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Il mondo mesopotamico

Introduzione

Quando si parla di Mesopotamia si parla di un insieme di popoli diversi, che si sono succeduti nella zona compresa tra il Tigri e l'Eufrate da epoche molto risalenti. Sebbene le vicende delle popolazioni che abitarono la Mesopotamia vadano molto indietro nel tempo e siano molto studiate da discipline, quali la paleoetnologia, l'archeologia preistorica e protostorica del Vicino Oriente, tuttavia si inizia a parlare di civiltà mesopotamiche a partire dal IV Millennio a.C., riferendosi ai Sumeri, popolazione di oscura origine, nota per aver inventato la scrittura, cioè uno dei principali mezzi di indagine storica. Anche qui è doveroso ricordare che l'invenzione della scrittura, intendendo con essa un insieme coerente di simboli grafici indicanti non solo idee e parole, ma anche suoni, è ascrivibile ai Sumeri, ma le radici di questo processo affondano in realtà nel lontano neolitico, come ha brillantemente.

dimostrato DeniseSchmandt-Besserat.I Sumeri abitavano centri dislocati lungo il corso meridionale del Tigri e dell'Eufrate, e dasecoli avevano scavato un sistema di canalizzazioni che permetteva di irreggimentare leacque dei due fiumi, che stagionalmente variavano di intensità. In tal modo riuscivano adottenere raccolti molto abbondanti, che consentivano loro non solo di sopravvivere negli annidi carestia, ma anche di utilizzare le eccedenze negli scambi con gli altri popoli. Chi è stato alBritish Museum ricorderà certamente i meravigliosi arredi funerari del cimitero di Ur (parliamodella metà almeno del III millennio a.C.), fatti di oggetti d'oro, d'argento, di pietre preziose, diavorio e di legnami pregiati, tutti materiali completamente assenti nella Mesopotamiameridionale e frutto di intensi rapporti commerciali con l'Egitto, l'Iran, l'Anatolia, e addirittural'Afghanistan e l'India. Non sorprende, quindi,

che da quando si riescono a comprendere testi scritti in sumerico, vi siano riferimenti a regioni lontane e siano presenti nomi di origine nonsumerica. I Sumeri, per tutto il periodo del Protodinastico (2900-2350 a.C.), erano organizzati in città-stato, governate da sovrani indipendenti, con un carattere fortemente religioso e burocratico. Se da un lato essi rappresentavano gli dèi (in genere il dio cittadino), di cui si dicevano figli (spesso sostenevano di essere stati generati da una dea) e comunque prescelti e amati, dall'altro erano a capo di una sorta di piramide burocratica, che controllava l'amministrazione economica (soprattutto beni alimentari, ma anche produzioni artigianali), strutturale (canalizzazioni, mura e porte cittadine), culturale (culto, miti, leggende) e politica, sia da un punto di vista interno (giudiziario, di polizia) sia esterno (commerciale e militare). Avevano un carattere non particolarmente aggressivo, e nelle loro iscrizioni sivantano di aver respinto dei nemici, più che di aver conquistato città. La loro frammentazione politica, però, favoriva piccoli scontri e scaramucce tra città-stato confinanti. Intorno al 2350 a.C., però, un nuovo popolo emerge dalle fonti a nostra disposizione: quello degli Accadi, un popolo semitico, molto più bellicoso dei Sumeri, che nell'arco di poco più di un secolo unifica la Mesopotamia meridionale. Il nome deriva dalla capitale, Akkade, ancora non identificata con certezza, e dai testi che ci hanno lasciato sappiamo che parlavano una lingua semitica. Poiché si tratta della prima lingua semitica ad essere attestata in ambito orientale, prende il nome da quel popolo, e si chiama accadico. I sovrani accadi unificarono per la prima volta buona parte del paese di Sumer e la loro concezione della monarchia era un po' diversa da quella sumerica: essi avevano un carattere molto più aggressivo e uno di essi,

Naram-Sîn, si attribuì anche il determinativo divino nelle iscrizioni e nei sigilli, imitato poi dai suoi successori. L'impatto di questi sovrani dalla forte personalità fu notevole da un punto di vista culturale, oltre che politico, perché dette origine ad una serie di poemi epici, che li vedeva protagonisti.

Questa dinastia cadde per opera di un altro popolo, i Gutei, che però lasciarono scarse tracce nella documentazione, e comunque non riuscirono a mantenere aggregato il territorio unificato dai re accadi: le città meridionali di antica cultura sumerica tornarono indipendenti, fino a quando una nuova dinastia fu fondata a Ur da Ur-Namma. Questo re e i suoi successori, più ancora dei sovrani accadici, riuscirono a unificare più compattamente il territorio attraverso una capillare e attentissima politica amministrativa: le migliaia di tavolette risalenti a questo periodo ci permettono di capire la minuzia con cui venivano effettuati.

I controlli sui campi, le previsioni sui raccolti e le conseguenti tassazioni, la frenetica attività di messaggeri, che consentivano un costante contatto tra la capitale e le altre città, divenute province di una sorta di impero. Questo regno anche durò poco, ma fu un periodo di notevole floridezza economica e culturale. Le scuole scribali si diffusero e ci fu una tendenza anche all'unificazione ortografica, quasi, con una sistemazione dei miti, delle leggende, dei vocabolari, dei repertori di segni per l'apprendimento della scrittura e delle varie branche del sapere: una sorta di rinascimento sumerico.

Anche Ur cadde, questa volta sotto i colpi degli Elamiti, e sulle sue ceneri sorsero piccoli regni per opera di un altro popolo quello degli Amorrei. Anch'essi di origine semitica, adottarono la lingua accadica, creandone due diversi dialetti, l'assiro, a nord, e il babilonese a sud. Gli Amorrei che si stabilirono più a nord, occupando una

città che chiamarono Assur, dal nome deldio cittadino, si chiamarono Assiri e crearono in breve un regno molto compatto e fortemilitarmente e commercialmente, che rimase tale nel corso di tutto il secondo millennio e diparte del primo, giungendo, nella fase neo-assira, a conquistare non solo la Mesopotamiameridionale, la Siria e la Palestina, ma anche l’Egitto. A sud, invece, dopo un primo periodo direlativo equilibrio politico, con statarelli non più cittadini, ma potremmo dire provinciali omicro-regionali, con la conquista da parte di Hammurabi di Babilonia (1792-1750 a.C.) di tuttala regione centro-meridionale, si venne a creare la Babilonia, dal nome della capitale. Sia gliAssiri che i Babilonesi furono molto influenzati dai sovrani di Ur, di cui si consideravanodiscendenti, ma riuscirono a caratterizzarsi in maniera diversa.In Babilonia, infatti, intorno al 1600 a.C., in seguito all’incursione ittita di Muršili I (1620-1590a.C.), cadde la dinastia

amorrea e fu sostituita da una cassita. Anche i Cassiti, sebbene moltodiversi dagli Amorrei, adottarono la lingua accadica e avviarono un periodo di piccolocabotaggio politico, rimanendo indipendenti in un periodo in cui si fronteggiavano variepotenze militarmente molto forti, come gli Ittiti, gli Assiri e i Ḫurriti a nord e gli Egiziani a sud.Dopo un periodo di forte decadenza, alla fine dell'VIII secolo a.C. la Babilonia venne di fattoannessa all'Assiria, come il resto del Vicino Oriente, ma alla fine del VII secolo a.C. divennecapitale di un nuovo impero, questo volta caldeo, che a sua volta sconfisse l'Assiria e neereditò l'impero. Fu proprio la dinastia caldea, nel 539 a.C., ad essere sconfitta da Ciro II diPersia.

Per città-stato in questo periodo si intende un piccolo regno con una capitale munita di tempio e/o palazzo, chefungeva da centro amministrativo per tutti gli aspetti economici, gestionali e culturali. Si deve immaginare una

dimensione molto ridotta del regno, che comprendeva certamente una certa quantità di campi, coltivati dalla popolazione che in parte abitava anche in villaggi periferici. La figura del monarca Dopo questo excursus, eccessivamente sintetico nei contenuti, ma forse lungo per chi legge, tuttavia necessario alla comprensione della complessa natura delle fonti a nostra disposizione, possiamo fare alcune considerazioni utili ai fini del nostro discorso. Nel Vicino Oriente Antico l'unica forma di governo che possiamo trovare è quella monarchica, e sebbene le caratteristiche del sovrano possano variare anche di molto da un popolo all'altro e da un periodo all'altro, in ogni caso nel re si riuniscono tutti e tre i poteri che solo in età moderna si sono riusciti a separare chiaramente, e cioè quello esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario. Detto questo, sarebbe però forse un po' troppo semplicistico dire che in questi tre ambiti il

Il potere del re fosse del tutto illimitato. Innanzitutto, perché, avendo un potere assoluto, per poter regnare il re doveva servirsi di ministri e aiutanti, che in qualche modo ne limitavano l'autonomia, frapponendosi tra lui e il popolo. Sebbene egli in linea di principio delegasse ad essi, frammentandole e suddividendole, le notevoli responsabilità che gli competevano e riservasse comunque per sé il controllo ultimo di tali responsabilità, questi delegati costituivano una sorta di limite al suo potere, non soltanto perché avrebbero potuto ribellarsi contro di lui, come spesso avveniva con le famose congiure di palazzo, ma anche perché, avendo un rapporto privilegiato con lui, avrebbero potuto mistificare la realtà rappresentata al sovrano stesso, impedendogli di avere una precisa conoscenza dei problemi relativi al regno, e di conseguenza influenzarne le scelte e gli interventi. Ovviamente si tratta di un discorso lungo e complesso da fare,

E in questa sede non è opportuno approfondirlo, anche perché i re mesopotamici non sembravano affatto esserne consapevoli.

Il re mesopotamico, invece, si sentiva molto limitato dalla presenza degli dèi. Consapevole di essere stato beneficiato da loro, che gli manifestavano il favore facendolo regnare, si sentiva al loro vincolato. Si trattava di un vincolo spesso sentito come filiale (il re generato da una dea madre), oppure di riconoscenza (era l'eroe al servizio del dio), o semplicemente d'amore (noto è il caso della dea Inanna/Ištar e il matrimonio sacro), con la conseguenza che per loro regnare significava obbedire: il re di solito obbedisce ad un ordine divino quando fa qualsiasi cosa, anche quando emana delle leggi.

Un caso esemplare è quello dei sovrani neo-assiri, sovrani particolarmente potenti e vittoriosi, con titolature lunghissime, che però, al momento dell'intronizzazione, assumevano il ruolo di rappresentanti.

dell'unico re, che era il dio Assur. Nell'inno di incoronazione del re Assurbanipal si dice: "Assur è il re." Detto ciò, per cercare di
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SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rachelecosta_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'antico Oriente mediterraneo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Simonetti Cristina.