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RIPASSO: I soggetti del terzo settore
Abbiamo detto che i soggetti del terzo settore erano soggetti non facilmente qualificabili perché appartenevano ad una specie di "aria grigia" indefinita. Addirittura, prima i soggetti del terzo settore venivano confusi con il volontariato, quasi come se il volontariato fosse l'unico soggetto del terzo settore. Quindi, c'è stata un'esigenza di identificazione alla quale ha risposto la legge 106 del 2016 e soprattutto il decreto legislativo 107 del 2017 (codice del terzo settore). Per capire chi sono i soggetti del terzo settore, l'art. 1 della legge 106 del 2016 ci dice che sono associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, le cooperative sociali, le fondazioni non bancarie, gli enti di patronato, gli enti lantropici... tutti i soggetti che in generale svolgono attività senza scopo di lucro e quindi svolgono un'attività di interesse generale con scopi che sono civici/sociali oppure solidaristici. Del terzo settore.ne fanno parte tutti quei soggetti che si occupano di interventi di interesse generale e possono avere come oggetto prestazioni socio-assistenziali, quindi non solo possono intervenire nel campo sociale, ma possono intervenire anche nel campo della tutela dell'ambiente, della cultura, del paesaggio e del patrimonio. Possono inoltre intervenire nella promozione dello sviluppo turistico, ecc. Deve esserci l'assenza di lucro e sull'assenza di lucro dobbiamo fare distinzione tra enti non profit e enti non for profit. Gli enti non for profit sono enti che fanno profitto, che lavorano sul mercato, ottengono dei ricavi, ma questi ricavi non sono destinati al profitto del soggetto, ma sono ricavi che vengono destinati all'interesse generale. Si chiamano così perché i ricavi vengono utilizzati o reinvestiti per fini di interesse generale. Questi ricavi possono essere donati a soggetti del terzo settore se non sono soggetti che hanno delle interazioni o sono in conflitto di interesse.collegate al soggetto no for pro t. La distinzione fondamentale è che mentrel'ente no pro t è un ente che non può proprio fare pro tto e quindi deve avere i bilanci sempre inequilibrio, i ricavi devono essere uguali ai costi, gli enti no for pro t sono enti che fanno pro ttoma destinano questo pro tto per ni di interesse generale.
Gli enti del terzo settore sono soggetti che devono registrarsi nel registro unico nazionale del terzosettore, cioè il RUNTS. La registrazione al RUNTS consente, non solo accesso a dei bene ciscali, ma consente anche l'acquisizione della personalità giuridica in maniera più semplice.
Quindi con l'iscrizione al RUNTS diventa più facile acquisire una personalità giuridica e quindidiventare titolari capaci, cioè di essere capaci di attivare situazioni giuridiche di obblighi oppure didoveri oppure situazioni giuridiche di vantaggio (capacità giuridica=essere titolari di
situazionigiuridiche di vantaggio o di svantaggio, diritto o di doveri). Pagina 40 di 50fi ff fi fi fi fi fi fi ffi fi fi fi fi fi fi fi fi ffi fi fi fi fi fi fi fi
La legge 106 del 2016 ha previsto, così come poi ulteriormente modi cato dal codice al terzosettore, una predisposizione di un fondo e quindi un fondo destinato sia a sostegno dei progettidel terzo settore sia a garantire dei prestiti in maniera agevolata.
Per sostenere il terzo settore, la legge 40 del 2017 ha disciplinato il servizio civile universale,proprio per promuovere la cultura del dono e la cultura del dare e sono stati poi previsti dei centridi servizio per il terzo settore, ovvero dei centri che formano personale che deve poi lavorare nelterzo settore. Sul piano dell’ordinamento, oltre al registro e oltre a istituire dei centri per il servizio,è stato istituito il consiglio nazionale del terzo settore che è presieduto dal ministro del lavoro dellepolitiche sociali, ed è un
consiglio che serve a rappresentare i soggetti del terzo settore e ha una capacità/funzione di rappresentanza dei soggetti del terzo settore. Come lavorano i soggetti del terzo settore? Possono lavorare con la pubblica amministrazione in convenzione, tramite accordi o attraverso un affidamento del servizio. Questo avviene quando la pubblica amministrazione bandisce una gara per l'erogazione di servizio sociale che verrà poi erogato dal privato. L'art. 55 del codice del terzo settore introduce un'altra forma di affidamento all'esterno della co-programmazione e la co-progettazione. Rispetto a queste tre forme, cioè convenzione, affidamento tramite gara, e co-programmazione o co-progettazione, il dibattito è ancora molto aperto, perché c'è una normativa del codice del terzo settore che interseca quella dei contratti pubblici e quindi non sempre è chiaro quando il servizio sociale può essere.Il testo formattato con tag HTML sarebbe il seguente:A dato tramite gara e quando invece può essere oggetto di co-programmazione e co-progettazione. Su questo c'è stata una diatriba tra una diversa visione divedute, tra la corte di stato e la corte costituzionale che con la sentenza 121 del 2020 ha stabilito/ha chiarito che i soggetti del terzo settore possono essere coinvolti nell'erogazione del servizio tramite la sola co-programmazione o co-progettazione e poi attraverso l'accreditamento, cioè (secondo il modello dell'art. 55 che è il modello di amministrazione condivisa come dice la Corte Costituzionale nella sentenza 121 del 2020) il privato insieme alla pubblica amministrazione ssagli obiettivi, per esempio per ridurre la dispersione scolastica infantile, e quindi gli obiettivi possono essere disarticolati e dettagliati in progetti, e quindi il privato farà dei progetti (per esempio una cooperativa sociale insieme alla pubblica amministrazione farà il progetto su come puo
ridurre la dispersione scolastica nella scuola dell'obbligo oppure nella scuola media superiore e quindi vari progetti articolati per i vari quartieri e per città). Dopodiché la pubblica amministrazione se valuta corretti/adeguati questi progetti può decidere di acquistare questo servizio dal privato, quindi lo paga o comunque gli versa un corrispettivo, e lo accredita, quindi fa un accreditamento puro (in questo caso). Un'altra forma tipica di l'accreditamento, partecipazione del privato alla Pubblica Amministrazione è che può essere misto o puro: puro - il è quando il comune acquista il servizio al privato (acquirente) e quindi corrisponde al privato delle tari e, a seconda del servizio che viene erogato. misto - il è quando il comune/la pubblica amministrazione da al cittadino (che ne ha diritto) dei voucher e con questi può scegliere dove spenderli. Questa è una materia sulla quale vige una grande incertezza, alcuni autoriritengono che alla fine della co-progettazione la pubblica amministrazione deve sottoscrivere una convenzione con il privato, altri invece ritengono che debba pagare il servizio, altri pensano invece che non debba pagare niente se non rimborsare le spese. La giurisprudenza del consiglio di stato e della corte costituzionale non sono concordi e soprattutto considerando che a giugno 2023 entra in vigore la riforma dei contratti pubblici, per cui anche questa avrà un impatto su questa materia già complessa di per sé, queste complessità hanno portato alla paralisi del sistema per cui ancora oggi quando il privato vuole erogare il servizio sociale per conto del comune si procede tramite gara, il comune acquista il servizio dal privato tramite gara oppure tramite la convenzione. Quindi questa co-programmazione e co-progettazione, cioè questo nuovo strumento con cui il privato sia anche al pubblico non è ancora partito, perché c'è molto timore che il privato unavolta che sia anca al pubblico poi riesca a condizionale le scelte del pubblico. Chi sono i soggetti del terzo settore? I soggetti del terzo settore sono ovvero tutte quelle società che sono costituite secondo il titolo 5 del codice civile, quindi le società semplici, le società in accomandita, le società a responsabilità limitata, le società per azioni, le società in nome collettivo... tutte le società elencate nel titolo 5 possono avere la definizione di impresa sociale, comprese anche le cooperative sociali. L'impresa sociale ha un oggetto molto ampio perché, oltre a perseguire le attività di interesse generale senza scopo di lucro, queste imprese possono avere come oggetto attività quali attività con finalità socio-educative, attività con finalità di sviluppo turistico, oppure attività volte asviluppare il commercio equo e solidale (quindi possono anche svolgere un'attività produttiva e commerciale vera e propria soprattutto in considerazione a beneficio di persone svantaggiate oppure di aree svantaggiate, quindi possono le imprese sociali possono attivare proprio un commercio equo e solidale), oppure possono anche avere come oggetto la gestione di beni con scarti alla malavita organizzata. Quindi hanno proprio una vocazione per lo più imprenditoriale. Infatti possono anche fare profitto queste imprese, e possono destinare questo profitto all'aumento del proprio capitale, del capitale della società. Possono fare anche delle donazioni a soggetti diversi dalla società, appartenenti al terzo settore purché questi soggetti non siano soggetti che abbiano collegamenti con l'impresa sociale. Quindi devono essere completamente slegati, cioè i soggetti che beneficio di queste donazioni da parte dell'impresa sociale deve essere un.
Soggetto che non deve avere nessun legame con impresa sociale. Quindi le imprese sociali sono imprese devono essere inscritte nel registro unico nazionale (RUNTS) perché l'iscrizione è la condizione obbligatoria/necessaria, non solo per lavorare con la pubblica amministrazione, ma anche per accedere a benefici fiscali e finanziari.
Oltre alle imprese sociali che sono soggetti privati appartenenti al terzo settore, che svolgono la propria attività di interesse generale senza scopo di lucro, ma con un approccio maggiormente imprenditoriale, infatti assumono una forma di società analoga a quella compresa nel titolo 5 delle organizzazioni di volontariato, codice civile, abbiamo disciplinate dall'art. 32 del decreto legislativo 117 del 2017, cioè dall'art. 32 del codice del terzo settore. Queste associazioni di volontariato possono essere costituite in forma di associazioni, purché vi sia la presenza di almeno sette persone.
di volontari. Le tre associazioni di volontariato che voglio presentarti sono: 1. Associazione Amici del Cuore: si occupa di assistenza e supporto ai pazienti affetti da malattie cardiache. Organizza incontri di sostegno psicologico, promuove la prevenzione e sensibilizza l'opinione pubblica sull'importanza di uno stile di vita sano. 2. Associazione Mani Amiche: si dedica all'aiuto e all'accompagnamento di persone anziane o disabili. I volontari offrono supporto nelle attività quotidiane, come la spesa, la pulizia della casa o semplicemente tenendo compagnia. Organizzano anche eventi e attività ricreative per favorire l'inclusione sociale. 3. Associazione Sorriso Solidale: si occupa di portare un sorriso ai bambini ricoverati in ospedale. I volontari organizzano giochi, laboratori creativi e spettacoli per intrattenere i piccoli pazienti e rendere il loro soggiorno in ospedale più piacevole. Collaborano anche con le famiglie per offrire supporto emotivo e materiale. Queste tre associazioni sono solo alcuni esempi di quanto il volontariato possa fare la differenza nella vita delle persone. Se sei interessato a dare il tuo contributo, ti consiglio di contattare direttamente le associazioni per scoprire come puoi aiutare. Ricorda che anche il più piccolo gesto di solidarietà può fare la differenza!