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ESEMPIO: L'esistenza della coscienza e la volontà di commettere quell'azione suitas
Cause di esclusione della coscienza e volontà (suitas): Forza maggiore e Costringimento fisico
Forza maggiore: Non è punibile chi ha commesso il fatto per forza maggiore (art. 45 c.p.). Per forza maggiore si intende ogni forza esterna contro la quale il soggetto non può resistere e che lo determina al compimento di un'azione. Ad esempio, l'imbianchino spinto da una tromba d'aria, precipita al suolo dall'impalcatura uccidendo un passante.
Costringimento fisico: Non è punibile chi ha commesso il fatto mediante violenza fisica alla quale non poteva resistere o sottrarsi. In questo caso, del fatto commesso dalla persona costretta viene punito colui che ha commesso la violenza fisica.
Classificazione dei reati in base alla condotta: Reati d'azione/omissione: possono essere commessi mediante un'azione.
oppure un'omissione
Reati a condotta mista: richiedono per la loro realizzazione sia un'azione che un'omissione
Reati a forma libera: la legge non prescrive (la condotta) una modalità precisa attraverso cui commettere l'illecito; l'illecito penale può essere commesso in qualsiasi modo dall'autore, scegliendo il mezzo o la forma che più gli piace.
L'omicidio è il classico reato a forma libera, perché punisce l'uccisione di una persona indifferentemente da come essa sia stata provocata.
Reati a forma vincolata: la legge prescrive (la condotta) una modalità precisa attraverso cui commettere l'illecito (es. reati contro il patrimonio, la truffa).
Reati unisussistenti e plurisussistenti: sono quei reati che possono essere commessi con un atto o più atti, ma non è una distinzione assoluta perché l'omicidio può essere commesso sia con un colpo di pistola
(unico atto) che con più coltellate o colpi di pistola (più atti)
L’Evento
L’evento è qualsiasi accadimento, conseguenza di una condotta; esistono due concezioni:
Concezione naturalistica: è qualsiasi modificazione della realtà esterna
Concezione giuridica: l’evento coincide con l’offesa arrecata dal reato e consiste nella lesione omessa in pericolo del bene protetto dalla norma
Distinzione dei reati in base all’evento
Reati di pura condotta (reati formali): sono quei reati nei quali manca l’evento (concezione naturalistica)
ESEMPIO: reato di possesso, rato di evasione oppure omissione di soccorso
Reati di evento (reati materiali): sono quei reati per la cui configurabilità è richiesto oltre l’azione ol’omissione, l’evento (concezione naturalistica)
Reati omissivi propri ed impropri
Reati di danno: nei reati di danno vi è la lesione del bene giuridico
tutelatoReati di pericolo: nel reato di pericolo vi è la messa in pericolo del bene giuridico; il reato di pericolopuò essere concreto quando con la condotta viene messo in concreto in pericolo il bene giuridico;astratto quando potenzialmente con quella determinata condotta potrebbe essere messo inpericolo il bene giuridico
Reati istantanei: sono quei reati in cui l'evento si produce in un solo istante
ESEMPIO: la morte nell'omicidio
Reati permanenti: sono quelli in cui l'evento perdura per un certo periodo di tempo per volontà delreo (è competente il giudice in cui ha avuto inizio la consumazione) la flagranza permane per tuttala durata dell'azione
ESEMPIO: sequestro di persona a scopo di estorsione
Reati abituali:Rapporto di causalità (Art. 27 Cost. Art.40,41c.p.)Ai fini dell'esistenza del reato, è necessario che la condotta e l'evento siano legati al nesso causalecioè il rapporto di causa-effetto (nesso
tra condotta ed evento)
GIURISPRUDENZA
Il rapporto di causalità viene espresso dall'art. 40 c.p.: nessuno può essere considerato autore del reato se l'evento dannoso o pericoloso che lo caratterizza non è in relazione causale con il suo comportamento. Il principio è affermato anche nell'art. 27 Cost. dicendo che: la responsabilità penale è personale; ciò ci consente di configurare che la responsabilità penale è personale.
ESEMPIO:
Silvia chiede a Dario di uscire per comprarle una pizza. Dario, nell'attraversare la strada, viene investito da una macchina e muore. Silvia risponde di omicidio, perché l'aver invitato Dario ad uscire è, in qualche modo, un antecedente della sua morte e, quindi, causa della stessa.
Nel caso in esempio trova applicazione l'art. 41 C.p. che al comma 2 spiega che: le cause sopravvenute escludono il rapporto di causalità quando sono state da sole
situazione in cui B non viene ucciso. La teoria dell'equivalenza delle condizioni sostiene che ogni condizione è sufficiente a determinare l'evento, costituendo tutte una causa dello stesso. Pertanto, per stabilire l'esistenza del nesso di causalità, è sufficiente che l'agente abbia realizzato una qualsiasi condizione dell'evento. Da questo punto di vista, tutte le cause, sia naturali che umane, sono equivalenti se costituiscono una condizione necessaria e sufficiente per la produzione dell'evento. Per verificare se una certa condizione è una condicio sine qua non, la dottrina utilizza il procedimento dell'eliminazione mentale, o anche il giudizio controfattuale. Ciò significa che un'azione è una condicio sine qua non di un evento se non può essere eliminata senza che l'evento stesso venga meno. Ad esempio, se A spara a B e lo uccide, eliminando l'evento dello sparo si deve necessariamente arrivare alla situazione in cui B non viene ucciso.conclusione che la morte non ci sarebbe stata. colui che ferisce una persona, la quale decede successivamente in seguito ad un incidente fortuito avvenuto durante il trasporto in ospedale, debba rispondere di omicidio e non di lesioni, perché senza il ferimento la vittima non sarebbe stata trasportata dall'ambulanza e quindi non sarebbe stata coinvolta nel sinistro. Tale teoria, prevalente in giurisprudenza, è andata incontro a numerose critiche poiché comporterebbe a considerare causali anche i remoti antecedenti dell'evento delittuoso, comportando un regressum ad infinitum (es: si potrebbe ritenere che un omicidio sia da attribuire anche ai genitori dell'omicida che avrebbero integrato una condicio sine qua non dell'evento mediante la procreazione). Per superare queste critiche gli studiosi hanno elaborato diverse teorie. Teoria della causalità adeguata: ai fini della sussistenza del nesso di causalità, èè necessario valutare se l'incendio dell'ospedale era prevedibile o meno. Se l'incendio era prevedibile, allora Tizio potrebbe essere ritenuto responsabile dell'omicidio di Caio. Se invece l'incendio era imprevedibile, allora Tizio potrebbe non essere ritenuto responsabile dell'omicidio. La teoria della causalità adeguata sostiene che per attribuire la responsabilità di un evento a un soggetto agente, è necessario che l'azione compiuta da quest'ultimo sia proporzionata e idonea a determinare l'evento. Tuttavia, questa teoria ha ricevuto delle critiche. Una delle critiche è che la teoria della causalità adeguata non è applicabile nei casi in cui un evento si verifica a causa di un fatto successivo e imprevedibile, nonostante un'azione adeguata a produrre l'evento sia stata compiuta in precedenza. Ad esempio, se Tizio provoca una ferita mortale a Caio con un coltello e successivamente Caio muore nell'incendio dell'ospedale, secondo la teoria della causalità adeguata Tizio dovrebbe essere ritenuto responsabile dell'omicidio di Caio. Tuttavia, la critica sostiene che la morte di Caio nell'incendio dell'ospedale è un evento imprevedibile e quindi Tizio non dovrebbe essere ritenuto responsabile dell'omicidio. I sostenitori della teoria della causalità adeguata rispondono a questa critica sostenendo che il giudizio di prevedibilità deve essere effettuato non solo in modo astratto, ma anche in modo concreto. Ciò significa che nel caso specifico, è necessario valutare se l'incendio dell'ospedale era prevedibile o meno. Se l'incendio era prevedibile, allora Tizio potrebbe essere ritenuto responsabile dell'omicidio di Caio. Se invece l'incendio era imprevedibile, allora Tizio potrebbe non essere ritenuto responsabile dell'omicidio.Tizio non è punibile, perché la sua azione, pur adeguata in astratto a produrre l'evento, non lo ha prodotto in concreto. 2- questa tesi ha il suo punto più debole nel momento in cui la si applichi alla teoria del reato doloso; finisce infatti per escludere la responsabilità penale nelle ipotesi di sfruttamento doloso di particolari conoscenze individuali. ESEMPIO: se Tizio, sapendo che Caio è un emofiliaco, vuole ucciderlo e lo graffia leggermente, applicando la teoria della causalità adeguata non dovrebbe rispondere di omicidio perché la sua azione non era adeguata a produrre l'evento. Secondo suddetta teoria l'evento morte non è causato da Tizio poiché con la sua azione, non ritenuta proporzionalmente adeguata, dalla teoria, a creare la morte di Caio. I sostenitori di suddetta teoria, superano questo "problema" dicendo che: un'azione che non è in astratto adeguata a produrre un certo evento,Può però esserlo quando ricorrono circostanze eccezionali, e quindi Tizio che sapeva che Caio fosse emofiliaco è da considerare causa della sua condotta l'evento morte.
La critica più frequente che viene mossa a questa tesi è che essa finisce per mischiare il problema della causalità con quello della colpa (perché il problema della prevedibilità è un aspetto attinente alla colpa del soggetto, e non alla causalità).
L'ultima critica che viene fatta è che tale teorie, essendo fondata su un giudizio di probabilità, proprio della vita sociale, è inevitabilmente soggetta ad applicazioni incerte.
La comune esperienza, l'id quod plerumque accidit, la prevedibilità, altro non sono che criteri che demandano all'interprete la soluzione del problema del nesso di causalità.
Teoria della causalità umana (ANTOLISEI)
Esiste, secondo l'autore, una sfera d'azione
che l'uomo può dominare in virtù dei suoi poteri conoscitivi e volitivi, solo i risultati che rientrano in questa sfera possono considerarsi causati dall'uomo. Non possono dirsi da lui causati gli eventi eccezionali che sfuggono al potere di dominio dell'agente, sarebbe dunque insussistente il nesso causale tra l'evento e la condotta, ove il primo sia dovuto all'intervento di fattori eccezionali, il cui sopravvenire interrompe il nesso causale. Teoria dell'imputazione obiettiva dell'evento Un evento può dirsi causato da un certo comportamento, quando tale comportamento ha cagionato un aumento del rischio che l'evento si verificasse. Si basa su due presupposti:- Per aversi responsabilità penale è sempre necessario il nesso di causalità secondo la teoria della conditio sine qua non
- Oltre al nesso di causalità, è necessario che l'autore con la sua condotta abbia creato o accresciuto il