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Tutela della privacy

Il diritto alla privacy/riservatezza è un diritto fondamentale e inviolabile della persona e del cittadino che segue la prestazione lavorativa (lavoratore). L'ordinamento riconosce la sfera privata che connota una determinata persona. Il datore di lavoro non ha il diritto di conoscere la sfera privata dei lavoratori se non per motivi riconosciuti legittimi dal legislatore. Uno dei motivi è l'esecuzione del contratto di lavoro: tutte le informazioni devono essere riconducibili alla necessità di far eseguire il contratto di lavoro. Il bene tutelato è la riservatezza. La privacy è un istituto/fattispecie molto complessa perché dipende dall'ottica in cui viene analizzata. Quando parliamo di diritto alla riservatezza distinguiamo: - Il contenuto positivo del diritto nel rapporto di lavoro che spetta al cittadino/lavoratore. Nello specifico, l'ampiezza e l'oggetto del diritto alla riservatezza del lavoratore.

Cioè su quali dati e informazioni il lavoratore ha diritto di avere una propria sfera di riservatezza/privacy:

  • I limiti al potere di invasione/compressione del diritto da parte del datore di lavoro. Nello specifico, i limiti al potere di controllo. Il datore di lavoro è limitato nella raccolta e nelle modalità di utilizzo dei dati. Deve, inoltre, conservarli in modo sicuro, senza perderli e senza permettere che qualcuno possa trafugarli.
  • I limiti al trattamento delle informazioni dipendono dall'ambito e dai motivi/dalle finalità per cui un soggetto privato o pubblico utilizza queste informazioni. Non esiste un elenco tassativo di informazioni che si possono o non si possono trattare. Il legislatore comunitario e nazionale ha individuato una serie di principi generali riguardo al trattamento dei dati per garantire la tutela.

Il datore di lavoro ha 3 poteri:

  • Potere disciplinare: potere di organizzare l'attività dei lavoratori secondo il
fine di utilità economica che ciascuna impresa vuole raggiungere. Il datore di lavoro ordina e indirizza le mansioni del lavoratore. Fonte del potere direttivo è l'articolo 2094 c.c.

potere disciplinare: potere che viene attribuito come caso unico dell'ordinamento ad un soggetto privato per garantire la conformità di tutti i comportamenti dei lavoratori facenti parte dell'organizzazione produttiva. Il datore di lavoro può, quindi, applicare sanzioni direttamente nei confronti di un altro cittadino privato. Tale potere consegue a quello direttivo e di controllo.

potere di controllo: collante/intermediario tra il potere direttivo e quello disciplinare. Il datore di lavoro verifica che siano rispettate le modalità, da lui indicate, con cui le prestazioni di lavoro devono essere integrate l'una con l'altra. Il potere di controllo non trova una sua specifica e diretta fonte normativa: secondo la giurisprudenza discende dal

Il potere direttivo è uno dei tre poteri del datore di lavoro. Esso consiste nella facoltà di impartire ordini e direttive ai dipendenti. Il datore di lavoro ha il potere di verificare l'esecuzione di tali ordini.

Il potere di controllo è un altro dei tre poteri del datore di lavoro. Esso incrocia il tema della privacy, in quanto permette la raccolta e il trattamento dei dati personali. Durante l'esercizio del potere di controllo, il datore di lavoro raccoglie dati per valutare la prestazione del lavoratore. Si verifica quindi un incrocio tra l'esercizio di un potere e il diritto alla riservatezza del lavoratore.

Il diritto alla riservatezza è riconosciuto come diritto costituzionale, anche se non è espressamente menzionato in un articolo della Costituzione. Non esiste una norma di diritto positivo che tuteli tale diritto in modo specifico, diretto e autonomo. Esso è ricavato da un insieme di diritti e norme. La Costituzione, in alcune sue disposizioni, richiama questo diritto, riferendosi alla tutela dell'integrità e dignità della persona (quindi del lavoratore).

Si trova in una posizione sovraordinata rispetto ai diritti patrimoniali, altresì tutelati dalla Costituzione. Sulla base della CEDU (=Corte europea dei diritti dell'uomo che interviene contro le violazioni alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo) e del diritto dell'UE (il cui giudice è la Corte di giustizia), la tutela della riservatezza è un diritto fondamentale che può conoscere delle compressioni. Non è un diritto assoluto (come la tutela della salute), ma relativo (come tendenzialmente tutti gli altri diritti della persona). La compressione di tale diritto si deve fondare sul principio del bilanciamento e della proporzionalità. La compressione è legittima solo se proporzionata e ragionevole.

  • norme costituzionali che riguardano in senso indiretto il diritto alla riservatezza, cioè il diritto della persona di essere rispettata nella sua sfera identitaria e
personale. Articolo 2: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale" L'articolo 2 della Costituzione riconosce i diritti inviolabili dell'uomo, cioè quelli previsti non solo nella nostra Costituzione ma anche nel diritto europeo e internazionale. Tale disposizione garantisce la sfera identitaria dell'uomo. Articolo 15: "La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge" La Costituzione riconosce un profilo specifico, del più ampio profilo della riservatezza, come diritto costituzionale: la corrispondenza.privata è coperta dal diritto alla riservatezza. Secondo la giurisprudenza recente è possibile registrare le conversazioni private per tutelare un proprio diritto, se almeno uno dei due interlocutori è cosciente. Infatti, se un soggetto è parte della conversazione è possibile utilizzare prova solo se è necessaria per tutelare un mio diritto. Non è invece possibile registrare la conversazione di due soggetti incoscienti ed estranei da colui che vuole tutelare un proprio diritto. In quest'ultimo caso è necessaria l'autorizzazione e l'effettuazione di ciò tramite la polizia. L'articolo 32, sulla tutela della salute, afferma il diritto della riservatezza in positivo. Invece, l'art. 41 della Costituzione, sulla libertà d'iniziativa economica privata, rappresenta una compressione a tale diritto. Art. 32: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e

interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Lo Stato non può conoscere, se il cittadino non è d'accordo, lo stato di salute di quest'ultimo. Il cittadino è libero di accettare o meno le cure sanitarie.

Art. 41: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali".

Il diritto all'iniziativa economica privata non riguarda espressamente l'articolo 41.

alla riservatezza, ma contiene una parte del contenuto sostanziale di questo diritto. Infatti, quando il datore di lavoro esercita la libertà di iniziativa economica privata deve rispettare gli altri diritti costituzionalmente garantiti. Il comma 2 rappresenta un limite alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e alla tutela delle informazioni che identificano e caratterizzano ciascun individuo. L'iniziativa economica privata, infatti, non può essere svolta in contrasto con la dignità umana.

Artt. 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 8 St. lav.

È un Codice in senso improprio. Infatti, è un decreto legislativo.

Codice privacy (D.lgs. 196 del 2003):

Sono state modificate nel 2018 le disposizioni non conformi al GDPR.

Riconosce espressamente la tutela della privacy.

Art. 8 Convenzione EDU:

Art. 8, Diritto al rispetto della vita privata e familiare: "Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio

Il diritto alla privacy è un diritto fondamentale che garantisce a ogni individuo la protezione del proprio domicilio e della propria corrispondenza. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell'esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell'ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui.

La norma definisce oltre che il contenuto, i caratteri della relatività e limitabilità del diritto. La fonte internazionale di diritto sostanziale dichiara la possibilità di comprimere il diritto alla privacy. I limiti al diritto di riservatezza che l'ordinamento europeo riconosce come validi sono: la tutela dello stato, dell'ordine e della salute pubblica, dell'ordinamento, della sicurezza e del benessere economico nazionale.

A questi si aggiunge la protezione dei diritti e delle libertà altrui: il diritto alla riservatezza deve essere quindi bilanciato con altri diritti e libertà. È lasciato il compito a ciascuno stato membro di stabilire quali diritti possono bilanciare/comprimere il diritto alla privacy. Perciò, l'individuazione dei diritti bilanciabili spetta a ciascuno stato membro. Ad esempio, in base all'articolo 41 della Costituzione, nell'ordinamento italiano la libertà d'impresa è un diritto che deve essere bilanciato con la tutela della riservatezza, cioè della vita privata e familiare, del domicilio e della corrispondenza del lavoratore. - dei diritti fondamentali dell'UE: riconosce espressamente il diritto alla riservatezza. Le norme internazionali e comunitarie sono interposte tra la Costituzione e le leggi ordinarie. È come se gli articoli 7 e 8 fossero inseriti nella Costituzione.È possibile chiedere direttamente da parte del cittadino laverifica di compatibilità tra una norma italiana e una internazionale di fronte alla CEDU. L'accesso non è diretto per il cittadino.
Dettagli
A.A. 2022-2023
128 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DanielaCaldon16 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto sindacale e del lavoro applicato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Bertocco Silvia.