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7, L’INTEGRAZIONE EUROPEA IN TEMPO DI CRISI

La crisi del debito sovrano

a) (2009-2010)

La crisi del 2008 ha colpito principalmente paesi dell’Europa meridionale come Grecia, Portogallo,

Irlanda, Spagna e Italia, che hanno avuto di coltà a gestire il loro alto livello di debito pubblico.

L’Unione Europea ha risposto con misure di austerità, ma ciò ha diviso gli Stati membri in due gruppi:

- quelli più indebitati, che chiedevano maggiore solidarietà e collettivizzazione del debito;

- quelli più rigoristi, che insistevano sulla responsabilità individuale e sul controllo rigoroso dei bilanci

nazionali. politiche economiche dell’Unione,

La crisi ha avuto un forte impatto sulle in quanto ha imposto

pesanti restrizioni sulle competenze economiche nazionali e ha creato di coltà nell’attuazione di una

politica scale comune. Tuttavia, la Banca Centrale Europea ha preso provvedimenti per alleviare la

pressione sui debiti, lanciando programmi di acquisto dei titoli sovrani.

Un elemento nuovo è emerso durante la pandemia del Covid-19, quando, in risposta alla crisi

economica, l’Unione ha preso in considerazione l’emissione di titoli di debito per nanziare misure di

sostegno. Sebbene il Trattato dell’Unione non preveda esplicitamente questa possibilità, è stato fatto

ricorso ad una reinterpretazione di alcune regole esistenti.

La crisi migratoria

b) del 2015-2017

La crisi migratoria, causata principalmente dai con itti in Siria, Afghanistan, Iraq e Libia, ha portato a un

massiccio usso di migranti verso l’Europa. L’Unione Europea, in particolare i Paesi del Sud come Italia

e Grecia, ha dovuto far fronte all’arrivo di centinaia di migliaia di migranti.

- La risposta dell’UE si è concentrata sul ra orzamento delle politiche di asilo, ma ha evidenziato le

di coltà di coordinamento tra gli Stati membri. La gestione della crisi è stata frammentata, con alcuni

Stati membri che hanno ri utato di attuare decisioni europee sulla redistribuzione dei migranti.

- L’Unione Europea ha cercato di limitare l’a usso di migranti, con un esempio emblematico della

dichiarazione congiunta con la Turchia del 2016, che ha impegnato Ankara a fermare i ussi migratori

in cambio di incentivi economici. Tuttavia, questa risposta ha sollevato problematiche legate ai diritti

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umani e alla legalità degli accordi, come dimostra il ricorso contro la dichiarazione da parte di alcuni

Stati membri.

la Brexit

c)

La Brexit è stato un evento chiave che ha rivelato una crisi interna all’Unione Europea. Nel 2016, il

Regno Unito ha deciso di uscire dall’Unione Europea attraverso un referendum, scatenando un lungo

processo di negoziazione.

La decisione del Regno Unito di uscire ha avuto una grande risonanza, poiché ha sollevato questioni

sulla tenuta dell’Unione e sul futuro della sua integrazione. Il processo di recesso è stato complesso,

con forti divisioni interne nel Regno Unito e tra gli Stati membri, culminando nell’accordo di recesso del

2019, che è stato attuato nel gennaio 2020.

Questo evento ha simbolicamente messo in luce le di coltà dell’Unione nell’a rontare le spinte

euroscettiche all’interno dei suoi Stati membri.

Tutti e tre questi eventi hanno messo in evidenza l’incompiutezza del progetto di integrazione europea.

Da un lato, la crisi del debito sovrano ha evidenziato la di coltà di separare la gestione della moneta e

quella delle politiche scali. Dall’altro, la crisi migratoria ha mostrato la di coltà dell’Unione nel gestire

in modo comune le sue politiche esterne, specialmente in una zona così strategica come il Medio

Oriente. In ne, la Brexit ha messo in luce una frattura interna all’Unione e la possibilità che gli Stati

membri possano decidere di abbandonarla.

In tutte e tre le crisi, l’Unione Europea ha dovuto adottare misure straordinarie, spesso bypassando le

normali procedure decisionali, e ciò ha comportato un allontanamento dai principi di solidarietà e

integrazione che avevano caratterizzato la sua evoluzione.

Solo quando viene adita da qualcuno mentre la commissione può fare un controllo a tappeto la corte di

giustizia deve essere interpellata.

Ma anche un'altra istituzione il tribunale e insieme vengono dal trattato anche talvolta denominate la

corte di giustizia, distinguere questo sistema di punta il vertice del sistema giurisdizionale dell'Unione

Europea gli altri sistemi giudiziari degli stati membri e per questo c’è bisogno di un collegamento tra

questi sistemi.

PROFILI COSTITUZIONALI DELL’ORDINAMENTO EUROPEO

1, LA CITTADINANZA EUROPEA

cittadinanza europea Trattato di Maastricht del 1993

La è stata introdotta con il e non è un concetto

identitario, ma giuridico. Essa si aggiunge alla cittadinanza nazionale senza sostituirla, come stabilito

dall’art. 9 TUE: è cittadino dell'Unione chi possiede la cittadinanza di uno Stato membro.

L'Unione Europea non ha il potere di armonizzare i criteri di acquisizione o perdita della cittadinanza,

lasciandoli alla discrezione degli Stati membri.

Gli Stati membri seguono criteri di acquisto della cittadinanza di erenti, principalmente tramite:

- Ius sanguinis: la cittadinanza è trasmessa dai genitori ai gli;

- Ius soli: la cittadinanza è concessa a chi nasce sul territorio dello Stato o vi risiede stabilmente.

Poiché la cittadinanza europea dipende da quella nazionale, ne derivano incongruenze:

- una persona può acquisire la cittadinanza europea grazie a norme di uno Stato membro che non

sarebbero valide in altri Stati;

- la perdita della cittadinanza nazionale comporta automaticamente la perdita di quella europea, con

possibili e etti sproporzionati.

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) ha stabilito che, pur essendo di competenza statale,

l'attribuzione della cittadinanza deve rispettare il diritto europeo.

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- Caso Chen (C-200/02, 2004): una bambina nata in Irlanda da genitori cinesi acquisì la cittadinanza

irlandese (ius soli) e, quindi, quella europea. Il Regno Unito, dove la famiglia voleva risiedere, negò il

soggiorno, ritenendo che la cittadinanza fosse stata ottenuta in modo abusivo. La Corte stabilì che

uno Stato membro non può sindacare la cittadinanza concessa da un altro Stato membro.

- Caso Rottmann (C-135/08, 2010): un cittadino tedesco, naturalizzato austriaco, perse la cittadinanza

tedesca e poi quella austriaca per dichiarazioni mendaci. La Corte impose che la revoca della

cittadinanza nazionale (e quindi di quella europea) rispetti il principio di proporzionalità, secondo cui

qualsiasi misura adottata da un'autorità pubblica deve essere adeguata, necessaria e non eccessiva

rispetto all'obiettivo che si vuole raggiungere.

- Caso Tjebbes (C-221/17, 2019): la Corte ha valutato la compatibilità di una legge olandese che

revocava la cittadinanza ai cittadini con doppia cittadinanza residenti fuori dall’UE per 10 anni,

ritenendo che il provvedimento non dovesse violare il principio di non discriminazione (art. 18 TFUE).

diritti

L’art. 20 TFUE elenca i principali collegati alla cittadinanza EU:

- libertà di circolazione e soggiorno negli Stati membr;

- diritto di voto e candidabilità alle elezioni comunali e del Parlamento europeo nel paese di residenza;

- protezione diplomatica e consolare da parte di altri Stati membri se lo Stato di appartenenza non è

rappresentato in un paese terzo;

- diritto di petizione e ricorso al Parlamento europeo e al Mediatore europeo.

libertà di circolazione e soggiorno

La (art. 21 TFUE) è il diritto più rilevante e si è evoluto nel tempo:

inizialmente riservato a lavoratori e operatori economici, oggi spetta a tutti i cittadini UE,

indipendentemente dall'attività lavorativa.

Limiti:

- soggiorno no a 3 mesi: libero senza condizioni, salvo il possesso di un documento di identità valido;

- soggiorno oltre 3 mesi: possibile solo con risorse economiche su cienti e assicurazione sanitaria,

per evitare oneri sul sistema sociale dello Stato ospitante.

Giurisprudenza sui limiti ai diritti sociali dei cittadini UE

- Caso Ruiz Zambrano: un cittadino colombiano con gli belgi si vide negare il soggiorno in Belgio. La

Corte stabilì che i minori, in quanto cittadini UE, non potevano essere costretti a lasciare l’UE, quindi i

genitori avevano diritto al soggiorno per garantire l’e ettività dei loro diritti di cittadinanza.

- Caso Dano: una cittadina rumena in Germania chiese prestazioni sociali senza aver mai lavorato. La

Corte negò il bene cio, stabilendo che il diritto alla libertà di circolazione non può diventare un onere

eccessivo per lo Stato ospitante.

Dibattito sul signi cato della cittadinanza europea: alcuni studiosi sostengono che la cittadinanza

europea abbia creato una nuova comunità transnazionale, distinta dalle identità nazionali. Tuttavia,

questa visione è contestata per due ragioni:

- giuridicamente, la cittadinanza europea ha e etti limitati e non modi ca sostanzialmente i diritti

garantiti dai Trattati;

- sociologicamente, non esiste una contrapposizione tra "cittadini mobili" (che bene ciano della libertà

di circolazione) e "cittadini immobili" (che restano nei propri Stati). La cittadinanza europea è solo uno

strumento di integrazione.

2, I VALORI FONDAMENTALI DEI TRATTATI

2

L'art. del Trattato sull'Unione Europea (TUE) stabilisce i valori fondamentali su cui si fonda l'Unione:

- dignità umana;

- libertà;

- democrazia;

- uguaglianza;

- stato di diritto;

- rispetto dei diritti umani, inclusi quelli delle minoranze.

Questi valori sono condivisi dagli Stati membri in un contesto sociale caratterizzato da pluralismo, non

discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà e parità di genere.

L'inclusione di questi valori nei Trattati dell'UE ha prodotto alcuni e etti sul piano giuridico, che

possono essere analizzati secondo tre prospettive:

1. e etti sui rapporti con le altre norme del diritto dell’Unione;

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2. e etti sul piano della competenza dell’Unione;

3. e etti nei confronti degli Stati membri.

Uno dei quesiti principali è se i valori dell’Unione possano essere utilizzati come criterio di validità per le

norme secondarie dell’UE (ossia regolamenti, direttive, decisioni).

- La giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha più volte fatto riferimento

all’art. 2 TUE nel valutare la legittimità di atti secondari, questo articolo stabilisce

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Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia.magnii di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Woelk Jens.
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