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DOTTRINE COSTITUZIONALI SENZA COSTITUZIONALISMO

La Costituzione contiene le regole giuridiche fondamentali alla base dell'ordinamento giuridico. Delinea l'identità dello Stato, i caratteri della forma di Stato (rapporto giuridico e politico tra governanti e governati), ogni ordinamento deve avere una propria costituzione/statuto/atto costitutivo. Le costituzioni sono il prodotto del costituzionalismo di matrice liberal-democratica, ma vi sono costituzioni che non hanno avuto nulla a che fare con i principi del costituzionalismo, e Stati in cui la forma è solo in apparenza assimilabile ai tratti del costituzionalismo.

La costituzione frutto del costituzionalismo deve presentare tali tratti:

  1. Affermazione diritti dell'uomo e il loro primato nell'ordinamento;
  2. Tutela dei diritti ad opera dei giudici;
  3. Tutti sono soggetti alla legge, anche i pubblici poteri;
  4. Il fondamento dei poteri sovrani sta nella legittimazione che deriva dal popolo;

L'adozione delle decisioni politiche è prevalentemente fondata sul principio di maggioranza;

La sfera politica è autonoma da quella religiosa;

Oggi opera il controllo di costituzionalità delle leggi ad opera di corti o tribunali costituzionali o giudici.

Il costituzionalismo si riferisce dunque a precisi valori costituzionali. Il Regno Unito non ha una costituzione scritta in senso tradizionale, ma ha una costituzione sostanziale improntata a principi del costituzionalismo (difesa delle libertà, controllo e limitazione del potere...).

Le esperienze costituzionali degli Stati i cui tratti non sono riconducibili ai principi del costituzionalismo sono dette autocratiche:

Affermazione dei diritti fondamentali dell'uomo, se c'è, non è assistita da un apparato di garanzia adeguato;

Non è contemplata un'effettiva separazione dei poteri.

Al di là delle concezioni occidentali, è necessario leggere e

Interpretare le costituzioni senza costituzionalismo in relazione ai principi e valori che caratterizzano l'ordinamento statale. Quali ragioni inducono uno Stato autocratico ad adottare formule come "costituzione", "diritti umani"... senza riconoscerne sostanzialmente la valenza e farla propria? Le disposizioni delle costituzioni autocratiche sono di norma nella disponibilità dell'autorità politica che può sottrarsi alla loro osservanza, o può derogarle. Possono riprodurre una serie di informazioni o programmi politici che il regime ha inteso proclamare affinché i destinatari ne siano informati e possano idealmente o coercitivamente aderirvi costituzioni "manifesto". Talvolta le previsioni costituzionali non esprimono aspirazioni ideali, ma sono finzioni: scopo è celare la reale prassi autoritaria, in questi casi l'approvazione di una costituzione corrisponde a una sorta di window dressing.

(allestimento di vetrina). Non rappresentano alcun vincolo perlo Stato.

Le costituzioni autocratiche in genere descrivono la struttura dell'apparato di potere: assolvono a una funzione di coordinamento tra le componenti di élites al potere, di risoluzione di eventuali conflitti istituzionali; di controllo delle dinamiche di dissenso interno.

L'adozione di una costituzione ad opera di un regime autocratico persegue perlopiù l'esigenza di ottenere un riconoscimento da parte della comunità internazionale accreditandosi come soggetto internazionale. Nell'opinione pubblica internazionale l'adozione di una costituzione scritta conferisce all'ordinamento affidabilità formale.

Un'ulteriore funzione delle costituzioni autocratiche è quella di placare le rivendicazioni del paese e del popolo, così come le monarchie del 1850 circa concessero le prime costituzioni per assecondare le pretese della borghesia. L'adozione

Di una costituzione non muta il carattere autocratico del regime, e resta nelle mani dell'autorità politica l'effettiva applicazione o disapplicazione delle norme costituzionali. Comunque ciò conferma che il significato di costituzione è quello originario, che affonda le radici nel costituzionalismo occidentale.

Si parla di "costituzionalismo autoritario" quando, anche se si tratta di un regime controllato da un partito dominante:

  • Il regime non esercita un'azione repressiva arbitraria contro l'opposizione, pur potendo adottare sanzioni;
  • Lascia che l'opposizione diffonda una critica politica, entro certi limiti; sono sviluppati meccanismi che consentono al dissenso di esprimersi nella misura che il regime ritiene conveniente;
  • Sono previste elezioni politiche dove la competizione è solo apparente;
  • Il partito dominante si mostra sensibile all'opinione pubblica.

Teorie sovietiche della Costituzione -

alle relazioni di classe. Pertanto, i diritti sono considerati strumenti di lotta di classe e sono subordinati agli interessi della classe dominante. Inoltre, le costituzioni socialiste enfatizzano il principio della sovranità popolare, ma in realtà il potere è concentrato nelle mani del Parlamento, che è controllato dal partito comunista. Le elezioni non sono basate sulla libera concorrenza tra partiti politici, ma piuttosto sulla primazia del governo comunista. Questo si riflette anche nella giustizia, che è funzionalizzata agli scopi del partito guida. In sintesi, secondo le concezioni sovietiche, il diritto è visto come coazione e strumento di controllo della classe dominante.

Ad un dato periodo storico: Limitazioni al godimento dei diritti derivano dalle particolari condizioni di sviluppo economico;

Altre limitazioni derivano dalla politica: il possesso del potere politico da parte del popolo è il presupposto per il godimento ed esercizio dei diritti;

Altre ancora possono scaturire dalla legge: i diritti esistono solo se espressamente disciplinati dalla legge, che può apporre limiti al loro godimento.

Secondo Ganino: "la costituzione socialista è la legge fondamentale che contiene i principi dello Stato socialista, nato in opposizione allo Stato di diritto. Può essere una costituzione-bilancio come quella staliniana del 1936, o una costituzione-programma come quella leniniana del 1918, ma non prevede limiti al potere. Non è neutra ma pone alla sua conquista del potere da parte dei lavoratori la proprietà garanzia dei diritti fondamentali, la base economica e funzionale al socialismo, e con i diritti economici."

elencati prima dei diritti dilibertà. Stabilisce il principio di "unità del potere statale" (non separazione dei poteri) subordinando tutti gli organi statali all'assemblea rappresentativa. Il ruolo guida del partito garantisce il coordinamento degli organi statali, ad esso sono subordinati la partecipazione dei cittadini alle attività statali e la collegialità della direzione dello Stato. Tutti gli Stati che hanno fatto o fanno riferimento alle teorie socialiste si sono dotate di costituzioni. Costituzioni nei paesi africani e asiatici, filosofie-religioni-politiche – il costituzionalismo africano non riesce ad incorporare a pieno il suo grande patrimonio spirituale e a rendere effettive le visioni politiche legate alle tradizioni, anche se vi sono stati tentativi: L'Umanesimo di Kaunda, primo presidente della Zambia, la cui ideologia si basava sulla libertà integrale dell'uomo africano, sul suo benessere e sulla.

Sua dignità; L'Ujamaa di Nyerere, primo presidente della Tanzania, legato all'idea di antisocialità dell'accumulo di ricchezza, ai principi di solidarietà tra i cittadini, di aiuto reciproco, di uguaglianza economica oltre che politica. Valori presenti nella società africana prima della colonizzazione;

Il Coscienzismo e Panafricanismo del leader ghanese N'krumah, basati sulla concezione comunitaria dell'Africa tradizionale; per sconfiggere il capitalismo nega l'esigenza della lotta di classe in virtù della caratteristica comunitaria della società africana.

Il colonialismo e poi la decolonizzazione hanno portato a testi ispirati e scritti nelle forme delle costituzioni delle potenze egemoni (UK e Francia). Solo recentemente nella costituzione del Sudafrica del 1997 sono state incorporate le tradizioni indigene che riescono ad affermarsi in parte in via giurisprudenziale, influenzando altri Stati come

ad esempio il Madagascar, che ha codificato le tradizioni indigene. In Asia, i popoli e le relative organizzazioni statali non hanno una tradizione culturale e giuridica comune. Le religioni si intrecciano con i sistemi giuridici tradizionali o derivati, creando un quadro variegato in cui non è possibile ravvisare un'armonizzazione, in quanto l'Asia non ha conosciuto in modo diffuso il colonialismo e l'imposizione di sistemi giuridici omogenei. Tra i paesi asiatici: gli ultimi Stati comunisti del pianeta (Cina, Vietnam, Corea del Nord), un regime militare, una monarchia assoluta, solo ora in ricerca di nuovi assetti (Birmania), un processo di democratizzazione (Sultanato del Brunei), Stati che hanno conosciuto democrazie relativamente recenti (Filippine, Thailandia, Taiwan), stabilizzate (India). Vi sono documenti definiti "costituzionali", e dunque è stata avvertita l'esigenza di dotarsi di una costituzione, generalmente posta al vertice della gerarchia delle fonti.

protetta con una procedura aggravata di revisione costituzionale, contiene diritti e libertà e le loro garanzie, regole sull'organizzazione dei poteri. Tuttavia tali carte spesso non sono riconducibili ai valori del costituzionalismo, in particolare in relazione ai diritti dell'uomo.

I valori asiatici incorporano: virtù cardinali del confucianesimo, dell'induismo e altre concezioni filosofico-religiose (primato interessi collettivi sugli individuali, il valore della sobrietà e della parsimonia, la rinuncia alla gratificazione presente in vista di un beneficio futuro).

Nella prospettiva confuciana, l'uomo che intende coltivare le virtù individuali deve adempiere ai doveri e alle responsabilità nascenti dalle relazioni con gli altri, solo così l'uomo realizza pienamente la propria personalità.

Secondo la teoria dei valori asiatici, la concezione prevalente in Asia sulla condizione dell'uomo non si concilia bene con i

sociata alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948. Questo documento fondamentale afferma che tutti gli esseri umani sono dotati di diritti inalienabili e inviolabili, indipendentemente dalla loro razza, religione, sesso, nazionalità, età o qualsiasi altra caratteristica. I diritti umani sono considerati universali, indivisibili e interconnessi. Ciò significa che tutti i diritti umani sono ugualmente importanti e che non possono essere separati l'uno dall'altro. I diritti umani includono il diritto alla vita, alla libertà, all'uguaglianza, alla dignità, alla sicurezza, all'istruzione, alla salute, alla libertà di pensiero, di coscienza, di religione, di espressione e molti altri. La tradizione dei diritti umani si basa su principi fondamentali come la non discriminazione, l'uguaglianza di fronte alla legge, il rispetto della dignità umana, la libertà di pensiero e di espressione, il diritto alla partecipazione politica e molti altri. Questi principi sono stati sviluppati nel corso dei secoli attraverso lotte e movimenti sociali per la giustizia e l'uguaglianza. La promozione e la protezione dei diritti umani sono responsabilità di tutti, sia degli individui che dei governi. Ogni persona ha il dovere di rispettare i diritti degli altri e di lavorare per garantire che tutti possano godere dei propri diritti fondamentali. I governi hanno il compito di adottare leggi e politiche che promuovano e proteggano i diritti umani e di assicurare che vengano rispettati e realizzati nella pratica. La violazione dei diritti umani è una grave violazione dei principi fondamentali di giustizia e dignità umana. Le violazioni dei diritti umani possono assumere molte forme, come la tortura, la detenzione arbitraria, la discriminazione, la violenza di genere, la limitazione della libertà di espressione e di associazione, e molte altre. È compito di tutti combattere queste violazioni e lavorare per garantire che i diritti umani siano rispettati in tutto il mondo. In conclusione, i diritti umani sono una parte essenziale della nostra società e della nostra umanità. Sono fondamentali per garantire la dignità e la libertà di ogni individuo. Dobbiamo tutti impegnarci a promuovere e proteggere i diritti umani, affinché ogni persona possa vivere una vita dignitosa e piena di opportunità.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
91 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/21 Diritto pubblico comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _chiara25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Locchi Maria Chiara.