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Definizione
La forma di governo indica le modalità con le quali le scelte politiche pubbliche, che dovranno essere attuate, devono essere ripartite tra gli organi costituzionali; vengono decise inoltre anche le relazioni che intercorrono tra questi. Il concetto di forma di governo è strettamente collegato a quello di forma di stato. Per poter parlare di forma di governo è necessario introdurre il concetto di separazione dei poteri; se i poteri infatti sono concentrati in un'unica personale, la forma di governo finisce per coincidere con la forma di stato.Uno modello storico: la forma di governo costituzionale pura
La forma di governo costituzionale pura è caratterizzata dalla divisione dei poteri: - il Re e il suo Governo: hanno potere esecutivo; - il Parlamento: ha potere legislativo; - la Magistratura: ha potere giudiziario. Questa forma di governo si sviluppò in Inghilterra alla fine del XVII secolo; in questo periodo ci furono avvenimenti come la...Gloriosa Rivoluzione e il Bill Of Rights, i quali portarono al trono Guglielmo D'Inghilterra; in Europa, intorno alla prima metà del XIX secolo, ci furono le Costituzioni Octroyées (le Costituzioni francese, belga, dello Statuto Albertino e la Costituzione prussiana). Il potere esecutivo spettava al Re e al suo Governo; il Governo veniva considerato di possesso del Re perché i membri erano nominati e revocati dal Re. Il potere legislativo spettava al Parlamento (composto da due camere, una elettiva e l'altra, il Senato, di nomina regia), ma il Re aveva diritto di veto tramite l'applicazione della sanzione regia (il diritto di veto consiste nella facoltà di un soggetto di condizionare l'esito di una votazione in maniera negativa, qualora tutti gli altri votanti si esprimano in maniera favorevole. La sanzione regia era un istituto che prevedeva la necessità dell'assenso del Re per la formazione delle leggi). UN MODELLO ESTREMAMENTEDIFFICILE: LA FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE
La forma di governo parlamentare deriva da quella costituzionale pura. È la forma di governo nella quale il Governo è legato al Parlamento tramite un rapporto di fiducia.
La prima esperienza di governo parlamentare fu quella britannica con Re Giorgia I, il quale abbandonò le riunioni del Governo, determinando l'innalzamento di un Ministro che assunse un ruolo di coordinamento, fino a diventare Primo Ministro. Ciò determinò una forma di governo dualista, nella quale il Governo aveva una "doppia fiducia", essendo legato sia al Parlamento, che al Re.
Il Parlamento iniziò quindi a condizionare il Governo, fino ad arrivare alle dimissioni del Primo Ministro, motivate dalla mancanza di consenso da parte della Camera dei Comuni.
Con l'allargamento del suffragio, si instaurò la forma di governo parlamentare monista, dove il Re perde ogni possibilità di incidere sulla composizione
del Governo, la quale viene determinata dal Parlamento. Dopo la Prima Guerra Mondiale, i Parlamenti diventarono luogo di conflitto sociale e divenne sempre più difficile assicurare una stabilità governativa. Iniziò così a svilupparsi il tentativo di rendere più funzionale la forma di governo parlamentare attraverso la razionalizzazione, ovvero la scrittura nella Costituzione delle regole sul rapporto di fiducia. Di esperienze di questo tipo abbiamo Italia, Germania e Spagna; Germania e Spagna hanno introdotto regole molto più incisive, valorizzando la figura del Primo Ministro, che è l'unico destinatario della fiducia e che può nominare e revocare i Ministri. Per assicurare la stabilità del Governo, è prevista la mozione di sfiducia, secondo la quale il Parlamento può votare la sfiducia al Primo Ministro, solo se ne elegge un altro. LA FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE La forma di governo presidenziale venneIntrodotta negli Stati Uniti alla fine del XVIII secolo e prevede una separazione dei poteri; il potere esecutivo monocratico viene affidato al Presidente della Repubblica, il quale è eletto dal popolo e ha un doppio ruolo:
- è a capo dello Stato;
- è a capo del Governo: si occupa di nominare e revocare i Segretari di Stato.
Il Gabinetto di Stato (Presidente e Segretari) si riunisce in forma collegiale, ma non è un organo con competenze e non è di rilievo. Non vi è alcun rapporto di fiducia con il Parlamento, dato che il Presidente viene direttamente nominato dal popolo.
I rapporti tra gli organi sono strutturati in modo tale che si crei un sistema di pesi e contrappesi, definito check and balances, per evitare comportamenti arbitrari; ad esempio, il Parlamento ha un potere di inchiesta, che viene esercitato dalle Commissioni Parlamentari, le quali possono acquisire conoscenze sui temi dei quali il Congresso si occupa e svolgere inchieste.
sull'attività amministrativa, con l'obbligo, per i soggetti convocati, di presentarsi davanti alla Commissione per riferire. Il presidente e tutti i titolari di carica civile, possono essere messi sotto accusa dal Congresso, tramite impeachment, ovvero una messa in stato d'accusa di persona che detiene un'alta carica pubblica, ritenuta colpevole di azioni illecite nell'esercizio delle proprie funzioni, allo scopo di provocarne la destituzione. Tutte le nomine che il Presidente può compiere, sono soggette a ratifica da parte del Senato, che può incidere sulla scelte del Presidente. Esistono poi dei meccanismi, attraverso i quali il Presidente può influire sull'esercizio delle funzioni del Congresso, dove il principale è il veto presidenziale sulle leggi (ovvero la richiesta, fatta dal Capo dello Stato, di una nuova deliberazione di legge, approvata dal Parlamento; questa richiesta può provocare la bocciatura definitiva.della legge in ogni caso o se non riapprovata amaggioranza qualificata).
LA FORMA DI GOVERNO DIRETTORIALE
La forma di governo direttoriale prende il nome dal direttorio, cioè un organo di governo che venneideato nell'ultima fase della Rivoluzione Francese. Le caratteristiche di questa forma di governo sono:
- assenza di figure monocratiche, come il Presidente della Repubblica e/o il Primo Ministro;
- divisione del potere politico tra il Parlamento e il Governo (direttorio).
Il Governo francese durò pochi anni, perché prese il potere Bonaparte. Attualmente, questa è la forma digoverno presente in Svizzera; ha il Parlamento eletto a suffragio universale e un direttorio composto dasette membri, che svolge sia funzioni tipiche del Governo, che quello a capo dello Stato.
LA FORMA DI GOVERNO SEMIPRESIDENZIALE
La forma di governo semipresidenziale è uno dei tentativi in cui coesistono elementi delle diverse forme digoverno. In questa forma di governo ci
sono attribuite competenze di rappresentanza dello Stato all'estero. Il Presidente della Repubblica ha anche il potere di promulgare le leggi approvate dal Parlamento e di concedere la grazia o la commutazione delle pene. Il Governo, invece, è responsabile dell'amministrazione del paese e dell'attuazione delle politiche decise dal Parlamento. È composto dal Primo Ministro e dai Ministri, che vengono nominati dal Presidente della Repubblica. Il rapporto di fiducia tra il Governo e il Parlamento è fondamentale per il funzionamento del sistema semipresidenziale. Il Governo deve ottenere la fiducia del Parlamento per poter governare e, in caso di mancata fiducia, il Presidente può sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni. La V Repubblica francese è considerata l'esempio più significativo di sistema semipresidenziale. Tuttavia, forme simili di governo sono state adottate anche in altri paesi, come la Finlandia e la Repubblica di Weimar. In conclusione, il sistema semipresidenziale è caratterizzato dalla presenza di un Presidente con poteri esecutivi e di un Governo collegiale, che dipende dalla fiducia del Parlamento. Questo sistema offre un equilibrio tra il potere del Presidente e quello del Parlamento, garantendo una forma di governo democratica e stabile.spettano poteri eccezionali in caso di grave crisi. La forma di governo semipresidenziale in Francia ha reso evidente la sua flessibilità, quando ci sono fasi in cui si alternano fasi di predominanza parlamentare a quella presidenziale.
LA FORMA DI GOVERNO NEOPARLAMENTARE
La forma di governo neoparlamentare si basa sull'elezione diretta del vertice dell'esecutivo, che è al contempo vincolato dal rapporto di fiducia con l'Assemblea Legislativa. I due organi sono legati dal principio aut simul stabunt, aut simul cadent, ovvero, se uno dei due viene meno, anche l'altro si deve dimettere.
La forma di governo neoparlamentare è stata sperimentata in Israele a partire al 1992; il sistema elettorale proporzionale, una società conflittuale e un'eccessiva rigidità del sistema neoparlamentare, hanno causato la paralisi delle istituzioni, che portò l'Israele a tornare parlamentare. In Italia questa forma di governo venne adottata
dal 1993 al 2014 per comuni e province e dal 1995 per le regioni.SISTEMA ELETTORALI E FORME DI GOVERNO
È presente un legame fondamentale tra forme di governo e sistemi politici. La parte centrale della legislazione elettorale è il sistema elettorale, ovvero il meccanismo volto a trasformare i voti in seggi.
I sistemi elettorali si dividono in due tipi:
- Il sistema maggioritario: quando chi ottiene più voti all'interno di una circoscrizione, conquista tutti i seggi assegnati alla circoscrizione stessa; ogni partito presenta un candidato e viene eletto quello che ottiene più voti. Ci sono due tipi di sistemi elettorali maggioritari:
- Turno unico
- Doppio turno: il candidato più votato viene eletto solo se conquista almeno una certa percentuale di voti. Se questa percentuale non viene raggiunta, si effettua una seconda votazione a breve distanza dalla prima, detta ballottaggio, alla quale partecipano quei candidati che al primo turno hanno ottenuto il
maggior numero di voti;- il sistema proporzionale: prevede circoscrizioni più grandi. Il sistema proporzionale non garantisce la diretta governabilità: l'organo elettivo risulta composto da un gran numero di partiti; in assenza di una maggioranza risultante dalle elezioni, è necessario formare Governi di coalizioni, in quanto dipendenti dal potere di ricatto dei partiti minori.
Per cercare di minimizzare i difetti dei due sistemi, sono stati elaborati sistemi misti, che introducono correttivi di tipo maggioritario nel sistema proporzionale; i correttivi più utilizzati sono la soglia di sbarramento, con la quale non sono ammesse alla ripartizione dei seggi le forze politiche che non ottengono almeno una certa percentuale di voti, e il premio di maggioranza, che consiste nell'assegnazione di un numero di seggi supplementare, rispetto a quello ottenuto con il sistema proporzionale, a favore della forza politica che ha ottenuto più voti.
FORMA DI
ato italiano si unificò sotto la guida di Vittorio Emanuele II, diventando il Regno d'Italia. Il sistema elettorale adottato inizialmente prevedeva il suffragio censitario, limitando il diritto di voto solo a una piccola parte della popolazione. Nel corso degli anni, il sistema elettorale subì diverse modifiche, ampliando gradualmente il numero di elettori ammessi. Durante il periodo fascista, il sistema elettorale subì una profonda trasformazione. Nel 1923, con la legge Acerbo, venne introdotto il sistema del listone, che assegnava automaticamente due terzi dei seggi al partito che avesse ottenuto la maggioranza dei voti. Questo sistema garantiva una forte concentrazione di potere al partito fascista. Dopo la caduta del regime fascista, l'Italia adottò un nuovo sistema elettorale basato sul proporzionale. Questo sistema prevedeva la suddivisione dei seggi in base al numero di voti ottenuti dai partiti, garantendo una rappresentanza più equa. Negli anni successivi, il sistema elettorale italiano ha subito ulteriori modifiche. Nel 1993 è stato introdotto il sistema maggioritario a doppio turno per l'elezione del Presidente della Repubblica. Nel 2005 è stato adottato il sistema elettorale denominato "Porcellum", che prevedeva un mix tra il maggioritario e il proporzionale. Questo sistema è stato poi dichiarato incostituzionale nel 2014. Attualmente, l'Italia utilizza il sistema elettorale denominato "Rosatellum", che prevede una combinazione tra il maggioritario e il proporzionale. Questo sistema è stato adottato nel 2017 e ha introdotto alcune modifiche rispetto al sistema precedente. In conclusione, il sistema elettorale italiano ha subito diverse trasformazioni nel corso degli anni, passando dal suffragio censitario al proporzionale, con l'introduzione di vari sistemi misti. Queste modifiche hanno cercato di garantire una rappresentanza più equa e democratica della popolazione italiana.