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REDDITI DI CAPITALE

Articolo 44, REDDITI DI CAPITALE

1. Sono redditi di capitale:

  1. gli interessi e altri proventi derivanti da mutui, depositi e conti correnti;
  2. gli interessi e gli altri proventi delle obbligazioni e titoli simili, degli altri titoli diversi dalle azioni e titoli simili, nonché dei certificati di massa;
  3. le rendite perpetue e le prestazioni annue perpetue di cui agli articoli 1861 e 1869 del codice civile;
  4. i compensi per prestazioni di fideiussione o di altra garanzia;
  5. i proventi derivanti da prestiti erogati per il tramite di piattaforme di prestiti per soggetti finanziatori non professionali (piattaforme di Peer to Peer Lending) gestite da società iscritte all'albo degli intermediari finanziari di cui all'articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, o da istituti di pagamento rientranti nell'ambito di applicazione.
dell'articolo 114 del medesimo testo unico di cui al decreto legislativo n. 385 del 1993, autorizzati dalla Banca d'Italia;"Reddito di capitale = reddito, remunerazione che deriva dal capitale. Il capitale produttivo deriva quando il capitale oggetto di investito è un bene produttivo (se investito è un bene produttivo), può generare un reddito, che viene definito reddito di capitale.Esempio di remunerazione derivante dall'impiego di capitale = dividendo (che rappresenta la remunerazione tipica di un titolo obbligazionario), contratto di conto corrente. 42L'articolo 44 del Tuir non fornisce una definizione generale dei redditi di capitale, bensì fornisce un'elencazione di tutte le fattispecie reddituali, all'interno della quale distinguiamo tre gruppi di redditi:1. Dividendi e altri proventi derivanti dalla partecipazione in società (riconducibili al capitale di rischio di una società). Non sono, però,

1. I redditi di capitale includono le plusvalenze derivanti dalla vendita di azioni o obbligazioni (capital gain) e sono classificati come redditi diversi.

2. Gli interessi e altri proventi derivanti da mutui e altre forme di impiego del capitale, che non sono né finanziamenti né investimenti in capitale di rischio di una società, sono considerati proventi finanziari atipici. Gli interessi derivanti da crediti di lavoro o d'impresa non rientrano nella categoria dei redditi di capitale.

3. Altri proventi finanziari di varia natura, che hanno una causa finanziaria e impiegano il capitale come finanziamento (come titoli obbligazionari o BOT), rientrano in questa categoria di proventi atipici.

La lettera d dell'articolo 44 costituisce un esempio di reddito di capitale, che riguarda il compenso per la prestazione di una...

  1. fideiussione o di altra garanzia).
  2. Vi troviamo, inoltre, le rendite perpetue e le prestazioni annue perpetue, i proventi derivanti dalla gestione, redditi imputati ai beneficiari di trust.
  3. A chiusura dell'elencazione (clausola di chiusura) nell'articolo 44, lettera h) vi è una forma residuale, che ha per oggetto i proventi derivanti da altri rapporti aventi per oggetto l'impiego del capitale, esclusi i rapporti attraverso cui possono essere realizzati differenziali positivi e negativi in dipendenza di un evento incerto.
  4. Quindi, costituiscono redditi di capitale i proventi che derivano dall'impiego del capitale, con esclusione dei rapporti, attraverso i quali si possono verificare dei differenziali positivi o negativi sulla base di un evento incerto.
  5. Differenza tra provento e dividendo Provento = è una remunerazione che può essere certa/incerta,

è un importo che assume rilevanza reddituale. Il dividendo = è l’intero importo dell’utile distribuito.

Esempio di una remunerazione che consiste in una differenziale positivo/negativo = Devo fare una differenza tra quanto mi è costato l’impiego del capitale e quanto ci guadagno nel momento in cui termino quell’impiego di capitale.

Quando il provento deriva da un rapporto consistente nell’impiego di capitale, quellaremunerazione consiste in redito di capitale, se invece si tratta di un rapporto che consiste nell’impiego di capitale che però deriva da evento incerto, esso viene considerato un reddito diverso di natura finanziaria (differenziali positivi/negativi).

Nei redditi di capitale assume rilievo il possesso di azioni o di altro titolo che rappresentano una frazione del capitale o del patrimonio della società. 43

Titoli obbligazionari = comportano l’obbligo di restituzione del capitale, investimenti certi (predeterminati).

Le obbligazioni non rappresentano quote del capitale sociale, ma un diritto di credito; chi detiene obbligazioni di una società non è socio, ma creditore. Titoli azionari = non hanno la certezza di restituzione del capitale. Le azioni rappresentano una frazione del capitale sociale, conferiscono la qualità di socio e il diritto di partecipare alla distribuzione degli utili. Il sistema di assoggettamento all'imposizione dei redditi di capitale Articolo 45, DETERMINAZIONE DEL REDDITO DI CAPITALE 1. Il reddito di capitale è costituito dall'ammontare degli interessi, utili o altri proventi percepiti nel periodo di imposta, senza alcuna deduzione. I redditi di capitale sono dei redditi che si determinano al lordo (al lordo di qualunque tipo di costo) del loro importo, non è ammessa la deduzione dei costi. (es. se ho comprato dei titoli di stato, e ho pagato delle commissioni, tali commissioni non possono essere dedotte, l'intero importo delle commissioni sarà tassato come reddito di capitale).

importo forma la base imponibile del mio reddito dicapitale). Non sono deducibili le spese bancarie.

Misura dell'imposizione= i redditi di capitali, non concorrono a formare il redditocomplessivo, perché sono redditi che prevedono un principio di tassazione allafonte. (Esempio: conto corrente, non ci accorgiamo di produrre reddito di capitale. L'interesse è un reddito di capitale, che vediamo accreditato al netto, la banca lo accredita effettuando una ritenuta a titolo d'imposta, ha trattenuto il 26% sull'intero ammontare.) Se invece il conto corrente è dell'impresa, l'interesse, al contrario, concorre a formare reddito d'impresa (e non di capitale). L'imprenditore deve far concorrere al suo reddito d'impresa anche l'interesse, perché il sistema di tassazione alla fonte a titolo di imposta non vale più perché ci troviamo di fronte a redditi d'impresa.

Vi sono due regole generali in

materie di determinazione dei redditi di capitale:
  1. TASSAZIONE AL LORDO
  2. PRINCIPIO DI CASSA = si tassa la somma percepita nel periodo d'imposta.
I regimi di tassazione dei dividendi I dividendi sono una fattispecie reddituale nell'ambito dei redditi di capitale. Il dividendo è l'utile di una società derivante dall'attività commerciale svolta dalla società, che viene distribuito tra i soci. Sono strumenti finanziari partecipativi, sono dati dall'apporto del capitale in una società. Da un punto di vista fiscale, dividendi e interessi, pur facendo parte della stessa categoria reddituale, sono trattati diversamente. Il legislatore nell'articolo 44 si è occupato di precisare se la remunerazione sia più simile a un interesse o a un dividendo. 44 Per le società non è fiscalmente indifferente disporre di capitale proprio (capitale di rischio) o di capitale di terzi (capitale di debito), perché il

Il capitale proprio è remunerato con la distribuzione di utili (non deducibili dal reddito della società), mentre le obbligazioni sono remunerate con il pagamento di interessi, deducibili dal reddito della società erogante.

Nell'ottica dell'impresa, quindi, la classificazione come interesse o dividendo è fondamentale dal lato di chi la paga. Se ho una remunerazione che ha natura di interesse (obbligazioni) è deducibile, se ha natura di dividendo (capitale proprio, remunerato con la distribuzione di utili), per chi la paga, non è deducibile.

Inoltre, i dividendi non possono essere tassati in modo pieno anche a carico del socio; occorre evitare cioè la doppia imposizione economica: prima della riforma del 2003, i redditi delle società distribuiti ai soci erano tassati due volte, presso la società e presso i soci sulla base di titoli differenti (c.d. sistema dell'imputazione). Con il sistema dell'imputazione

L'imposta sul reddito della società era imputata al socio, cui era attribuito un credito d'imposta. Al debito della società per l'imposta sul reddito corrispondeva il credito d'imposta del socio. La tassazione della società era una sorta di anticipazione dell'imposta dovuta dal socio, e il prelievo definitivo era rapportato alla situazione soggettiva del socio, nel cui reddito complessivo confluivano i dividendi.

Doppia imposizione economica = l'utile della società viene tassato in capo alla società, l'assemblea dei soci delibera la distribuzione. La doppia tassazione non è vietata dall'ordinamento giuridico, ma il legislatore cerca di attenuarla, si tende a fare in modo che l'IRES e la tassazione in capo al socio (IRPEF o IRES).

Cosa accade in concreto? Io ho una quota partecipativa in una srl, la società produce un utile netto di 100.000€, e in assemblea si delibera di distribuire l'intero utile.

La società fa il bonifico ai vari soci al netto della ritenuta al titolo d'imposta (26%). La società su quel reddito paga l'IRES, il dividendo che viene distribuito ai soci è l'utile sul quale la società ha scontato l'imposta (ha pagato l'IRES): questa è una doppia imposizione economica la stessa sostanza economica viene tassata due volte su due titoli giuridici differenti, perché sono diverse le fonti di produzione del reddito. Nel caso dell'IRES la fonte del reddito è l'attività commerciale svolta dalla società, nel caso dei soci la fonte produttiva del reddito è l'impiego del capitale. L'obiettivo è di cercare di attenuare la doppia imposizione economica, l'obbiettivo del legislatore è di fare in modo che su quell'utile non si superi l'aliquota massima progressiva di Irpef. Il sistema di tassazione dei dividendi non è.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
97 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/12 Diritto tributario

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SaraaaaM di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto tributario e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Pierro Maria.