NOTETEMATICHE
dall'unanimità alla maggioranza qualificata in alcuni settori. Opponendosi a un insieme
di proposte della Commissione relative, tra l'altro, al finanziamento della politica
agricola comune, la Francia smette di partecipare alle principali riunioni comunitarie
("politica della sedia vuota"). Questa crisi viene risolta grazie al compromesso di
Lussemburgo (1.3.7) secondo il quale, nel momento in cui siano in gioco interessi vitali
di uno o più paesi, i membri del Consiglio si impegnano a individuare soluzioni che
possano essere adottate da tutti nel rispetto dei reciproci interessi.
C. La crescente importanza dei "vertici" europei
Le conferenze dei capi di Stato e di governo degli Stati membri, dal canto
loro, sebbene al di fuori del contesto istituzionale delle Comunità, hanno iniziato
a fornire orientamenti politici e a risolvere i problemi che per il Consiglio
dei ministri erano insormontabili. Dopo le prime riunioni del 1961 e del 1967,
queste conferenze assumono maggiore importanza in occasione del vertice dell'Aia
dell'1 e 2 dicembre 1969, che consente di avviare i negoziati sull'allargamento della
Comunità nonché di raggiungere un accordo sul regime delle finanze comunitarie.
Anche il vertice di Fontainebleau, nel dicembre 1974, prende importanti decisioni
politiche concernenti le elezioni dirette del Parlamento europeo e le procedure di
decisione del Consiglio. I capi di Stato e di governo decidono anche di riunirsi in futuro
tre volte l'anno come "Consiglio europeo" per discutere di questioni comunitarie e di
cooperazione politica (1.3.6).
D. Riforma istituzionale e politica monetaria
La fine degli anni '70 è stata caratterizzata dalle iniziative degli Stati membri
per armonizzare le loro politiche economiche e fiscali. Per risolvere il problema
dell'instabilità monetaria e delle sue gravi conseguenze sulla PAC e sulla coesione tra
gli Stati membri, i Consigli europei di Brema e di Bruxelles del 1978 istituiscono l'SME.
Creato su base volontaria e differenziata (il Regno Unito decide di non partecipare al
meccanismo di cambio), il sistema monetario europeo si basa, tuttavia, sull'esistenza
di un'unità di conto comune, l'unità monetaria europea.
Al Consiglio europeo di Londra del 1981, i ministri degli Affari esteri di Germania e
Italia, Genscher e Colombo, presentano un progetto di "Atto europeo" riguardante
diverse tematiche: cooperazione politica, cultura, diritti fondamentali, armonizzazione
delle legislazioni al di fuori dei contesti coperti dai trattati comunitari, lotta contro
violenza, terrorismo e criminalità. L'atto non è mai stato adottato nella forma in cui è
stato presentato, sebbene alcuni dei suoi elementi siano ripresi nella "Dichiarazione
solenne sull'Unione europea" adottata a Stoccarda il 19 giugno 1983.
E. Il progetto Spinelli
Alcuni mesi dopo la prima elezione a suffragio universale nel 1979, i rapporti tra il
Parlamento e il Consiglio sono messi a dura prova a causa del bilancio per l'anno 1980.
Sotto l'impulso del parlamentare Altiero Spinelli, fondatore del movimento federalista
europeo ed ex membro della Commissione, nel luglio 1980 un gruppo di nove
deputati si incontra per discutere come rilanciare il funzionamento delle istituzioni. Nel
luglio 1981, il Parlamento europeo crea una commissione istituzionale, di cui Spinelli
è relatore e coordinatore, per elaborare un progetto di modifica dei trattati esistenti.
La commissione decide di formulare una bozza di quella che sarebbe diventata
la costituzione dell'Unione europea. Il progetto di trattato viene approvato a larga
Note tematiche sull'Unione europea - 2025
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NOTETEMATICHE
maggioranza il 14 febbraio 1984. Il potere legislativo deve essere esercitato in un
sistema bicamerale molto simile a quello di uno Stato federale . Tale sistema si pone
[1]
come obiettivo di instaurare un equilibrio tra Parlamento europeo e Consiglio ma non
risulta accettabile per gli Stati membri.
L'ATTO UNICO EUROPEO
Il Consiglio europeo di Fontainebleau del giugno 1984, dopo aver risolto il contenzioso
comunitario di bilancio degli anni Ottanta, decide la creazione di un comitato ad
hoc di rappresentanti personali dei capi di Stato e di governo, detto comitato
Dooge, dal nome del suo presidente. Tale comitato è incaricato di formulare
proposte intese a migliorare il funzionamento del sistema comunitario nonché della
cooperazione politica. Il Consiglio europeo di Milano del giugno 1985 decide con
votazione a maggioranza (7 voti favorevoli e 3 contrari, procedura eccezionale per tale
istituzione) di convocare una Conferenza intergovernativa incaricata di prendere in
considerazione il rafforzamento delle competenze delle istituzioni, l'attribuzione alla
Comunità di nuovi settori d'attività e l'instaurazione di un "autentico" mercato interno.
Il 17 febbraio 1986, nove Stati membri sottoscrivono l'AUE, seguiti dalla Danimarca
(previo referendum), dall'Italia e dalla Grecia il 28 febbraio 1986. Ratificato dai
parlamenti degli Stati membri nel corso del 1986, l'AUE entra in vigore il 1° luglio 1987
(con sei mesi di ritardo, a causa di un ricorso presentato dinanzi ai tribunali irlandesi
da un privato). L'AUE costituisce la prima modifica sostanziale del trattato di Roma.
Le sue principali disposizioni sono le seguenti:
A. Estensione dei poteri dell'Unione
1. Attraverso la realizzazione di un grande mercato interno
Entro il 1° gennaio 1993 doveva essere creato un mercato interno pienamente
operativo, riprendendo e ampliando l'obiettivo del mercato comune introdotto nel
1958 (2.1.1).
2. Attraverso la creazione di nuove competenze in materia di:
— politica monetaria;
— politica sociale;
— coesione economica e sociale;
— ricerca e sviluppo tecnologico;
— ambiente;
— cooperazione nel settore della politica estera.
B. Miglioramento della capacità decisionale del Consiglio
Il voto a maggioranza qualificata sostituisce l'unanimità nell'ambito dei quattro settori
di competenza della comunità: la modifica della tariffa doganale comune, la libera
prestazione dei servizi, la libera circolazione dei capitali e la politica comune dei
trasporti marittimi e aerei. Il voto a maggioranza qualificata è introdotto anche per
una serie di nuove competenze, quali il mercato interno, la politica sociale, la coesione
[1]Amato, G., Bribosia, H., De Witte, B., Genesis and destiny of the European Constitution, Bruylant, Bruxelles, 2007, pag. 14.
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NOTETEMATICHE
economica e sociale, la ricerca e lo sviluppo tecnologico e la politica ambientale.
L'introduzione di questo sistema è all'origine di una modifica del regolamento interno
del Consiglio per conformarsi a una precedente dichiarazione della presidenza
secondo cui in seno al Consiglio si può ora procedere a una votazione non solo su
iniziativa del Presidente, ma anche su richiesta della Commissione o di uno Stato
membro, a condizione che si pronunci a favore una maggioranza semplice di membri
del Consiglio stesso.
C. Ampliamento del ruolo del Parlamento europeo
L'Atto unico europeo rafforza i poteri del Parlamento europeo:
— subordinando al parere conforme del Parlamento la conclusione degli accordi
comunitari di allargamento e associazione;
— istituendo una procedura di cooperazione con il Consiglio (1.2.3) che conferisce
poteri legislativi autentici, sebbene limitati, al Parlamento; applicabile all'epoca a
una decina di basi giuridiche, questa procedura segna una svolta decisiva per la
trasformazione del Parlamento in vero e proprio colegislatore.
La presente nota tematica è stata redatta dal dipartimento tematico del Parlamento
europeo "Giustizia, libertà civili e affari istituzionali".
Mariusz Maciejewski
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NOTETEMATICHE
I TRATTATI DI MAASTRICHT E DI AMSTERDAM
Il trattato di Maastricht ha modificato i precedenti trattati europei e ha creato
un'Unione europea fondata su tre pilastri: le Comunità europee, la politica estera
e di sicurezza comune (PESC) e la cooperazione in materia di giustizia e affari
interni (GAI). In vista dell'allargamento dell'Unione, il trattato di Amsterdam ha
introdotto gli adeguamenti necessari volti a garantire un funzionamento più efficace
e democratico dell'Unione.
IL TRATTATO DI MAASTRICHT
Il trattato sull'Unione europea , firmato il 7 febbraio 1992 a Maastricht, è entrato in
[1]
vigore il 1 novembre 1993.
A. Strutture dell'Unione
Con l'istituzione dell'Unione europea, il trattato di Maastricht ha segnato una nuova
tappa nel processo volto a creare "un'unione sempre più stretta tra i popoli
dell'Europa". L'Unione era fondata sulle Comunità europee e sostenuta da politiche e
forme di cooperazione previste dal trattato sull'Unione europea. L'Unione disponeva di
un quadro istituzionale unico, composto dal Consiglio, dal Parlamento europeo, dalla
Commissione europea, dalla Corte di giustizia e dalla Corte dei conti: essendo queste,
stricto sensu, le uniche "istituzioni" dell'Unione, esse esercitavano i loro poteri in
conformità delle disposizioni dei trattati. Il trattato ha istituito un Comitato economico
e sociale e un Comitato europeo delle regioni, ambedue investiti di funzioni consultive.
Conformemente a quanto previsto dalle disposizioni del trattato, sono stati istituiti un
Sistema europeo di banche centrali e una Banca centrale europea, che si aggiungevano
alle istituzioni finanziarie esistenti del gruppo BEI, segnatamente la Banca europea per
gli investimenti e il Fondo europeo d'investimento.
B. Competenze dell'Unione
All'Unione creata dal trattato di Maastricht sono stati attribuiti da quest'ultimo
determinati poteri, classificati in tre grandi gruppi chiamati comunemente "pilastri": il
primo "pilastro" era costituito dalle Comunità europee, nel cui quadro le competenze,
che erano state oggetto di trasferimento di sovranità da parte degli Stati membri
nei settori disciplinati dal trattato, erano esercitate dalle istituzioni comunitarie. Il
secondo "pilastro" era formato dalla politica estera e di sicurezza comune prevista
al titolo V del trattato. Il terzo "pilastro" era costituito dalla cooperazione nei settori
della giustizia e degli affari interni contemplata al titolo VI del trattato. Le disposizioni
dei titoli V e VI prevedevano una cooperazione di natura int
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