vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
BICAMERALISMO PERFETTO O SIMMETRICO O PARITARIO
Il nostro è un bicameralismo perfetto, simmetrico, paritario. Ciò significa che le due camere hanno
le stesse funzioni, la stessa composizione, analogo principio rappresentativo e uguale durata:
legislatura di 5 anni.
• Ma vi sono lievi differenze nella struttura e sistemi elettorali autonomi:
quella piccola differenza che riguarda la composizione è che già in origine nella costituzione del '48,
la Camera dei deputati contava al suo interno 630 deputati, mentre il Senato 315 senatori, la metà.
Questa composizione, questo numero è stato modificato perché vi fu una proposta di modifica di
riforma della Costituzione che coinvolse anche il popolo, con un referendum che non è abrogativo ma
confermativo da parte del popolo che poteva votare solo per esprimersi a favore o no.
Si è ritenuto che per motivi di risanamento dell'economia del paese fosse necessario ridurre il
numero dei parlamentari, poiché gli stipendi per quel numero di rappresentanti, secondo coloro che
proponevano questa riforma, incideva molto nelle casse dello Stato, anche più dell'evasione.
Il popolo italiano venne chiamato al voto e si votò a favore della riduzione dei parlamentari.
L'attuale numero dei parlamentari alla Camera e di 400, al Senato sono 200.
Ma così si crea un deficit di democraticità, in questo modo il Parlamento non ha più un numero
adeguato di persone in grado di studiare quel particolare settore e studiare le ricadute.
• Un'altra differenza che riguarda Camera e Senato riguarda l’elettorato attivo e passivo:
Camera:
Elettorato attivo: 18 anni
Elettorato passivo: 25 anni
Senato:
Elettorato attivo: 25 anni (in origine) ora 18 anni
Elettorato passivo: 40 anni 9 29-09
(Su questo aspetto è intervenuta una riforma della costituzione 8 ottobre 2019+ referendum
confermativo svoltosi il 20 e 21 settembre 2020 , abbassando l'elettorato attivo al Senato a 18 anni)
LEGISLATURA
La Legislatura è il periodo compreso tra un'elezione e l’altra del Parlamento, il periodo di durata in
carica di un Parlamento. La durata normale della legislatura è 5 anni (salvo scioglimento anticipato
delle Camere).
La proroga delle camere di per sé non è ammessa, è ammessa solo quando viene dichiarato lo stato di
guerra, quando le elezioni non si possono tenere, con legge in caso in guerra deliberata (artt. 60.2 e
78 Cost.).
Si parla di prorogazio per indicare quella proroga dei poteri con cui il Parlamento continua a svolgere
solo le attività di amministrazione nell'attesa che si svolgano le nuove elezioni, perché secondo la
Costituzione (art. 61 Cost.) le elezioni delle nuove Camere devono avvenire tassativamente entro 70
giorni dalla fine delle precedenti, dalla fine dello scioglimento delle camere.
È possibile che questo periodo duri un po di più e quindi si parla di prorogazio.
RAPPRESENTANZA POLITICA
Essa sancisce il paradigma della democrazia rappresentativa perché sancisce una regola
fondamentale, quella per cui i candidati al Parlamento si fanno sostenitori di un gruppo sociale di
specifiche esigenze, possono essere professionali, politiche ect. e vengono eletti sulla base della
propria candidatura solo che, una volta eletti, questi rappresentanti non devono portare in Parlamento
le esigenze del bacino elettorale che li hai eletti, ma i parlamentari una volta eletti devono
rappresentare l'intero popolo, inclusi quelli che non li hanno votati, inclusi quelli che hanno delle
idee totalmente diverse dalle proprie.
Questa è la regola che sancisce la libertà dei parlamentari, motivo per cui il parlamentare può anche
discostarsi, durante il suo mandato, dalle idee del partito nelle cui fine è stato eletto.
Rappresentanza politica perché una volta eletto deve rappresentare tutti quanti qualunque sia
l’ideologia, l'intero popolo, altrimenti viene meno quella dinamica della rappresentanza politica,
rientriamo nella dinamica della rappresentanza per ceti, per gruppi.
Una norma coniata con la Rivoluzione francese è il cosiddetto divieto di mandato che sintetizza il
nostro modello della rappresentanza politica. L'articolo 67 della Costituzione stabilisce che ogni
membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato, è
il principio del cosiddetto divieto di mandato imperativo che i rivoluzionari della Rivoluzione
francese affermarono come primo principio dell'epoca liberale.
Il divieto di mandato imperativo sancito nell'articolo 67 della costituzione offre questa garanzia.
Art. 67: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza
vincolo di mandato”
Questa è una norma che garantisce la libertà d'azione al parlamentare, per questo i primi parlamentari
dell'Assemblea Nazionale francese l'hanno dovuta affermare perché da un lato garantisce la libertà ai
parlamentari dal bacino elettorale che l'ha votato, e dall'altro in epoca moderna il divieto di mandato
10 29-09
imperativo garantisce la libertà del parlamentare dal partito politico nelle cui fila si è candidato.
(Grillo gridava a gran voce l’abolizione del principio di divieto di mandato imperativo nel 2019,
perché voleva in qualche modo orientare i propri parlamentari e costringerli ad una disciplina di
partito, almeno su alcuni capisaldi che lui riteneva identificativi del Movimento 5 stelle).
Il contratto di mandato imperativo nasce come contratto privatistico che viene prestato per spiegare il
meccanismo della rappresentanza politica. Nel contratto di mandato, il mandante attribuisce al
mandatario il compito di agire in nome per conto proprio. Il mandato politico nasce da questo
paradigma contrattuale.
Ecco perché noi parliamo di divieto di mandato imperativo, vincolante nei confronti del Parlamento.
LIMITI DELL'ELETTORATO PASSIVO
Non tutti però possono candidarsi al Parlamento, la Costituzione e in particolare la legge Severino
pongono dei limiti.
Incompatibilità: vi è un rischio di contaminazione nella composizione dei poteri.
• la Costituzione prevede che chi è senatore non può essere deputato;
• chi è membro della Corte costituzionale non può essere Presidente della Repubblica;
• chi è Presidente della Repubblica non può essere membro del Parlamento.
Poi vi sono le ipotesi di Ineleggibilità, cioè si prevede che alcune figure, alcuni professionisti proprio
per la professione che esercitano, non si possono candidare in alcune circoscrizioni perché hanno un
ruolo tale che porterebbero a condizionare ma le idee.
• il prefetto non si può candidare nel territorio dove svolge la propria funzione;
• il magistrato non si può candidare nel distretto di Corte d'appello dove svolge le sue funzioni,
così come il questore ed anche altre figure che vengono espressamente menzionate nella
costituzione.
Anche questo proprio per garantire che non vi siano delle interferenze delle idee e condizionamenti
nell'espressione del diritto.
Una terza categoria è stata introdotta nel 2015, in origine introdotta solo per le elezioni regionali e poi
è stata estesa al Parlamento e prevede che:
• Non candidabilità: coloro che hanno una responsabilità penale accertata per delitti di particolare
gravità con sentenza passata ingiudicata e definitiva nei confronti del rispetto dei diritti, non si
possono candidare. 11 29-09
PREROGATIVE PARLAMENTARI
L'articolo 68 offre altre garanzie di libertà ai parlamentari.
• Insindacabilità: (sancita al primo comma) sancisce nessun parlamentare può essere perseguito per
le opinioni espresse nell'esercizio delle sue mansioni, essi non possono essere accusati di
diffamazione ad esempio. Il parlamentare ha la libertà di esprimere politicamente, in ambito
istituzionale, le proprie idee.
L'articolo 68 tutela il parlamentare dal potere giudiziario, questo perché durante il fascismo, il potere
esecutivo si è servito per potere giudiziario contro il potere legislativo. I tantissimi parlamentari
venivano condannati con processi penali anche per reati contro quella che era l'ideologia fascista.
Ecco perché l'articolo 68 mira a tenere separato il potere legislativo dalle interferenze del potere
giudiziario.
• Immunità Penale: (sancita al secondo comma) una norma che è stata modificata nel 93 durante il
periodo di Tangentopoli.
Questa norma prevede che, per poter agire nei confronti del parlamentare, per poter svolgere delle
attività di indagini o giudiziarie o processuali, un magistrato a la necessità di avere
l'autorizzazione di tutta la camera di appartenenza del parlamentare. La detenzione senza
autorizzazione è possibile solo in caso di sentenza irrevocabile o di arresto in flagranza.
In particolare l'autorizzazione, detta “autorizzazione a procedere”, è richiesta quando il Pubblico
Ministero svolge o delle indagini molto invasive oppure degli atti che limitano la libertà personale,
menzionati dalla Costituzione.
L'autorizzazione va richiesta ad esempio nel caso di arresto, limitazione della libertà personale,
perquisizioni, ispezioni, intercettazioni telefoniche, sequestro della corrispondenza, atti comunque
molto invasivi della libertà personale, atti d'indagine qualificati.
Il processo penale si caratterizza per: l'indagine e al termine dell'indagine se si ritiene opportuno si
apre il processo penale.
Ciò significa che viene offerta quindi una tutela dei parlamentari in riferimento alle attività di ricerca
delle prove, di indagine.
Questa norma è stata modificata nel '93 quando ci fu quel fenomeno definito dalla cronaca
giornalistica come Tangentopoli, cioè un'epoca nella quale individuarono tanti fenomeni di
corruzione di cui furono accusati e ritenuti responsabili numerosi parlamentari.
In quel caso la norma era ancora più garantista nei confronti del Parlamentare perché non consentiva
al Pubblico Ministero di svolgere nessun tipo di indagine.
Ecco perché la norma venne modificata e venne ridotta la sua portata, tant'è che oggi l'autorizzazione
a procedere non serve per avviare le indagini, che ad oggi possono essere avviate segretamente,
viene richiesta solo quando vengono compiuti questi atti e il Pubblico Ministero è tenuto a svelare le
proprie indagini e quindi richiede l'autorizzazione, chiede alla camera di poter svolgere queste stesse
indagini. 12 29-09
REGOLAMENTI PARLAMENTARI
I regolamenti parlamentari sono la fonte interna, sono un complesso di norme che si rivolgono solo
ai p