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Iter criminis dei reati di durata

Reato permanente: la struttura del reato permanente è composta dal carattere continuativo dell'offesa per effetto di una condotta continuativa del reo che non si esaurisce in un solo istante, ma si protrae per un tempo apprezzabile. (L'offesa del bene cessa solo con il cessare della condotta), ed una persistenza condotta volontaria.

Reati ad azione frazionata/consumazione prolungata: la giurisprudenza fa riferimento al delitto di usura e corruzione.

Usura: è volto a vietare sia la promessa che corresponsione degli interessi illeciti mediante reati periodici.

Corruzione: si configura come reato a duplice schema principale e sussidiario, il primo è composto dall'accettazione della promessa ed il ricevimento dell'utilità; il secondo quando il reato si perfezione con la sola accettazione della promessa che identifica il momento della consumazione del reato.

Reato abituale: quando si ha la reiterazione di...

più condotte omogenee; esso può essere:

  • proprio quando le condotte reiterate non sono di per se punibili (come nel caso dei maltrattamenti in famiglia)
  • improprio: in cui la reiterazione concerne condotte di per sé costituente reato

L’elemento soggettivo è ammesso il reato abituale colposo ed è stata riconosciuta un’abitualità nelle contravvenzioni.

Distinzione:

  • reato istantaneo: la condotta si esaurisce in un solo istante (es. omicidio)
  • reato istantaneo con effetti permanenti: il reato si consuma instantaneamente ma l’offesa al bene giuridico perdura
  • reato permanente: la protrazione della condotta nella fase successiva alla perfezione è continuata ed ininterrotta (es. sequestro di persona)
  • reato ad azione prolungata: ad una prima azione ne consegue una o più frazionate nel tempo (es. corresponsione di interessi illeciti)
  • reato abituale: la condotta seriale è discontinua stante la reiterazione di più fatti

omogenei (es.maltrattamenti)reato continuato: la condotta è caratterizzata da una pluralità di azioni od omissioni legate tra loro dal vincolo di continuazione

TentativoArt.56 c.p.“Chi compie atti idonei, diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, risponde di delitto tentato, se l'azione non si compie o l'evento non si verifica”

Il delitto tentato è un delitto perfetto, poiché presenta tutti gli elementi necessari e sufficienti a fondare la rilevanza penale. Le fattispecie di delitto tentato nascono dalla combinazione delle fattispecie delittuose di parte speciale con la clausola generale (art. 56) che estende la punibilità a fatti senza un carattere specifico.

La punibilità del tentativo è espressamente delimitata ai delitti e sotto il profilo soggettivo è ancorata al dolo che equivale al dolo consumato, un tentativo di contravvenzione non ha rilievo penale.

L’art. 56 c.p. è una norma penale

con funzione incriminatrice e che estende la punibilità del tentativo ed accoppiata ad alcuni delitti come l'omicidio creando la norma del tentato omicidio. Il delitto tentato è un reato autonomo, il colpevole di delitto tentato è punito con la reclusione non inferiore a 12 anni se la pena stabilità per il delitto non tentato è l'ergastolo, e negli altri casi di delitto può essere diminuita da un terzo a due terzi. Il fondamento della punibilità del delitto tentato si distinguono: - Teoria oggettiva: individua tale fondamento nell'esposizione al pericolo dei beni, per cui si richiede una soglia minima di pericolosità della condotta in rapporto alla lesione del bene protetto. - Teoria soggettiva: sostengono, la punibilità del tentativo in quanto manifestazione di volontà ribelle. - Teorie miste: intese a salvaguardare il principio di colpevolezza ed offensività, l'argomento principale a loro sostegno.

è la punibilità del tentativo doloso

Dall’art. 56 c.p. si evincono i dati costitutivi della condotta del tentativo:

  • Il mancato compimento dell’azione o verificarsi dell’evento:
  • tentativo incompiuto quando l’agente pone in essere solo una parte della condotta senza portarla a termine;
  • tentativo compiuto quando l’evento non si realizza pur avendo l’agente portato a termine la sua condotta criminosa (es. esplosione di un colpo di pistola all’indirizzo della vittima, senza che ne sia colpita e che venga uccisa)

Atti univoci ed idonei: sono da considerarsi idonei ed univoci quegli atti che il giudice operando un giudizio ex ante per valutarle l’univocità degli atti basandosi sulla forte probabilità che la condotta possa scaturire un pericolo concreto forte probabilità del pericolo scaturente dalla condotta,

Il giudizio ex ante operato dal giudice per la valutazione dell’univocità degli atti

GIURISPRUDENZA supera la distinzione degli atti esecutivi e preparatori, poiché rilevano non solo gli atti esecutivi veri e propri, ma anche quegli atti che, pur classificabili come preparatori, facciano fondatamente ritenere che l'agente, avendo definitivamente approntato il piano criminoso in ogni dettaglio, abbia iniziato ad attuarlo, potendosi cioè affermare che l'azione abbia la significativa probabilità di conseguire l'obiettivo programmato e che il delitto sarà commesso. Tesi dottrina: Tesi base parziale: il giudice deve porsi al momento della condotta, tenendo conto di tutte le conoscenze conoscibili da un uomo medio in quel momento. Ad esempio, un uomo medio sa benissimo che mettendo le mani in una borsetta troverà all'interno un portafoglio. In questo caso gli atti sono idonei per configurare il tentativo. (Adottata in giurisprudenza) Tesi base totale: il giudice deve tener conto di tutte le conoscenze, e di quelle non conoscibili da un uomo medio, al momento della condotta.

conoscibiliEs: se metto le mani in una borsetta di una donna, ed essa all'interno non ha il portafogli per scelta, in questo caso il tentativo è inidoneo

Tesi: mediana: il giudizio d'idoneità va fatto usando la tesi parziale ma poi va corretto ex post da parte del giudice richiamando l'art 49 comma 2 (reato impossibile) poiché il giudice può verificare che l'azione era del tutto inidonea o l'oggetto del tutto inesistente e quindi era impossibile l'offesa al bene giuridico, ma può applicarsi una misura di sicurezza

Desistenza e recesso attivo

Desistenza: "se il colpevole volontariamente desiste dall'azione, soggiace soltanto alla pena per gli atti compiuti" si ha quando l'agente dopo aver iniziato l'esecuzione interrompe spontaneamente l'attività criminosa, presuppone che sia ancora nella fase del tentativo incompiuto. Esso ha carattere negativo (non azione) nei reati commissivi es.

(il ladro, forza la porta, deve rinunciare all'azione di rubare) carattere positivoes. (la balia che aveva deciso di far morire di fame il neonato, deve riattivarsi a riallattarlo per salvarlo).comporta l'impunità a titolo di tentativo di chi ha agito, a meno che l'azione non terminata costituisca diper sé una fattispecie di reato

Es. (ladro che dopo aver forzato una porta, si allontana senza introdursi nell'appartamento)

Recesso attivo: "se volontariamente impedisce, soggiace alla pena stabilita per il delitto tentato, diminuita di un terzo alla metà" si ha quando il colpevole, dopo aver terminato l'esecuzione, agisce spontaneamente per evitare il prodursi dell'evento, presuppone il tentativo compiuto. comporta una diminuzione della pena prevista per il delitto tentato, ferma restando, pure in questo caso, l'eventuale responsabilità per un altro reato già perfetto

Es. (Tizio, dopo aver gettato Caio nel fiume,

lo salva prima che anneghi)Entrambe Desistenza e Recesso attivo presuppongono la volontarietà dell'atteggiamento, tale requisito non coincide con il pentimento operoso (circostanza attenuante comune) quando l'agente in modo spontaneo prima del giudizio si sia adoperato per elidere od attenuare le conseguenze del reato. Come si distingue quale applicare tra i due? Quando il tentativo è incompiuto si applica la desistenza volontaria, mente quando il tentativo è compiuto si applica il recesso attivo. Natura giuridica Desistenza: è classificata in giurisprudenza come un'esimente che esclude ex post l'antigiuridicità del fatto, essa deve essere dimostrata da chi la invoca. Recesso attivo: viene inquadrato tra le circostanze attenuanti a carattere soggettivo, operante sul delitto tentato. Rapporto tra delitto tentato e circostanze del reato Il tentativo circostanziato di delitto: il delitto non giunge a consumazione ma la circostanza aggravante.

Se io voglio uccidere mio padre ma esso non muore, la circostanza aggravante si è realizzata ma il delitto non è quella fattispecie ove il soggetto agente pone in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere un reato, nei quali sia presente nella natura delle cose una circostanza di reato. Ad esempio di un soggetto che si reca in banca per commettere una rapina con un'arma, però viene arrestato in flagranza: si ha una tentata rapina e la circostanza dell'uso delle armi sussiste in re ipsa.

Il tentativo di delitto circostanziato si ha quando la circostanza non si è realizzata, poiché essa direbbe se fosse portato a consumazione il reato. Ad esempio, voglio rubare il quadro di Caravaggio ma vengo arrestato in flagranza dalla polizia: quella fattispecie nella quale la circostanza di reato non esiste nella realtà, ma vi sarebbe stata solo se il reato fosse arrivato a consumazione.

Il soggetto

agisce per rubare un famosissimo quadro, ma viene arrestato mentre lo staafferrando: è un tentato furto, e la circostanza del danno ingente non c'è ma ci sarebbe stata solo incaso di consumazione.L'ammissibilità della prima fattispecie è pacificamente ammessa, la seconda fattispecie, il tentativo di delittocircostanziato, pone maggiori problemi ovviamente per un'auto riguarda le circostanze aggravantiLa dottrina prevalente ritiene non ammissibile tale fattispecie, perché in contrasto con il principio di legalità,poiché la norma sul tentativo (art. 56 c.p.) si riferisce solo al delitto e non anche alla circostanza, ed ancheperché in contrasto con il principio di materialità/offensività poiché di punisce per una cosa che ancora nonsi è realizzata cioè su un'intenzione (non prevalente in giurisprudenza)La giurisprudenza a Sezioni Unite, invece, ritiene ammissibile iltentativo di delitto circostanziato per un’esigenza di proporzionalità e ragionevolezza della pena, ma richiede due presupp
Dettagli
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AntonioRomeo93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Sicurella Rosaria.