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La crisi dello Stato sociale
A partire dagli anni Settanta, si sa, l'economia inizia a dare dei segni di rallentamento. La crescita del P.I.L. non era più fluida, proprio come la ricchezza prodotta all'interno del Paese ed anche il sistema di tassazione inizia a risentirne, siccome le ricchezze tassate erano decisamente meno rispetto a prima. Lo Stato, quindi, si trova costretto a ricorrere sempre di più all'altro sistema, pubblico, l'indebitamento che cresce in modo sproporzionato rispetto al P.I.L.. A sua volta, però, l'indebitamento aumenta la pressione fiscale, e negli anni Novanta si scatena una reazione delle classi sociali più colpite. Sfruttando la libera circolazione delle merci, alcune imprese iniziano a delocalizzare la propria azione, ponendo laLa nostra sede fiscale è stata spostata in uno Stato in cui la pressione fiscale è meno gravosa. Questo ha innescato un circolo vizioso che ha gettato il Paese in una situazione ancora più critica, poiché c'è una perdita di competitività e attrattività a livello produttivo e rispetto ai finanziamenti. Lo Stato fa sempre più fatica a sostenere la propria spesa pubblica, quindi si parla sempre di più di crisi finanziaria e dello Stato sociale già dagli anni Ottanta.
Ci sono dei fattori che contribuiscono ad aumentare la spesa pubblica e ad aggravare la crisi: l'aumento della vita media della popolazione, l'adesione all'Unione Europea. Già negli anni Novanta si cerca di creare una zona di moneta unica, che aumenta notevolmente i vincoli a cui gli Stati sono sottoposti. L'Unione Europea inizia a chiedere ai suoi membri di mantenere dei bilanci sani, riducendo l'indebitamento.
In relazione all'epoca in cui è nato il nostro Stato, si pensi...
ad esempio al sistema pensionistico, sul quale l'innalzamento dell'aspettativa di vita ha riportato tantissimi effetti. L'innalzamento dell'età media è andato a modificare notevolmente anche il grafico demografico del nostro Paese. Di conseguenza gli Stati si trovano costretti ad aumentare la pressione fiscale e ad applicare dei tagli alla spesa pubblica (riducendo quindi la qualità dei servizi). La riorganizzazione dello Stato, in particolare del suo metodo di intervento in ambito sociale, è stata necessaria a fronte di questi fattori. Si sono quindi attuati dei provvedimenti in questo senso, anche con lo scopo di ridurre la spesa pubblica, i quali hanno talvolta avuto un impatto diretto sui cittadini (un esempio potrebbe essere l'introduzione del ticket sanitario). Un principio introdotto nella seconda metà degli anni Novanta è la sussidiarietà, cheRiguarda tutte le funzioni amministrative dello Stato. L'obiettivo iniziale era quello di snellire il più possibile l'intervento dello Stato, rendendolo così meno costoso ma più efficiente e controllato. Questo principio, introdotto con la legge Bassanini (l. n. 59/1997) può assumere due configurazioni:
La sussidiarietà verticale prevede l'attribuzione delle funzioni amministrative sempre all'Ente decentramento territoriale più vicino al cittadino (solitamente il Comune). Questo viene attuato anche perché il Comune è l'ente che meglio conosce i bisogni del proprio cittadino e questo rende la prestazione molto più efficace ed efficiente rispetto ad una ipotetica gestione centrale. Sarà, inoltre, molto più facile che quella funzione amministrativa venga applicata con maggiore efficienza ed economicità.
La legge Bassanini introduce anche la sussidiarietà orizzontale, che è sempre un
criterio di distribuzione delle funzioni amministrative, il quale afferma che bisogna favorire la partecipazione dei soggetti privati (siano essi singoli o associati) nell'esercizio di funzioni pubbliche che tutelino gli interessi della comunità, risparmiando così le risorse pubbliche. Ovviamente, non scompare il ruolo dello Stato, che resta fondamentale nel monitorare l'andamento di questa partecipazione.
La sussidiarietà verticale ed orizzontale sono fortemente integrate tra loro, siccome la prima favorisce un avvicinamento tra Stato e cittadino, mentre la seconda interviene per mezzo del Comune, che esercita un ruolo fondamentale nel garantire la partecipazione sociale.
solidarietà normativa
Questo principio ha prodotto una che è servita a razionalizzare l'azione dello Stato sociale. Quest'ultima ha incentivato i cittadini ad assumere dei comportamenti improntati ad una responsabilizzazione individuale. Si è visto che il
ruolo assistenzialistico dello Stato sociale è arrivato a mettere in crisi la sua stessa esistenza, per questo si è iniziato a emanare delle norme che hanno incentivato i cittadini a crearsi in modo autonomo delle forme di protezione sociale (ci si riferisce in particolare a tutte quelle norme che prevedono delle agevolazioni e sgravi fiscali per chi stipula una polizza a tutela della propria salute, o si crea un fondo pensionistico integrativo). Si parla di norme incentivanti, poiché non obbligano a mantenere un determinato comportamento, ma lo incentivano. Chi riesce a crearsi autonomamente delle forme di protezione, va a sgravare lo Stato di quello stesso compito assistenzialistico. Questo porta a parlare di un accesso razionalizzato ai servizi. Si riconosce un accesso prioritario ai Servizi Sociali ai soggetti che hanno una necessità più elevata. 5. La forma di Governo italiana 5.1. La Forma di Governo parlamentare Repubblica parlamentareStato italiano si configura come una repubblica (che indica la Forma di Stato) parlamentare (che, invece, indica la Forma di Governo). I caratteri fondamentali della Forma di Governo parlamentare sono: il rapporto fiduciario tra Parlamento e Governo che viene regolato dall’articolo 94 della Costituzione: «Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.» Il Capo dello Stato non ha alcun potere di indirizzo politico, non può compiere atti politici, siccome questa attività spetta esclusivamente alIl rapporto tra Governo e Parlamento si definisce come un potere neutro, che non assume un ruolo nel gioco politico delle parti, limitandosi a ricoprire un ruolo di garanzia costituzionale (specialmente nelle relazioni tra gli altri due organi).
Il sistema dei partiti debole razionalizzazione. La Forma di Governo italiana viene definita come non prevedendo stabilità attraverso nessun istituto volto alla garanzia della del Governo, il quale è sottoposto solamente all'esistenza del rapporto di fiducia con il Parlamento.
Il sistema dei partiti condiziona notevolmente il funzionamento della Forma di Governo parlamentare siccome influenza la formazione della maggioranza. Con questo termine si indica il numero di partiti presenti ed il rapporto che sussiste tra essi. Si può avere un sistema bipartitico oppure multipartitico.
Nel primo caso, molto semplice, vi sono due soli partiti che si fronteggiano durante la competizione elettorale per la composizione del Parlamento. In questa ipotesi,
L'elettore che si reca alle urne determina, con il proprio voto, anche la maggioranza di Governo, siccome solo una maggioranza di questi partiti otterrà la dei seggi in Parlamento, mentre l'altro salirà all'opposizione. Il Governo che viene a formarsi in questo sistema avrà quindi una netta stabilità e coesione, di conseguenza avrà una maggiore efficienza.
Diversa è la situazione in cui vi sia un sistema multipartitico, in cui possono verificarsi due ipotesi:
Se i partiti hanno un'ideologia e dei programmi tra loro non eccessivamente distanti, si può individuare un potenziale di coalizione, che porta ad un sistema simil bipolare; questo non prevede due soli partiti ma due schieramenti di partiti che si alleano prima delle elezioni, presentandosi come due soli gruppi contrapposti. In questo caso, il Governo gode di una certa stabilità;
Se i partiti sono ideologicamente troppo distanti, essi non riusciranno a formare una coalizione stabile e il Governo sarà più instabile e soggetto a frequenti cambiamenti.
delle coalizioni, qualora si riuscisse a trovare una maggioranza che appoggia il Governo, esso non godrà di un sostegno stabile. Il sistema multipartitico estremo, in Italia si parla di che rientra nella seconda ipotesi. L'elettore non è in grado di determinare la maggioranza di Governo, siccome entreranno in Parlamento moltipartiti e, probabilmente, nessuno di questi otterrà la maggioranza dei seggi. In questo caso, il successivi Governo si crea tramite degli accordi tra i partiti alle elezioni e sarà costantemente esposto al rischio di crisi di Governo. 5.3. Il ruolo del sistema elettorale nella formazione del Governo Il sistema elettorale è quella formula che traduce in seggi parlamentari i voti espressi dai cittadini. Questo può essere proporzionale o maggioritario (anche se, solitamente, questi due sistemi vengono applicati congiuntamente). Il sistema maggioritario indica un sistema in cui la maggioranza dei seggi in Parlamento viene attribuita alpartito o alla coalizione che ottiene più voti nella competizione elettorale. Questo sistema garantisce una maggioranza stabile in Parlamento e, di conseguenza, una maggiore stabilità del Governo. Questo compito viene ricoperto anche dalla Corte Costituzionale.
21 sistema proporzionaleIl è il sistema in cui ogni partito/coalizione che partecipa alle elezioni riceve una quota di seggi parlamentari in proporzione ai voti ottenuti. Questo, però, determina la formazione di un Parlamento composto da molte forze politiche, nessuna delle quali raggiunge la maggioranza assoluta dei seggi e di conseguenza anche la maggioranza che verrà a crearsi sarà fortemente instabile.
5.4. I due tipi di parlamentarismoIl Sistema politico influenza le dinamiche di funzionamento della Forma di Governo.
parlamentarismo maggioritarioIl si caratterizza per la presenza di un sistema pol