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APPUNTI DI DIRITTO PUBBLICO
Il 27 dicembre il capo provvisorio dello stato, Enrico de Nicola, promulgò la costituzione, che fu
pubblicata lo stesso giorno sulla Gazzetta ufficiale ed entrò in vigore il primo gennaio del 1948.
I principi costituzionali divenuti irrinunciabili sono:
- Principio della sovranità popolare, enunciato nell'articolo 1 della costituzione secondo cui
la sovranità nel nostro ordinamento appartiene al popolo, ancorché il suo esercizio
risulta articolato dagli istituti di democrazia diretta
- Principio democratico, che trova fondamento dell'articolo 1, comma 1, secondo cui l'Italia
è la repubblica democratica, e che implica, tra l'altro, l'adozione del principio
maggioritario nell'assunzione delle decisioni da parte degli organi politici collegiali, ma
anche la tutela delle minoranze, la tutela dei diritti, controlli di costituzionalità delle leggi
e il coinvolgimento delle minoranze delle riforme costituzionali
- Principio lavorista, che trova fondamento dell'articolo 1 della costituzione, secondo cui la
nostra Repubblica democratica è fondata sul lavoro, nonché nell'articolo 4 della
costituzione, in quanto il lavoro è un diritto, ma anche un valore sociale primario
- Principio personalista, che trova fondamento sia nell'articolo 2 della costituzione, che
riconosce i diritti della persona e quanto tale, sia nell'articolo 3 della costituzione, che fa
obbliga alla Repubblica di eliminare gli ostacoli che si frappongono al pieno sviluppo
della persona
- Principio di eguaglianza, implicante non soltanto l'eguaglianza formale di tutti davanti
alla legge (articolo 3, comma 1 cost.), ma anche l'intervento della Repubblica per la
rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona ed effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori alla organizzazione politica economica e sociale del
paese
- Principio pluralista, a tutela della pluralità delle formazione sociali ( pluralismo sociale:
articolo 2 cost.), tra le quali i sindacati e i partiti politici, oltre che è diversa associazioni,
in considerazione la loro rilevanza però la democrazia sostanziale.
Dal principio della dignità umana traggono infatti legittimazione i diritti costituzionali che
la Repubblica tra "riconosce e garantisce” in quanto “diritti inviolabili dell'uomo”, come
afferma l'articolo 2 cost.
Tra i diritti costituzionali sono annoverate molteplici libertà, ad esse la garanzia
costituzionale dei diritti sociali, la cui struttura si caratterizza invece per un dovere di
prestazioni imposto ai pubblici poteri.
Il procedimento di revisione costituzionale mira innanzitutto a favorire la più ampia
ponderazione dei contenuti della riforma costituzionale.
Infatti, mentre nell'ordinario procedimento di approvazione delle leggi è necessario che
Camera senato approvino un testo identico.
Nel procedimento di revisione costituzionale occorrono, da parte di ciascuna camera,
ben due approvazione dell'identico testo, che devono intervenire in un arco di tempo non
inferiore ai 3 mesi.
In tal caso la legge di revisione costituzionale promulgata dal il presidente della
Repubblica, è pubblicata nella Gazzetta ufficiale ed entra in vigore.
APPUNTI DI DIRITTO PUBBLICO
Nel momento dell'approvazione della legge non occorrente tre mesi,un quinto dei
membri dell'una o dell'altra camera, o cinque consigli regionali, o 500 mila elettori
possono proporre un referendum.
Alcune parti della costituzione sono irreformabili e quindi non possono costituire oggetto
di revisione costituzionale, neppure mediante il procedimento aggravato previsto
dall'articolo 138. Così è per la forma repubblicana, in quanto espressamente l'articolo
139 dispone che “la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione
costituzionale”.
Dal pari, La Corte costituzionale e la dottrina concordano relativamente
all'incomprimibilità dei diritti costituzionali, dal momento che l'articolo 2 di riconosce
come propri dell'uomo e quindi inviolabili da chiunque, compresi i pubblici poteri.
È con gli obiettivi dichiarati di una unione politica europea e della pace che nel 1951 fu
firmato il trattato istitutivo della Ceca tra Francia, Germania, Italia e paesi del Benelux e
poi, nel 1957, tra gli stessi paesi, e trattati istitutivi della CEE e della CEEA o EURATOM.
Uno dei Padri fondatori dell'idea dell'Unione Europea fu Schuman.
È dunque con il trattato istitutivo della comunità Europea del cowboy dell'acciaio, firmato
a Parigi e il 18 aprile 1951 da Francia, Germania, Italia e paesi del Benelux. Il trattato
mirava a sottoporre ad un comune controllo europeo l'industria carbosiderurgica dei
paesi aderenti.
A Roma, Il 25 marzo del 1957,00 si stipulò il trattato istitutivo della comunità economica
europea e di quello istitutivo della comunità Europea dell'energia atomica.
L'integrazione comunitaria, fin dall'entrata in vigore dei trattati istitutivi delle tre comunità
e più ancora della cooperativa evoluzione, è apparsa ispirata ad un metodo
profondamente diverso e più innovativo rispetto a quello della cooperazione
intergovernativa, mediante il quale gli stati organizzano la cooperazione quali soggetti
sovrani.
Ma è con il trattato di Maastricht sull'Unione Europea, firmato il 7 febbraio 1992, che il
processo di integrazione ha conosciuto una rilevantissima accelerazione. Il trattato di
Maastricht innanzitutto ha istituito l’ Unione Europea, a cui consegue una cittadinanza
dell'Unione, riconosciuta a tutti i cittadini degli stati membri, implicante da titolarità dei
diritti sia civili sia politici.
l'Unione Europea istituita con il trattato di Maastricht era fondata sulle comunità europee,
integrate dalle politiche e forme di cooperazione instaurate dal trattato dell'Unione
Europea.
Il trattato sull'Unione Europea, firmato appunto a Maastricht, a cui, successivamente si
sono aggiunte le ulteriori modificazioni.
Ecco perché il trattato di Nizza, firmato il 26 febbraio 2001, sono state apportate
modificazioni al sistema decisionale ed è stata proclamata la carta dei diritti fondamentali
dell'Unione Europea, ancorché priva di una piena efficacia giuridica.
Poi il 13 dicembre del 2007 è stato firmato il trattato di Lisbona, che, senza riaffermare il
fallito tentativo di dotare l'Unione Europea di una vera e propria costituzione, ha però
dato luogo ad una profonda profonda revisione del TUE.
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Dal primo dicembre 2009 è entrata in vigore, determinato dalla riforma sia del trattato
sull'Unione Europea, sia del trattato della comunità Europea, che ha assunto la
denominazione di trattato sul funzionamento dell'Unione Europea ( il Regno Unito ha
richiesto la brexit nel 2016, con il popolo che ha aderito al 54% di uscire dall'Unione
Europea, il 31 gennaio del 2020 il Regno Unito ha lasciato permanentemente l'Unione
Europea ma ha ancora dei stretti contatti con essa, in forma di collaborazione).
- Politica economica e monetaria: a partire dall'atto unico europeo del 1986 si è
passati dal coordinamento alla convergenza delle politiche economiche nazionali,
per poi giungere, con il trattato di Maastricht ad una vera Unione economica e
monetaria, che ha condotto all'unità monetaria, con l'adozione dell'euro, sulla
base di parametri di convergenza economica, la sostenibilità della situazione di
finanza pubblica, il sistema monetario europeo e la conformità dei tassi di
interesse a lungo termine a livello di convergenza conseguito
- Fiscalità, politica commerciale comune, cooperazione doganale: La libera
circolazione dei fattori della produzione presuppone una disciplina tributaria
ispirata al principio di non discriminazione e quindi contrastante, ad esempio, la
tendenza da parte degli Stati membri di favorire i propri cittadini residenti a danno
dei cittadini di altri Stati membri. Il diritto tributario dell'Unione Europea non è
pertanto diretto, come quello nazionale, a procurare risorse finanziarie in favore
dell'Unione Europea, ma piuttosto ad armonizzare la disciplina fiscale degli Stati
membri al fine di eliminare, quantomeno ridurre, io ostacoli alla libera
circolazione di merci, persone, servizi e capitali
- Politiche sociali e ispirate al principio di coesione sociale: una critica
costantemente rivolta trattato istitutivo della comunità economica europea era
fatta consistere nella sua pressoché esclusiva finalità di costituzione del mercato
unico è aperto e quindi nella natura ora precisamente “economicista” della
comunità.
Le principali fonti del diritto primario dell'Unione Europea sono costituite dai trattati.
Per quanto concerne le fonti del diritto derivato dell'Unione Europea, ci sono:
- Regolamenti: sono atti normativi “a portata generale”, e quindi si indirizza alla
generalità dei soggetti, stati, persone fisiche e giuridiche. Si caratterizza inoltre
per l'obbligatorietà di tutti i suoi elementi, di modo che esso va data completa e
integrale applicazione. Infine, il regolamento è direttamente applicabile in
ciascuno stato membro, non essendo necessari ulteriori atti che ne assicurino
l'applicazione negli Stati membri e con la conseguenza che le sue disposizioni
producono effetti direttamente dalle persone fisiche e giuridiche degli Stati
membri
- Direttiva: non ha invece portata generale, vincolando esclusivamente lo Stato
Membro o gli Stati membri cui è rivolta. Ha una sfera di obbligatorietà limitata al
“risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in
merito alla forma e ai mezzi”. Ciò comporta che la direttiva è suscettibile di
recepimento da parte degli Stati membri e quindi necessita di un atto dello Stato
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membro affinché le sue disposizioni producano effetti sulle persone giuridiche
degli Stati membri.
- La decisione al pari del regolamento è obbligatoria in tutti i suoi elementi; tuttavia
essa è normalmente diretta a destinatari determinati: singoli individui o singoli
Stati
- Le raccomandazioni e i pareri sono invece atti non vincolanti, anche se le prime
contengono comunque un invito a conformarvisi e i secondi un orientamento che
quindi viene indicato a di seguire
In tal modo la CGUE perveniva ad affermare il primato del diritto comunitario rispetto agli
ordinamenti degli Stati membri, comunque esplicano un effetto diretto, Dal momento che non
soltanto obbligano lo stato membro alla correlativa applicazione, ma abilitano gli interessati ad
agir