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COSA E' LA SICUREZZA SOCIALE?

La sicurezza sociale indica quel complesso di interventi pubblici e quindi promossi e garantiti dallo Stato, diretti ad erogare beni e servizi (prestazioni economiche, ma anche servizi) a coloro che si trovano in una situazione di bisogno, perché solo così si consente a tutti di godere in maniera piena ed effettiva dei diritti civili e politici.

LO STATO DEVE GARANTIRE LA LIBERAZIONE DAL BISOGNO -> LA LIBERTÀ DAL BISOGNO DIVIENE UN DIRITTO SOCIALE.

La caratteristica portante della sicurezza sociale è l'universalizzazione della tutela, cioè garantire a tutti i cittadini in condizioni di bisogno e, qualunque sia la causa del bisogno, una prestazione.

Con la Costituzione l'obiettivo è superare tutti i sistemi precedenti che limitavano le tutele solo alle categorie, quindi c'è un invito a superare lo schema assicurativo.

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Il sistema delle assicurazioni sociali, garantiscono una tutela

La sicurezza sociale è circoscritta sia a determinate situazioni di bisogno, ma anche a determinati soggetti beneficiari, ed è basata sul principio che al finanziamento concorrono anche i destinatari della prestazione.

L'idea della sicurezza sociale che viene introdotta nella costituzione implica l'evoluzione da una tutela basata su una solidarietà ristretta alla categoria professionale interessata, ad un sistema imperniato sulla solidarietà generale. L'attuazione di questo tipo di sicurezza sociale è garantita da tutta la collettività attraverso lo Stato.

I diritti previdenziali hanno nella Costituzione natura di diritti sociali e sono diritti "fondamentali perfetti", anche se, per la loro attuazione, è comunque necessario che intervenga il legislatore ordinario che individua le modalità.

Nel nostro ordinamento la libertà dal bisogno si qualifica e si attua attraverso il collegamento col principio di uguaglianza sostanziale.

L'obiettivo finale è il pieno sviluppo della persona umana. All'attuazione del progetto di sicurezza sociale sono chiamati tutti i cittadini, oltre che lo Stato, in virtù di quel dovere di solidarietà che è sancito nell'Art. 2 della Costituzione. Non sempre il sistema si è realizzato in conformità di questi principi; molto spesso il legislatore ha dovuto porre in essere delle regole ispirate più alla risoluzione di problemi contingenti. Qualche volta ci è riuscito pienamente con l'istituzione del servizio sanitario nazionale -> la legge del 1978. A volte ci è riuscito un po' meno. Un esempio di universalizzazione è l'assegno sociale, o l'accompagnamento, che è riconosciuto a prescindere dal reddito, ecc. La Costituzione ha trovato attuazione in maniera diversificata e il sistema che noi usiamo, non ha mai abbandonato totalmente i principi assicurativi, anche quando negli anni.

’60 e ’70 c’è stato il maggior avvicinamento al progetto di sicurezza sociale. ->Esempio: la legge che attualmente regola le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro, che è la legge del 1965, TU. (C’è uno stretto collegamento fra rischio e contributi)

Quando si parla di dare attuazione al sistema di sicurezza sociale è strettamente legata ai soldi e quindi, il funzionamento dello stato sociale è fortemente condizionato dalla crisi della finanza pubblica. Lo stato sociale è più o meno in buona salute, a seconda di come stanno messe le finanze e, molto spesso, lo stato sociale viene aggredito ogni volta che lo Stato ha bisogno di fare cassa. (Pensioni, sanità, ecc.. vengono tutte aggredite quando lo Stato ha bisogno di finanze)

Es.: tagli alla sanità. pag. 8

Negli anni ’90 ci sono state delle riforme che hanno introdotto dei requisiti più stringenti per accedere alle prestazioni.

le condizioni che hanno determinato nel corso degli anni la crisi del Welfare state sono anche altre, non soltanto la crisi finanziaria, ma anche un cambiamento della società, come la crisi delle famiglie (figli numericamente inferiori ad esempio), calo della natalità, aumento dell'età media, precarietà lavorativa, salari bassi; accresciuta concorrenza internazionale; deindustrializzazione.. Nonostante tutto questo però, c'è un dato che emerge da questa realtà, e cioè che lo stato sociale può vacillare, ma è anche capace di resistere e, in qualche modo, sta mostrando la sua resilienza proprio in questo periodo. Lo stato sociale resiste, ma al contempo richiede adeguamenti nuovi al mutato contesto fordista, economico sociale; il modello a cui deve guardare, non è più quello ma ci troviamo di fronte ad una società che ha bisogno di regole adattate alla nuova realtà economica e sociale, dove

Il pubblico deve rimanere al centro e il privato deve svolgere solo una funzione di sussidiarietà. In questo ragionamento di crisi della sicurezza sociale, entrano in gioco altri due articoli (che poi sono stati cambiati nel corso degli anni):

Art. 81 "pareggio di bilancio" che è stato cambiato nel 2012, e dice che ogni volta che si fa una legge nuova, bisogna che viene modificata la norma, bisogna sempre indicare i mezzi per farvi fronte;

ART. 117 Che ha cambiato le competenze fra Stato e regioni, ed ha certamente inciso sulle scelte della sicurezza sociale. La riforma dell'art. 117 ha attribuito alla previdenza privata, una nuova competenza: competenza legislativa concorrente con quella delle regioni, però ha comunque conservato la riserva esclusiva dello stato in materia di previdenza sociale: lo Stato ha il compito di stabilire i livelli essenziali della prestazione (LEP).

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LEZIONE 4 - diritto della sicurezza sociale

Partiamo

dall'art.38 della Costituzione. L'art. 38 della Costituzione, si compone di 5 commi, importanti perché ciascuno di loro è il fondamento di tutta una legislazione che si è sviluppata nel corso degli anni. "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale", il 2 comma è quello che noi classifichiamo sotto il nome, sotto la parolina magica "previdenza" e dice "tutti i lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia, disoccupazione volontaria, poi c'è il 3 comma "gli inabili e i minorati hanno diritto all'educazione e

All'avviamento professionale, il 4° comma individua nello Stato e negli istituti che sono una sua promanazione, il soggetto deputato a garantire le prestazioni, ed infatti il "ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato", "l'assistenza privata è ed infine l'ultimo comma si riferisce all'assistenza privata e di libera".

Fermandoci ai primi due commi troviamo l'area dell'assistenza e l'area della previdenza: l'area dell'assistenza guarda come campo di applicazione soggettivo, quindi come destinatari, ai cittadini; pag. 11 l'area della previdenza guarda, invece, ai lavoratori e, mentre il primo comma, fa riferimento allo Stato e alla fiscalità generale per il finanziamento, il secondo comma riproduce sostanzialmente quello che noi abbiamo chiamato lo "schema assicurativo", per cui, a fronte di un rischio di eventi.

di situazioni dibisogno che vengono individuate in maniera esemplificativa, si realizza un meccanismo assicurativo percui si versano dei contributi che consentono, al verificarsi del rischio, l'erogazione di specificheprestazioni; il primo comma, invece, prescinde da questo schema assicurativo e mira a tutelare unasituazione di bisogno attraverso una logica più universale con un finanziamento che ricade in capo alloStato.In ogni caso, l'intero articolo si ispira ad un principio di universalismo che però, abbiamo detto, nonè uno schema puro, assoluto; tant'è che abbiamo osservato che, nel nostro ordinamento, le unicheprestazioni che possiamo considerare veramente universali, che vengono garantite a tutti a prescindereda uno status occupazionale o meno, sono le prestazioni sanitarie, a tutela della salute e che fannoriferimento all'articolo 32 della Costituzione.Come si è arrivati all'articolo 38: leggendo i lavoridell'Assemblea Costituente, si trovano dei protagonisti importanti della nostra storia costituzionale fra cui c'è anche un nostro conterraneo che è Giuseppe Di Vittorio; Giuseppe Di Vittorio, durante i lavori, ha insistito molto sul superare un concetto "noi, parlando a nome di tutta la categoria, privatistico di assicurazione perché dice che lui vuole un concetto di Stato, vuole che sia lo Stato ad occuparsi di questo perché rappresentava, il concetto di previdenza non può essere disgiunto dal concetto di solidarietà, solidarietà fra tutti, e quindi l'idea che pensava era quella di una previdenza solidale in favore di tutti i lavoratori e a questo può provvedere esclusivamente lo Stato". Non mancarono, tuttavia, esponenti di spicco, tra cui anche Moro, (giusto per citare personalità del nostro territorio), che portavano avanti un'idea un po' diversa, dicendo che sì, è

Vero quello che ci dice Di Vittorio, però questo obiettivo lo si poteva realizzare tenendo disgiunta l'assistenza dalla previdenza, cioè noi costruiamo un primo comma dove si fa riferimento a situazioni di bisogno che non riguardano i lavoratori, e quindi là, con riferimento all'assistenza, noi incarichiamo lo Stato come colui il quale deve garantire delle prestazioni, mentre nel secondo comma manteniamo uno schema di assicurazione, però non puramente privatistica, ma un sistema di assicurazione di tipo sociale, per cui lo Stato comunque partecipa nell'assicurare e nel garantire questo tipo di prestazione, e lo fa in maniera indiretta. <storici>> .L'idea è, quindi, di creare una norma "aperta", che consenta al legislatore, non di me

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Publisher
A.A. 2021-2022
55 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Angeel17. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della sicurezza sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof D'Onghia Madia.