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Il danno penale prodotto dal reato
Il danno penale prodotto dal reato consiste nell'offesa del bene giuridico tutelato, tale offesa prende il nome di evento giuridico. L'offesa può assumere due forme: lesione oppure messa in pericolo (nei reati di pericolo non c'è il tentativo e sono: omissione di soccorso, incendio, strage, minaccia).
Soggetto attivo del reato
È chi realizza il fatto tipico cioè chi pone in essere il comportamento antigiuridico; ogni persona ha capacità penale senza distinzione di età, sesso e condizione soggettive. Non escludono l'illiceità penale, situazioni di anomalia psico-fisica ed immunità ma solamente l'applicabilità della pena.
A seconda di chi compie il reato, si possono distinguere reati comuni: possono essere commessi da ogni persona; e reati propri.
persona o l'ente nei confronti del quale viene commesso il reato.Il soggetto passivo è la persona titolare del bene tutelato dalla norma penale o colui che ha ricevuto l'offesa del bene giuridico. Soggetto passivo della condotta alcune volte coincide con il soggetto attivo ma è diverso dal soggetto passivo.
ESEMPIO: reato di automutilazione per sottrarsi al servizio militare obbligatorio, il soggetto passivo della condotta è lo stesso soggetto attivo colui che si automutila, ma il soggetto passivo è lo Stato. Non possono coincidere soggetto attivo e passivo del reato.
Classificazione reati in base al soggetto passivo:
- Reati plurioffensivi: quando ledono oppure mettono in pericolo più beni giuridici diversi. ESEMPIO: calunnia che offende lo Stato e la persona falsamente incolpata.
- Reati vaganti: offendono un numero indeterminato di individui. ESEMPIO: reati di strage, naufragio, etc.
- Reati senza vittime: senza soggetto passivo; reati ostativi: come il possesso ingiustificato di armi.
Il soggetto passivo è il soggetto danneggiato, cioè colui che...
Dal reato ha subito un danno civilmente risarcibile. ESEMPIO: la famiglia del soggetto che è stato ucciso.
L'antigiuridicità penale è la relazione tra un fatto umano e una norma penale, più precisamente è il rapporto di contraddizione tra il fatto (es.: l'impossessamento della cosa mobile altrui) e una norma penale (nell'esempio dell'art. 624 c.p. la norma che punisce il furto).
Cause soggettive ed oggettive di esclusione del reato. Denominate anche cause di giustificazione, scriminanti o esimenti: sono circostanze particolari in presenza del quale un fatto, che costituisce reato, non è considerato tale, in quanto la legge stessa lo autorizza.
Le cause di giustificazione sono scusanti e dalle cause di non punibilità.
DIVERSO DALLE- Cause di giustificazione/scriminante: rendono il fatto lecito ab origine- Cause di esclusione della colpevolezza/scusante: incidono sull'elemento.
soggettivo, eliminando la colpevolezza- Cause di non punibilità: sono: (Soggettive) cause sopravvenute (di esistenza volontaria, grave turbamento e quelle situazioni in cui il legislatore, pur in presenza di un fatto antigiuridico e colpevole, per motivi di opportunità preferisce non applicare la pena (art 649 c.p.) es: furto alla moglie/marito (Oggettive) particolare tenuità del fatto- Immunità di diritto internazionale: il Papa, i capi di stato ecc ecc ECCEZIONE ALLA REGOLA Analogia in bonam partem ammessa per l'applicazione delle scriminanti Cause di estinzione del reato Amnistia, prescrizione, morte del reo prima della condanna, sospensione condizionale della pena con messa alla prova, remissione della querela Cause sospensive della pena Sono la sospensione condizionale della pena, oblazione, morte del reo dopo la condanna Queste pronunce non sono liberatorie, quindi non determinano l'innocenza del soggetto, ciò vienedesuntodall'art.129 c.p.p. Cause di Giustificazione (Art. 50,51,52,53,54 c.p.) Le cause di giustificazione rendono il fatto lecito ab origine, trova fondamento nel bilanciamento degli interessi. Le cause di giustificazione si dividono in: - generiche, quelle regolate dagli articoli da 50 a 59; - specifiche, quelle di volta in volta indicate nei singoli reati e valide solo per questi; - proprie, quelle che si applicano quando la condotta è compiuta da soggetti che hanno una determinata qualifica. Il fondamento delle cause di giustificazione può avere nel: - Modello monistico: riconduce tutte le cause di giustificazione ad un unico principio cioè nel bilanciamento tra beni in conflitto. - Modello pluralistico: accolto dalla dottrina maggioritaria, riconosce ad ogni scriminante una propria ratio giustificatrice e ricorre ai principi dell'interesse prevalente: che è posto alla base dell'esercizio del diritto, dell'adempimento del dovere, della legittima difesa.dell'uso legittimo delle armi e dello stato di necessità, e si risolve in una valutazione comparativa degli interessi in conflitto, quello tutelato dalla norma incriminatrice e quello posto a fondamento della causa di liceità, ritenuto prevalente. Principi dell'interesse mancante o equivalente: che riguarda esclusivamente la scriminante del consenso dell'avente diritto, dove viene meno l'interesse da tutelare per effetto della rinuncia del titolare. Inquadramento delle cause di giustificazione: - Secondo la teoria della bipartizione le cause di giustificazione vengono concepite come elementi negativi del fatto, cioè come elementi che devono essere assenti perché esista un reato. - Secondo la teoria della tripartizione, le cause di giustificazione sono collocate all'interno di un elemento intermedio, tra il fatto e la colpevolezza, denominato antigiuridicità oggettiva definita come il contrasto tra il fatto tipico e le esigenze di.tutela dell'ordinamento
Consenso dell'avente diritto (art. 50 c.p.)
Elemento fondamentale di tale scriminante, dunque, è il consenso, inteso come atto giuridico che permette al destinatario di agire con l'approvazione dell'avente diritto
Tale consenso ha dei limiti, perché può essere validamente prestato solo se l'azione permessa incide su diritti disponibili fra i quali rientrano, i diritti patrimoniali, onore, libertà morale e sessuale, mentre più controversa appare l'individuazione della disponibilità del bene quando si tratta di diritti "personalissimi" indisponibili.
Es: avere un rapporto sessuale
Il consenso per essere valido deve avere determinate caratteristiche ed in particolare deve essere:
- attuale: prestato nel momento stesso in cui viene commesso il fatto;
- effettivo: espresso in modo inequivocabile e determinato dalla persona che subisce l'offesa;
- libero: dichiarato senza
alcuna influenza negativa dovuta a vizi della volontà
Relativamente alla forma esso può essere:
- tacito, quando si desume dal comportamento concludente del titolare del diritto;
- esplicito, quando è espressamente manifestato;
- presunto, quando si può presumere che l'avente diritto lo avrebbe concesso se a conoscenza del fatto
- putativo, quando colui che agisce ritiene esistente il consenso della persona titolare del diritto.
Il consenso, infine, è da considerarsi liberamente revocabile.
ESEMPIO Simone è uscito per andare al lavoro. Federica sente un forte odore di gas provenire dalla casa di Simone. Entra, anche senza il suo consenso, per evitare lo scoppio di un incendio.
L'esercizio del diritto e l'adempimento del dovere
La scriminante dell'esercizio di un diritto si ha quando il soggetto, pur compiendo la condotta prevista in una fattispecie incriminatrice, non viene riconosciuto responsabile.
dell'illecito perché la legge gli consente di esercitare quel diritto attraverso quella determinata azione che normalmente costituisce reato. Tale norma può definirsi come una esimente in bianco, in quanto si ha un necessario rinvio ad una norma, il più delle volte extra penale, da cui derivano il diritto o il dovere giuridico. ESEMPIO: il giornalista che riferisce obiettivamente i fatti che ledono l'onore di una persona rispettando determinati limiti, non commette il reato di diffamazione perché esercita un diritto riconosciuto dalla legge. L'esercizio di un diritto si fonda sia sul principio di non contraddizione, secondo il quale non può costituire delitto ciò che al tempo stesso costituisce un diritto, e per questo motivo l'ordinamento non può consentire e vietare uno stesso fatto. Presupposto per l'applicazione di tale scriminante, è l'esistenza di un conflitto tra norme che disciplinano la stessa.situazione di fatto, conflitto che può risolversi seguendo tre diversi criteri: gerarchico, la norma superiore prevale su quella inferiore; cronologico, la norma posteriore prevale su quella anteriore; di specialità, la norma speciale prevale su quella generale. Limiti dell'esercizio del diritto Il termine diritto va riferito non solo ai diritti soggettivi, ma come qualsiasi posizione riconosciuta dall'ordinamento (diritto potestativo (si intende l'attribuzione di un potere in capo a un soggetto, finalizzato alla tutela di un suo interesse), soggettivo (diritti della personalità - vita, integrità fisica, onore, nome ecc), potestà o facoltà giuridica). Esso non è soggetto al principio di legalità, dunque il diritto può nascere anche da regolamenti, consuetudini, contratti, atti amministrativi o dal diritto allo straniero. La titolarità di un diritto non rende automaticamente lecita ogni azione o modo.di esercizio di essoCasi particolari di esercizio