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MONTESQUIEU

La maggiore opera di Montesquieu è lo Spirito delle leggi. Di tutte le interpretazioni di questo libro ai fini del corso, quella che si intende sottolineare è "la teoria generale della società". Non diversamente da Vico, anche in Montesquieu si pone il problema se vi siano leggi generali che presiedono alla formazione e lo sviluppo della società umana in generale e delle società umane particolari. Ma a differenza di Vico, Montesquieu spazia in un orizzonte di ricerca più vasto (anche il mondo extra-europeo). Ma la differenza più profonda tra i due autori è un'altra: temporale - la dimensione vichiana è soprattutto quella spaziale geografica - la dimensione di Montesquieu è soprattutto quella o.

Dalle prime righe del libro: Le leggi, nel loro più ampio significato, sono i rapporti necessari derivanti dalla natura delle cose; in "questo senso gli esseri tutti hanno le proprie leggi: la divinità,

il mondo materiale, l'intelligenza superiore all'uomo, gli animali, l'uomo."

Da questo si possono ricavare almeno due affermazioni:

A) Tutti gli esseri del cosmo (compreso Dio) sono governati da leggi

B) Si ha una legge, o meglio si può enunciare una legge, quando fra due enti del cosmo vi sono rapporti necessari, tali che dato uno dei due entri non può non esserci anche l'altro. (Esempio di ciò è il rapporto di causalità nelle leggi fisiche) una cieca fatalità: che il mondo non è governato da

Da questo trae subito una conseguenza: "Esiste dunque una ragione primitiva, e le leggi sono i rapporti intercorrenti fra di essa e i vari esseri, i rapporti di questi ultimi fra di loro".

Sin qui si potrebbe dire che Montesquieu intenda porsi di fronte al mondo umano come il fisico si pone di fronte al mondo della natura.

Ma le cose nel mondo umano sono un po' più complesse perché: "il

mondo intelligente è ben lontanoPerché?dall'essere altrettanto ben governato del mondo fisico". Per la natura intelligente dell'uomo che lo spinge a non osservare le leggi della natura e neppure le leggi che esso stesso si è dato.Per questo sia perfetto una conseguenza che distingue nettamente il mondo fisico dal mondo umano:per ottenere il rispetto delle leggi naturali, gli uomini sono stati costretti a darsi altre leggi che sono le leggi naturali. (Quelle poste dall'autorità a cui spetta il compito di conservare la coesione del gruppo)Quello che avviene è che, mentre il mondo della natura è retto soltanto dalle leggi naturali, il mondo umano è retto da leggi naturali che è comune a tutti gli uomini e dalle leggi positive che, dovendosi adattare alle diverse forme di società, sono diverse da popolo a popolo.Come spiega Montesquieu la molteplicità delle leggi?Per Montesquieu la ragione di

ciò può essere trovata purché ci si applichi allo studio del mondo umano con lo stesso rigore di metodo e con lo stesso spirito di osservazione che i fisici applicano al mondo della natura. Si può dire quindi che le cause della varietà delle leggi sono di tre ordini: fisiche o naturali - economico-sociali - spirituali. Ma che posto occupa la teoria delle forme di governo? Anche per lui le categorie generali che servono a dare un ordine sistematico alle varie forme storiche di società sono quelle corrispondenti ai vari tipi di reggimento politico. Ciò che cambia in Montesquieu è il contenuto della tipologia che non corrisponde più né alla tipologia classica (che rispondeva alle domande del "chi governa" e "come governa") né alla tipologia machiavellica (della bipartizione tra repubbliche e principati). Per lui esistono 3 specie di governi: - repubblicano (dove a detenere il potere supremo

è tutto il popolo o una parte di esso)-monarchico (dove a governare è uno solo, ma secondo leggi fisse e stabilite)-dispotico (dove a governare è uno solo, a senza né leggi né freni, trascina tutto e tutti dietro la sua volontà e i suoi capricci). Quello che si può dire è che: -le prime due forme corrispondono alle 2 forme di Machiavelli: la repubblica comprende infatti anche tanto l'aristocrazia quanto la democrazia -la differenza con Machiavelli sta però nel fatto che per Montesquieu la tipologia è tripartita, come per gli antichi, e non bipartita come per Machiavelli -la differenza con la tripartizione degli antichi è che lui considera come forma a sé il dispotismo, che invece per gli antichi era considerata come una speciale forma di monarchia -se si guarda bene la definizione che ci fa di dispotismo ci si accorge che egli la definisce proprio come gli antichi avevano definito la tirannia. I duecriteri che lui usa per distinguere tra le forme sono:
  • quali sono i soggetti del potere sovrano
  • in che modo governano

Lui usa entrambi i criteri contemporaneamente, cioè usa:

  • il primo criterio, per distinguere la prima forma dalla seconda
  • il secondo criterio, per distinguere la seconda forma dalla terza

Si può dedurre però che il suo ragionamento sia incompleto, perché, inducendo il dispotismo come unica forma degenere, lascia intendere che la repubblica non conosca forme corrotte. Mentre sinora abbiamo incontrato tipologie che o negano la distinzione tra forme buone e forme cattive (Bodin e Hobbes) oppure che duplicano tutte le forme buone in altrettante forme cattive. Montesquieu invece applica il criterio assiologico soltanto ad 1 di 3.

In realtà egli in un passo del suo libro si contraddice; affermando che anche le prime 2 forme hanno una loro forma corrotta:

la repubblica si corrompe se va verso "il dispotismo di tutti" (quando non

accenna al fatto che il dispotismo in questo paese è così radicato da essere considerato come una forma di governo normale e accettata. Questo perché, secondo Montesquieu, la Cina è caratterizzata da un sistema politico in cui il potere è concentrato nelle mani di un solo individuo, l'imperatore, che ha un controllo assoluto sulle decisioni politiche e amministrative. Montesquieu sottolinea che il dispotismo cinese si basa su un sistema di leggi rigide e su una burocrazia efficiente, che permette all'imperatore di mantenere il controllo sul paese. Tuttavia, egli critica anche il fatto che questo sistema di governo non permette alcuna forma di partecipazione politica da parte dei cittadini e che non esiste un sistema di controllo e bilanciamento dei poteri. Inoltre, Montesquieu evidenzia che il dispotismo non è una caratteristica esclusiva della Cina, ma può essere riscontrato anche in altri paesi asiatici, come l'India e il Giappone. Questo dimostra come il dispotismo sia una forma di governo diffusa nel mondo orientale, che si differenzia dalle forme di governo presenti in Europa. In conclusione, Montesquieu attribuisce al dispotismo una grande importanza nella comprensione del mondo orientale e lo considera come una categoria essenziale per la tipologia delle forme di governo. La sua analisi del dispotismo cinese e asiatico in generale contribuisce a ampliare la conoscenza e la comprensione delle diverse realtà politiche presenti nel mondo.

Afferma: "La Cina è dunque uno Stato dispotico, il cui principio è la paura. Può darsi che, sotto le prime dinastie, l'impero non essendo ancora così steso, il governo si allontanasse talvolta da questo spirito. Ma oggi non è più così."

Rispetto alle tipologie precedenti, quella di Montesquieu presenta un'altra novità: essa condotta su due diversi piani, chiamati l'uno della "natura" dei governi e l'altro dei "principi". (In realtà questo secondo piano non ci è nuovo, perché ci ricorda la divisione che Platone faceva delle forme di governi in base alle passioni che le dominavano) chi governa e in che modo governa.

Il primo piano è già stato analizzato rispondendo alle domande:

Il secondo piano consente di affermare che: virtù (=amore per la patria, amore per l'eguaglianza) per la repubblica - l'onore per la monarchia - paura-la

Per il fatto di aver attribuito la virtù alla Repubblica e non alla Monarchia, egli venne criticato dallo stesso Voltaire. Inoltre in generale, ci si domandava se la virtù non fosse necessaria tutte le tre forme di governo.

Montesquieu ai suoi critici scrive:

Che egli chiama virtù non la virtù morale né quella cristiana, ma intende per virtù l’amore per l’eguaglianza.

Questo concetto è molto importante perché serve a contraddistinguere la Repubblica dalle altre forme di governo che sono invece fondate su una irriducibile disuguaglianza fra governanti e governati, e anche su un irriducibile disuguaglianza fra gli stessi governati.

Meno difficile da capire è il concetto di onore; egli spiega che per “onore” si intende quel sentimento che ci fa compiere una determinata azione per il solo desiderio di avere o di mantenere una buona reputazione.

vista di un bene comune-l'onore è una molla individuale Un principio che avrà una grande impotenza storica è quello che Robespierre dirà in un suo celebre discorso: "la molla del governo popolare (della repubblica democratica) nella rivoluzione è un tempo la virtù e il terrore: la virtù senza la quale il terrore è funesto, il terrore senza il quale la virtù è imponente". Qual è l'ideale politico di Montesquieu? Passando dall'uso storiografico all'uso assiologico, monarchia; La sua preferenza va alla ma quella che lui ha in mente è quella forma di governo che si distingue, più che dalla repubblica, dal dispotismo perché il potere del re è controllato dai cosiddetti ordini o corpi intermedi che impediscono al sovrano di abusare della propria autorità. Da questa riflessione governo moderato. possiamo dire che introduce la figura delMontesquieu in un passo afferma che anche le repubbliche possono essere "governi moderati"; Eche ci porta a pensare che la tripartizione potrebbe essere sostituita in una bipartizione in governiQuindi che cos'è che fa di un tipo di reggimento politico un governomoderati e immoderati (o dispotici).moderato? La distribuzione del potere in modo che, essendo i poteri contrapposti, nessun potere possaagire arbitrariamente.Accanto una divisione orizzontale del potere cioè in Montesquieu una divisione del potere che io chiamoteoria della separazione dei poteri.verticale: Questa seconda forma di divisione costituisce la celebreAbbiamo già accennato alla teoria della separazione dei poteri alla fine del capitolo su Hobbes: quiripetiamo che questa teoria può essere considerata come l'interpretazione moderna della classica teoriadel governo misto. Tra "governo misto" e "governo moderato" c'è

un'unità d'ispirazione: entrambi derivano dalla convinzione

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
35 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MartiCasu01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto parlamentare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Longo Andrea.