestione del rischio per proteggere i territori da eventi come alluvioni, terremoti e frane. Infine, il miglioramento della qualità della vita delle persone è un obiettivo centrale della sostenibilità. Ciò può essere raggiunto attraverso la creazione di spazi verdi e parchi, la promozione della mobilità sostenibile e l'accesso a servizi essenziali come l'acqua potabile e l'energia pulita. In conclusione, la sostenibilità si basa su principi come il risparmio energetico, la sicurezza degli edifici e dei territori e il miglioramento della qualità della vita delle persone. È un approccio fondamentale per garantire un futuro migliore per le generazioni presenti e future.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
16 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Franchito0o di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto urbanistico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Costantino Maria Laura.