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Estinzione dei trattati

Esistono diverse modalità attraverso le quali un trattato può essere estinto:

  1. Scadenza del termine: alcuni trattati prevedono una durata prefissata, al termine della quale si estinguono automaticamente. Ad esempio, la CECA si estinse dopo 50 anni.
  2. Condizione risolutiva: un trattato può estinguersi al verificarsi di un determinato fatto giuridico o al non verificarsi di una condizione prevista.
  3. Adempimento dello scopo: alcuni trattati prevedono che si considerino estinti una volta raggiunto il loro scopo.
  4. Volontà successiva: attraverso la denuncia, uno stato parte di un trattato può dichiarare di non osservarlo più. Questa dichiarazione unilaterale ha effetto dopo 6 mesi o 1 anno e porta all'estinzione del trattato. Il recesso, invece, riguarda i trattati multilaterali e non determina l'estinzione, ma solo la variazione del suo ambito di applicazione.
  5. Cause consuetudinarie: l'abrogazione tacita si verifica quando le parti concludono successivamente un trattato avente per oggetto la stessa materia. In questo caso, le parti decidono che si debba rispettare il nuovo trattato oppure le disposizioni del trattato precedente vengono abrogate tacitamente.

successivo sono incompatibili con quelle del trattato precedente a tal punto che è impossibile applicare contemporaneamente i due trattati.

Il trattato è estinto solo per gli stati che decidono di ratificare il nuovo accordo, per gli altri continua ad essere in vigore quello vecchio.

Inadempimento: art 60—> se c'è una violazione di una disposizione essenziale per la realizzazione dello scopo, le parti sono legittimate a non adempiere e quindi a considerare estinto o sospeso (inapplicabile per un lasso di tempo) il trattato. Gli stati possono anche decidere di inquadrare la violazione dello stato nella responsabilità internazionale facendogli ripagare il danno commesso.

Impossibilità sopravvenuta d'esecuzione: art 61—>si invoca quando avviene la sparizione o la rà distruzione definitiva di un oggetto indispensabile all'esecuzione del trattato.

Le cause di invalidità assoluta sono regolate dai seguenti

articoli:

Art 51—>Riguarda la violenza contro il rappresentante di uno stato essendo stato materialmente costretto a concludere il trattato in forma semplificata perché entrano in vigore al momento della firma

Art 52—>Riguarda casi di violenza militare verso uno stato per convincerlo a concludere il trattato. In questo caso si verifica una minaccia della forza illegittima e non per legittima difesa autorizzata dal consiglio di sicurezza delle nazioni unite.

Art 53—>Un trattato è invalido quando è contrario ad una norma del diritto cogente, in questo caso a essere viziato è l’oggetto dell’accordo e non il consenso. Le obiezioni che sono state avanzate sono che questa norma non contiene un elenco di norme imperative e che non ci sia una definizione specifica di ius cogens.

Art 62—>si riferisce alla clausola del “rebus sic stantibus” ossia al fatto che un trattato deve essere osservato “cosi come stanno le cose”.

È il mutamento fondamentale delle circostanze esistenti al momento della formazione del trattato. Questo cambiamento deve essere improvviso, essenziale e deve riguardare gli obblighi delle parti (eccessiva onerosità sopravvenuta). La parte che lo invoca non deve aver contribuito a cambiare la situazione iniziale.

Art 64 → riguarda lo ius cogens sopravvenuto; nel caso in cui si dovesse formare una norma imperativa che va in contrasto con un trattato già esistente, questo deve essere estinto. La guerra non presuppone l'estinzione automatica di tutti i trattati tra gli stati belligeranti ma determina una situazione in cui bisogna valutare caso per caso quale deve estinguersi e quale no* (si riferisce all'art 62)

INTERPRETAZIONE DEI TRATTATI

L'interpretazione degli stati è anzitutto politica, quindi non risponde necessariamente a criteri giuridici. Nel caso dei trattati istitutivi di organizzazioni internazionali, l'interpretazione

scopo del trattato per determinare il significato corretto delle disposizioni). Inoltre, l'interprete deve tenere conto del contesto storico del trattato, nonché del contesto normativo e giuridico in cui si inserisce. Deve anche considerare gli obiettivi e le finalità del trattato, nonché le intenzioni delle parti contraenti. Infine, l'interprete deve considerare anche i principi generali del diritto internazionale riconosciuti dalla comunità internazionale, come ad esempio il principio di buona fede. In conclusione, l'interpretazione di un trattato internazionale richiede l'applicazione di criteri oggettivi e l'analisi di diversi elementi, al fine di determinare il significato corretto delle sue disposizioni.

scopo cosi da garantire la sicurezza del trattato. Per esempio sui trattati dei diritti umani si predilige un'interpretazione garantista.

Art 32 - riguarda i mezzi complementari di interpretazione che possono essere utilizzati quando: L'uso della regola generale crea un dubbio tra due interpretazioni o quando l'applicazione della regola determina un risultato illogico. Questi strumenti sono:

  • I lavori preparatori del trattato - verbali che ci dicono come si sono svolti i negoziati e il processo di relazione del trattato, questo per capire quali erano le posizioni all'inizio della formazione del trattato e quale era la loro volontà effettiva. Si fa riferimento ad un criterio soggettivo a differenza di quello che dice la norma.
  • Le circostanze nelle quali il trattato è stato concluso

Art 33 - riguarda l'interpretazione dei trattati conclusi in più lingue ufficiali facenti ugualmente fede (sono tutte sullo stesso piano)

Negli accordi

multilaterali si concludono in più lingue (ad esempio i trattati conclusi nell'ambito delle nazioni unite sono redatti in 6 lingue ma conclusi solo in inglese e in francese) mentre nei trattati bilaterali si concludono nelle due lingue ufficiali delle parti contraenti e in una terza lingua in modo da evitare problemi nel caso di una divergenza. Ad esempio un caso della convenzione di Vienna sui diritti umani è stata conclusa sia in inglese che in francese, in questo caso si dovrebbe dare precedenza alla lingua che da maggiori garanzie sulla prevenzione dei diritti umani ossia l'inglese. Secondo la regola che i patti sono obbligatori solo per gli stati che decidono di vincolarsi al trattato, anche la modifica può essere fatta solo da quei stati (logica consensuale) ma gli atti istitutivi delle organizzazioni internazionali sono accordi che non sono limitati alle parti firmatarie in quanto hanno anche una caratterizzazione istituzionale di formazione delle.

organizzazioni internazionali.

Secondo il principio istitutivo, l'emendamento vale per tutti gli stati membri dell'organizzazione anche quelli che non hanno acconsentito a questo; sono adottati a maggioranza assoluta dei 2/3 dell'assemblea generale e devono essere ratificati dai 2/3 dei gli stati membri delle nazioni unite (inclusi i 5 membri permanenti con potere di veto).

Trovano applicazione per un lungo lasso di tempo e per questo sarà necessario ricorrere ad emendamenti e modifiche dell'atto.

Art 25->riguarda l'istituto dell'applicazione di un trattato a titolo provvisorio. Un trattato si applica a titolo provvisorio in attesa della sua entrata in vigore se è il trattato stesso a stabilirlo o se gli Stati che hanno partecipato alla negoziazione hanno deciso così. Si ha generalmente quando vi è necessità dell'immediata entrata in vigore delle disposizioni senza attendere il completamento delle procedure richieste.

Anche un accordo concluso in forma solenne viene applicato al momento della firma come se fosse una forma semplificata. Ad esempio il GATT non è mai entrato in vigore in quanto applicato a titolo provvisorio per quasi 50 anni.

NORMA PACTA SUNT SERVANDA

La 3° parte della Convenzione, concernente il rispetto, l'applicazione e l'interpretazione dei trattati, si apre con la riaffermazione della regola pacta sunt servanda.

Art 26 = ogni trattato in vigore vincola le parti e deve essere eseguito da esse in buona fede

Art 27 —> il diritto interno non può essere invocato per giustificare l'inadempimento del trattato a meno che non ci sia una delle eccezioni elencate nell'art 46

Art 28 —> non-retroattività di un trattato che NON può impegnare le parti contraenti su norme nate successivamente alle azioni commesse

Art 29 —> riguarda l'applicazione territoriale, gli stati parti di un trattato non possono essere impegnati

su norme diversi da quelli del loro stato
Art 30 - riguarda l'applicazione di trattati successivi aventi per oggetto la stessa materia. Questo articolo formula due ipotesi: la prima è quella in cui tutte le parti a un precedente trattato sono parti anche a un trattato posteriore, senza che il trattato anteriore si sia estinto a meno che le sue disposizioni siano incompatibili con quelle del trattato posteriore. Prevale quindi il secondo trattato, ma restano salve le disposizioni compatibili del primo. La seconda ipotesi è quella in cui le parti a un trattato anteriore non sono tutte parti al trattato posteriore; nei rapporti fra uno Stato parte ai due trattati e uno Stato parte a uno di essi, il trattato al quale i due Stati sono parti regola i loro diritti e obblighi reciproci.
Art 103 (Carta delle Nazioni Unite) - In caso di contrasto tra gli obblighi contratti dai membri delle Nazioni Unite con la Carta e gli obblighi assunti in base ad accordi internazionali.

I TRATTATI E GLI STATI TERZI

Per stato terzo si intende uno stato che non è parte contraente di un trattato.

Art 34 - rappresenta la regola generale ed afferma che un trattato non crea né obblighi né diritti per uno Stato terzo senza il suo consenso.

Art 35 - per imporre un obbligo a un terzo occorre l'accettazione scritta da parte di questi. Quindi il terzo diventa parte all'accordo. Così anche uno Stato non membro può sottoporre al Consiglio di sicurezza o all'Assemblea generale una controversia di cui esso sia parte.

Art 36 - riguarda l'acquisto di diritti per gli stati terzi ma la dottrina del Conforti sostiene che la codificazione sui diritti sia ambigua in quanto lo stato terzo sarà tenuto a rispettare determinate indicazioni contenute nell'accordo e inoltre può valere il silenzio-assenzo riguardo il consenso dello stato essendo.

Quindi è sufficiente la forma implicita. Art 37 → r
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
14 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rebelucidi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cadin Raffaele.